130619185755-allen-single-image-cutUna stagione racchiusa in un tiro. Difficile crederci ma l’intera stagione degli Heat si è aggrappata al tiro di Ray Allen che ha portato la partita al supplementare.

Quanti pensieri avranno affollato la testa dei tifosi Heat e Spurs in quegli ultimi secondi, la paura della sconfitta ha lo stesso sapore di quella della vittoria. Pensieri, dubbi e paure tramutatisi poi in urla liberatorie per i tifosi vestiti di bianco e in delusione per quelli in nero argento.

Quello che ha pensato James quando scoccando il tiro del possibile pareggio ha realizzato che non sarebbe entrato lo possiamo solo immaginare. Quando però Bosh ha recuperato il rimbalzo e ha riaperto per Allen nell’angolo e il tiro successivo ha frustato la retina quello successo poco prima era già il passato, ora non aveva più valore.

“La più bella partita di cui abbia mai fatto parte”: ecco le parole di James nel post partita. Il re avrà un’altra occasione per difendere la corona.

“Ero nel punto giusto” ammette con sorprendente modestia Ray Allen. Tanti sono nel posto giusto al momento giusto, pochissimi riescono a fare la cosa giusta. “He got game” il suo soprannome, il ragazzo sa giocare diremmo noi.

“L’ultima tripla? LeBron ha sbagliato, sono andato a rimbalzo, ma quando ho visto che la palla l’aveva Bosh ho fatto qualche passo indietro, sperando di essere oltre la linea da tre. Non ne ero sicurissimo ma diciamo che qualche anno d’esperienza mi ha fatto capire che mi trovavo nel punto giusto. E’ un canestro che ricorderò per tanto tempo. Le cose si erano messe male, ma con un pizzico di fortuna abbiamo raddrizzato la partita. Lavoro tanto in allenamento su tiri fuori equilibrio, col corpo in posizioni strane, per cui non è stata una tripla che non avevo mai provato”. Il talento non basta, come commenta lo stesso Allen. Allenamento, ripetizione dello stesso movimento, riproposizione di situazioni disagiate per essere pronti ad ogni evenienza.

“Ray? Se non prendo io quel tiro, non c’è nessun altro che vorrei vedere con la palla in mano” sottolinea ancora una volta James nelle conferenza post partita.

San Antonio può rimpiangere l’1 su 2 di Leonard ai liberi che avrebbe chiuso la gara o ancor di più il non fallo sull’azione della tripla rocambolesca di Allen.

“Cose da Europei” sentenzia Popovich. La stima per l’allenatore degli Spurs è immensa ma se sul rimbalzo di Bosh se si fosse sprecato un fallo difficilmente gli Heat avrebbero potuto pareggiare.

Tutte speculazioni che servono come argomento di discussione in attesa di gara 7. San Antonio gioca contro la storia. Dall’85 ad oggi, quando è stata inserita la nuova formula 2-3-2 per le Finals, nessuna squadra in trasferta ha mai vinto gara 7.

“Se il 29 settembre quando ci siamo radunati mi avessero detto che ci saremmo giocati il titolo in casa in gara-7 avrei firmato. Gara-7: le due parole più belle nello sport”. Spoelstra si rilassa dopo aver patito per gran parte della partita.

Il grosso problema in casa Heat si chiama Wade. Le statistiche non dicono tutto ma non mentono. Quando in campo c’è la coppia James-Wade Miami ha un plus/minus nettamente negativo, con il solo James in campo decisamente positivo.

Il quintetto con Miller e Allen è più efficace anche se non può essere tenuto troppo a lungo. Miller ha evidenti problemi in difesa dovuti ai problemi alla schiena ma in attacco è fondamentale per allargare l’area e creare spazio per le penetrazioni di James.

“Il quintetto con me, Andersen, Chalmers, Allen e Miller crea molto spazio. Mike e Ray sull’arco costringono la difesa a stargli attaccati, aprendo l’area per le mie penetrazioni. E successo in gara-6, dove comunque sono stato anche molto più aggressivo, trovando delle crepe dove infilarmi”.

“Le partite e le serie non si vincono con le statistiche, devi competere e vincere le battaglie in campo. Andremo fin dove ci porteranno quei due e i loro compagni”. Coach Spoelstra non può accantonare il suo capitano, in gara 7 servirà il suo apporto ma il ginocchio sembra tormentarlo nuovamente.

Miami è favorita, gioca in casa e sulla distanza dovrebbe aver più energie degli Spurs. Non sottovaluterei comunque la voglia di riscatto di Ginobili e l’orgoglio di Duncan.

Da come ha giocato gara 6 sembrava certo che per gli Spurs era l’ultima spiaggia. L’atteggiamento non cambierà in gara 7 forse mancheranno un po’ di energie nel finale ma se nella testa di Duncan questa sarà la sua ultima partita ci possiamo attendere un’altra prestazione da lasciare ai posteri.

Non è ancora tempo in casa Heat per pensare al futuro, saranno discorsi da fare nella off-season. Se si riconfermeranno campioni affronteranno la nuova stagione cercando di difendere ancora il tiolo, se dovessero uscire sconfitti inizieranno a subito le speculazioni sul futuro di James, Bosh e dell’intero progetto.

Il tempo delle parole è finito, tornerà fra poche ore con ancora più spunti ma per fortuna ora il giudizio ce lo darà il campo.

One thought on “Dopo Gara 6: Ray Allen porta tutti a Gara 7

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