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Una scena vissuta troppe volte nei momenti decisivi da Chris Paul e compagni…

Giusto un anno fa si parlava dei Clippers come una squadra in forte ascesa, usciti al secondo turno dei playoff per mano dei San Antonio Spurs, dopo aver vinto gara 7 contro i Grizzlies, con un Chris Paul in condizioni fisiche precarie.

In estate la dirigenza a Los Angeles ha fatto tutto il possibile per rinforzare la squadra, provando a gettare le basi per CP3 &Co. affinchè i “cugini sfigati” di LA provassero l’assalto al titolo.

Sono così arrivati Lamar Odom, artefice dei titoli vinti in passato dai Lakers; Jamal Crawford, uno dei migliori nel ruolo di sesto uomo; e Grant Hill, in cerca di una possibilità per conquistare l’anello.

La regular season dei Clippers è partita nel migliore dei modi: nei primi mesi hanno flirtato a lungo con le prime posizioni della Western Conference e, solo nella seconda metà di stagione il rendimento è leggermente calato.

Nelle ultime partite della stagione regolare i Clips sono riusciti ad ipotecare il quarto posto nella griglia playoff, aggiudicandosi il vantaggio del fattore campo nella rivincita dello scorso anno, contro Memphis. Anche la serie contro i Grizzlies è cominciata come meglio non poteva, con la gara 1 dominata e gara 2 vinta sulla sirena grazie ad un invenzione di Chris Paul.

Da quel punto in poi, però, serie e stagione dei ragazzi di Los Angeles sono andate completamente allo sfascio. Contro Memphis sono arrivate quattro sconfitte consecutive, senza che coach Del Negro riuscisse una sola volta a trovare una valida contromossa, sia in attacco che in difesa, al gioco espresso dai ragazzi di coach Hollins.

Adesso giocatori e allenatore dei Clippers sono in vacanza, e per la dirigenza Losangelina si prospetta una lunga, lunghissima estate. Trovare i motivi del fallimento della post-season non è semplice. Coach Del Negro è stato il primo a pagare gli insuccessi della squadra.

Il coach di LA, oltre ad essere totalmente surclassato da Hollins nelle scelte tattiche della serie, paga anche la totale mancanza di gioco che i suoi Clippers hanno messo in scena negli ultimi due anni.

Ogni attacco consisteva semplicemente nel “palla a Chris Paul, ci pensa lui…”; mentre nella metà campo difensiva i Clippers non hanno mai dimostrato di poter essere una fortezza. Certamente però il solo cambio di allenatore non basterà per risolvere i problemi dei Californiani e renderli una squadra da titolo.

Innanzitutto ci sono da rinnovare giocatori importanti nell’economia della squadra. Barnes, uno dei migliori in questi playoff e chiaramente il miglior difensore della squadra, sarà libero di cercarsi una nuova squadra dal primo Luglio; Billups, tornato a buoni livelli sul finire di stagione, andrà in scadenza; Odom libererà 8 milioni dal salary cap; ma soprattutto bisognerà convincere CP3 a restare ad LA.

Infatti il contratto del miglior play della Lega scadrà a fine giugno e la dirigenza dovrà fare il possibile, e anche l’impossibile, per tenere Paul in bianco-rosso. Per restare, Paul chiederà senz’altro garanzie per poter essere seriamente dei contender per il titolo.

Ed allora nasce spontanea la domanda: i Clippers con questo roster, sono una squadra da titolo? La risposta è chiaramente “no”.

La coppia di lunghi titolari non brilla per capacità di letture e creazione di gioco, e nella metà campo difensiva non danno protezione e fisicità necessaria per poter davvero essere competitivi. I problemi però non finiscono qui.

Jordan e Griffin non sembrano dare segnali di crescita. Il primo sono due anni che in fase offensiva si limita a schiacciare gli alley-oop alzati da Paul, mentre Griffin negli anni di NBA non è riuscito a sviluppare un movimento offensivo credibile ed affidabile.

Inoltre, analizzando anche la parte finanziaria, i due lunghi hanno un costo piuttosto elevato (26 milioni in due nel 2013/2014, 28 l’anno successivo). Chris Paul, se deciderà di restare a Los Angeles, firmerà al massimo salariale, quindi a partire dai 20 milioni a stagione. Gli altri giocatori che hanno il contratto garantito per il prossimo anno sono Bledsoe, Grant Hill, Butler, Jamal Crawford e Willie Green.

Tirando le somme, praticamente la dirigenza ha 47mln da pagare, ai quali si devono aggiungere i rinnovi di Paul, Barnes, Odom, Billups, Turiaf e Hollins. Non la miglior situazione salariale dell’NBA, soprattutto se si parla di una squadra che necessita di innesti di valore se vuole puntare all’anello.

Allora, quale scenario si prospetta per i Clippers?

Bisogna ingaggiare innanzitutto un nuovo allenatore. Il coach dovrà avere il carisma necessario per controllare uno spogliatoio pieno di stelle, riuscire a coinvolgere Paul in un sistema offensivo valido, convincendo il play nato in Carolina ad accelerare i ritmi e non gestire da solo il possesso per 24 secondi; dopodichè dovrà creare un sistema difensivo efficace partendo da Jordan e Griffin. Diciamo che non è il più semplice dei compiti.

Con il poco spazio salariale a disposizione sarà però quasi impossibile trovare tra i free-agent le giuste pedine per fare il salto di qualità. L’unica strada percorribile per poter essere una squadra da titolo è muoversi sul mercato scambiando giocatori e contratti a disposizione.

Guardando il roster dei Clippers i giocatori più appetibili sono Butler, per il contratto da 8 milioni in scadenza, e Bledsoe, almeno che non si voglia mettere sul mercato Blake Griffin.

Concludendo, possiamo dire che l’estate che verrà per Los Angeles sarà costellata di interrogativi ai quali si dovrà trovare una risposta. Si deve credere in questo roster, sperando nei miglioramenti dei vari Griffin e Jordan, o agire sul mercato e cercare di scambiarli per giocatori più pronti per tentare l’assalto all’anello?

Ambedue le strade sono rischiose, e la posta in palio non è di poco conto, perchè se il progetto non dovesse piacere a Paul, allora la domanda che più inquieta i sonni di tifosi e dirigenti, “…se Chris Paul se ne va?”, potrebbe avere la risposta sbagliata, e far ripiombare i Clippers nella loro storica mediocrità.

8 thoughts on “Los Angeles Clippers: che estate si prospetta?

  1. posso dire la mia? Griffin è iper sopravvalutato… sarà anche un atleta mostruoso ma se devo vincere un titolo NBA mi interessa poco finire negli highlights ogni settimana, Duncan non ci va mai e ha 15 anni più di lui ma adesso è lì a giocarsi di nuovo le finali… Senza un tiro affidabile dalla media e senza un movimento in post che ala forte sei?

  2. sono poco d’accordo sulla critica mossa a griffin…il sistema di gioco dei clippers (se mai delnegro gliene avesse dato uno) non era di certo il migliore per sfruttare le potenzialità offensive di blake, il quale nel corso dei suoi primi anni mi è sembrato migliorare in alcuni aspetti offensivi del gioco…
    sulla difesa invece sono ampiamente d’accordo….sia lui che deandre non sono dei difensori neanche decenti per gli standard nba, se non per gli zompi che fanno ogni volta che cercano la stoppata…troppo poco se si vuole puntare al titolo, forse un errore rifirmare a quelle cifre jordan, anche se sono stati costretti…

  3. Secondo me Griffin se migliora il tiro dalla media distanza può essere un giocatore simile a Ibaka in attacco, però il congolese lavora per due sotto i tabelloni e difende molto bene. Blake dovrebbe migliorare il tiro e difendere con più voglia,poi sarebbe un 4 affidabile e non poco.
    Jordan è un problema: tecnica e letture di gioco zero, in attacco non sembra aver potenziale quindi sarà di poco nel futuro.
    CP3 dovrà fare una bella scelta: viste le incertezze dei Lakers, rimarrei ai Clippers chiarendo per bene che vuole competere in poco tempo, magari sfoltendo il gruppo aggiungendo un talento in più tra i lunghi.ma molto dipenderà dall’allenatore

  4. Chi ha visto Griffin con una certa continuità in regular season mi dice che è comunque migliorato in attacco quest’anno: ha messo su discreti movimenti in post basso, mentre il tiro da fuori va e viene. Ovviamente, negli highlight ci va sempre per le schiacciate e il suo punto di forza è sempre l’atletismo. Il suo problema è che non è tanto continuo e non ha un tiro sicuro da prendere quando è sotto pressione, però potrebbe sempre costruirselo nei prossimi anni. Difensivamente ha poca tecnica, è vero, ma quante ali grandi nba difendono tecnicamente e quante invece saltano e basta?
    Circa Jordan, a me non dispiace: magari è un po’ sovrapagato per quel che vale, ma in NBA adesso quel tipo di giocatore chiama quel tipo di contratto, che piaccia o no.
    Loro 2 tutto sommato non sono IL problema della squadra, che invece avrebbe bisogno di innesti di qualità nei ruoli di 2 e 3 per diventare più pericolosi nei playoffs, oltre che una difesa migliore…

  5. Sarà anche migliorato in attacco, ma è la terza stagione di seguito che la media punti di Griffin scende, e adesso gioca pure col miglior play del campionato… Non dico che sia un brocco (ovviamente) ma se io fossi un dirigente non costruirei intorno a lui una squadra da titolo

  6. A me non sembra che Griffin sia così migliorato in questi anni, fa parte della nuova era di lunghi che stanno crescendo in Nba cioè capaci solo di balzi alla Space Jam per schiacciare o super stoppate, ma che non sono in grado di fare neanche un movimento in post basso e che se si trovano a quattro metri dal canestro manco lo guardano. In difesa è mediocre come pochi basta vedere come Z-Bo lo ha umiliato nelle ultime quattro partite.
    Su Jordan stendiamo un velo pietoso.

  7. Sinceramente seguendo tutta l’annata dei clippers, trovo l’analisi fatta abbastanza superficiale, secondo me si tende troppo a dare tutte le colpe a Griffin dicendo che non è migliorato,quando i movimenti sotto canastro li ha mentre in effetti manca di continuità nel tiro da fuori. Poi è logicamente chi vede solo gli hilights penserà che il ragazzo sa fare solo schiacciate, ma è una analisi molto superficiale. Io guardando le partite ho riscontrato da parte della squadra l’essere troppo Paul dipendente. Nel senso che tutti i giochi in attacco si basavano sull’inventiva di Paul senza un vero gioco dietro. Paul mi spiace dirlo perché lo adoro, non è il play più forte della NBA, e ha dimostrato spesso delle lacune se non instradato all’interno di un vero schema di gioco. E’ qui che arrivano le note dolenti: che devi dare degli schemi di gioco? Io direi l’allenatore, ma il buon Vinnie del Negro per quanto simpatico a tutti da questo punto di vista mi sembra abbia latitato molto. Non puoi che avere Paul in squadra ti esima dal dare un gioco alla squadra. L’unico schema non può essere palla a Paul e poi ci pensa lui. Io non penso che Zibo abbia umiliato nessuno anche perchè nelle ultime due partite Griffin era infortunato e nelle prime due allora anche Zibo è stato umiliato… prima di usare certi toni ci andrei cauto….Su Jordan continuiamo a stendere un velo pietoso… giocatore con grandi mezzi fisici ma tecnicamente molto scarso…

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