Un'altra gara 7 divide LeBron James dalle Finals, ma questa volta è solo come ai tempi dei Cavs

Un’altra gara 7 divide LeBron James dalle Finals, ma questa volta è solo come ai tempi dei Cavs

I “Cleveland Heat” perdono gara 6 e sono costretti alla settima. Sì, avete capito bene. Ieri notte, ma già in gara 5 e forse per tutta le serie, non sono scesi in campo i Miami Heat.

Lo ha ammesso lo stesso LeBron James al termine di gara 5, dicendo chiaramente che giocare in questo modo lo riporta indietro nel tempo, a quando a Cleveland se la doveva sbrigare da solo con un supporting cast non all’altezza.

Non c’è Chris Bosh, non c’è Dwyane Wade, non ci sono più i Big Three delle prime due Finals (una vinta, una persa).

Assenze. Il fatto è proprio questo, molto semplicemente. Non che stiano giocando male, non ci sono, è un’altra cosa.

Bosh (5 punti 3 4 rimbalzi in 31 minuti) tira soltanto da fuori su scarico e non si capisce questa sua involuzione tecnica quando servirebbe un big man sotto canestro.

Wade è scarico, difende bene ma in attacco è un’umiliante imitazione di sé stesso, incapace di una reazione, di uno scatto d’orgoglio, anche della singola giocata per cercare la carica giusta.

10 punti, 2 rimbalzi, 3-11 dal campo in 34 minuti di dolore. Non solo del suo allenatore e dei tifosi della South Florida ma anche degli appassionati neutrali del basket. La sua assenza, prima mentale, poi anche fisica (ricordiamo che ha comunque un ginocchio che dà fastidio) fa male a tutti.

Con siffatte premesse cosa può fare LeBron James da solo ? Quello che faceva a Cleveland appunto, le vince da solo, anche una serie, ma poi la squadra perfetta di fronte a lui (ieri San Antonio, oggi Indiana) fatalmente rimette le cose al loro posto.

Nessuno in questa lega, che abbiamo di dietro scritto Jordan o James o Chamberlain dei vecchi tempi può vincere un titolo da solo. E’ allarme rosso.

O cambia qualcosa, subito, per gara 7, oppure non solo Miami va fuori ma rischia di saltare tutto il progetto. Non solo una dinastia che va a farsi benedire, ma probabilmente oltre alla storia il futuro stesso dell’MVP con questi compagni e con questo allenatore.

Scenario che si può adesso evitare vincendo una gara 7 in casa, ma in una partita secca può succedere di tutto e non è peregrino affermare che a questo punto gli Indiana Pacers sono favoriti.

Stanno giocando meglio, e nemmeno di poco, se non fosse stato per alcuni episodi (vedi layup vincente di LeBron in gara 1) questa serie l’avrebbero già portata a casa. C’è un LeBron di mezzo ma c’è solo lui, questo è il punto e questo è il dramma per Miami.

Gara 6 è stata equilibrata per tutto il primo tempo, nel terzo cambio la svolta decisiva. In gara 5 ci fu la sfuriata Heat, ieri notte per i Pacers.

Hibbert è inarrestabile, 24 punti, 11 rimbalzi di cui 5 offensivi. E’ servito splendidamente dai compagni, il resto è una difesa che manda in confusione l’attacco lento e prevedibile degli avversari, assolutamente monocorde.

Non ci sono i Big Three ma nemmeno Battier (cameo a vuoto di 4 minuti), nemmeno Chalmers (10 pts in 21 ma solo spiccioli di intensità), non c’è più il folgorante Haslem delle edizioni precedenti (solo 2 rimbalzi, 0-2 dal campo in 16 minuti), non c’è Cole, figuriamoci Ray Allen in rottura prolungata (1-4 da tre per 6 punti).

Aggiungeteci la squalifica (sacrosanta) di Chris Andersen e il tentativo maldestro della carta Mike Miller e avrete la tragedia totale. I Pacers sono questi da sempre, giocano come un solo uomo, decisi e precisi.

Senza strafare hanno stracciato degli Heat pessimi come squadra e come voglia di vincere. LeBron porta a casa 29 punti, 7 rimbalzi, 6 assist, una predica nel deserto.

Paul George è un diamante con tutti i carati del mondo, tantissima difesa e 28 punti, 8 rimbalzi, 5 assist, 11-19 dal campo. Se Hibbert è il coltello nella schiena di Miami Paul George è il vero motivo, a dire il vero nemmeno troppo nascosto, di un dominio che fa paura.

West cattura 14 rimbalzi con canestri pesantissimi nel terzo e poi nel quarto periodo, Stephenson a sua volta ne ha 12. Rimbalzi e difesa, Vogel sta uccidendo gli avversari con le armi più tipiche, le uniche armi possibili nei playoff NBA.

L’anno scorso gli Heat andarono alle Finals vincendola (contro Boston), quest’anno sono costretti a ripetersi.

Gara 7 per la storia. Una dinastia potenziale che continua e uno scontro ideologico contro San Antonio (nonché rivincita per LeBron) o la fine di tutto e una nuovo inizio.

Non è una semplice gara 7, è il crocevia della storia contemporanea NBA.

8 thoughts on “Indiana riporta tutti a Miami per gara 7, LeBron James è sempre più solo

  1. Per come è descritta la partita sono d’accordo con te. I Pacers in attacco hanno un West in più(quello del secondo tempo) che piazza passaggi brillanti per un Hibbert ispirato e un George che sembra voler vincere la serie più per un motivo personale, cioè quello di aver eliminato il “solo” James.
    La mia paura è questa: se Miami passa – possibile perché il 6 può farne 50 – il rischio è che non ne abbiano più per affrontare gli Spurs, giocando una partita ai ritmi di S.Antonio, simile a quello di Indiana, consegnando di fatto il titolo a Duncan e soci.
    Ecco perché io spero in Indiana, hanno l’energia per provarci, poi la classe degli Spurs non si discute ma se la difesa è come quella del terzo quarto di gara 6, i rimbalzi sono loro e Hibbert è questo, perché non sperare? In fondo George sta giocando come se fosse lui l’MVP – piccola provocazione – e chissà che la difesa regga pure contro il perfetto meccanismo Spurs.
    A Gara 7 per tutti i verdetti

  2. Forse sta vincendo il basket vero sullo sport-business? Lebron non sarà mai un nuovo Michael Jordan ma molto probabilmente avrà una carriera simile a quella di Oscar Robertson, un giocatore da tripla doppia che è riuscito a vincere un solo anello.

  3. Parole sante scritte qui sopra, un po’ per involuzione di wade un po’ per una squadra che fatica troppo a costruire tiri diversi da quelli di Lebron, si salva il solo Cole tra gli heat, a parte LBJ.
    Però io vorrei buttare un sasso.. Indiana buona squadra, solida e con un buon organico, ma siamo veramente sicuri che in questo modo sia il migliore per battere gli heat?
    Il grosso capitombolo offensivo nell’ultimo quarto è a mio parere molto più per i demeriti offensivi di miami che della vera barvura di indiana, con i compagni non in grado di reggere offensivamente appena lebron tira il fiato.
    Viste le differenze, sopratutto a rimbalzo palesate in questa serie, dovremmo essere a un risultato diverso, ma l’agonismo assoluto e la troppa foga molte volte hanno rimesso in partita una squadra alle corde.. basti pensare a fine terzo quarto, con indiana sopra di 17 mi pare, quattro punti causati da una palla persa indegna a due secondi dalla fine da west (fino a quel momento un fantasma) ha quasi rimesso la partita in bilico.. Ok intensi, ma certe volte ci vuole anche un po’ di criterio.. infine a mio parere vero ago per i gialli george Hill, se regge lui -sopratutto dietro l’arco – la squadra funziona a dovere, hibbert e geoge garantendo.

  4. Premettendo che simpatizzo molto di più per Indiana, e che sportivamente godrei a veder uscire Miami (sono e resto tifoso Spurs, quindi il mio tifo per le Finals è già canalizzato), dopo aver visto gara-6 credo che sia esagerato dire che stia “vincendo il basket vero sullo sport-business”. Fermo restando che mi piace, e condivido, il termine “Cleveland Heat” ma più che vincere la partita i Pacers, questa l’hanno persa, e di brutto, gli Heat. Sarà che sono fin troppo abituato agli schemi di Pop, ma Indiana non ha un gioco offensivo che sia uno. George è un all-arounder straordinario, Hibbert un Titano, Stephenson un sorprendente break-up player, West sta giocando come dovrebbe giocare Bosh (e forse ancor più concretamente), Hill…si vede che è di scuola Spurs, ma in tutto questo io ho visto una gestone della palla, da parte di Indiana, allucinante. Palleggi chiusi a 9 metri dal canestro, tremende difficoltà nel rovesciare sul lato debole. Insomma, se giochi a buttar la palla vicino al canestro e poi sfruttare il rimbalzo offensivo ti può andar bene contro una squadra che gioca con QUEL Chris Bosh e Joel Anthony (tant’è che Indiana la partita l’ha vinta nel terzo quarto, dopo una serie di fischi contro Haslem, messo fuori da Spoelstra e non più rientrato) ma vallo a fare contro gli Spurs, con TD che pur avendo 20 anni in più è ancora in grado di spiegare ad Hibbert come si fa un tagliafuori, e poi vediamo quante speranze c’hai.
    Non lo so, la grandezza delle NBA Finals (anche quelle di Conference) probabilmente sussiste nel far diventare epiche anche delle sfide che, tecnicamente parlando, sono oltraggiose, e gara-6 tra Pacers ed Heat è stata, sotto quel punto di vista, una delle più brutte di sempre.

  5. Non è questione di Jordan o non Jordan, se il vero 23 si fosse trovato (come gli è capitato in carriera) a dover affrontare partite senza una squadra a supporto anche lui avrebbe perso, come è capitato a Kobe, a Shaq ecc.
    La verità è che non si capisce come tutti possano scomparire cosi, in tutti i fondamentali, molti dei rimbalzi concessi sono semplicemente dovuti a errori da Minibasket, dalla pochissima voglia di portare a casa il pallone, se io fossi in James farei una piantata stile Bird (vedere finali 84) cercando di scrollare dal torpore i compagni, come fatto ad esempio in gara 5 con quella sfuriata in panchina, situazione preoccupante.
    Se poi Miami riesce a passare la vedo meno dura, San Antonio è una favolosa squadra con un allenatore fuori dal comune, però hanno ritmi e gioco diversi da Indiana. Nel pitturato non fanno quei danni che fa Hibbert, anche se c’è il caraibico.
    Gara 7 è un bivio, spero vincano gli Heat, ma se perdessero sono curioso di vedere come si muoveranno sul mercato, partendo proprio da LeBron….

  6. James è un danno, e nessuno lo capisce. Porta le sue squadre in qualunque finale, a botte di record pazzeschi e statistiche super. Ma impedisce ai compagni di esprimersi, accentra sempre tutto, gioca in 4 ruoli (se almeno facesse il centro servirebbe a qualcosa). Wade il primo anno era ancora un mostro. Ora è patetico. Tutti sulle spalle del Re e magari ce la faranno. Per essere distrutti dagli Spurs. Ovvio che l’NBA vuole la rivincita LeBron-Parker, e ci proverà in ogni modo. Ma finirà male.

  7. Io spero che passi Miami semplicemente perchè se passa indiana a mio modesto parere gli spurs fanno 4 a 0, mentre contro Miami magari sarà più lunga.

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