Gli Hornets saranno i nuovi Thunder con Rivers e Anthony? Staremo a vedere…

I New Orleans Hornets, con le scelte al draft 2012 di Anthony Davis (n.1) e di Austin Rivers (n.10), hanno continuato una ricostruzione iniziata con la cessione di Chris Paul nel dicembre 2011, e adesso si può dire che il futuro di Nola si presenta radioso.

Ma è corretto parlare di nuovi Thunder, per l’assommarsi di talento giovane, incluso Eric Gordon e il nuovo acquisto Ryan Anderson, oppure bisogna andarci cauti e aspettare a giudicare gli Hornets la prossima favola NBA?

Andiamo ad analizzare i giovani leoni della Big Easy e le loro prospettive per quest’anno…

Eric Gordon e Austin Rivers

Alla fine gli Hornets hanno pareggiato l’offerta dei Phoenix Suns e riportato Gordon a casa, anche se per la non modica cifra di 58 milioni in quattro anni.

Visto certe cifre che girano, nulla di eclatante per un giocatore giovane, che non varrà così tanto ma può trainare un team in sviluppo e a sua volta migliorare in alcune fasi del gioco: se resterà sano, visto che l’anno scorso coach Williams l’ha visto pochino (solo nove partite); indubbiamente una sua stagione completa aiuterà la costruzione dell’attacco intorno a lui.

Sarà particolarmente interessante vedere la convivenza tra Gordon e il giovane Rivers, su cui lo staff tecnico sta già valutando una possibile transizione nella posizione di play alla Summer League attualmente in corso: mossa difficile da valutare in breve termine visto che il “nuovo” Rivers si ispira come gioco a Kobe Bryant, e pur avendo gli skills per passare bene la palla, non gli viene certo naturale impostare il gioco per la squadra.

Del resto il play titolare in casa Hornets attualmente, avendo ceduto Jarrett Jack, è Greivis Vasquez, giovane venezuelano che non ha demeritato la stagione passata, pur catapultato all’improvviso in un nuovo team e senza training-camp su cui lavorare: non sarà la soluzione a lungo termine, ma Vasquez ha una buona attitudine e saprà aiutare la transizione (sperata) di Rivers nel ruolo di point-guard.

Anthony Davis e Ryan Anderson

Che gli Hornets siano una squadra futuribile lo dimostra il fatto che l’ex Magic dovrà giocare spesso nel ruolo di centro, visto che Davis deve mettere ancora un po’ di muscoli (e altezza) per contrastare i 5 NBA. Anche se il discorso in realtà è più complesso, visto come nell’NBA attuale scarseggino i centri di assoluta qualità, e tolto Howard, Bynum e Duncan, Davis potrà giocarsela con la maggioranza degli altri.

Sfruttando le sue assolute doti atletiche e la capacità di portarsi dietro il marcatore palleggiando anche fuori dal pitturato, aprendo autostrade per i tiri da 3 di Anderson o per le entrate a canestro di Gordon e Rivers, l’ex Kentucky riuscirà sicuramente ad adattarsi velocemente nel mondo pro, pur col peso che porta essere la prima scelta assoluta.

Se può passare un paragone blasfemo, Davis potrebbe diventare come Tim Duncan: un centro nel fisico di un’ala grande.

Il resto del roster

Escludendo il bisogno assoluto di un big-man da mettere in campo per una manciata di minuti, quelli utili a far rifiatare di volta in volta Anderson o Davis, ovvero uno dei soliti rincalzi tra Turiaf, Hollins, Dampier, etc., spicca il bisogno di un giocatore perimetrale, un’ala piccola in grado di mettere punti e prendere rimbalzi.

Ecco perchè Nola puntava su Courtney Lee, poi finito a Boston, mentre potrebbe essere un’ idea a basso costo scegliere tra i waivers Josh Childress, deludente ai Suns ma potenzialmente duttile e adatto a una squadra in ricostruzione.

Importante sarà il contributo fuori dalla panca di Jason Smith, lungo dalle caratteristiche europee, visto che si vede più spesso a concludere da 3 che sotto canestro: riserva ideale di Ryan Anderson, potrebbe essere l’ideale giocatore di sostanza nel frontcourt per salvaguardare Davis.

Prospettive

Monty Williams e Dell Demps rappresentano sicuramente una delle migliori coppie di coach-gm della lega, giovani e già con una ottima esperienza, tanto che il nuovo proprietario degli Hornets e owner anche dei Saints di football vincitori del Superbowl 2009, uno abituato ad avere successo, non ha esitato a riconfermarli.

Insieme avevano portato la squadra ai playoffs nel 2011, costruendo un solido team intorno a Chris Paul, e insieme hanno gestito la faticosa stagione scorsa. Nola non ha mai mollato e si è guadagnata la prima scelta assoluta, rifiutandosi di perdere senza alcuna dignità, ma giocandosela sera per sera pur con evidenti limiti.

Adesso viene il difficile, soprattutto per coach Williams, visto che l’estate del GM è stata proficua: scaricati i contrattoni di Ariza e Okafor a Washington, tenuto Eric Gordon, e acquistato il promettente Ryan Anderson, più ovviamente Anthony Davis e Austin Rivers, adesso il giocattolo passa nelle mani del coach, e alla prova del campo.

L’obiettivo non è vincere subito, neanche i Thunder ci sono riusciti e le prime due stagioni di Durant furono tutto ma non semplici: ma almeno convincere, questa è la non facile prova che attende gli Hornets del 2012-13.

3 thoughts on “New Orleans Hornets: la lunga strada verso il successo

  1. non sarebbe male per i Suns che riceverebbero Wesley Johnson e una futura prima scelta, e Nola avrebbe un discreto centro in Lopez…

  2. Una trade fatta così la vedo abbastanza a favore dei Suns. Di Wes Johnson se ne possono fare qualcosa, mal che vada si libera tra un anno. I Wolves potevano ricavarne Landry in sign-and-trade, ma se hanno bisogno di liberare spazio per AK, chissá cosa potranno avere in cambio ora… A NOLA volevano un centro di riserva con difesa e cm, ora lo hanno. D’altronde era tra i pochi centri disponibili…

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