20130502-100553.jpgDopo il successo ottenuto dai Celtics in gara 4, la serie si sposta nuovamente al Madison Square Garden di New York con i Knicks che hanno a disposizione il match point casalingo per i chiudere i conti e avanzare al secondo turno.

Entrambe le squadre confermano i rispettivi quintetti titolari, ma New York ritrova il suo fondamentale sesto uomo J.R. Smith, che rientra dalla squalifica per la gomitata assestata a Terry nel finale di gara 3.

Nel pre-partita sono da registrare le dichiarazioni provocatorie dello stesso Smith e di Kenyon Martin: J.R. si dice sicuro di chiudere la serie e dice di aver già pronte le mazze da golf per riposarsi a risultato acquisito, aggiungendo di non conoscere Jason Terry.

Martin invece invita i compagni ad arrivare alla partita vestiti di nero, pronti per celebrare il “funerale dei Celtics”: non una brillante associazione d’idee, visto anche il recente attentato subito dalla città di Boston. I Celtics non raccolgono le provocazioni, e si preparano in silenzio per l’ennesimo dentro o fuori della loro serie.

Garnett vince la palla a due e la partita ha inizio, e i primi possessi sono un monologo dei padroni di casa: Anthony guadagna un fischio contro Bass e segna due liberi, Felton va a bersaglio con un catch and shoot, Prigioni piazza la tripla e ancora ‘Melo (dopo due punti di Shumpert) sfugge alla marcatura di Bass e va dentro per la schiacciata prepotente.

11-0 Knicks, partita e serie che sembrano già indirizzate verso la Grande Mela fin dalle prime battute.

Coach Rivers chiama time-out, e al rientro in campo Boston si affida a Bass per trovare i primi punti della sua partita, prima con due tiri liberi e poi con una schiacciata in contropiede.

Fanno il loro ingresso dalla panchina Smith e Terry, accolti da reazioni opposte del pubblico: ovazione per il numero 8 newyorchese, “boo” e cori di scherno per il Jet biancoverde, che risponde col sorriso sornione di chi ne ha viste tante e la sa lunga sui playoff NBA.

Anthony batte Garnett dal palleggio, Bass continua ad essere molto efficace in attacco con 5 punti in fila frutto di un gioco da tre punti (con annesso secondo fallo personale di Chandler) e di una schiacciata in contropiede su apertura a tutto campo di KG; Terry va a segno dall’arco dei tre punti, ma Carmelo è davvero ispirato in questo avvio di gara e si butta dentro per depositare a canestro un layup acrobatico.

I Celtics, però, dopo l’inizio da incubo si sono riorganizzati e hanno iniziato ad eseguire bene in attacco: Pierce non trova la via del canestro ed è 0-6 dal campo, ma due liberi di Garnett seguiti da un canestro di Green che si aiuta col tabellone riportano a contatto i biancoverdi.

Anthony segna ancora portando a 12 punti il bottino personale nel primo quarto, guadagnando anche il secondo fallo di Bass grazie ad una chiamata fiscale della terna arbitrale; Terrence Williams, che ormai ha scalzato anche Jordan Crawford dalle rotazioni, con un layup in transizione mette a referto gli ultimi punti del primo periodo, che si chiude con una grande difesa di Pierce su Smith e con i padroni di casa in vantaggio 22-20.

Bradley inaugura il secondo quarto con un piazzato su assistenza di Williams; New York riallunga grazie a un gancio di Martin allo scadere dei ventiquattro secondi (servito in maniera geniale da Smith) e a un canestro di Novak che si libera bene con una finta e conclude indisturbato.

Garnett va a segno con quattro punti consecutivi, e un fallo duro nei suoi confronti costa il terzo fischio a sfavore per Martin che è costretto a sedersi in panchina. Anthony, Smith e Felton provano di nuovo a dilatare il vantaggio, ma gli ospiti trovano il primo canestro di Paul Pierce che dopo un avvio da 0-7 segna con uno “step-back” da oltre l’arco dei tre punti; Bass cattura un rimbalzo offensivo e appoggia due punti, Felton segna un solo tiro libero e così un’altra tripla del numero 34 biancoverde dà ai Celtics il primo vantaggio della partita sul 34-33.

Felton e Chandler duettano alla loro maniera, col play che prima serve il numero 6 per la schiacciata al volo e poi sfrutta il blocco andando a canestro senza che la difesa avversaria possa fermarlo; gli ospiti però pescano un canestro dalla spazzatura, con Bradley che salva il pallone e con 6 secondi sul cronometro si lancia dalla sua metà campo e va a segnare con un layup rovesciato, mentre nel possesso successivo Pierce serve a Garnett un perfetto alley-hoop in transizione che rimette avanti i Celtics.

Bass va a commettere il terzo fallo e deve sedersi in panchina, ma Boston costringe i padroni di casa a una violazione dei ventiquattro secondi offensivi e con due punti ancora firmati da Garnett (su magnifico assist sempre di Pierce) e due liberi di Green (concessi in seguito al terzo fallo di Chandler) chiude un parziale di 8-0 che le dà il primo vantaggio degno di nota della sua partita. Camby segna sul tap-in a rimbalzo, ma Terry riceve in angolo e manda a bersaglio la tripla che di fatto chiude il primo tempo sul 45-39 in favore dei Celtics.

Boston ha saputo superare l’imbarazzo iniziale ed ha ingranato in attacco, stringendo al tempo stesso le maglie difensive (17 punti concessi ai Knicks nel secondo periodo); New York invece fa fatica a far canestro, con un Anthony che malgrado i 14 punti all’attivo tira con 6-14 (un solo canestro negli ultimi dodici minuti dopo un primo quarto da 5-7 al tiro).

Gli ospiti sono più precisi nel tiro da tre (4-9 contro l’1-6 dei Knicks) e beneficiano di un ottimo Bass da 11 punti e di un Garnett quasi in doppia-doppia (10 punti, 9 rimbalzi); Felton produce un altro buon primo tempo a quota 9 punti, ma per adesso New York è sotto nel punteggio.

Si apre il secondo tempo, con un terzo periodo che fin ad ora è stato il fattore decisivo della serie in favore di New York: i Knicks hanno costruito proprio qui le prime tre vittorie, mentre in gara 4 sono riusciti a rimontare uno svantaggio di 20 punti sfiorando il successo che avrebbe chiuso i conti.

Boston tocca il massimo vantaggio della gara (+8), immediatamente cancellato dalla tripla dall’angolo di Shumpert; Bass segna dopo un tocco a rimbalzo di Garnett e Pierce muove la retina da tre, New York si affida alla premiata ditta Felton-Chandler per rimanere a contatto.

La difesa di casa però si dimentica per due volte Terry in beata solitudine, e il Jet va a nozze con lo spazio concesso mettendo a segno prima un tiro dal palleggio e poi una tripla dalla punta dell’arco. Shumpert è una piovra e arriva su tutti i palloni in difesa, ma si dimentica di aiutare su un positivo Williams che prende la linea di fondo e va a schiacciare, prima che Pierce porti altri due punti alla causa biancoverde con un canestro fuori equilibrio; Felton e Anthony tentano di scuotere i bianco-arancio di casa, ma due triple di Pierce e di un mortifero Terry ricacciano indietro i Knicks e permettono ai Celtics di chiudere il terzo quarto in vantaggio 69-60.

Boston prova a scappare ad inizio quarto periodo: Garnett si libera con le sue finte e segna due punti, Bass converte due liberi concessi per il quinto fallo di Martin e Green prende il centro dell’area e schiaccia di prepotenza in transizione.

Boston tocca il +15 di vantaggio, mentre il pubblico del Madison Square Garden si ammutolisce in un silenzio quasi incredulo. Anthony torna a segnare dal campo con un’interferenza a canestro fischiata a Garnett, e nel giro di pochi possessi i Knicks si riportano sul -8; l’attacco dei Celtics sembra aver perso vigore, ma gli ospiti trovano un Bass davvero in grande serata, che si appoggia al vetro per segnare un grande canestro dopo aver messo palla per terra e aver eluso la marcatura di Chandler.

Nel possesso seguente, una deviazione di Anthony finisce dritta nelle mani di Terry, che ringrazia e si alza per la sentenza dall’arco dei tre punti. New York tenta di rientrare affidandosi alla forza della disperazione e a un Felton ancora una volta esemplare e incontenibile per la difesa avversaria; il play riporta i Knicks sul -9, ma un Jeff Green implacabile segna due triple dall’angolo (la seconda dopo un salvataggio provvidenziale di un grande Bass) e vanifica il primo canestro della partita firmato da J.R. Smith.

Boston è avanti di 12 lunghezze, ma commette l’errore di smettere di eseguire in attacco, limitandosi a far scorrere il cronometro: i padroni di casa ne approfittano, e con Anthony, Smith e uno Shumpert diabolico in difesa riescono ad accorciare fino al -5 con un minuto e cinque secondi ancora da giocare.

In uscita dal time-out i Celtics si affidano alla classe intramontabile di Kevin Garnett, che batte Chandler con due finte da campione e sigla il jumper della staffa, per poi segnare anche i due liberi della sicurezza che chiudono di fatto il match: Boston si impone in trasferta 92-86 e si guadagna una insperata gara 6 in casa.

Garnett è monumentale oggi più che mai, con una partita da 16 punti, 18 rimbalzi e 5 assist; New York risponde con l’ennesima ottima prova di Felton (giocatore sottovalutato e probabilmente uno dei principali artefici della grande stagione dei Knicks) che chiude con 21 punti (10-19 al tiro), 6 rimbalzi e 4 assist, ma trova un Anthony che litiga col canestro per la seconda gara di fila (22 punti ma 8-24 al tiro) complice anche l’ottima difesa studiata da Doc Rivers per limitarne l’impatto.

Boston invece vola con una prestazione corale di altissimo livello, affiancando a Garnett i 17 punti di un Bass che ha tenuto in partita i suoi nel difficile inizio di gara e i 18 di un Green decisivo con le giocate chiave del quarto periodo.

Pierce fatica, messo in difficoltà dalla grandissima difesa di Shumpert (per lui anche 12 punti e 6 rimbalzi), ma chiude con 16 punti, mentre il duello annunciato tra Terry e Smith è vinto per distacco dal Jet biancoverde, che chiude con 17 punti e 5-9 da tre, contro il misero 3-14 (ma 0-11 fino agli ultimi possessi) della spavalda guardia newyorchese.

New York fallisce il secondo match point della serie, stavolta in casa e davanti a un pubblico che non aspettava altro che festeggiare il primo passaggio del turno della franchigia dal lontano 1999; la presunzione e l’inesperienza dei Knicks a questi livelli sono state fatte pagare care dai Celtics, che con le spalle al muro hanno trovato motivazioni supplementari dall’atteggiamento arrogante degli avversari, rispondendo con una prestazione maiuscola alle provocazioni e alle spacconate avversarie.

La vittoria in gara 4 non è stata il classico “gol della bandiera”: è stato il sussulto d’orgoglio di giocatori dati per finiti ancora una volta troppo presto, che dall’alto della loro classe ed abitudine a giocare certe partite sono riusciti a violare il Madison Square Garden e a rimettersi in corsa sul punteggio di 2-3.

Venerdi la serie torna a Boston: nella storia dei playoff NBA nessuna squadra è mai riuscita a rimontare da uno svantaggio di 3-0, e i Knicks sono ancora in vantaggio e hanno dalla loro il “salvagente” di un’eventuale gara 7 da giocare in casa; ma questi Celtics hanno tutta l’impressione di voler provare ad inseguire un’impresa impossibile, l’ennesima di un gruppo capace di fermare il tempo.

3 thoughts on “I Celtics si prendono gara 5 grazie ai loro eterni veterani

  1. grandissimi celtics..Sono un lacustre, ma devo ammettere che i Celtics di Rivers sono una squadra vera, cazzutissima e nonostante siano inferiori ai Knicks, li hanno messi ora colle spalle al muro.
    Jason Terry e la difesa su Anthony sono le chiavi di questa serie..

  2. Ora che l’orgoglio è salvo potranno farsi eliminare con tutta calma.

    Comunque se la seconda squadra a Est gioca così, LeBron può pure stare a casa fino alla finale…

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