Il lamento di Marc Gasol. I Grizzlies hanno perso una grande occasione per fare strada nei playoff

Nessuna possibile rivincita per gli Spurs, nessun possibile back to back per i Grizzlies.

In una delle serie piu’ incerte, complicate ma soprattutto entusiasmanti degli ultimi anni, alla settima vincono i Clippers, che volano a vele (neanche troppo spiegate, causa infortuni) alle semifinals della Western Conference.

Decisive per l’uscita dai playoff dei Grizzlies sono state certamente le sconfitte di un solo punto in gara 1 e 3 e quella nell’overtime di gara 4, partite nelle quali Memphis non e’ riuscita a gestire bene, anzi ha gestito malissimo, gli ultimi minuti. Indicative sono le statitistiche dei Grizzlies nelle prime due vittorie Clippers: in gara 1 Gay e compagni sono riusciti a farsi rimontare 24 punti negli ultimi 8:40 da giocare, segnando solamente un canestro negli ultimi 14 tentativi e perdendo la palla 5 volte (28 – 3 il parziale per i Clips); numeri che “migliorano” in gara 3 ma che rimangono sempre sportivamente drammatici (3/16 dal campo e 3 turnovers nell’ultimo quarto).

Un bel contributo a questa debacle l’hanno data anche i numerosi falli spesi molto presto in gara 4 da Gasol, Randolph e Allen che hanno costretto Coach Hollins a cambiare i piani difensivi e una gara 7 in cui si e’ registrato uno 0/13 da tre e solamente 6 punti in contropiede.

Dopo essere stata la “cinderella” nei playoff dell anno scorso, eliminando al primo turno da numero 8 del bracket i San Antonio Spurs e costringendo a gara 7 i Thunder dopo aver giocato un triplice overtime sul 2-1 a loro favore, tutto questo senza il loro “go to guy” Rudy Gay, Memphis si e’ conquistata un’ importante considerazione nella lega, riaffermata anche nella regular season di quest anno dove ha raggiunto la miglior percentuale di vittorie (0.621) della sua storia.

Nonostante questo record di franchigia, il coach Lionel Hollins ha avuto i suoi problemi durante il corso della stagione causati soprattutto dall’ infortunio, l’1 gennaio, di Z-Bo, trascinatore della squadra nei playoff dell’ anno precedente.

Il n.50, nativo di Marion, Indiana, rimase nella injury list per tre mesi e torno’ a fine marzo, nell’ultimo mese di stagione regolare, aiutando i compagni a raggiungere il quarto posto della conference chiudendo con 14 vittorie e 3 sconfitte. (lo stesso Hollins venne eletto coach del mese di Aprile).

Nel corso di tutta la serie Hollins ha dovuto amalgamare due filosofie di gioco differenti, quella sorprendente dell’ anno scorso in cui Randolph era il fulcro del gioco e Gay era infortunato e quella vincente della regular season in cui la situazione precedentemente descritta era ribaltata.

Le premesse sembravano ottime, essendo Z-Bo e Gay due giocatori che si spaziano in maniera competente in fase offensiva e che in difesa avrebbero concesso poco rispettivamente a Griffin e a Butler, ma non e’ stato cosi’.

Troppe carenze fisiche di Randolph (dovute alle poche partite giocate in stagione) nelle prime gare della serie ma soprattutto troppo poco tiro perimetrale messo continuativamente dal backcourt che veniva sempre piu’ concesso dalla difesa dei Clips, che chiudeva sulla coppia di lunghi, come ha affermato lo stesso Z-Bo : “Devi avere qualcuno che apra la difesa. Le altre squadre sanno quanto siamo pericolosi io e Marc (Gasol) nel pitturato; e’ qualcosa che va messo a posto”.

Probabilmente Memphis ha anche pagato il fatto di avere una squadra molto giovane, alle prime esperienze nei playoff, dove da outsider (l’anno precedente) senza alcuna aspettativa, avevano fatto benissimo, mentre con i Clippers, dati per super favoriti, hanno fallito subito, subendo la pressione e dando per vinte partite, come gara 1, che nella post season non puoi concedere agli avversari, come ha affermato lo stesso Hollins nella conferenza post partita: “Siamo arrivati a gara 7 con troppa pressione e paura (di perdere). Dovevamo andare “a tutto gas” e non l’abbiamo fatto”.

Tuttavia, nonostante la delusione per l’eliminazione, per i Grizzlies ci sono state anche alcune note positive; soprattutto la eccellente difesa di Tony Allen (uno tra i piu’ esperti), il quale ha preso per tutte le sette gare Chris Paul in difesa e lo ha limitato, per quanto si possa limitarlo, e se Memphis e’ riuscita a rigiocarsi il passaggio alle semifinals di conference in casa lo deve principalmente alla sua difesa in gara 5.

L’essere cosi’ giovani e’ stato certamente un fattore negativo per questi playoff ma a lungo termine non puo’ che essere d’aiuto ai Grizzlies, i quali potranno solamente crescere con lo stesso gruppo, avendo i giocatori franchigia (Randolph, Gay, Conley e Gasol) con contratti lunghi, mentre in cinque saranno free agent ad inizio luglio – Arenas, Arthur, Haddadi, O.J. Mayo (restricted f.a. ed ha gia’ affermato di voler restare) e Speights – e scegliendo alla numero 25 nel prossimo draft (il quale sara’ uno dei piu’ profondi degli ultimi 10 anni, per cui anche una scelta cosi’ bassa potra’ rivelarsi molto utile)

D’altronde, come ha detto Hollins a fine gara 7: ”I ragazzi stanno soffrendo, anch’io sto soffrendo, ma fortunatamente domani e’ un altro giorno. E’ stata una stagione molto soddisfacente con un finale amaro, ma alla fine tutte le squadre tranne una avra’ un finale amaro”.

Tra quelle squadre che non avranno “a bitter end”, l’anno prossimo ci potranno essere sicuramente anche i Grizzlies…

4 thoughts on “Le attenuanti dei Grizzlies

  1. uno tra gay e z-bo è di troppo,IMHO è rudy che deve partire. a memphis servono tiratori perché:
    – conley deve gestisce la palla, altrimenti è inutile
    – una delle migliori coppie di lunghi della nba va sfruttata fino in fondo
    aggiungiamo il mega-contratto di gay e la sua sospetta leadership nei minuti finali. mi sembrano buoni motivi per cederlo.
    non a caso l’anno scorso memphis ha giocato meglio con battier.

    • Probabilmente hai ragione, nella situazione di Memphis sarebbe meglio cedere Gay, ma è indubbio quanto sia piĂą forte di ciccio Randolph e quanto conti nel clutch time. Solo che è sfruttato poco, ai Grizzlies Gay fa la parte dell’Iguodala o del Granger di turno, ma è un realizzatore come pochi, capace di fare tutto.

      • appunto
        se gay “fa la parte dell’iguodala” è sprecato. quindi restano 2 possibilitĂ :
        1) squadra costruita attorno alle sue caratteristiche
        2) oppure no
        io credo nella (2) per i motivi sopra elencati. più forte di z-bo?magari è vero, non posso misurare il talento, ma credo che randolph sia molto più utile e funzionale per memphis.

  2. Per me il problema è lo spot di guardia. Li hanno sofferto come nessuno altro. OJ non è un tiratore eccellente, sa fare tante cose ma metterla con continuità non è nelle sue corde. Se hai Tony Allen ti ritrovi due difensori pazzeschi con pochi punti nelle mani.

    Devono prendere uno che gli garantisce punti dagli scarichi e che abbia la capacitĂ  di battere l’uomo in penetrazione. Un Gordon (Hornets) sarebbe perfetto.

    Sono completi, salvo nello spot due. Non vedo perchè cedere Gay, uno dei migliori del suo ruolo che peraltro non pesta i piedi a Zibo. Quest’ultimo che purtroppo non era in condizioni eccellenti. Sono convinto che se ci fosse stato Young al posto di OJ avrebbero vinto la serie.

    In una squadra del genere con un sistema difensivo di primo livello, si possono permettere anche un giocatore che non fa della difesa il suo forte. Però in attacco gli regalava tanti punti.

Leave a Reply to alert70Cancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.