20130421-142923.jpgComincia la serie dei rimpianti, con due squadre che vuoi per affari saltati all’ultimo momento ed una chimica mai davvero nata, vuoi per i tanti guai fisici non hanno giocato una stagione all’altezza delle aspettative.

La serie in cui avremmo tutti voluto vedere con molta curiositĂ  il ritorno di Derrick Rose, ritorno invece procrastinato, cui si sono aggiunti i problemi al piede di Joakim Noah, che ha giocato solo 13 minuti.

Stranamente i Bulls non hanno mostrato solo limiti offensivi, cosa comprensibile viste le assenze, ma hanno mostrato limiti anche difensivi, non riuscendo mai a trovare buone contromisure al gioco dei Nets, con Deron Williams e Brook Lopez liberi di colpire a proprio piacimento.

Questo è un aspetto davvero preoccupante per una squadra guidata dal mago difensivo Tom Thibodeau, una squadra che dovrĂ  puntare per forza di cose sull’impermeabilitĂ  difensiva se vorrĂ  tentare un passaggio del turno.

P.J Carlesimo, coach duro, che fatica a trovare un buon rapporto con i suoi giocatori, che ha sempre finito per essere presto esonerato dal suo incarico ogni volta che ha guidato una squadra in prima persona, ha però una esperienza solidissima da vice allenatore, anche di squadre vincenti come gli Spurs, ha capito che l’avversario in difficoltĂ  andava azzannato dal primo istante, per impedirgli di prendere fiducia, e così dall’inizio i suoi Nets hanno giocato con grande intensitĂ  per scavare immediatamente un solco fra loro e gli avversari.

Appena alzata la palla a due Deron William e Brook Lopez hanno subito spinto sull’acceleratore trovando canestri relativamente agevoli ed insistendo nel loro gioco anche di fronte a qualche palla persa, con tutti i loro compagni hanno stretto le maglie difensive evitando di concedere canestri facili mentre dall’altra parte solamente Carlo Boozer riusciva a rendersi pericoloso con continuitĂ . Alla fine del primo quarto il punteggio di 25 a 14 fotografava il dominio dei Nets.

Nel secondo quarto prima Nate Robinson poi il bolognese Marco Belinelli hanno tentato timidamente di mantenere la loro squadra in partita, ma dal lato difensivo del campo le cose sono andate, se possibile, ancora peggio. Oltre ai soliti noti Williams e Lopez hanno trovato con costanza il canestro quasi tutti i giocatori dei Nets impiegati, con Wallace e Johnson che hanno siglato canestri per loro agevoli e soprattutto un C.J. Watson a tratti immarcabile per la difesa avversaria.

Al momento in cui la sirena segnalava il raggiungimento della pausa di metĂ  partita i Nets dominavano per 60 a 35, si fatica a ricordare una squadra allenata da Thibodeau beccare 60 punti in metĂ  partita in una partita di questa importanza.

Nel terzo quarto uno stoico Noah ha tentato di smuovere i compagni con grinta ed energia, ma i canestri suoi, di Butler e di Boozer sono stati rintuzzati da Joe Johnson e dai vari lunghi messi in campo, vale a dire Lopez, Evans e Blatche. Il vantaggio dei Nets è quindi galleggiato costantemente poco sopra i 20 punti, fino a quando Deron Williams ha deciso che era il momento di aumentare il divario e chiudere la partita, portandolo a 27 punti, 89 a 62.

Nell’ultimo quarto i Bulls hanno provato a mettere un minimo di energia per salvare almeno la faccia, mentre gli avversari, privi di reali stimoli, si limitavano a controllare.

Nate Robinson e Taj Gibson, coadiuvati da Jimmy Butler ed un decorosissimo Belinelli, hanno suonato una carica tardiva ed inutile, che ha permesso ai Bulls di segnare 27 punti e, finalmente, di limitare un poco le voragini difensive, portando quindi lo svantaggio sotto ai 20 punti grazie ai tre punti finali di Marco Belinelli, siglati con un tiro libero ed un tiro piazzato.

Grande soddisfazione per i Nets, che si sono presentati nel loro palazzetto di Brooklin con la maglia da trasferta, tutta nera, invitando a vestire di nero anche i tifosi, che hanno risposto compatti, a partire dal coproprietario Jay Z.

L’asse fra un play solido ed un centrone bianco dalle buone mani è un tipo di gioco molto vintage, ricorda molto tante squadre degli anni ’80 e ’90, ma contro dei Bulls limitati dalla sfortuna ha pagato dividendi altissimi, infatti Williams e Lopez hanno realizzato rispettivamente 22 e 21 punti, rappresentando un rebus irrisolvibile per la difesa avversaria.

Molto ma molto positiva anche la prova di Gerald Wallace, che ha sfruttato le sue doti atletiche in attacco ma soprattutto in fase difensiva; i suoi numeri sono buoni, a partire dai 14 punti siglati, ma bugiardi, perché impediscono di valutare la sua reale importanza, davvero elevata in questa prima partita della serie.

Al banchetto hanno partecipato anche C.J. Watson, che ha siglato 14 punti, importanti soprattutto nel secondo quarto, e Reggie Evans, pochi punti ma tantissimi rimbalzi e buona applicazione difensiva. Joe Johnson ed Andray Blatche hanno inciso meno ma non hanno fatto mancare un buon contributo offensivo.

Dalla parte opposta si fa fatica ad individuare qualche giocatore che abbia ben figurato. L’unico realizzatore davvero costante è stato Boozer, che al suo attivo ha 25 punti ma è stato impalpabile in fase difensiva, Belinelli, Butler e Robinson hanno messo qualche buon canestro, siglando rispettivamente 13, 13 e 17 punti, senza mai incidere davvero, Noah ha fatto quel che ha potuto giocando con un infortunio al piede, ma quel che ha potuto non è stato molto. Molto negativi Kirk Hinrich e Luol Deng, impalpabili in entrambi i lati del campo.

Bulls forse troppo brutti per essere veri, Nets in ottimo spolvero, se le cose proseguiranno così la serie sarĂ  davvero breve, ma giĂ  lunedì 22 i Bulls avranno la possibilitĂ  di dimostrare che qualcosa da dire ancora ce l’hanno anche loro, soprattutto chiudendo un poco le maglie di una difesa che, contrariamente alle abitudini, è sembrata davvero allegra.

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