C'è scritto NBA Finals sulle magliette ma manca ancora una parola. Champions ? Kevin Durant ha altri pensieri

Gara 7 non è stata una formalità ma non poteva che finire così. 101 a 88 per Miami, NBA Finals 2012 contro gli Oklahoma City Thunder.

Boston parte forte, con i soliti Rondo e Garnett. Gli Heat sono sotto di 7 all’intervallo, di 8 all’inizio del terzo ma come quasi sempre in questi playoff è questo il momento giusto per scalare le marce.

Il primo vantaggio dei padroni di casa fin dal primo quarto arriva soltanto a poco più di 5 minuti al termine del terzo con un canestro di Wade. La partita resta equilibrata fino a metà dell’ultimo, poi prende una direzione chiara e definitiva.

LeBron James va dentro per la schiacciata, poi scarica per Bosh da tre punti, poi ancora segna un’incredibile tripla ben oltre la linea e sulla sirena.

E’ l’immagine della vittoria, dell’allungo decisivo. Boston non si riprenderà più, esegue male gli ultimi possessi. Oddio, non che l’esecuzione di Miami sia molto più fluida.

LeBron e Wade vanno uno contro uno, fermano la palla, ma semplicemente gli entrano tiri difficili, contestati. Questa volta c’è un Chris Bosh di più, finalmente ritrovato quasi al massimo del suo potenziale.

Gli ultimi 30 punti sono tutti lori, per quei Big 3 prima eccitati su quel palco prima della stagione 2011, ora per la seconda volta consecutiva alle Finals in cerca di un titolo mai così tanto annunciato.

Se LeBron ha guidato la carica, 31 punti, 12 rimbalzi, soli 2 assist, 9-21 da due, 1-5 da tre, 12-17 ai liberi, lo sforzo offensivo è stato comunque ben bilanciato.

Wade ha giocato una partita corretta, con i canestri importanti nei momenti decisivi, tirando 8-17 da due per 23 punti con 6 rimbalzi e 6 assist.

Senza dubbi una prova decisiva, mai sopra le righe, come avrebbe dovuto in realtà sempre fare in questi playoff. Non c’è stato bisogno di un LeBron contro tutti, ieri c’era anche lui e si è fatto sentire.

Poi Chris Bosh, 19 punti in 31 minuti, 8 rimbalzi ma soprattutto 8-10 da due e 3 triple su 4 tentativi, un exploit al tiro sfoggiato per la più importante delle occasioni.

Una delle triple ammazza Boston, ma anche un suo canestro nel cuore dell’area tiene vivo l’allungo mentre dall’altra parte si sbaglia quasi tutto.

Il gioco in pick and pop con LeBron ha mandato in confusione i Celtics, che in realtà hanno dovuto fronteggiarlo per la prima volta in questa serie dato l’infortunio agli addominali.

Non è un caso se tutti e due gli assist su questo gioco sia arrivati proprio da LeBron, per di più gli unici 2 in tutta la partita, qualcosa di strano per le abitudini dell’MVP.

Pochi ma buoni, al momento più propizio. Un uno-due che ha allontanato ogni residua speranza dei biancoverdi.

Non si può discutere del loro onore, hanno lottato a testa alta e non solo hanno costretto i favoriti Heat a gara 7 ma hanno trasformato quest’ultima in una sfida vera.

Nel finale erano chiaramente senza gambe, ma si meritano tutto il doveroso rispetto. Se lo merita Paul Pierce, 19 punti con 7-18 al tiro, se lo merita Ray Allen a quota 15 (3.8 da tre) e ovviamente Kevin Garnett, 14 punti e 7 rimbalzi.

Big 3 che probabilmente chiudono qui la loro avventura. Sono scappati negli spogliatoi senza stringere le mani ma idealmente lo facciamo noi, con un grazie per tutte le emozioni che ci hanno regalato in questi anni.

Capitolo a parte per Rondo. Forse lo si è visto rallentare leggermente, lui come KG nelle ultime due gare, e questo è stato semplicemente mortifero.

Un attimo, si può rallentare con una tripla doppia ? 22 punti, 10 rimbalzi, 14 assist, un altra gara fantastica. Quindi non gli si può chiedere di più, ovvio, questo pare scontato.

E’ solo un’impressione. Rondo c’è sempre stato, anche ieri, e questi playoff passeranno alla storia per il suo impatto, per come ormai sia tra i migliori giocatori di tutta la NBA. Senza ma se senza se.

Due role player da menzionare. Shane Battier da un lato, 12 punti con 4 triple, soprattutto ad inizio gara per tenersi in contatto con i veterani e Brandon Bass dall’altro.

Ogni tanto esplode con serate in cui il jump shot dalla media sembra immarcabile. 16 punti, 5 rimbalzi, 6-8 da due.

Si chiude quindi una serie di East Finals per molti versi entusiasmante. Non mi sarei mai aspettato una gara 7, a maggior ragione dopo le prime due gare.

Non mi sarei mai aspettato però, per dirla chiaramente, una sconfitta di Miami. Il progetto Big 3 sulle spiagge di South Beach continua.

 

IL BUONO

Chris Bosh. Passi per una volta la solita doverosa menzione di LeBron, posto che ieri Wade ha giocato una gran bella gara.

Ma il titolo non può essere che questo. Welcome back Chris. Prima di gara 7 con i rimbalzi, soprattutto in attacco, adesso con tre triple con timing perfetto.

Perfetto come la scelta per il suo ritorno. E’ un sollievo per Miami poterlo avere in forma, se non piena per lo meno buona, con le Finals ora alle porte e dei lunghi avversari, Ibaka su tutti, che saltano e corrono il triplo di quelli dei Celtics.

 

IL BRUTTO

Gli ultimi possessi di Boston. Miami ha fatto di tutto per perdere, in una logica di basket di squadra. Palla in mano a LeBron o Wade, tutti fermi.

I Celtics hanno pasticciato a loro volta, ma se LeBron segnava anche da più di 8 metri sulla sirena, coach Doc Rivers ha sofferto delle brutte percentuali di Pierce e dell’assenza di un adeguato ricambio dalla panchina.

Gli starter vanno tutti in doppia cifra, il peggiore è KG a quota 14. Ma non c’è più altro. “Siamo stati stagnanti con la palla in mano, fermi su un lato. Abbiamo permesso loro di correre e il nostro attacco non ha più trovato ritmo” dice Ray Allen non negandosi autocritiche.

 

IL CATTIVO

Danny Ainge. Deve esserlo, cattivo. Le sue decisioni in estate potrebbero fare male a molti ma deve prenderle. E’ difficile pensare che si continui così, con i Big 3 con un anno in più e Rondo.

Ray Allen e KG sono free agent, vedremo. Un titolo NBA, un’altra apparizione alle Finals, il progetto è stato comunque vincente, ha fatto storia. Smantellarlo adesso non intaccherà niente per la legacy di questo gruppo.

 

COUNTDOWN TO LEBRON JAMES FIRST RING

-4. L’ha scampata bella, ma lo ha fatto da campione. Ora le Finals. Non è successo niente, si comincia solo da adesso.

 

Kevin Durant contro LeBron James, one on one. Non suona male, vero ? Sono buoni amici, hanno passato tanto tempo insieme nella pazza pre-season del lockout, immaginando questa sfida a giugno.

Ci siamo ragazzi, le NBA Finals stanno arrivando. Pronti per le nottate, sempre e comunque. Quest’anno poi ancora di più. Equilibrio in campo, due star alle caccia del primo anello.

Si inizia martedì in Oklahoma, niente di meglio. Si preannuncia una serie lunga ed emozionante.

6 thoughts on “Gara 7 ci regala Miami – OKC alle Finals, LeBron contro Durant per una sfida emozionante

  1. Però, quanti liberi e falli in attacco cacciati dal cilindro hanno fermato l’allungo di Boston nel primo tempo…

    • Fischiar falli è la più piccola delle cose.
      Nessuno può cambiare quello che è già stato decretato, meno che mai i grigi e neppure i giocatori che scendono in campo. Poi, noi, diciamo: “i giocatori”, ma non è un gioco, ormai è ben altra cosa.
      Per caso nelle Finals c’è anche uno che ha avuto a che fare con i negoziati per far partire la stagione?
      Non lo avrei mai immaginato!!! Incredibile!!!

  2. gara 7 bellissima, ad un certo punto credo di aver ingravidato il mio compagno dopo quella bomba tirata direttamente da casa. Lui essendo di fede Celtica a cui piace amoreggiare sotto i poster 100×100 del bigliettone o di rondo x guappeggia, gia gemeva dopo svariati sorpassi di Boston, tant’e’ che manipolava il mio posteriore a piacimento per poi scambiarci di posizione ad ogni canestro, ad una velocita tale che alla fine ci siamo disintegrati ad unisono….Abbiamo passato una bella nottata. Lui adesso dopo aver riposato e di la insieme ad un compagno serio, si stanno spippando davanti la tripla doppia di Rajon, tra poco spegneranno la luce x incaprettarsi a vicenda ..

  3. mi sapete dire che ora sono in Oklahoma mentre qui in Italia sono le 20 ? Mi serve per capire a che ora sara la palla a due, cosi metto la sveglia alle 20 e mi alzo di notte. Stanotte ad esempio mi sono defecato addosso, mai successo in 40 anni. Sara stato il tiro dall’arco di Allen, forse la paura di perdere o battere gli heat, tant’e che mi sono defecato letteralmente di sopra. A quell’ora defecarsi sopra e una situazione difficile da gestire, si corre il richio di svegliare tutti, infatti ho sentito un chiaro e forte …fatte vedere pazzo da catena..

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