Il vecchio stile che vince. Quello di Hibbert, non degli anziani Knicks

Il vecchio stile che vince. Quello di Hibbert, non degli anziani Knicks

Non si capisce perché questi New York Knicks vadano a corrente alternata. C’è solo una grande gara 2 in mezzo a due prove mediocri.

Sì, perché in gara 3 New York ha mostrato il peggio di sé stessa. Vittoria 82-71 Indiana Pacers e vantaggio di 2-1 nella serie.

E’ stata una partita bruttina, anzi, senza mezzi termini, proprio brutta. Punteggio bassissimo innanzitutto, il primo tempo finisce 36-33, tra l’altro con una tripla allo scadere di Amare Stoudemire.

Un punteggio degno di un normale primo quarto dei Warriors di oggi o dei Suns dei tempi di D’Antoni quando il signorino di cui sopra, già, proprio il tornato Amare faceva fuoco e fiamme.

Non sarà gara 3 a dire una parola definitiva su questa telenovella. Meglio rischiarlo facendolo giocare a mezzo servizio o attentare al ritmo della squadra che senza di lui se l’è cavata più che bene ?

Stan Van Gundy su ESPN dà un colpo alla botte e uno al cerchio. Sostiene che è meglio per New York avere il maggior assortimento di talento possibile ma allo stesso tempo concorre che il rischio concreto resiste. Questi Knicks in attacco sono lenti, macchinosi, sembrano persi.

Non è tuttavia la presenza di Stoudemire il motivo per cui gara 3 va facilmente in cascina per Indiana. Una brutta partita per tutti, nessuno escluso.

La lista è lunga. Felton ha giocato due buone prime gare contro i Pacers e ieri nulla, 6 punti in 34 minuti, Shumpert può quello che può (8 pts e 10 reb) ma non è ancora chiaramente quello prima dell’infortunio, putback slam a parte al Madison Square Garden.

Prigioni ha 3 assist in 24 minuti ma pure lui, che certo non si nega un tuffo sulle palle vaganti, contribuisce ad una macchina offensiva poco oliata e poi soffre tantissimo sul suo uomo in difesa. Kidd è ancora utilizzato al lumicino, 20 minuti con 2 assist e 6 rimbalzi che faranno sicuramente cantare i suoi denigratori sull’età che non lo aiuta.

Ha giocato molto, e bene, in tutta la regular season. Nella post-season è stato finora l’ombra di sé stesso. Novak non piace più a coach Woodson, stesso discorso per Copeland, tenuti a 3 minuti complessivi in due.

Anche qui lo stesso discorso per Kidd. Sono stati due grandi fattori in stagione regolare, anche in momenti diversi dell’anno, per adesso non esistono. La verità è che NY pare abbia cambiato drammaticamente volto rispetto alle 82 partite e la discontinuità è tutta negativa.

Poi ci sono i dolenti capitoli Chandler e Melo Anthony. Il lungo da Compton gioca praticamente da solo sotto canestro e prima di screditarlo totalmente ci pensiamo un attimo.

Oltretutto gli è capitato un uno-due di tutto rispetto, David West e Roy Hibbert. Le sue colpe tuttavia non mancano, pur con la scusante di cui sopra, a cui non può ovviare certamente il pur positivo ma evidentemente limitato K-Mart né ancora di più Marcus Camby e ovviamente Rasheed Wallace ora in giacca e cravatta.

Tutti vecchi, con gli anni d’oro già in archivio e nemmeno da poco. Aggiungeteci Kidd e Prigioni e ed ecco materializzate le paure di molti.

Bella stagione regolare ma poi gli anni si faranno sentire nei playoff dicevano in molti, con avversari più giovani e reattivi. Per adesso l’incubo è una realtà.

Indiana non è Golden State, non gioca su mille possessi ma è forte sotto, è atletica, stravince la gara a rimbalzo, difende in maniera aggressiva. Di vecchio ha solo il modo di giocare di Hibbert, non la carta d’identità, e questo finora fa tutta la differenza del mondo.

Carmelo ? Comincia bene, poi ogni canestro, sempre più raro, è una fatica immane contro un Paul George esiziale, pulitissimo.

Tira col 6-16 dal campo per 21 punti finali, ma è limitato anche dai falli, costretto in difesa da “4” contro West. Questa è la fotografia di gara 3. La propria star costretta a tappare i buchi di Chandler e di ricambi che non ci sono.

Per il resto ci sono dei Pacers che tirano bene, col loro ritmo basso che però è un basket accorto e ragionato. Paul George ne è il manifesto, 14 pts, 8 rimbalzi, 8 assist, 5 recuperi.

Una linea statistica che è fare tutto e farlo bene, proprio come tutti i suoi compagni. Hibbert a piogga con 24 pts e 12 rimbalzi danza sui resti di questi Knicks bassi e stanchi.

New York va in corte d’appello in gara 4. Per una volta non serve tanto un avvocato difensore ma un procuratore (di punti) aggiunto.

Al solo Chandler sotto canestro. Al solo Carmelo contro 5 difensori.

 

2 thoughts on “Dov’è la vera New York ? Indiana si prende gara 3 sui suoi resti

  1. penso proprio che woodson sia andato nel pallone in modo clamoroso. ha fatto perdere certezze ai giocatori medi ed ha sciolto troppo gli attaccanti. jr smith ed antony sparacchiano tutto ciò che passa tra le loro mani, il gioco ha subito una evoluzione paurosa. bisogna ridare più minuti a kidd (forse farlo partire titolare così shumpert e jr possono dare più energia dalla panchina), far giocare novak così allarga il campo per anthony.

    cmq il carattere della squadra non manca. la loro difesa non è male, facendo una gara orribile hanno perso solo di 10 punti. certo è che si devono dare una svegliata in attacco

  2. A mio modezto parere ny, con un top coach tipo popovich, sarebbe in vantaggio 3-0 nella serie.
    Woodson la sta perdendo proprio a livello tattico oltre che negli accoppiamenti e nelle rotazioni.

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