Non sarĂ  facile il primo anno del dopo-Nash a Phoenix!

Difficile dire come sarà il dopo Steve Nash per i Suns, sicuro è  che la dirigenza della franchigia del deserto ha scelto decisamente di voltare pagina, accettando anche che il loro franchise-player scegliesse la squadra rivale per eccellenza, i Lakers, e con qualche recriminazione di non aver iniziato il processo di ricostruzione almeno due anni fa.

Ma ormai il dado è tratto, iniziamo quindi ad analizzare il roster dei “Soli” e le loro speranze di ritorno a posizioni di vertice.

Conference: Western

Division: Pacific

Acquisti: Goran Dragic (FA da Houston), Luis Scola(tagliato da Houston), Michael Beasley (FA da Minnesota, Wes Johnson (trade con Minnesota), Jermaine O’Neal (FA), P.J. Tucker (FA). Rookies: Kendall Marshall.

Cessioni: Steve Nash (trade con LA Lakers), Robin Lopez (trade con New Orleans), Hakeem Warrick (trade con New Orleans), Grant Hill (FA), Michael Redd (FA), Ronnie Price (FA). Tagli: Jason Childress.

ROSTER

Guardie: Goran Dragic, Sebastian Telfair, Kendall Marshall, Jared Dudley, Shannon Brown.

Ali: Michael Beasley, Markieff Morris, Wes Johnson, P.J. Tucker, Luis Scola, Channing Frye.

Centri: Marcin Gortat, Jermaine O’Neal.

DEPTH CHART

Play: Dragic, Telfair, Marshall.

Guardia tiratrice: Dudley, Brown.

Ala piccola: Beasley, Johnson, Tucker.

Ala grande: Scola, Morris, Frye.

Centro: Gortat, O’Neal.

COACH: Alvin Gentry

Partendo dal backcourt, è indubbio che la scelta di rimpiazzare Nash con Goran Dragic appare sensata: lo sloveno conosce l’ambiente, a Houston ha potuto giocare da titolare nell’ultima parte di stagione con risultati indubbiamente buoni, e con Luis Scola avrĂ  un punto di riferimento ormai rodato.

Sembra invece controverso aver puntato al draft su Kendall Marshall, magari da far crescere con un tutore come Nash, e poi andare decisamente su un altro giocatore nella stessa posizione nel mercato dei free-agent, dando l’impressione che su Marshall si sia andato piĂą per la mancanza di altri giocatori (Waiters, Austin Rivers) su cui si era puntato che per effettiva convinzione. L’ex North Carolina avrĂ  comunque tempo di fare esperienza, essendo rimasto come play di riserva anche Sebastian Telfair.

La mancanza maggiore rimane un go-to-guy per gli ultimi minuti di partita, giocatore che manca dalla partenza di Jason Richardson: Shannon Brown è stato rifirmato, ma soprattutto per reale assenza di alternative. Sfumato Eric Gordon, ma anche obiettivi come O.J. Mayo, Jason Terry, il ritorno di Brown era scontato, ma seppur reduce da una buona annata, rimane ancora il dubbio che l’ex losangelino sia soprattutto un sesto uomo da mettere in campo per dare una scossa alla squadra nei momenti difficili.

Proprio per la sua duttilitĂ , soprattutto in difesa, toccherĂ  a Jared Dudley rivestire un ruolo sempre piĂą importante per Phoenix, anche tenendo conto dell’addio di  Grant Hill. Pur con netti limiti atletici, l’ala-guardia migliora ogni anno, e questa stagione dovrĂ  affrontare la dura sfida di trasformarsi in leader dentro e fuori dal campo.

Un tempo piena di giocatori perimetrali, dopo gli addi di Hill e Childress rimangono due riserve ad avere queste caratteristiche, Wes Johnson e P.J. Tucker, e senza nemmeno troppe garanzie: il primo arriva nella trade che ha portato Lopez a Nola, e in fondo si tratta di un rischio calcolato.

Ex prima scelta al draft del 2010, Johnson ai Wolves non ha mai troppo convinto, ma una diversa collocazione, anche in campo, potrebbe giovargli: la sua collocazione naturale è da ala piccola, dove potrebbe essere il primo cambio di Michael Beasley, ma deve migliorare nel jumper e nella scelta dei tiri per essere almeno utile.  P.J. Tucker è una scommessa, avendo passato oltreoceano tutta la carriera da pro, ma potrebbe ritagliarsi minuti interessanti vista l’attitudine difensiva che lo caratterizza.

Come abbiamo detto, l’ex Miami e Minnesota Michael  Beasley quasi sicuramente troverà collocazione nel quintetto come ala piccola, anche se il ruolo che esalta maggiormente la sua rapidità nell’uno contro uno è quello di power forward.

Dovrà adattarsi comunque, vista l’improvvisa ricchezza di giocatori nel frontcourt che all’improvviso caratterizza Phoenix (e che dimostra una logica di mercato del duo Babby-Blanks quanto mai enigmatica): il suo talento è indubbio, la sua applicazione meno, ma se c’è un potenziale giocatore su cui andare nei finali di partita nel roster questo è indubbiamente l’ex Wolves.

Come detto, all’improvviso i Suns sembrano pieni di giocatori d’area, tanto da avere 5 giocatori a disposizione per il ruolo di ala grande e centro, cifra che arriverebbe a 6 mettendo nel conto anche Beasley. Il duo titolare dovrebbe essere formato da Scola e Gortat, coppia che rischia anche di pestarsi i piedi vista l’attitudine del nazionale argentino di giocare molto vicino a canestro, ma anche potenzialmente esplosiva e in grado di tenere occupati i pariruolo avversari. In fondo, vista la penuria di centri nell’NBA attuale, avere abbondanza di soluzioni può essere un pregio, e non è da dimenticare che il primo cambio  nel ruolo sarà Jermaine O’Neal, reduce da una lunga serie di infortuni, ma anche pronto a rifiorire come hanno fatto altri sotto il sole (e le cure dello staff medico) del deserto.

In un ruolo limitato, l’ex All-Star può essere un ottimo rinforzo, visto anche che prende il posto di un Robin Lopez non proprio irresistibile negli ultimi due anni. Rimangono almeno due incertezze sul ruolo che potranno avere Channing Frye, Markieff Morris.

Il primo potrebbe risentire più di altri la mancanza di Nash, visto gli enormi limiti nel crearsi un suo tiro e nel non dipendere da un assist perfetto (anche se Dragic è un buon allievo). Morris può giocare anche da 3 senza risentire troppo dei mismatch con i pariruolo, grazie a un ottima duttilità e a un tiro dalla media distanza quantomai interessante, ma è soprattutto destinato a togliere spazio a Frye e a diventare l’ala forte titolare del futuro del team.

E’ difficile fare previsioni su quale risultato potrĂ  raggiungere la franchigia dell’Arizona, pur con un ottimo staff tecnico guidato da coach Gentry, che ha giĂ  dimostrato di raggiungere risultati superiori alle previsioni, come nell’ultima stagione.

La squadra sembra destinata a restare in un limbo, non così disastrosa da non raggiungere i playoffs o lottare fino all’ultimo per arrivarci, e nemmeno così di valore da andare piĂą in lĂ  di un primo turno: un pò come i Rockets delle ultime due stagioni, qui non a caso rappresentati da Dragic e Scola.

L’idea di rifondare partendo dal basso non sempre paga, vedi Golden State, Sacramento o Washington, ma allo stesso tempo Phoenix non attrae piĂą free-agent di lusso come un tempo, forse a causa della fama del proprietario Robert Sarver, non proprio uno spendaccione.

Fino a quando la societĂ  non avrĂ  una linea chiara e mezzi per perseguirla, sia finanziari che come progetto base (vedi scelte al draft), probabilmente i Suns rimarranno a metĂ  del guado: watching the river flow, come cantava Dylan, e non sempre è un bene…

7 thoughts on “Phoenix Suns: Preview

  1. Questo, in attesa che Frye risolva i propri problemi cardiaci. Childress… Hosh o Jason?

  2. Nel limite del possibile faranno bene aspettando il mercato offra qualcosa di interessante. Peccato per l’assenza di Frye con la speranza che si rimetta al piĂą presto.

  3. Squadra talentuosa, ma molto dipenderĂ  dall’ispirazione di Dragic, Beasley e Scola e dalla salute di Frye e O’Neal. Spero che vada piĂą in lĂ  del primo turno di playoff. Se tutto girerĂ  per il verso giusto potrebbe arrivare alla finale di Conference.

    • tifo Phoenix ma parlare di “finale di Conference” è una assurditĂ , dubito seriamente che arrivino nei playoff, squadra non così talentuosa, nè profonda, nè bene assortita, nè atletica, priva di leader e di alchimia, sarĂ  inevitabilmente una brutta annata, purtroppo al momento senza neanche discrete prospettive future :(

        • effettivamente qualcuno nei commenti era andato oltre come aspettative, personalmente il mio era un giudizio giusto e sono contento di averci azzeccato…

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