Fra quanti anni Kobe deciderà di passare il testimone a LBJ?

Fra quanti anni Kobe deciderà di passare il testimone a LBJ?

La redazione di Play.it USA è un insieme di appassionati e come tali abbiamo pensato di italianizzare una rubrica che spopola sulle pagine di ESPN.

Il nostro intento non è però quello di scimmiottare i celebri colleghi americani, bensì di prendere spunto da quelli che sono e saranno i temi caldi del basket a stelle strisce. Il tutto coinvolgendo non solo i redattori, ma anche voi lettori, visto che vi esortiamo a dire la vostra in questa sorta di NBA Bar sport.

Il primo tema riguarda il prossimo All Star Game. I nomi sono stati svelati, ma gli spunti sono molti. Noi la pensiamo così, che ve ne pare?

1) Kobe & Garnett: 30 All Star Game in due. Chi dei due può ambire al record di 19 presenze di Kareem Abdul Jabbar?

Max Giordan >>> Garnett quest’anno è tornato all’ All Star Game solo per una serie di circostanze fortuite: Howard passato nella Western Conference, la pochezza estrema dei lunghi dell’Est, il voto dei tifosi. Se non fosse stato per i voti, biancoverdi e non, arrivati da parte del pubblico, mai sarebbe stato chiamato alla partita delle stelle dagli allenatori, come già successe lo scorso anno. D’altra parte, mai come quest’anno nell’intera lega c’è il vuoto assoluto nel ruolo di centro: a Est oltre a lui ci sono solo 2 buoni centri difensivi (Chandler e Noah) e 2 buoni lunghi offensivi (Bosh e Lopez). Quanto a Kobe, che dire: è tuttora in lizza per il titolo di MVP, lui all’ All Star Game ci andrà probabilmente fino all’ultima stagione della sua carriera.

Stefano Buttera >>> Garnett è ancora un buon giocatore,  ma rispetto a Kobe è in netto calo, ed ha due anni in più. Detto questo già quest’anno non mi aspettavo di vedere KG all’All Star Game, tanto meno da titolare. Segnale inequivocabile della carenza di lunghi ad est. Bryant sta facendo e farà ancora per qualche stagione la storia dell’ASG. Kobe continua ad esprimersi su livelli di eccellenza, è vero difende molto meno, ma in compenso quest’anno ha iniziato a passarla discretamente.

Alberto Cavalasca >>> Kevin Garnett. Vuoi per le voci di un ritiro a partire dalla prossima stagione, vuoi la possibilità che i Celtics lo inseriscano in una trade (gradita a lui, visto che ha una no-trade clause) e finisca nella Western Conference così ricca di giocatori di talento, potrebbe essere veramente l’ultimo All-Star Game per The Big Ticket, che del resto ha quasi due anni in più di Kobe. Garnett regge ancora bene il campo, ma è indubbio che non appare particolarmente mobile e atletico, pur mascherando  determinati limiti con astuzia e esperienza.

Davide Rosa >>> Bella domanda, per me per ragioni di popolarità la interromperà  prima KG. Finché Bryant calcherà un parquet credo che avrà  abbastanza tifosi che lo voteranno. E anche gli allenatori credo abbiano più conti in sospeso con Garnett che con Bryant, che anche per l’idea di “non facciamolo arrabbiare” avrà più possibilità di convocazione. Più in generale comunque il lacustre pare avere una parabola discendente meno visibile.

Emiliano Testini >>> Parliamo ovviamente di due leggende del gioco, 30 presenze complessive all’ASG non è sicuramente roba di tutti i giorni. Se dovessi però predire chi tra Kobe e KG interromperà per primo la striscia di chiamate per la partita delle stelle, andrei ad occhi chiusi con il “bigliettone”, e vi spiego il perché: Garnett è chiaramente sulla via del declino, gioca poco (il suo minutaggio non era così basso dalla stagione da Rookie) e sta iniziando a compensare la poca freschezza delle sue ginocchia con le sue risapute abilità da “giocatore sporco” (vedi episodio con Melo). Personalmente, credo non avrebbe meritato la chiamata nemmeno quest’anno.

2) Josh Smith numeri da All Star, zero presenze. Parteciperà mai a questa kermesse?

Max Giordan >>> Josh Smith  mai convocato all’ All Star Game è uno scandalo, ma quest’anno statisticamente sta segnando meno e complessivamente altri meritavano più di lui. Pare comunque tutto pronto per una trade che lo porterà fuori da Atlanta: se l’anno prossimo riuscirà a far fare il salto di qualità alla sua nuova squadra, la chiamata sarà assicurata.

Stefano Buttera >>> L’NBA ti sorprende nel bene e nel male. Ho visto moltissimi giocatori d’impatto, ed altre meteore, andare inaspettatamente alla partita delle stelle; non mi spiego tutt’ora come mai uno come Smith non vi abbia mai partecipato. Colpa di Atlanta? Forse. In un altro palcoscenico e con un altro seguito secondo me la chiamata sarebbe automatica, sebbene in quel ruolo il talento nella lega è tanto, e la concorrenza non manca.

Alberto Cavalasca >>> Impressiona delle sue zero presenze  il fatto che gioca da sempre nella Eastern Conference, che con tutto il rispetto quest’anno tra le riserve porterà Luol Deng. Con tutto il rispetto per Deng, ma se Josh Smith non viene convocato giocando in una squadra vincente (e a sorpresa) come Atlanta, e con numeri migliori dell’ala piccola di Chicago, difficile dire quando sarà il suo turno. Anche la sua difesa è migliorata, ha un enorme limite nella testardaggine con cui cerca il tiro da 3 (in cui è negato), ma l’ostinazione con cui viene sempre snobbato come All-Star mi sembra esagerata…

Davide Rosa >>>My two cents, il treno per J-Smoove è passato. Molto dipenderà da dove andrà quest’estate alla scadenza del contratto, ma pensando alla soluzione “vado in una squadra da titolo” penso avrebbe un ruolo più marginale e non da All Star Game, mentre se andasse in una squadra perdente per prendere il massimo non sarebbe un primo violino che cambia l’oroscopo e quindi non abbastanza in vista per una convocazione.

Emiliano Testini >>> E’ il secondo anno consecutivo che Smith non viene chiamato per l’appuntamento domenicale del weekend delle stelle, anche se ha tutte le credenziali per farne parte, e sinceramente sono sempre più sconcertato a riguardo. A volte, nonostante ci metta tutto l’impegno del mondo, non riesco proprio a capire la logica che sta dietro alcune scelte degli allenatori quando sono chiamati ad eleggere le riserve per l’ASG: gente come Smoove, Step Curry, JR Smith o Jamal Crawford, che sta disputando una stagione al di sopra delle aspettative, non può non essere chiamata per la partita delle stelle, non può!
Se 18 punti, 8.5 rimbalzi e 4 assist di media non sono numeri da All-Star, prevedo che nella casella di presenze all’ASG di Josh Smith campeggerà fisso (purtroppo) il numero 0.

3) Nowitzki non c’è, siamo al capolinea per il tedesco?

Max Giordan >>> Fa tristezza vedere il tedescone segnare 15 punti a partita col 42% dal campo: bisognerebbe capire se a Dallas ormai l’han data su e lui non ha nessuna fretta di tornare in forma velocemente, o se il fisico l’ha ormai definitivamente abbandonato. Per ora è troppo brutto per essere vero.

Stefano Buttera >>> Temo di si, parlando in termini di All Star Game, anche se spero di sbagliarmi. Dirk è un giocatore che quando sta bene è immenso, un lungo con quelle mani passa una volta ogni mezzo secolo. Forse, oltre ai problemi fisici che l’hanno limitato così tanto per la prima volta in carriera, paga dazio per una versione dei Mavs che vale a malapena i play off. Ma se il prossimo anno Dallas dovesse portarsi a casa un free agent di spicco e Dirk avrà meno pressioni e responsabilità, allora potrebbe tornare alla partita delle stelle, nonostante la concorrenza serrata.

Alberto Cavalasca >>> Non direi che per Nowitzki siano già calate le luci della ribalta, e avendo una piena stagione a disposizione il prossimo anno, e un’edizione dei Mavs più convincente, il big-man teutonico potrebbe ritrovare l’All-Star Game come Duncan quest’anno, dalla porta di servizio scelto dai coach NBA. Non più superstar quindi, ma le ultime partite con Dallas danno segni positivi su una sua ritrovata condizione fisica.

Davide Rosa >>> Never Underestimate the heart of a Champion, però a meno di una stagione con Dallas di nuovo ai vertici ad Ovest non vedo il tedesco così interessato a fare una stagione da All Star e lo si vede anche da come è tornato a difendere quest’anno. Poi certo la mano è sempre 5 stelle extralusso e ci possono essere mille motivi per cui ci possa tornare, tra infortuni dell’ultimo minuto e stagioni deludenti di altri, ma nel ruolo ad Ovest la concorrenza è agguerrita.

Emiliano Testini >>> 34 anni, un infortunio al ginocchio abbastanza grave all’inizio della stagione, altro stop per problemi all’adduttore destro, cifre al ribasso come mai dal 1998. Verrebbe da dire: se non siamo al capolinea, poco ci manca. Ma guai a dare per spacciato il biondone… La stagione della franchigia texana è chiaramente un’annata disgraziata, nata sotto buoni auspici ma che sin dalle prime battute si è gettata a picco verso Sud. Il declino di Nowitzki è quindi secondo me da inserire in questo contesto sciagurato. Un anno di pausa nel cammino verso la Hall of Fame ci può stare.

 4) Nets in extremis, è Lopez il vero All Star delle retine?

Max Giordan >>> Statistiche alla mano, Lopez è il miglior realizzatore e il secondo miglior rimbalzista, quindi si, al momento è l’ All Star della squadra. Già aver evitato il pacco Howard varrebbe un premio per il GM dei Nets, ma oltretutto Lopez sta mostrando di poter fare la differenza in attacco vicino a canestro, una caratteristica che hanno pochissimi lunghi nella Lega.

Stefano Buttera >>> I numeri parlano chiaro, con Deron irriconoscibile e JJ in calo, la chiamata di Lopez è più che meritata. Anzi l’avrebbe meritata a prescindere dall’infortunio di Rondo. Inoltre Lopez ricopre un ruolo dove oramai in NBA manca sempre più materia prima, e lo fa egregiamente. In un contesto tattico come quello di Brooklyn, vedo molto più essenziale lui per il team rispetto a Joe Johnson, buon giocatore ma a mio modo di vedere sopravvalutato. Su Williams, mi aspettavo di più dopo il rinnovo, bisogna vedere se il calo di rendimento non sia dovuto a problemi fisici.

Alberto Cavalasca >>> Direi meritata la convocazione di Lopez, come avevo scritto nel Weekly, il posto se lo era guadagnato abbondantemente. Del resto è proprio il centrone dei Nets la chiave di rendimento della sua squadra, più che gli erratici Johnson e Williams. Loro sono più All-Star nel senso del termine, ma è da ricordare che proprio l’assenza di Lopez portò alla striscia negativa con conseguente licenziamento di Avery Johnson, e che il suo gioco è migliorato anche in resa difensiva, pur con limiti di velocità nei movimenti che ben gli conosciamo. Il suo duello col giocatore, Dwight Howard, che doveva prenderne il posto a Brooklyn, potrebbe essere uno degli highlights della partita…

Davide Rosa >>> All Star inteso come il giocatore determinante per la squadra no. Rimane, in ottica playoff, Deron Williams il giocatore fondamentale delle retine e questo non è detto sia propriamente un bene data la stagione che sta disputando, molto sotto le aspettative. All Star più meritevole di convocazione nemmeno, perché Joe Johnson è quello che in questa squadra sta giocando meglio, soprattutto nelle vittorie. All Star vero nel senso che meritava la convocazione a questo All Star Game però sì, perché tra i lunghi ad Est è quello che sta andando meglio.

Emiliano Testini >>> Onestamente, scorrendo il roster dei Nets, non vedo nessun nome che potesse insidiare Lopez nella corsa alla partita delle stelle. Forse il solo Joe Johnson avrebbe meritato tra i suoi compagni di squadra un posto, ma solo per ciò che ha fatto vedere da quando coach Avery Johnson è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Il centro prodotto di Stanford Univ. è stato oggettivamente il giocatore più continuo, prolifico e decisivo nell’alchimia di gioco delle “retine” in questo primo scorcio di stagione, e la sua iniziale non-chiamata in favore di gente come Deng e Noah aveva da subito clamorosamente aperto una voragine nelle mie certezze.

5) Chi vi ha sorpreso di più dei debuttanti? 

Max Giordan >>> Sicuramente Holiday e George non erano attesi all’ ASG, ma le loro stagioni sorprendenti sono sicuramente meritevoli di chiamata. Per il resto, Irving e Chandler meritavano il posto da titolari, quindi nessuna sorpresa; stessa cosa per Noah, da anni ad alti livelli coi suoi Bulls. Harden non era atteso all’ ASG finchè giocava ad Oklahoma, ma ora è il go-to-guy dei Rockets per cui era una no-brain.

Stefano Buttera >>> Ad Ovest è facile, debutta solo Harden il cui impatto ed i cui numeri parlano da se. Sarebbe stato scandaloso vedere Lin, mentre avrei chiamato sicuramente Curry. Ad Est  mi ha sorpreso Holiday, e ancor più mi sorprende che Tyson Chandler sia alla prima convocazione. Per il resto George e Irving ci stanno benissimo per la leadership e l’incidenza nei rispettivi team. Idem per Noah che è cresciuto tantissimo in questi anni. Sinceramente mi sarei aspetto Kyrie titolare, anche nel caso in cui ci fosse stato Rondo.

Alberto Cavalasca >>> Paul George. Indubbiamente l’ala\guardia dei Pacers sta portando il suo gioco a un livello superiore, e anche se le sue stats non sono impressionanti ha molto merito nell’ottima stagione di Indiana senza David Granger. Ma avrei aspettato un annetto a sceglierlo dando spazio al suo compagno di squadra David West, o a un giocatore di sempre grande solidità di rendimento come Paul Pierce.

Davide Rosa >>> Kyrie Irving. Non credevo che potesse essere già al secondo anno a questi livelli. Ricordiamoci che in tutto aveva giocato poche partite al College per l’infortunio e una mezza stagione NBA causa lockout la scorsa. Invece si sarebbe meritato il quintetto al posto di Wade. Se posso fare un altro nome, anche se c’è già stato nel 2010, David Lee: a New York sembrava fosse un giocatore da statistiche in una squadra di bassa classifica, mentre quest’anno sta giocando e mettendo cifre in una squadra sorprendente come i Warriors.

Emiliano Testini >>> Come detto, tra gli esordienti il nome che mi ha più sorpreso è sicuramente quello di Joakim Noah. E non tanto perché il figlio di Yannick non avesse i numeri per avere uno spot nel frontcourt della squadra dell’Est (miglior stagione per punti segnati e rimbalzi catturati, doppia-doppia di media), ma perché sinceramente avrei ritenuto più adatto ad un contesto del genere un Josh Smith, che oltre alle cifre avrebbe accompagnato anche una buona dose di spettacolarità. Degli altri, forse mi ha stupito la chiamata di Holiday in luogo di JR Smith, ma qui ci sarebbe molto da discutere e non mi sento di criticare la scelta fatta dai coach NBA.

2 thoughts on “Fuori Campo 5 contro 5: “All Star Game 2013”

  1. Bellissima rubrica, non vedo l’ora di leggere e magari partecipare alla prossima! Non mi sento di aggiungere altro a quello che avete già detto. Molto bravi!

  2. Ottima rubrica,anch’io non capisco perchè Smith non sia mai andato alla partita delle stelle.Comunque anche la mancata chiamata di Curry è scandalosa perchè i Warriors giocano il più bel basket della lega grazie a lui e hanno quel record sempre grazie a lui.

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