Momento di appannamento per i Nets…

Benvenuti all’appuntamento settimanale col Weekly NBA, via ai nostri sette punti.

1) BROOKLYN IN CALO: scendono un po’ le quotazioni dei Brooklyn Nets, complice una serie di fattori: assenza di Brook Lopez per infortunio, poca brillantezza di Joe Johnson, e lo stesso Deron Williams rallentato anche lui da un infortunio. Risultato 4 sconfitte consecutive, che seguono le cinque vittorie consecutive che tanto entusiasmo avevano portato per la nuova squadra di New York.

Viene da pensare che, un po’ come per i Clippers a ovest, anche i Nets soffrano di un rendimento quanto mai “schizofrenico”, dipendente da diversi fattori: importanza appunto di Lopez come collante per l’intera squadra, identità ancora da definire pienamente. E adesso arriva un altro derby con i Knicks quantomai lanciati…

2) SUPERGRIFFIN: Blake Griffin è stato nominato giocatore della settimana nella Western Conference, cosa che non fa sorprendere visto la media che ha tenuto nel corso della settimana (23-10 e quasi tre palle rubate a partita!), dove tra l’altro i Clippers hanno vinto 4 partite senza perderne neanche una.  In tutto i “velieri” sono in serie positiva da sei partite, vero che non hanno avuto avversari sconvolgenti (Minnesota, Utah e Dallas le avversarie più impegnative), ma rimane l’impressione di una squadra dotata per i vertici della Western Conference, panchina lunga compresa…

3) ATLANTA E LA “MALEDIZIONE” MIAMI: ottimo campionato a dir poco per gli Hawks, ingiustamente sottovalutati a inizio campionato, ma protagonisti di un ottimo inizio con due ingredienti. Il trio Teague-Smith-Horford, e una difesa tra le prime dell’NBA, capace ogni sera di limitare l’attacco avversario: o quasi ogni sera, visto che con Miami i ragazzi di coach Drew continuano a fallire nei confronti diretti.

Dal gennaio 2011 il bilancio negli scontri diretti è di 1-7, legittimo certamente, ma frustrante trattandosi di rivali sia divisionali che di Conference. In particolare lunedì sera è stata importante per gli Heat, dopo due sconfitte consecutive, l’ottima serata al tiro di LeBron e Wade, più il solito contributo alla Robert Horry di Shane Battier. E’ ancora lunga la strada da fare per gli Hawks, ma contando le premesse iniziali, trovarsi con un record di 12-6 è quantomai incoraggiante…

4) ENIGMA NASH: l’infortunio  di  Steve Nash continua a restare un mistero. Il canadese ex Suns ha dichiarato di essere “due settimane lontano dal ritorno in campo”, peccato che poco prima Mike D’Antoni annunciava la possibilità di averlo in campo nel mini-tour di partite a est di questa settimana! Il problema è che Nash è ancora lontano dalla piena condizione fisica, e al momento si è limitato a sessioni di tiro, ma non ad allenamenti 2 contro 2 o 3 contro 3. Vista la situazione dei Lakers, non sarebbe male accelerare il recupero fisico, va bene tutelare il futuro Hall of Fame per i playoffs, ma non troppo…

5) I NICKNAME PIU’ ASSURDI DELL’NBA: dopo la notizia che New Orleans si chiameranno Pelicans, è venuto naturale pensare a quali nicknames dell’NBA siano da considerare meno riusciti, in considerazione di 3 fattori:
1) un nickname dovrebbe essere espressione di forza (Steelers, Bears) per incutere timore agli avversari
2)  avere un valore storico che lo renda accettabile (Red Sox, Lakers, Jazz) anche se bizzarro
3) almeno avere un suono azzeccato (tipo New Orleans Saints) – per giudicarne l’effettivo valore.

Toronto Raptors: e se fossero stati fondati nel 1998, come si sarebbero chiamati, Toronto Titanics, o Toronto Men in Black??? Assurdo dare il nome a una squadra sulla base di un film, Jurassic Park in questo caso: te lo tieni tutta la vita (e visti i risultati dei canadesi porta pure un pò sfiga)…

Washington Wizards: avete presente quando vostra moglie (o madre, fate voi) getta in cantina il vostro poster preferito e voi cercate disperatamente di farlo ritornare in casa di soppiatto??? Ecco, è quello che sta facendo il presidente dei Wizards, Ted Leonsis, col vecchio nickname, Bullets. Messo da parte a fine anni 90′ per il richiamo (proiettili) alla criminalità che caratterizza diverse periferie di Washington, è progressivamente ritornato come colori sociali dallo scorso anno, e sicuramente tutti lo rivorrebbero pur di non sentire la propria squadra chiamata “i maghi”, traduzione appunto di Wizards: l’unica magia fatta in questi anni è stata ai danni della stessa squadra, meglio ritornare all’originale…

Charlotte Bobcats: nello stato che ha nomi gloriosi alle sue squadre universitarie come Tar Heels (soprannome dello stato della Carolina risalente alla guerra civile), o Wolfpack (muta di lupi), la sua squadra NBA  ha come nome… Bobcats (linci)??? Sembra più uno scherzo che un soprannome, probabile il ritorno al vecchio Hornets (calabroni), che almeno ricorda i bei tempi di Larry Johnson…

Brooklyn Nets: cambiare l’arena, la collocazione geografica, i colori sociali e non il nickname è come restaurare una casa ma non cambiare le porte, stona parecchio. Brooklyn Knights sarebbe stato perfetto, anche per il gioco di parole con nights, notti, ideale visto che New York è una città fantasticamente notturna…

Los Angeles Clippers: sembra buono per una squadra delle Minors di baseball… ed in effetti è il nome dei Columbus Clippers, squadra della triple-A di baseball! Ma un team NBA dovrebbe avere più di un nickname carino, anche se il vento… dei “velieri” sembra cambiato da un anno a questa parte!

6) NOTIZIE DAL MONDO NBA: Joe Johnson rischia di pagare un carattere quanto mai “tranquillo” a dir poco, e che mal si adatta col tifo caldo dei newyorchesi, ancor meno dei nuovi tifosi dei Brooklyn Nets, assetati di giocatori in cui identificarsi. Più facile farlo con “crash” Wallace, meno con un giocatore che raramente da l’idea di dare il cento per cento in campo, anzi forse nemmeno il 50…

Andrea Bargnani sarebbe inserito volentieri dai Raptors in una trade, ma sembra che manchino le squadre desiderose di acquisire il giocatore italiano, soprattutto alle condizioni dei canadesi. Si ipotizzava in settimana uno scambio Calderon-Bargnani per Gasol, che effettivamente soddisferebbe entrambe le società: ma qualunque discorso sembra bloccato dalle condizioni di salute del giocatore spagnolo…

Michael Beasley è sempre più ai margini dei Phoenix Suns, il cui inizio disastroso è quanto mai da vedersi nella scommessa di puntare sull’ex prima scelta di Miami. Non che tutte le colpe siano da puntare su di lui, visto come Marcin Gortat senza Nash si è trasformato in un fantasma che vaga per il campo…

Anderson Varejao sta avendo la stagione della carriera, ed è probabile che finisca in una contender prima della Trade Deadline di febbraio. Possibile anche l’inserimento nella trade di una delle giovani scelte dei Cavs degli ultimi due anni, escluso ovviamente Kyrie Irving…

7)  LE PARTITE DELLA SETTIMANA: partita importante quella di giovedì sera tra Knicks e Lakers, pur con quest’ultimi non certo al meglio. Basket divertente assicurato sabato tra Golden State e Atlanta, due belle sorprese e squadre che giocano un basket solido e spettacolare. Infine lunedì un altra sfida gustosa al Madison, questa volta sono i Rockets di Lin e Harden ad arrivare: quale sarà l’accoglienza per l’ex figliol prodigo della grande mela????

Arrivederci tra sette giorni, e intanto buon basket NBA a tutti…

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