Miami vola sul 2-0, grazie anche alle di Birdman

Miami vola sul 2-0, grazie anche alle ali di Birdman

Non c’è storia. I Miami Heat vincono anche gara 2 e si portano sul 2-0 nella serie. La profezia di Brandon Jennings è ancora tecnicamente in piedi, ma i Bucks dovrebbero vincere 4 partite di fila e sinceramente sconsigliamo di sbilanciarsi in tal senso.

Ieri è stata una gara a tratti paradossale. La coppia d’oro in backcourt di Milwaukee, Brandon Jennings e Monta Ellis va a referto per soli 15 punti, dopo che ne avevano segnati 48 in gara 1.

E’ è il modo però che è stato curioso. Quasi niente nel primo tempo, anzi, fino quasi alla fine del terzo periodo, fino a quando però curiosamente i Bucks sono in partita.

Poi qualche loro bel canestro e la fuga definitiva di Miami. Ma come è possibile ? Gara particolare, alla quale Milwaukee sta attaccata grazie ad una buona prova di Ilyasova (21 pts alla fine) e di Mike Dunleavy (16 pts, 2-5 da tre) oltre che di Larry Sanders (14 pts e 6 reb).

Assente anche questa volta JJ Redick, 2 punti in 8 minuti, che comunque aggiungerebbe in teoria del fuoco là dove questa squadra ne necessita di meno.

Chris Andersen continua a volare sulle loro teste, 10 pts e 6 reb in 12 minuti che sembrano un’eternità per quanto si muove, si agita ed esalta il pubblico della South Florida.

Una serie destinata a finire presto perché di antidoti non se ne vedono. Troppa la differenza non solo di talento, e questo lo sapevamo, ma anche di intensità, finanche di organizzazione e di aggiustamenti.

Quando Milwaukee dovrebbe premere sull’acceleratore, andare in contropiede evitando di giocare a difesa schierata non lo fa e scommette sempre e solo sugli assoli delle sue due star.

Ricorda in parte Golden State. Lì per lo più si tira (e di questi tempi Curry e Thompson la mettono) qui si va dentro con Ellis e Jennings ma se a marcarti sono questi Heat non si va davvero da nessuna parte.

Manca fluidità in attacco, manca quel furore che evidentemente hanno gli avversari. Vincere il secondo titolo di fila significa cominciare a costruire quella dinastia che è il solo bagaglio che LeBron James può portare nella Hall of Fame per competere con Kobe e Michael.

Queste però sono considerazioni che si faranno in futuro, per adesso osserviamo una squadra che pare addirittura migliore di quella della passata stagione.

Il motivo più evidente è il volo alato di Andersen, ma anche una ritrovata forma fisica per Ray Allen e anche per Dwyane Wade.

Ieri è stato lui il miglior marcatore per i suoi, 21 pts, 7 reb, 3 ast, facendoci anche vedere delle giocate al ferro che rimandano alla salute dei giorni migliori, che certo non sono ancora passati per il ragazzo del South Side, ma che fanno riferimento ad ogni modo a quando LeBron era sul trono a Cleveland e Miami era solo sua.

Già, LeBron. Mentre i premi cominciano a fioccare, complementi al grande JR Smith e a Paul George, attivando quindi il countdown per l’ennesimo titolo di MVP, lui se ne sta buono buono.

La partita non lo chiedeva. 19 pts, 8 reb e 6 ast, un allenamento in vista dei tempi (ancora lontanissimi) quando calerà la sua forza fisica (sarà pure lui umano, no ?) e abbassando la quota di punti potrà dedicarsi a giocare per la tripla doppia di media. Impresa possibile ma, anche qui, meglio per adesso tornare al presente.

2-0 Miami, adesso si va nel Wisconsin dove onestamente non dovrebbero cambiare di molto le cose. I playoff sono appena cominciati anche se non abbiamo ancora scalato le marce.

BJ prova almeno a divertirti un po’. Il tuo talento non merita di essere sbeffeggiato per una fanciullesca profezia.

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.