jenni8i8A poco più di un mese dalla fine della regular season a est la corsa ai play-off è ormai conclusa, infatti, le 8 vittorie di differenza tra l’ottava e la nona sono una distanza incolmabile considerano l’andamento di squadre come Toronto, Philadelphia e Detroit che per vari motivi hanno faticato a trovare la continuità necessaria per approdare in post season e che difficilmente la troveranno nelle partite rimanenti.

Così a occupare l’ultimo spot disponibile ci sono i Bucks che, nonostante le favorevoli attese della vigilia, difficilmente avrebbero potuto immaginare di avere una posizione così comoda e consolidata con più di mezza stagione già giocata.

Posizione che permette ai Bucks di giocare con la tranquillità necessaria per scalare la classifica e ottenere una posizione migliore nella griglia finale con l’obiettivo dichiarato di evitare gli alieni in maglia bianca che continuano ad asfaltare chiunque gli capiti a tiro.

Va detto che già lo scorso anno Milwaukee sfiorò i play-off crollando nel finale e chiudendo in nona col record di 31-35, ciò nonostante la dirigenza ha dato continuità al progetto di crescita della squadra partito nel draft 2009 con l’arrivo dell’ex Roma Brandon Jennings e proseguito con l’arrivo di Monta Ellis nel marzo dello scorso anno, arrivato in cambio del sempre degente Bogut (scambio da 30 e lode con tanto di bacio accademico).

I due appena citati formano uno dei back court più talentuosi e assortiti della lega in grado di produrre oltre 37 punti e 12 assist a partita trascinando la squadra nei momenti decisivi della stagione e facendo le fortune prima di Skiles e poi di Boylan: già, perché a movimentare la stagione ci ha pensato la dirigenza stessa.

Ad inizio stagione si parlava di Skiles come di un dead-man walking destinato a lasciare la guida della squadra nell’off season per varie divergenze con i vertici della società, ma ciò nonostante, difficilmente ci aspettava un suo allontanamento a stagione in corso con la squadra che stava rispettando le attese d’inizio stagione.

L’8 Gennaio però, dopo quattro sconfitte consecutive, John Hammond (GM di Milwaukee) ha sollevato Skiles da capo-allenatore nominando Jim Boylan, già assistente del vecchio allenatore, capo-allenatore per il resto della stagione.

La motivazione principale di quest’avvicendamento ha un nome e un cognome: Ersan Ilyasova. Il terzo violino dei Bucks doveva confermare (e migliorare) ciò che di buono aveva fatto lo scorso anno in virtù anche del rinnovo quinquennale da ben 40M$. Purtroppo però l’inizio di stagione della versatile ala turca è stato tutt’altro che positivo, e così dopo un Novembre nero, dove tirava col 21% da 3 con appena 4 rimbalzi, ha perso sempre più minuti nelle rotazioni di Skiles finendo addirittura in panchina (con quelle cifre funeste chi non l’avrebbe fatto?): da panchinaro tra l’altro faceva registrare statistiche nettamente migliori nonostante giocasse diversi minuti di meno.

Scelta che non è per niente piaciuta alla dirigenza che aveva puntato forte sull’ex-Efes per farne uno dei simboli della franchigia e così, dopo un continuo rincorrersi di rumors, si è arrivati al cambio di panchina.

Cambio che non ha portato significative novità tattiche, essendo comunque Boylan un uomo dello staff di Skiles, ma che ha responsabilizzato molto gli atleti che hanno dato ottime risposte sul piano dell’impegno e della determinazione, prova di ciò le diverse partite “punto a punto” portate a casa o sulla sirena o all’over time.

Cambio che ha però pienanemte soddisfatto i piano alti della società, infatti Ilyasova è tornato ai fasti della scorsa stagione migliorando nettamente le sue statistiche con Boylan, tant’è che dall’8 Gennaio ad oggi tira col 46% dall’arco e raccoglie 7,5 carambole a partita.

Il ritorno del vero Ilyasova ha ridato fiducia a tutto l’ambiente e così la società ha deciso di muoversi sul mercato prima della trade dead-line, così, dopo diversi tentativi andati a vuoto per Josh Smith, i Bucks hanno virato forte sulla guardia ex-Duke JJ Reddick, arrivato sul filo di lana senza sacrificare nessun pezzo pregiato.

Con l’arrivo di JJ la panchina di Milwaukee si arricchisce di un giocatore di portare una buona dose di punti, facendo così rifiatare a turno le due stelle del back court. Altra sorpresa della stagione è stata l’esplosione di Larry Sanders, big man ex-VCU, che ha conquistato sempre più minuti nelle rotazioni fino a diventare titolare a spese di Dalembert, grazie soprattutto per il suo atletismo che gli permette di dare 3,2 stoppate di media (il migliore della lega!) raccogliendo anche 9 rimbalzi.

Le 21 partite che mancano alla fine della regular season ci diranno che tipo di cammino potranno fare i Bucks nella post-season, anche se un onorevole eliminazione al primo turno sembra essere l’esito più probabile  soprattutto in caso di arrivo come ottava.

La partita più importante però, sarà giocata dalla dirigenza nell’off-season, con Ellis e Reddick in scadenza e Jennings che diventerà RFA, bisognerà fare delle scelte che segneranno il destino della franchigia per diversi anni.

L’ideale sarebbe rinnovare i contratti di Jennings, più giovane rispetto a Ellis e in piena crescita, e di Reddick per poi puntare tutto su Josh Smith.

Jennings, Reddick, Ilyasova, Smith e Sanders sarebbe un quintetto in grado di garantire i Play-off per diversi anni e con la giusta chimica di squadra si potrebbe puntare a qualcosa di ben più importante di un comunque onorevole ottavo posto, e con squadre come New York e Boston ricche di giocatori prossimi al ritiro chi sa che i Bucks non diventino una delle prime teste di serie ad Est insieme a Cleveland, Chicago e Indiana.

2 thoughts on “Bucks: oggi ottavi, e domani…?

  1. per me la squadra è mal strutturata a livello di talento (è “elettrico” il backourt, non sufficienti i lunghi) per competere a livelli veramente alti…in altre parole, per diventare contender avrebbero bisogno di una vera rivoluzione. però comunque bella squadra, e presa nella giornata giusta in una singola partita può massacrare chiunque, persino miami. il problema in una serie contro una squadra di livello superiore al loro è prendere 4 serate giuste…sicuramente se non smantellano ma continuano a migliorare un posticino nei playoff ad est se lo ritagliano anno per anno.

    potenzialmente ci sarebbero wizard e toronto in rampa di lancio per insidiarli nell’arco di 3-4 anni(forse anche meno), ma conoscendo le dirigenze disastrose possono dormire tranquilli…

  2. Ciao e grazie per il commento. A me I bucks non dispiacciono, la loro crescita passerà per le mani di Jennings, se l’ex roma impara a gestire meglio i possessi diventerà il vero padrone della squadra e allora potrebbero infastidire chiunque anche in una serie al meglio delle 7. Credo che le conferme di Jennings e Reddick siano fondamentali, a loro poi va aggiunto un FA di altro profilo(Josh Smith mi sembra quello che faccia al loro caso) e un coach che sappia insegnare qualcosa sulla difesa. In ogni caso negli anni a venire credo diventeranno una presenza fissa ai PO, ad est parecchie squadre sono troppo avanti con gli anni, mentre su Washington e Toronto al vedo come te, buone squadre ma eterne incompiute segnate dai continui errori di mercato dei loro dirigenti(Nenè, Okafor, Lowry ecc.), mentre vedo bene nel corto periodo Indiana e Cleveland, squadre giovani e con un potenziale enorme!

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