Rubio e Love sono tornati, i Wolves lentamente stanno crescendo

Rubio e Love sono tornati, i Wolves lentamente stanno crescendo

Ultimo giovedi’ del Marzo 1960. I St. Louis Hawks vincono gara 6 delle finali della Western Conference, sconfiggendo al Minneapolis Armory i Lakers nonostante i 28 punti di Elgin Baylor, uscito da Seattle University.

Un paio di miglia ad est, nello stesso giorno, al Ten O’Clock Scholar, una coffeeshop situata di fianco ad un videonoleggio chiamato Hollywood Video, suona uno dei suoi primi concerti Robert Allen Zimmerman.

I Minneapolis Lakers, dopo quella partita, salutano il Minnesota, dove avevano conquistato sei titoli e lasciato una segno indelebile nella storia della citta’ e del gioco, per volare a Los Angeles, California e diventare la squadra piu’ famosa del globo.

Robert Allen Zimmeran, dopo pochi mesi, attratto dalle poesie di Dylan Thomas da cui prese il nome e anche la residenza, inizio’ a farsi chiamare Bob Dylan appena prima di partire per New York City e di diventare uno dei cantautori piu’ famosi del globo.

A Minneapolis, la partenza di Bob Dylan passo’ del tutto inosservata, il ragazzo doveva ancora farsi, mentre quella dei Lakers, nonostante nell’intero stato lo sport principale sia il wrestling o nel caso ci sia una palla e’ quasi sempre ovale, non venne accolta benissimo dalla citta’, la quale dovette aspettare quasi trent anni per vedere un’altra franchigia NBA, mentre i lacustri diventati gialloviola per volere del nuovo proprietario (colori che vennero scelti anche dai Minnesota Vikings, nati lo stesso anno dei nuovi Lakers) conquistarono altri sei Walter A. Brown Trophy, il predecessore dell’attuale Larry O’Bryan.

Da quando l’NBA, alla fine degli anni ottanta, torno’ nel Minnesota, con i Timberwolves, non si riuscirono piu’ a vedere le meraviglie di Baylor, ma si potevano ā€œascoltareā€ quelle di Kevin Garnett che porto’ i T’Wolves alla loro prima post-season durante il suo anno da sophomore e nel 2004 alle loro prime finali di conference, proprio contro i Lakers che vinsero la serie, perdendo poi le Finals contro i Pistons.

Dal 2004, no more playoff, no more winning seasons, no more KG, il quale, come i Lakers e come Bob Dylan, parti’, questa volta in direzione Boston, dove trovo’ subito quello per cui partito, come i Lakers e come Bob Dylan. Una maledizione.

Dopo svariate visite alla lottery, mai troppo fortunata, il destino dei Timberwolves cambia alla fine della prima decade del millennio, quando chiamano Kevin Love e Ricky Rubio, entrambi con la quinta scelta.

Il primo, Kevin, nipote di Mike Love, frontman dei Beach Boys, siamo sempre in ambito musicale ma quanto piu’ lontano ci possa essere da Bob Dylan, uscito da UCLA, migliora continuamente mostrando qualita’ difficili da prevedere durante il suo periodo al college, fino a diventare il migliore rimbalzista della lega al suo terzo anno mettendola anche da tre con enorme facilita’.

Il secondo, Ricardo Rubio i Vives, scelto nel 2009 quando ancora diciottenne, ma arrivato in NBA solamente l’anno scorso, vede ed esegue cose con quella palla in mano che faticano a comprendere anche nel paese dove il gioco e’ stato ideato.

Su loro due si posano le speranze di tutto il Minnesota di poter tornare ai tempi di Baylor e di Garnett. Non a caso, per la prima partita di Rubio, il Target Center, a meta’ strada tra il Minneapolis Armory e il Ten O’Clock Scholar, ha realizzato il suo primo soldout da quando KG aveva portato il suo 21, divenuto 5, nel Massachussets.

Nel loro primo anno insieme, la stagione scorsa, mantengono la squadra oltre il cinquanta per cento di vittorie fino a quando in un giorno di marzo contro i Lakers, ancora loro, a Rubio non salta un legamento del ginocchio insieme alla stagione vincente di Minnesota, al premio di rookie dell’anno e alle Olimpiadi.

Durante l’offseason i T’Wolves hanno modificato il roster inserendo una rotazione molto piu’ profonda rispetto al passato recente. Arrivano dal CSKA Mosca, vice campione d’europa, AK47, uno dei migliori tagliatori in backdoor di tutta la lega, e Alexey Shved, talento avvicinabile a quello di Rubio, con miglior tiro, meno ballhandling e meta’ campo difensiva ancora da conoscere e ritorna dopo un anno di ritiro Brandon Roy, talento cristallino ancora non pienamente realizzato a causa di ginocchia fragilissime.

La stagione, nonostante gli infortuni di Rubio e di Love, rottura della mano ad un mese dall’esordio, e’ partita con molti alti, vittorie a Brooklyn, a Dallas e in casa contro Pacers e qualche basso, sconfitta alla prima trasferta stagionale a Toronto contro dei non irresistibili Raptors su tutte, eĀ grazie a prestazioni sorprendenti soprattutto nella loro continuita’ di giocatori come Pekovic, 16 punti e 8 rimbalzi a partita, Barea, un moto perpetuo proveniente dalla panchina, e del tandem russo Kirilenko, in difesa, e Shved, in attacco, Minnesota e’ riuscita a rimanere quasi sempre oltre il 50 per cento di vittorie.

Con i ritorni dei big two, Love contro Denver a meta’ novembre, Rubio un mese dopo contro i Mavs, la squadra ha inserito a una serie di 4 w condite dalla vittoria, ripresa dalle telecamere della tv nazionale, contro OKC che arrivava da 12 vittorie consecutive.

Momenti di basket offensivo esaltanti, la tecnica individuale spagnola ā€“ russa delle point guardĀ messa al servizio dei Love, dei Kirilenko e dei Pekovic e’ quanto di piu’ bello ci possa essere nell’intera lega, intervallati da altrettanti momenti di totali incommentabili amnesie difensive, i T’Wolves sembrano ancora un po troppo deboli del punto di vista emotivo per arrivare fino ai playoff ma con cosi tanto talento in tutti i ruoli ci si puo’ aspettare di tutto, anche che qualcun altro nel futuro prossimo imiti i Lakers, Zimmerman e Garnett e decida di lasciare l’ospitale Minnesota per cercare ma soprattutto trovare fortuna altrove.

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