Dopo l'ultima buona stagione, la dirigenza Jazz dovrà prendere delle decisioni questa estate...

Per studiare compiutamente la stagione di una squadra, non si può unicamente limitarsi all’analisi delle ultime partite giocate nella stagione. Bisogna conoscere il back-ground, osservare il percorso tracciato durante l’anno e valutare gli obiettivi con i quali si è giunti al termine del viaggio.

A Salt Lake City già provare a giocarsi il primo turno di Play-Off contro San Antonio è sembrato alla città il compimento di un’impresa.

Dopo la partenza a metà della scorsa stagione dell’uomo franchigia e di un allenatore che ha scritto la storia del basket contemporaneo, il nuovo coach ha dovuto completamente riadattare la squadra alle esigenze delle pedine arrivate a metà del tragitto.

Non era pensabile poter competere per il titolo, non dopo aver perso Carlos Boozer e Deron Williams in soli due anni, non ricevendo in cambio giovani dal futuro roseo e scelte al draft.

Così la serie contro gli Spurs è durata poco più di due quarti, il tempo necessario a Parker per prendere le misure di una difesa che ha provato in tutti i modi a contenerlo ma nulla ha potuto contro le continue penetrazioni degli esterni, che l’hanno affondata prima emotivamente e poi tatticamente.

Quelli che si pensavano potessero essere i punti di forza dei Jazz sotto canestro, gli eventuali mismatch favorevoli contro i Diaw, Bonner e Splitter, si sono rivelati inefficaci alla luce di un avversario che ha sistematicamente annullato la potenza da fuoco del back-court, lasciando tutto il peso dell’attacco in mano ai due lunghi, Jefferson e Millsap, che non hanno certo sfigurato ma lungi dall’essere quel tipo di giocatori che possano risolverti una partita, non contemplando neanche l’idea di modificare le sorti dell’intera serie.

Se ci aggiungiamo l’inevitabile mancanza di esperienza nel roster, è evidente come Utah non abbia mai avuto una singola possibilità, contro una corazzata che ancora oggi sta guerreggiando con i Thunders per accaparrarsi il titolo di regina della Western Conference.

Troppo distante il gap tra le due squadre, poco solidi i Jazz nell’affrontare questi Play-Off con velleità di titolo: le carenze strutturali di una squadra ricostruita di recente sono evidenti, come evidenti appaiono le deficienze in alcuni ruoli chiave, primo tra tutti lo spot di play-maker.

O’Connor, Gm di Utah e Corbin non si sono certo tirati indietro durante le press-conference post-gara 4, ammettendo apertamente la totale sconfitta, ma scorgendo dal lato positivo la netta crescita di una squadra, che mai e poi mai avrebbe voluto mancare per il secondo anno consecutivo la post-season.

Ora però cosa ci si attende dal futuro? È meglio interrompere il progetto tecnico sin qui intrapreso, ripartendo realmente da zero o mantenere un livello di mediocrità nella speranza che la dea bendata volti lo sguardo ai laghi ad est del Nevada?

Le notizie certe che ci giungono per ora, dicono che sicuri partenti nella prossima stagione saranno Raja Bell, che chiese di essere ceduto già a febbraio poco prima della dead-line, e C.J. Miles, free agent quest’estate e deciso a vagliare le numerose offerte che arriveranno, in particolare quella dei Mavericks.

La restante parte del roster è formato da giocatori ancora in fase di evoluzione che però quest’anno hanno dato forti segnali di crescita e maturità, come Derrick Favors (possibile titolare dal 2013), Alec Burks e Gordon Hayward, ad altri di sicuro affidamento ma dai margini di crescita ridotti all’osso, come Harris, Jefferson e Millsap.

Il pacchetto lunghi comprende anche l’oggetto misterioso Enes Kanter, arrivato come possibile steal dello scorso draft ma mai veramente in grado di incidere su una partita come il suo fisico possente gli permetterebbe: se si volesse scommettere ancora su di lui, non peregrina si delineerebbe l’idea di sacrificare uno tra Al e Paul (unrestricted FA nel 2013), magari inserendo anche il contratto di Harris per provare ad acquisire un play-maker di livello e qualche innesto dalla panchina.

Possibile interessata all’affare è Houston, sempre in cerca di un movimento che gli permetta di acquisire giocatori utili alla causa e prossima all’addio con una delle due point-guard che ha in roster, Lowry e Dragic.

Inoltre non poco appetitosa è l’opzione di 10 mil. $, ricevuta dai Nets in cambio del contratto in scadenza di Mehmet Okur all’inizio della passata stagione. Nel caso in cui non si riuscisse ad arrivare agli obiettivi desiderati tramite trade, il fiorente mercato dei FA estivi potrebbe riservare qualche gradita sorpresa.

Il cammino per tornare a competere ad alti livelli nella Western Conference è ancora lungo e ripido e sembra che, sino a quando non verranno prese decisioni radicali con i giocatori che occupano gran parte dello spazio salariale disponibile, la città di Salt Lake City rimarrà senza finali NBA ancora molto, molto a lungo.

11 thoughts on “Futuro incerto a Salt Lake City

  1. Per quale motivo dovrebbero interrompere questo progetto ?
    Un progetto che ha permesso loro di avere 4 selte alte, di fare i Po e di avere tra una anno tanto spazio salariale .
    Poi Kanter oggetto misterioso per quale motivo ?
    Hibbet (non un fenomeno) ci ha messo 4 anni per uscire fuori e incidere.
    Kanter ha 19 anni è europeo e veniva da un anno di inattività, inoltre vista la concorrenza ha giocato poco. Ma il turco è buono e piano piano verrà fuori.
    Con la crescita di Favors (difensivamente super) c’è da scegliere chi tra Millsap e Jefferson dovrà partire.
    Pecato aver perso la scelte dei warriors ma io onestamente non vedo Utah una squadra da rifondare, anzi, mi sembra un progetto molto solido.

    • perchè è stata spesa una scelta alta per lui e, nel suo primo anno, non ha lasciato il segno, per così dire. sono convinto anche io che si farà, ma farlo coesistere in attacco con favors mi sembra alquanto difficile (lieto di essere smentito).
      per rifondare intendevo, viste le partenze quasi sicure di miles e bell, lasciar partire anche harris, jefferson e millsap, investendo sui giovani. l’anno prossimo sei in lottery ma di sicuro crescono e si fanno le ossa.
      al netto di tutto, le mie perplessità che si torni a competere per passare anche il primo turno di PO a breve, rimangono immutate.

      • La Lottery doveva esserci quest’anno..vista la profondità di questo Draft….
        E comunque i PO sono arrivati anche perchè Portland ha ricostruito in corso…e perchè Rockets e Wolves hanno avuto infortuni…
        Cedere Jefferson e Harris tuttavia non sarebbe ricostruzione, ma parte del progetto…

  2. I Jazz non dovevano essere competitivi quest’anno….essere arrivati 8° è stato notevole…purtroppo abbiamo perso le 2 scelte…
    Per il resto c’è da aspettare che crescano i 4 giovani….cedere uno tra Millsap e Jefferson e lasciar scadere Harris…
    Siamo in linea con i programmi….ma perchè si parla di ri-rifondare…?
    Kanter è buono….ma ha bisogno di almeno 3 anni…

  3. Uno tra Millsap e Jefferson dovrebbe partire, questo è assodato. Che i centri abbiano bisogno di più tempo per rendere è pacifico, su Kanter punterei ad occhi chiusi.

    Se si riuscisse a scaricare Harris sarebbe il momento di decidere cosa fare con Burks. Il futuro della franchigia è in piena costruzione, ragion per cui ci sono diversi dubbi : Favors riuscirà a dare una dimensione completa al suo gioco offensivo in post? Hayward diventerà consistente o non andrà oltre ai livelli di un “Gallinari dei poveri”? Sarà pronto Burks a prendere la squadra in mano e, se mai lo sarà, quando?

    • Harris male che vada scadrà a fine stagione…quindi al massimo lo sopportiamo un’altra stagione…
      Favors per me è forte…forte forte…difensivamente potrebbe diventare dominante…il classico giocatore su cui basare un sistema difensivo…in attacco oggi vive di strapotenza…ma i fondamentali lasciano a desiderare..ha bisogno di lavorare…speriamo lo faccia quest’estate…ma in attacco potrebbe dire comunque la sua…specie se migliorerà ai liberi…
      Burks a me piace…ma deve giocare…così potremo capire se potrà effettivamente diventare la nostra Sg titolare…

  4. Ma Harris chi se lo prende…?a meno di riprendersi un contrattone mi pare difficile. Kanter è una terza scelta ma non doveva essere pronto subito, anche quelli chiamati dopo non é che abbiano spostato più di tanto. Per me con Favors di accoppiano bene, a rimbalzo sono strepitosi, uno è atletico l’altro è più tecnico. Basta trovare le giuste spaziature e ilodo di farli convivere lo si trova. Difensivamente hanno avuto già impatto. Piuttosto serve un play.

    • Probabilmente l’obiettivo dev’essere proprio cedere Harris + Jefferson (o Millsap) per una buona PG (o magari per scelte abbastanza alte al draft, ma io non lo farei). Harris va in scadenza quindi è appetibile. Magari puntare su uno dei 2 di Houston sarebbe l’ideale, ma ci sarà concorrenza…

  5. .
    Fatta eccezione per la sfortuna di questo draft, hai l’opportunità di scegliere cosa fare di Jefferson Millsap e Harris: potere di scambio complessivo 30 milioni. se proprio non trovi niente di invitante li lasci scadere (a malincuore) e dal 2013 hai Kanter-Favors-Hayward-Burks a roster per 16 milioni e spiccioli.
    se questo è costruire male i Bobcats sono figli di Chernobyl.

    • non credo di aver fatto menzione di cattiva ricostruzione. semmai della possibilità di creare un ground zero intorno a giovani magari promettenti, di sicuro non pronti per arrivare ai PO.

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