L'abbraccio fra Durant e Nowitzki a fine serie

L’orgoglio e la determinazione di Wunder Dirk e compagni, questa volta, non è bastata.

Dopo Gara 3, malamente persa sul campo di casa, il Tedesco aveva detto ai microfoni di casa che avrebbero lottato per cercare di riaprire, almeno un poco, la serie. Probabilmente anche lui non ne era convinto, sicuramente a conoscenza che nessuna squadra nella storia del gioco ha mai ribaltato una situazione di 0-3.

LA GARA

Prima metà di gara di sostanziale equilibrio tra le due formazioni (47-47).

Nella terza frazione i Mavs allungano, con 10 punti di Nowitzki in sei minuti per il +11 Dallas (56-67). L’inerzia sembra tutta per i padroni di casa, perché a due triple consecutive di Fisher (chiuderà con 12 punti con 5/6 al tiro in 30 minuti) rispondono Kidd e West con due altrettanti canestri da tre e Nowitzki e Mahinmi con i liberi. Finale di terzo quarto sul +13 Dallas (68-81).

Inizio ultima frazione: i Mavs sanno che sono a 12 minuti da una grossa boccata di ossigeno, che potrebbe portarli quantomeno a gara 5. I Thunder, per contro, sanno che recuperando, e vincendo, avrebbero più tempo per prepararsi alla sfida con la vincente tra Denver e Lakers. Pronti, via, in 5 minuti è parziale di 12-5 per gli ospiti, complici 7 punti di James Harden e una tripla di Durant.

Rick Carlisle sente che il vento sta cambiando, chiama timeout sull’83-86 per i suoi per arginare l’emorragia. Al rientro in campo, Nowitzki sbaglia da due, Marion segna e dall’altra parte ancora il Barba e Durant combinano per 5 punti: la rimonta è completata, a 6:05 dal termine è parità a quota 88 (parziale 20-7 Thunder).

L’inerzia ormai è definitivamente in mano agli ospiti. Grazie ad un Harden scatenato, il finale è scritto. Sul 100-97, l’ennesima penetrazione di Harden e un libero conclusivo di KD regalano le premature ferie ai Campioni NBA 2011.

Kevin Durant chiude con 24 punti (7-10 da due e 2-8 da tre), 11 rimbalzi e 4 assists. Westbrook, positivissimo nelle prime due gare e discreto in gara 3, stecca questa Gara 4 chiudendo con 12 punti con 3-12 al tiro.

Tra i Mavs, grande il cuore di Wunder Dirk, 34 punti con 10-25 al tiro e 13-13 ai liberi. Ancor più grande quello di Jason Kidd, che a 39 anni registra una prova da 16 punti 7 rimbalzi e 8 assists con 4 triple. Stecca ancora una volta la partita (e in generale la serie) Jason Terry, insufficiente con 11 punti con 4-12 dal campo.

I Mavericks non perdevano 4 gare di playoffs in striscia dalle Finali NBA del 2006. Per i Thunder, era dal 1996, quando ancora erano i Seattle Supersonics, che non arrivava un sweap in quattro partite, allora contro gli Houston Rockets.

MVP

Dopo Durant, dopo Westbrook, dopo tre gare giocate molto bene (soprattutto la prima), tutto era pronto per regalare il momento forse più importante di questo primo turno al Miglior Sesto Uomo dell’Anno: James Harden è stato l’indiscusso MVP di Gara 4. Per lui 29 punti con 11-16 al tiro, 3-4 dall’arco, 5 rimbalzi, altrettanti assists e tre palle rubate. Quel che conta di più, però, sono stati i 15 punti segnati nell’ultimo quarto, a guidare senza se e senza ma la rimonta dei Thunder.

LE DICHIARAZIONI POST PARTITA

James Harden: “Sono entrato in modalità “attacco”, ero determinato a far bene”

Rick Carlisle sul Barba: “Harden ci ha battuto con giochi individuali, con i pick&rolls, è stato grande. Noi abbiamo provato di tutto, cinque o sei diverse marcature. Cercavamo di essere al meglio, ma lui è stato troppo per noi” (n.d.r.: il povero Carlisle in quattro partite si è trovato a dire le stesse cose per Harden, Durant e Westbrook….)

Scott Brooks: “E’ ovvio che sono eccitato per aver vinto la serie. James ha fatto una grande partita, abbiamo eseguito pick&rolls agli angoli e lui ha giocato o per sé o per i nostri tiratori”

Dirk Nowitzki nel riconoscere i meriti di OKC: “Noi abbiamo bisogno di alcuni giocatori che possano mettersi in proprio, questo è abbastanza ovvio. Guardando i top teams di oggi, tutti hanno due o tre giocatori che possono mettersi in proprio. Se si guarda invece a OKC, si sono affidati a Westbrook in Gara 1 e 2, a Durant la scorsa partita, mentre stanotte hanno dato la palla ad Harden e ci hanno battuti. Se si vuole essere una squadra d’elite nella NBA devi avere due o tre giocatori in grado di elevare il proprio gioco e trascinare gli altri in qualsiasi momento. Per questo ho pensato che avessero più armi rispetto a noi”.

UN OCCHIO AL SECONDO TURNO

Kevin Durant ha acceso e spento. Tirato male nelle prime due gare, deciso con il tiro finale il primo capitolo, tirato divinamente in gara 3 e giocato bene ma più defilato gara 4. Westbrook ha dominato i primi due capitoli e giocato discretamente gara 3, steccando l’ultima partita. Harden ha supportato i due nelle prime tre gare e ha trascinato gli interi Thunder ieri notte.

Come detto da Nowitzki, questi Thunder vincono perché possono affidarsi, in attacco, ad un trio che, a mio modesto parere, ad oggi non ha niente da invidiare a quello dei Tres Amigos della Florida. Il tutto, però, con una costante da non sottovalutare: una difesa granitica, rappresentata da Perkins, Ibaka e Sefolosha, che offre garanzie e tonnellaggio ad ogni palla a due.

Il prossimo turno sarà contro la vincente tra Lakers e Nuggets. A meno di un suicidio di Kobe & compagni, tra qualche giorno potremo (ri)vedere le sportellate di Perkins contro Bynum e la competenza di Ibaka contro il connazionale Gasol.

Potrà essere un test sicuramente più probante di questo primo turno. Come detto, però, Denver (e Gallo) permettendo.

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