Jennings e Skiles: il talento e la progettazione…

Il filo conduttore di questo episodio è l’high screen centrale, una delle armi più fidate per i coach quando si tratta di cercare punti in un finale in bilico; eccone alcune interpretazioni di inizio stagione.

NOH@UTA (02-11-12)

… e fu così che un intrepido venezuelano affrontò quattro giocatori dei Jazz per realizzare il rocambolesco canestro della vittoria, a 1.3 secondi al termine.

 

La “topografia” della giocata incarna il pick n’ pop centrale in modo quasi “manualistico”:

– l’uscita del palleggiatore dal blocco, portato dall’ala grande tiratrice (R. Anderson) è sul lato del tiratore appostato in angolo (Mason), così da indurre in tentazione il famigerato “aiuto ad un passaggio di distanza” (come in questo caso),

– il lungo (R. Lopez) è pronto a ricevere lo scarico o il lob sul post basso opposto alla traiettoria delle penetrazione,

– l’ala piccola è defilata sull’arco, pronta a fiondarsi a rimbalzo offensivo (come ben dimostrato da Aminu).

L’unica doverosa aggiunta a quello che si è visto nel video, è la considerazione che, stando almeno ai numeri, Vasquez è una delle rivelazioni più lampanti di questa prima parte di stagione.

CLE@MIL (03-11-12)

 

Dopo che Irving ha giocato a tutto campo con Jennings, come il gatto con il topo, facendolo scontrare sul granitico Varejao, Udoh non può riuscire a reggere Kyrie, nonostante il buon lavoro di piedi in “retromarcia”. Da notare come sia comunque scattato anche l’aiuto di Ilyasova, che aveva prontamente abbandonato Gee (32% da tre l’anno scorso) in angolo per la improbabile tripla del +3.

Per quanto possa sembrare umiliante per una difesa subire un coast to coast con tanto di lay up finale, senza riuscire a fermare la palla, bisogna dare il giusto merito a Irving per aver realizzato un canestro non facile e forse un po’ di demerito a Jennings per essersi incastonato su un blocco quasi a metà campo.

Tuttavia, nonostante Brandon non sia riuscito a passare sotto il blocco, saprà riscattarsi in attacco:

 

Possiamo ipotizzare che il catch n’ shoot di Jennings non fosse l’unica opzione dello schema, anche perché con 0.7 sul cronometro ed il punteggio in parità, sarebbe bastato anche un canestro da due. Forse Skiles ha pensato ad almeno altre due opzioni:

 

[swf:http://www.playitusa.com/swf/cle_vs_mil.swf 630 400]

 

GSW@LAC (03-11-12)

 

Il movimento iniziale, ovvero bloccare il difensore del bloccante per il pick n’ roll, è ormai una costante di molti attacchi Nba, e soprattutto in situazioni di crunch time può dar adito a cambi di marcatura piuttosto fecondi per l’attacco.

In questo caso specifico, lo switch non accade sul primo blocco, ma, come conseguenza, sul secondo, con Griffin che si posiziona in post basso per sfruttare il mismatch con Curry (che dopo il primo tentativo di Paul non riesce a coordinarsi con Lee per ristabilire le marcature).

Buona idea, se Blake non avesse notoriamente il 60% ai liberi, ritrovandosi quindi già prenotato un istantaneo viaggio in lunetta in caso di ricezione. A questo punto: o Blake ha sbagliato a cercare il mismatch in un finale di partita (occupando l’area nonostante la poca affidabilità ai liberi) o Paul ha rischiato nell’aggredire il pitturato fino in fondo (per quanto il “sacrificio” di Curry sia pregevole, soprattutto considerando che i tiratori sono solitamente poco avvezzi ad immolarsi sugli sfondamenti).

Avevamo accennato in precedenza al potenziale “auto-lesionismo” insito nell’intasare l’area durante una penetrazione: in quel caso Danny Green, avvedendosi dell’accentramento di Hibbert, fece la scelta giusta di arrestarsi nel cuore dell’area e ricorrere al morbido floater; in questo caso Paul, di fronte a Curry (riportatogli vicino dal post up di Griffin) sceglie di andare sino al ferro (anche per cercare il fallo) e non riesce ad evitare lo sfondamento.

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.