La delusione di Kobe al termine della serie con i Thunder

La stagione dei Lakers è finita con la sconfitta contro i Thunder nelle semifinali di conference. Il risultato della serie dice 4 a 1 per i Thunder, finale più netto di quanto le singole partite abbiano fatto vedere, anche se alla fine ha vinto la squadra più forte sia tecnicamente sia atleticamente.

Adesso cosa succede a Los Angeles, sponda Lakers?

Subito dopo gara 5 Kobe Bryant ha dichiarato: “Non sto scomparendo nell’ombra … Non sto andando da nessuna parte, … noi non stiamo andando da nessuna parte… Abbiamo costruito questa squadra abbastanza in fretta… Dobbiamo solo farlo di nuovo. Che arrivi l’inferno o il diluvio noi saremo ancora qui.”

Insomma con questa sconfitta non si deve celebrare il funerale della franchigia angelina, capace di vincere di nuovo dopo Magic e Kareem, dopo Kobe e Shaq: la proprietà riuscirà a costruire una nuova squadra vincente partendo dal buono che questa squadra ha fatto vedere in questa stagione.

Salvo poi andare avanti con le dichiarazioni con: “Non sono davvero sicuro, davvero non so, è una questione importante… Questo è un territorio non familiare… è piuttosto strano per me. Non sono la persona più paziente del mondo…”

Come dire, va bene perdere ma non è mia intenzione abituarmici e voglio tornare presto a giocare in una squadra competitiva ai massimi livelli, altrimenti il mio pessimo carattere verrà fuori e sarà difficile per tutti averci a che fare.

I Lakers hanno diversi nodi da sciogliere in questa off season, dal ruolo del GM Kupchack, alla scelta dell’allenatore, se confermare o meno Mike Brown, alla composizione del roster per l’anno prossimo.

Certamente il tempo non gioca  a favore dei Lakers visto che il loro giocatore di riferimento è un 34enne alla 16° stagione NBA,  è anche vero però che il suddetto trentaquattrenne stava per diventare il top scorer più anziano della storia della lega, e nei playoff è stato ancora il giocatore che ha tenuto in linea di galleggiamento i Lakers davanti alla marea blu di OKC.

Ora la dirigenza Lakers deve impostare il futuro, anche se per i Lakers è difficile parlare di ricostruzione, di futuro nel lungo periodo: i gialloviola devono essere sempre competitivi al massimo livello, vincenti, per la storia che hanno, per la città in cui giocano, per il glamour che li circonda non possono permettersi di fare stagioni di transizione.

Per la prossima stagione i Lakers hanno sotto contratto: Bryant, Gasol, World Peace, Blake, McRoberts, Eyenga, team option per Bynum, player option per Session  : con questi giocatori siamo a un payroll di circa 83 milioni di dollari, di cui più di 27 milioni solo per Kobe Bryant. Una situazione salariale impegnativa che richiederà parecchio impegno e inventiva alla dirigenza angelina per ricomporre una squadra più funzionale rispetto a quella scesa in campo nella stagione appena conclusa.

Bryant rimane il punto fermo del roster dei Lakers per la prossima stagione, sia perchè ha dimostrato di essere ancora uno dei migliori nel suo ruolo sia perchè dopo 16 anni di Lakers i destini del Ventiquattro sono ormai legati a doppio filo alla franchigia Angelina.

Alla posizione di playmaker quest’anno nei progetti dei Lakers doveva esserci Chris Paul, ma la trade di inizio anno è stata bloccata dalla NBA in quanto proprietaria degli Hornets e così nella posizione per i Lakers si sono esibiti: Derek Fisher, Steve Blake e Ramon Session.

Fisher è stato poi ceduto ai Rockets per liberare delle spazio salariale, ma già prima di questa stagione aveva dimostrato di aver dato il meglio di se nel passato e la sua importanza era legata più al suo ruolo di equilibratore dello spogliatoio più che al suo ruolo sul campo.

Blake non è un playmaker, è un cattivo trattatore della palla per gli standard NBA e non è un costruttore di gioco: il suo ruolo può essere quello di specialista che tira da tre piazzato sugli scarichi che genera l’attacco, ma non certo quello di costruire con passaggi e palleggio, in più pur essendo “tosto” sia fisicamente sia mentalmente è però atleticamente modesto e soffre difensivamente contro i playmaker e le guardie di prima fascia NBA.

Session si è dimostrato un buon giocatore quando può andare ad alto ritmo ma nell’attacco controllato di Brown e nell’aria rarefatta dei playoff ha fatto vedere la sua inesperienza, e pur avendo dimostrato di essere un giocatore che può cambiare ritmo all’attacco, in difesa non è mai riuscito ad incidere e nelle sfide decisive con OKC ha perso troppi palloni in modo banale. Inoltre la sua inconsistenza nel tiro da tre punti non ha mai permesso all’attacco dei Lakers di aprire le difese avversarie.

Se rimane questo, ovvero se non migliora in difesa e/o nel tiro da tre punti, Session potrebbe essere al massimo il play di riserva che entra dalla panchina per cambiare ritmo alla gara.

Poi ci sarebbe il capitolo Metta World Peace, già uno che cambia nome, con la sua storia passata, dovrebbe non essere il pezzo adatto a completare il puzzle Lakers, eppure è uno dei migliori difensori della lega, può difendere praticamente su chiunque senza andare mai sotto fisicamente, con due piedi da pugile, mani veloci e fortissime in grado di strappare palloni sempre, con un tiro da tre punti piazzato più che decoroso e con la personalità sufficiente per giocare con Bryant ai massimi livelli (fu lui l’MVP di gara 7 contro Boston nell’ultimo titolo vinto da LA).

Peccato il resto, ovvero le improvvisazioni offensive, dove Metta è uno dei maggiori distruttori di schemi e spaziature d’attacco mai apparsi, e uno  dei giocatori più ondiviaghi della lega, in grado di “non venir giù alla partita” senza nessun motivo.

Capitolo lunghi: Pau Gasol è un difensore sottovalutato e uno dei migliori giocatori di post della lega, se non il migliore, grazie ad una varietà di movimenti incredibile, alla capacità di usare entrambe le mani, di giocare sia il post basso sia il post alto ed il gomito con pari efficacia, sia come finalizzatore sia come passatore.

Il difetto qual’è? Pau ha già sicuramente raggiunto il suo picco di rendimento e se non si sente adeguatamente coinvolto offensivamente si muove per il campo con regale distacco e non partecipa con il richiesto impegno ne in attacco ne in difesa.

Andrew Bynum: giovane, grosso, mani educate, buoni piedi, in costante crescita nelle ultime stagioni, in grado di fare una tripla doppia con le stoppate ai play off, in grado di prendere 30 rimbalzi in una partita, insomma uno dei giovani lunghi più dominanti dell’orizzonte NBA.

Tecnicamente a Bynum manca un pò di esplosività per finire anche di potenza nel traffico, data la sua dimensione fisica, e la capacità di gestire i raddoppi facendo uscire con tempi e modi adeguati la palla da quei raddoppi. Qui il “Ma” scatta ancora, più che sulle caratteristiche tecniche del giocatore, sull’attitudine del giocatore, che non sembra essere maturato mentalmente quanto lo è fisicamente: certe sue dichiarazioni, certi suoi atteggiamenti non lo hanno mai fatto sembrare il giocatore su cui costruire il destino dei Lakers.

Il resto del roster?
Mestieranti NBA, alcuni alla fine della corsa come Barnes e Murphy, altri ancora in grado di dare qualcosa come Hill, nessuno in grado realmente di incidere uscendo dalla panchina.

Capitolo allenatore: passare dall’allenatore più titolato della storia del Gioco, uno dei più carismatici e “diversi”  allenatori mai apparsi su una panchina professionistica a Mike Brown è sicuramente un bel salto.

Brown è stato bravo a non farsi schiacciare dalla situazione, dal passare dalla sonnolenta Cleveland a quel circo a tre piste che sono i Lakers: è riuscito a farsi ascoltare dallo spogliatoio, ovvero da Bryant, è rimasto credibile rispetto alla proprietà e verso i media, sul fatto che sia lui l’allenatore in grado di costruire il futuro dei Lakers c’è sicuramente qualche dubbio, però Brown con questa stagione si è guadagnato la possibilità di provarci anche nella prossima.

Quindi a questo punto cosa fare per rimescolare le carte del roster dei Lakers e dare a Bryant una squadra con cui provare a dare l’assalto al sesto titolo NBA?

Bynum sembra il giocatore da cui partire, lo si scambia solo per un altro top player NBA, se si cerca nel suo ruolo o comunque nel settore lunghi il solo Howard sembra una alternativa realmente percorribile anche se non semplicissima, altrimenti Bynum resta il lungo del presente e del futuro di questi Lakers.

Blake e Metta non sembrano due pedine appetibili sul mercato, così il solo Gasol sembra essere un giocatore che può avere mercato e che può portare un altro top player ai Lakers.

A questi Laker servirebbe un altro giocatore dietro in grado di far distribuire il gioco, creare qualcosa dal palleggio e con un tiro da fuori affidabile, esattamente l’identikit di Cris Paul, che però non sembra più un giocatore prendibile dai Lakers.

Serve un giocatore, alla posizione guardia\ ala piccola,  che esca dalla panchina e sia in grado di dare qualcosa o in termini offensivi o in termini difensivi. Senza Kobe e Metta in quelle posizioni i Lakers di quest’anno non hanno avuto praticamente nulla dai vari Barnes ed Ebanks.

Se invece di scambiare Gasol per un piccolo si decide di tenere come play titolare Sessions, bisogna comunque decidere come utilizzare Gasol poichè in questa stagione si è visto come siano poco compatibili lui e Bynum, quindi forse è meglio per i Lakers e per Gasol stesso trovare una destinazione alternativa e portare a Los Angeles un lungo che giochi posizioni del campo diverse da quelle che gioca, ad altissimo livello, lo spagnolo.

I Lakers non partono da una situazione disperata e di deserto tecnico: partono da una situazione salariale onerosa, da una roster con giocatori buoni, anche ottimi ma disfunzionali tra loro; disfunzionalità che quest’anno ha fatto vedere di non essere superabile senza cambiare qualcosa a livello di uomini.

L’estate si preannuncia lunga e complessa per la dirigenza angelina, ci sono tante ipotesi da vagliare, una squadra da cambiare senza perdere competitività, anzi, rendendola più forte. Di altri possibili Cris Paul all’orizzonte non se ne vedono però è necessario provare a trovare i pezzi mancanti del puzzle gialloviola.

 

14 thoughts on “Ennesima estate calda a Los Angeles?

  1. “Di altri possibili Cris Paul all’orizzonte non se ne vedono”…beh, ci sarebbe un certo Deron Williams…

  2. Secondo me LA si accoppia troppo male con OCK perchè ha i lunghi per stare con Gasol e Bynum. Ma in un’eventuale finale con Miami (senza Bosh ma anche con) chi tiene quelle due torri?
    Secondo me la squadra è da titolo. Problema che si accoppia male con OCK.. Al roster attuale aggiungerei solo un sesto uomo con punti: Crawford, anche se il monte piangerebbe

  3. Per me Artest quest’anno ha fatto a migliore stagione nei lakers.. bynum e gasol sarebbero da cedere troppo scemo il primo e troppo poco professsionale (ovvero demotivato) il 2°…
    toglierei anche brown il sogno è jerry sloan…

    con le regole nba bryant può uscire dal contratto e firmarne uno più basso?

    • Può farlo solo con contratto in scadenza, con l’amnesty non può. Salvo questo non penso proprio che Bryant si taglierà il salario.

  4. io darei via gasol e prenderei scola. si accoppia benissimo con bynum ed è un giocatore che ha le palle! gasol-bynum non funziona, nei due titoli bynum non ha giocato abbastanza!

  5. presi come figurine, ovvio che non ci sta minimamente. ma ad un certo punto bisogna chiedersi cosa c’è che non va. tra gasol e bynum uno se ne deve andare. per questioni anagrafiche manderei via lo spagnolo. di tim duncan in giro non ce ne sono e scola mi sembra tutt’altro che da buttare.
    se invece vogliamo prendere howard-williams… alzo le mani e mando via entrambi :)

    • Peccato che Gasol e Scola abbiano la stessa età, anzi, Scola è qualche mese più vecchio. A sto punto mi tengo Gasol che conosce già il sistema.

  6. Ma e’ possibile che per ogni articolo dei Lakers ci siano, in media, 800 commenti in piu’ rispetto ad articoli su altre squadre!

    Ma quanto siete monotoni??
    :-)

    Esistono anche altre 29 squadre! Tra l’altro molto piu’ simpatiche!
    :-)

    • Questo è un articolo sui LAL, è normale che si parli di loro. Articoli su altre squadre non ne vedo, a parte i recap.

  7. via Gasol per Scola+Lowry (che tanto è in rotta con McHale e va via sicuramente). Cercare di firmare Beasley come sesto uomo e regalargli una testa. Infine cercare lo scambio Howard-Bynum, ma se non fosse possibile non sarebbe un dramma.

  8. Scola per Gasol ci sta eccome… Certo, con la penuria di buoni centri che c’è in questi anni, non puoi certo lasciar andare Bynum senza avere nessuno dietro o buone scelte al draft…
    Ma è chiaro che per non fare un’altra stagione come questa i Lakers qualcuno dovranno pure cercare di scambiarlo, altrimenti tocca aspettare che vadano in scadenza un po’ di contratti, ma a quel punto ti scordi di vincere per un pezzo…

  9. Sono un tifoso gialloviola e dico una cosa: con Bynum come centro titolare non si vincerà mai. Per le altre squadre basta coinvolgerlo in un semplice pick-roll alto e quasi lo estrometti dalla difesa. Dobbiamo vincere con Kobe, quindi nei prox 2 anni (bene che và 3), poi ci sarà da ricostruire.. io Gasol non lo darei, userei Bynum come pedina di scambio, ridando a Pau il ruolo di centro titolare. Inoltre, mi era piaciuto un sacco Session che partiva nella second unit (le prime partite ai lekers) e metteva in ritmo i compagni, c’era fluidità in attacco e lui dava mostra delle sue capacità. In un attacco fermo e poco fluido, come troppo spesso si è visto con Kobe, Pau e Drew, Session mi sembra davvero sprecato o tuttalpiù inefficace.. che ne pensate?

  10. Se si prendessero Deron e Howard allora impacchettiamo e spediamo Bynum e Gasolo, però oggi come oggi è difficile firmare Wiliams, si dovrebbe trovare una terza squadra da coinvolgere in un sign-and-trade.
    Altri grandi giocatori dietro prendibili non ne vede. Allora uno scambio Gasol – Bargani, con Bynum che mantiene il suo ruolo in post, Session e Bryant rimangono i due dietro, Metta te lo tieni perchè non è scambiabile per testa e contratto, e Andrea va a giocare spazi che ne Bynum ne Gasolo vogliono e sanno giocare.

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