I Grizzlies di Gasol e i Knicks di Chandler sono abbastanza nettamente le 2 migliori squadre in questo inizio di stagione…

Un’ altra settimana piena di emozioni NBA, incominciamo il viaggio nei 7 punti caldi di questa puntata di NBA Weekly!

1) IL SEGRETO DI CLIPPERS, GRIZZLIES E KNICKS

Il bilancio di queste 3 squadre combinate è 23-5, i Knicks (pur sconfitti proprio da Memphis) hanno il miglior record NBA, Clippers e Grizzlies guidano le rispettive Division e la Western Conference.

Il loro segreto? Una panchina profonda e in grado di dare completezza a roster con superstar (Paul, Anthony) o comunque giocatori importanti (Gay, Griffin, Randolph, Marc Gasol), cosa inaspettata soprattutto in team notoriamente deboli proprio in quel reparto come Knicks e Grizzlies.

Se per i cugini dei Lakers basterebbe nominare Jamal Crawford (ne parleremo meglio dopo) o il giovane Bledsoe in attesa del ritorno di Hill e Billups, stupisce il ruolo di comprimari come Quincy Pondexter e Wayne Ellington a Memphis, con quest’ultimo che ha sconfitto Miami a forza di bombe da 3, per non parlare dell’eterna promessa Jerryd Bayless.

A New York invece rinascono con veterani al limite della pensione, come Jason Kidd, Kurt Thomas e Marcus Camby, sia con pensionati veri e propri, come Rasheed Wallace, ma il suo caso ha del clamoroso. Partito, con sue stesse parole, per avere un ruolo di comprimario alla Brian Scalabrine, viaggia con una media di 7 punti e quasi 4 rimbalzi a partita, in soli 13 minuti di gioco: facile capire adesso come i Knicks siano squadra molto più completa di un anno fa, e a prezzi di saldo…

2) I LAKERS CAMBIANO VELOCITA’

Non si può dire che l’attacco a tutta velocità di Mike D’Antoni sia già entrato in azione ufficialmente a Los Angeles, ma quello che è sicuro è che i Lakers appaiono come sbloccati psicologicamente, e non c’è miglior dimostrazione di questo della partita di domenica contro Houston.

Kobe Bryant ha siglato una tripla doppia eccezionale, 22 punti, 11 rimbalzi e 11 assist, ma tutta la squadra è sembrato avere un’ altra marcia rispetto a quella vista con Mike Brown. In particolare Kobe sembra posseduto da una carica speciale in questo momento, e il suo sguardo da killer l’ha riservato a Jeremy Lin quando questi è caduto come morto dopo uno scontro con il Mamba: buon segno per D’Antoni che gli sguardi di fuoco Kobe incomincia a puntarli sui giocatori avversari e non sui tecnici di casa…

3) MIAMI, ABBIAMO UN PROBLEMA

In casa Heat invece c’è un certo allarme per la difesa, fiore all’occhiello nella vittoria del titolo 2012, ma elemento mancante fino a questo momento, tanto che Miami è agli ultimi posti in qualsiasi categoria difensiva.

Si sapeva che Ray Allen e Ray Lewis avrebbero reso più imprevedibili in attacco gli Heat, ma nel basket la difesa non conta certo meno, e dovrebbe preoccupare che non solo sotto canestro, ma anche che dal perimetro i campioni 2012 siano permeabili come il burro: chiedere informazioni per questo a Wayne Ellington, eroe con una valanga di bombe da 3 della vittoria di Memphis contro gli Heat qualche giorno fa…

4) QUEL GRAN GENIO DEL MIO AMICO

Come se non bastasse l’infortunio al ginocchio destro, Drew Bynum giocando a bowling si è procurato anche una microfrattura al ginocchio sinistro. No, non me lo sono inventato tentando di riempire la pagina bianca, è successo proprio al centrone neo-Sixers, che si è candidamente giustificato dicendo che “è vero che non dovrei giocare a bowling, ma non è più pesante degli esercizi di rieducazione che faccio ogni giorno”: vero che non è pericoloso come il motocross (vero Monta Ellis??), ma un pò di professionalità ogni tanto da un professionista superpagato sarebbe richiesta.

Forse è meglio che Bynum si dedichi solo ed esclusivamente alla cura dei capelli, di cui vi consiglio questa (ardita) visione.

Un altro genio è Marcin Gortat dei Suns, che ha pensato di lamentarsi del suo coach Alvin Gentry con un giornalista polacco suo connazionale, pensando che un intervista in polacco non l’avrebbe capita nessuno… nell’epoca di internet, dei blog, gran pensata, che ha reso non molto più simpatico il polish hammer nello spogliatoio di Phoenix: ma almeno accelerato le voci di trade, che comunque riempirebbero di gioia Gortat e un’eventuale nuova squadra, visto il buon valore del centro europeo anche in proporzione a uno stipendio sotto i dieci milioni di dollari nei prossimi due anni. Fino alla prossima intervista in polacco, naturalmente…

5) TRE GIOCATORI SORPRENDENTI

Jamal Crawford: quando a inizio campionato aveva detto candidamente che non aveva mai fatto preparazione fisica per un campionato NBA prima di firmare per i Clippers, l’ex Atlanta e Portland faceva presagire un inizio in gran forma, ma così tanto in forma non se lo aspettava nessuno. Nelle ultime 4 partite ha segnato almeno 22 punti in tre occasioni, e deve ancora sbagliare un tiro libero. Potrà anche calare leggermente, ma il premio di “miglior sesto uomo” incomincia ad avere un serissimo contendente.

O.J. Mayo: l’ex Memphis appare rinato ai Mavericks, finalmente in grado di assumersi responsabilità importanti, anche tenendo conto della momentanea mancanza di Nowitzki. Mayo viaggia alla media di 21.3 punti a partita, e cosa non meno importante, la sua percentuale al tiro da 3 è quasi del 60% (!), miglioramento incredibile pensando ai suoi numeri in declino come tiratore puro ai Grizzlies.

Andrei Kirilenko: dalla Russia con furore, si potrebbe dire con pieno merito dell’ex Utah Jazz, visto come sta letteramente trascinando i Timberwolves a un record vincente, pur con un numero record di infortuni. Oltre a una difesa asfissiante, da notare la percentuale di tiro, uno stratosferico 59.7 per cento, sicuramente un ritorno importante quello di Kirilenko per tutta la NBA.

6) E TRE DELUDENTI

Jeremy Lin: il problema per il portatore sano di Linsanity è semplicemente che non potrà mai essere all’altezza del contrattone offertogli dai Rockets, e giustamente non pareggiato dai Knicks, sicuri che il paffutello Felton fosse meno fotogenico di Lin, ma almeno ugualmente produttivo. ..

Landry Fields: a Toronto devono sperare che fosse un problema al gomito destro, operato la scorsa settimana, ad aver causato un inizio horror al terzo anno ex Knicks, ma l’amara verità è che anche Fields faticherà ad essere all’altezza di un contratto estivo che nacque per mettere in difficoltà i Knicks nella rincorsa a Nash, e che poi si è ritorto su Toronto: che non ha avuto Nash, ma purtroppo si è dovuta tenere Fields…

Roy Hibbert: per la serie, ti pago tanto e tu mi rendi poco, anche il centrone di casa Pacers sembra pagare il remunerativo (per lui) rinnovo estivo. Non basta un solido apporto difensivo, Hibbert deve fare più di 8 punti a partita per essere un centro NBA di assoluta èlite.

7) LE PARTITE DELLA SETTIMANA

Venerdì sera i Lakers giocano contro i Memphis Grizzlies, sfida piena di significato per testare due sicure protagoniste ai prossimi playoffs. Sempre venerdì Boston ospita Oklahoma City, la quasi-finale dello scorso giugno, tra due squadre che devono ancora ingranare al meglio. E infine lunedì i sorprendenti Milwaukee Bucks vanno a Chicago in un match divisionale già importante per gli equilibri della Central Division.

Appuntamento tra sette giorni, per altre emozioni rigorosamente targate NBA. Buon basket a tutti…

2 thoughts on “NBA Weekly: Grizzlies e Knicks davanti, Kobe in MVP mode

    • Hibbert risponde all’articolo con la prima tripla doppia in cariera…11-11-10 (rimb-block-punti)…non male!!!

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