I tifosi dei TWolves sperano nella crescita dei loro giovani e nelle nuove acquisizioni estive…

Nel basket consultare le statistiche è un po’ come addentrarsi in un bosco di conifere e specchiarsi nell’acqua dei laghi che vi si nascondono: vedi la tua immagine riflessa e riesci a cogliere, come minimo, una parte di quello che sei.

Di laghi in Minnesota ce ne sono in abbondanza e se ci si ferma ad analizzare i numeri della stagione NBA che si è appena conclusa, anche solamente in modo superficiale, si riesce ad avere un’idea di quello che erano i Timberwolves dello scorso anno.

Decimo migliore attacco per media di punti fatti (97.9 a partita) e quinta squadra per media di punti subiti (100.1 a partita). Chiaro no? L’esplosione dell’ormai all-star Kevin Love, l’apporto dello scalmanato, quanto talentuoso, Michael Beasley, gli assist immaginifici del tanto atteso Rubio, la mano calda di Luke Ridnour, la rapidità di Barea e la capacità realizzativa sotto canestro di Nicola Pekovic (scoperto con ritardo dagli abitanti del Nuovo Continente) hanno portato a buoni risultati in una metà del campo, quella offensiva, ma a poche certezze in quella difensiva.

In effetti tra i primi dieci giocatori più utilizzati da Rick Adelman non compaiono di certo difensori di razza. Bastino pochi esempi: Beasley è notoriamente un cattivo difensore, Ridnour è deficitario sotto questo punto di vista, Rubio è certamente famoso per altre abilità, Love e Pekovic si mantengono nella mediocrità.

La cessione di Anthony Randolph, alla luce di quanto appena detto, appare allora più che giustificata. Il ragazzo proveniente da Louisiana State ha sempre lasciato intravedere, oltre ad un buonissima attitudine a rimbalzo, grandi doti offensive che gli permettono di agire con efficacia sia in post-up che fronte a canestro ma, rovescio della medaglia, anche una forte tendenza a trascurare la fase difensiva.

Togliersi dai piedi un giocatore dal basso minutaggio (15 minuti scarsi di media) e dalla discutibile utilità, considerata la non coincidenza delle sue doti con le necessità reali del team, sembrava essere effettivamente una buona mossa e così David Kahn e il suo staff hanno deciso di non esercitare la qualifying offer e di lasciarlo libero.

Avendo fatto la medesima scelta per Beasley (anche lui unrestricted free agent, ora ai Suns) la dirigenza ha virato sulla talentuosa ala dei Blazers Nicolas Batum con, purtroppo per loro, scarsi risultati. I Blazers infatti hanno deciso di pareggiare qualunque offerta fosse arrivata al francese. “I lupi” sono così rimasti scoperti nel ruolo di ala piccola.

Prima di risolvere questo problema però, il GM dei Timberwolves ha deciso di realizzare importantissime mosse in uscita. In primis ha tagliato Martell Webster, tiratore puro reduce però da un deludente 33% da dietro l’arco nell’ultima stagione. Quest’anno Webster avrebbe guadagnato 5.7 milioni di dollari, uno dei contratti più onerosi, ma grazie al taglio Minnesota ne dovrà spendere solamente 600 mila.

In secondo luogo ha salutato, senza troppi fazzoletti bagnati, il serbo Darko Milicic, vittima dell’amnesty, che si portava dietro un contratto di circa 5 milioni di dollari.

In compenso i T-Woles hanno deciso di puntare su Dante Cunnigham sacrificando (si fa per dire) Wayne Ellington e spedendolo a Memphis. Il presidente ha dichiarato: “Dante è un giocatore versatile che può darci solidità difensiva ma nello stesso tempo qualità offensiva”.

Non si sa se Cunningham riuscirà a garantire tutto questo, di sicuro è un ragazzo con tutte le carte in regola per dare un contributo importante dalla panchina e permettere di far rifiatare in misura maggiore i titolari di Adelman.

Stesso discorso può essere fatto per Chase Budinger. Il rosso ex-Rockets ha dalla sua l’esperienza e soprattutto il gran tiro dalla distanza, aspetto in cui gli Wolves hanno avuto non pochi problemi nella scorsa regular season.

La notizia che ha però scaldato il normalmente freddo stato di Minnesota è stato il biennale da 10.4 milioni accettato da Brandon Roy, contratto che ha fatto passare in secondo piano anche la firma dell’ex-boston Greg Stiemsma, una vecchia conoscenza peraltro, visto che Minnesota fu il team che nel 2010 lo introdusse per la prima volta nella lega.

La guardia, che aveva dato notizia del suo imminente ritiro il 9 Dicembre a causa dei ripetuti problemi alle ginocchia, ha infatti deciso di tornare sul parquet e di sposare il progetto del presidente David Kahn.

Come se non bastasse è arrivata proprio in questi giorni l’ufficialità della firma di Andrej Kirilenko, probabilmente il tassello mancante negli equilibri di un team che quest’anno non promette solamente spettacolo (già mostrato l’anno scorso peraltro) ma anche maggiore competitività e più alte ambizioni.

Il GM dei T-Woles, insomma, si è immerso tra i boschi del trentaduesimo stato degli USA, si è specchiato in uno dei tanti laghi che lo caratterizzano, ha lasciato lì qualche pezzo ed è tornato con un paio di prede succulente. Basteranno per l’inverno?

Ancora nessuno può dirlo. Intanto Roy ha già dichiarato: “Voglio far fare il salto di qualità a questa franchigia”. Si avverte qualche ululato in lontananza… i lupi l’anno prossimo faranno spaventare molti!

10 thoughts on “L’estate dei Timberwolves

  1. L’innesto di Brandon Roy è fondamentale… è un giocatore che sa prendere decisioni importanti anche ad alti livelli (leggi playoff)… Se Rubio, oltre a fare grandi numeri, inizia a macinare gioco come un vero Playmaker, allora sono cacchi amari per tutti!

  2. Con love,roy,rubio,kirilenko possono puntare al 4-5 posto nella competitiva western(se fossero nella est potrebbero puntare al 2 posto)

  3. dài, rubio è un ottimo difensore! è uno spettacolo vedere come pressa il portatore di palla e come anticipa sull’uomo libero.

    • Bhè, ottimo difensore proprio no! E’ ottimo nel recuperare i palloni, su questo sono d’accordo.
      Presserà anche alto, ma molto spesso perde l’uomo.

  4. Webster è stato solo tagliato non amnistiato.
    Attenzione che a Minneapolis arriva pure Shved, che a livello di talento sta davanti a molti, spero si integri bene.

  5. Credo che quello che Rubio costruisce nella metà campo offensiva a tratti sia qualcosa di assolutamente incredibile ma non penso la stessa cosa per la fase difensiva. Secondo me reputare Rubio un ottimo difensore sarebbe irrispettoso nei confronti di chi invece sa difendere per davvero!

  6. I lupi faranno spaventare molti.

    Una delle primissime franchigie preposte per le personali prossime notti in bianco.

  7. il talento di rubio in difesa è paragonabile al talento che ha per l’attacco.Mi spiego meglio, Rubio in attacco ha delle potenzialità incredibili nel passaggio, nella visione di gioco, e nelle azioni in transizione ma ha una notevole carenza nel tiro da fuori e nel resistere ai contatti, quindi un talento incompleto. In difesa vale lo stesso discorso ottimo sulla pressatore sulla palla, capisce in anticipo il gioco e quindi le letture difensive ma pecca di presenza fisica.
    Nel complesso sono un ottima squadra e un quintetto che può giocarsela con tutti tranne che con gli illegali lakers.

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