Blake Griffin, uno dei giocatori più discussi della Lega

Ogni stagione NBA ha i suoi protagonisti: giocatori che si distinguono per le grandi prestazioni in campo, giocatori che si fanno notare per comportamenti sopra le righe dentro il rettangolo di gioco, giocatori che scandalizzano i ben pensanti con azioni spregiudicate nella vita di tutti i giorni.

Anche la stagione 2011/2012, nonostante il tempo perso per il Lockout, non è stata da meno e, forse, un ragazzo più di tutti è riuscito a fare discutere gli appassionati e gli addetti ai lavori: Blake Griffin da Oklahoma, power foward dei Los Angeles Clippers.

Rookie Of The Year della stagione 2010/2011, giocatore simbolo della sua squadra fino allo sbarco losangelino di Chris Paul, nel cuore degli appassionati di mezzo mondo per l’innata capacità di volare (letteralmente) sopra il ferro.

Già dal suo anno da rookie diventa il protagonista indiscusso delle TOP 10 giornaliere di NBA.com, viene invitato alla gara delle schiacciate che vince (anche se non del tutto meritatamente) e convocato a furor di popolo all’All Star Game.

Proprio dalla grandiosità delle sue schiacciate nascono però i suoi problemi. Infatti, tutta questa attenzione sommata allo scarso rispetto che il ragazzo dimostrava “umiliando” chiunque capitasse per sbaglio tra lui e il canestro durante una sua schiacciata, ha avuto l’effetto indesiderato di renderlo inviso ai colleghi.

Le prime avvisaglie di ciò si hanno dopo la partita del 30 Gennaio tra i Clippers e i Thunder, durante la quale Griffin ha effettuato la ormai famossissima “posterizzazione” di Perkins, centro di OKC. Tifosi in estasi e giocatori che si dividevano (per mezzo di dichiarazioni su Twitter, of course) tra chi si complimentava per il gesto atletico e chi ne criticava l’eccessività.

Il caso, però, scoppia veramente solo il 23 Marzo durante la partita tra Clippers e Hornets. Verso la fine dell’ultimo quarto, con i Clippers in svantaggio e Blake al solito protagonista di alcune giocate fisicamente dominanti, lo stesso Griffin, mentre è lanciato in contropiede, viene atterrato da una spallata rugbistica di Jason Smith.

Il lungo di New Orlenas viene giustamente espulso ma esce dal campo esultando come se avesse abbattuto un aereo nemico durante la Seconda Guerra Mondiale e non un avversario. L’episodio crea scalpore e, per la prima volta, si capisce quanto sia profondo in alcuni giocatori l’odio verso Blake. Invidia? Paura di essere umiliati? Scarsissima stima verso il suo tipo di gioco? Solo loro potrebbero rispondere a queste domande.

Il primo a fare una dichiarazione ufficiale sulla questione ai microfoni di ESPN è DeMarcus Cousins che, dopo aver subito gli effetti di una buonissima prestazione dell’ala grande dei Clippers, dichiara: “È tutelato dalla NBA. A Los Angeles ci sono gli attori e lui non può che giocare lì perchè è un attore”.

Per mezzo di queste parole, il centro dei Kings, ci fa capire come il pensiero (più o meno) comune sia che Blake giochi solo per lo spettacolo fregandosene di avversari e punteggi e che l’NBA lo protegga “consigliando” agli arbitri di non fischiare fallo in attacco alle sue schiacciate da cartolina.

Nel frattempo anche gli appassionati sembrano essersi divisi tra chi continua a idolatrarlo per le sue doti atletiche spettacolari e chi invece lo critica accusandolo di essere solo un fenomeno da baraccone usato e protetto dall’NBA per semplici fini commerciali.

Personalmente credo che Griffin non abbia dimostrato una particolare passività nei confronti delle sorti della sua squadra, l’impegno in campo è costante e il suo apporto non si limita sicuramente solo a un paio di schiacciate spettacolari a partita.

Credo anche che non sia sua intenzione umiliare tutte le volte gli avversari, le schiacciate potenti sono uno dei mezzi più efficaci non solo per finire nella TOP10 ma anche per alzare il morale di pubblico e compagni durante una partita.

Dicendo questo non voglio certo negare una certa tendenza al sensazionalismo che lo caratterizza ma solo sottolineare che ci sono anche molti lati positivi da pochi considerati.

Infine, per quanto riguarda la protezione da parte dell’NBA, non si può certo negare che alcune sue azioni siano caratterizzate da (più o meno) chiari falli in attacco ma, nella lega americana, questo non rappresenta di certo una novità, i giocatori migliori (e non solo) sono sempre stati tutelati durante le loro azioni offensive (vedi alla voce: “passi”).

Per dare la possibilità ad ognuno di farsi un’idea sulla questione bisogna però considerare anche tutto quello che questo giocatore fa al di fuori del circo mediatico creatosi intorno alle sue acrobazie.

Come già detto Blake si appresta a concludere la seconda Regular Season della sua breve carriera, infatti la prima scelta del Draft 2009 non potè giocare per tutto il primo anno a causa di un grave infortunio al ginocchio.

Le statistiche della sua stagione da rookie parlano di: 22.5 punti, 12.1 rimbalzi, 3.8 assist, 50% al tiro, 64 % ai tiri liberi, il tutto in 38 minuti di utilizzo (premio ROY più che meritato). Le statistiche della sua stagione da sophomore invece parlano di: 20.4 punti, 10.9 rimbalzi, 3.1 assist, 54% al tiro, 52% ai liberi, il tutto in 36 minuti di utilizzo.

Come si può notare da questi numeri, Griffin nei due anni passati sui parquet NBA ha mantenuto più o meno lo stesso livello di prestazioni e, la lieve diminuzione in ogni voce statistica nella seconda stagione, si può spiegare con la presenza nel roster attuale dei Clippers di giocatori decisamente migliori rispetto all’anno passato sia per punti nelle mani, che per gestione del gioco, che per presenza a rimbalzo.

Ma soffermiamoci sulla portata di queste statistiche: un lungo con queste medie alle sue prime due stagioni è merce ormai rarissima negli USA, vi basti pensare che corrispondono a quelle che Tim Duncan, l’ala grande migliore del primo decennio degli anni 2000, raccoglieva ai suoi inizi.

Voi, giustamente, mi direte che però Duncan giocava in una squadra da titolo circondato da altri campioni pronti a rubargli la scena, mentre Blake nei derelitti Clippers dell’anno scorso era il fulcro indiscusso del gioco.

Tutto giusto ma, per dimostravi che ciò non svilisce la grandezza del giocatore, vi porto ad esempio un altro protagonista indiscusso del ruolo: Kevin Garnett.

L’attuale capitano dei Celtics, negli anni ’90, giocava in dei Timberwolves non troppo diversi dai Clippers di Blake ma, nonostante questo, riuscì ad assestarsi ai livelli del losangelino solo alla sua quarta stagione quando di anni ne aveva 23 (contro 21).

Questi confronti sono utili per capire che, nonostante il suo tipo di gioco sia completamente differente da quello dei due campioni sopracitati, l’impatto avuto è stato dello stesso altissimo livello e che il futuro non potrà che essere roseo.

E’ risaputo però che non sono solo le statistiche a fare un giocatore e, infatti, molti lo criticano nonostante i numeri impressionanti per alcune lacune importanti del suo gioco. Eccone una breve analisi.

Cosa funziona: atletismo impressionante, grande varietà di soluzioni nelle conclusioni sotto canestro (schiacciate di ogni tipo e non solo!), continuità di rendimento, buon rapporto con i compagni, QI cestistico elevato (più di 3 assist a partita ne sono la dimostrazione), buonissima presenza a rimbalzo.

Cosa sta migliorando: in estate Blake si è allenato sull’attacco in post e sul tiro dalla media, fondamentali completamenti sconosciuti al suo primo anno. I miglioramenti sono lenti ma costanti, si sono iniziati a vedere alcuni buoni movimenti in post e il tiro dalla media ogni tanto entra. L’affidabilità è ancora lontana dall’essere massima ma, se continuasse ad allenarsi con la buona etica lavorativa che ha dimostrato, potrebbe davvero aspirare ad inserire queste terribili armi nel suo già ricco arsenale offensivo (a tal proposito perfino il presidente Obama ha dichiarato: “Blake Griffin è davvero fantastico, se solo riuscisse a migliorare nel tiro dalla media diventerebbe il numero uno”).

Cosa non funziona: la percentuale ai tiri liberi è in continuo peggioramento e lo colloca tra i peggiori della lega in questo fondamentale. L’impegno in difesa è ancora rivedibile, 0.8 stoppate a partita per uno atletico come lui sono ancora poche, anche se va detto che non possiede le braccia smisurate tipiche dei migliori difensori.

Credo, in questo modo, di aver dato a tutti la possibilità di farsi un’idea libera da pregiudizi e montature sul tipo di giocatore che in realtà è Blake Griffin.

A breve parteciperà ai suoi primi Playoff: dimostrerà fin da subito di essere un campione decisivo per le sorti della sua franchigia o darà ragione ai suoi detrattori?

9 thoughts on “Blake Griffin: campione o fenomeno da baraccone?

  1. A volte, effettivamente, il suo atletismo mette in imbarazzo gli avversari… detto questo però, c’è anche da dire una cosa: di fronte a attacchi subiti (a volte davvero incredibili come quello di Jason Smith) non l’ho mai visto reagire in modo spropositato. Segno di maturità per un ragazzino di 21 anni.

    Concordo con la vostra analisi… bravino per ora, impressionante in prospettiva futura! Di certo ha già un buon bagaglio tecnico offensivo. Diamo tempo al tempo e questo, se pur in modo diverso, può raggiungere davvero livelli altissimi!

    Unico consiglio: Non potrà saltare così per tutta la vita… meglio che si inventi qualcosa di “terreno” per il futuro!

  2. io sono curioso di vederlo quando calerà fisicamente visto che, escluso l’altetismo, non ha una gran faretra.

    poi se potessi dargli unconsiglio è quello di non posterizzare troppo. Non perchè sia sbagliato il gesto in se ma perchè, spesso, piuttosto che essere posterizzati si preferisce fare un fallo…e da lì all’infortunio la strada è brevissima

  3. Da quando l’eccessivo atletismo è un problema?
    Secondo me devo continuare a posterizzare chiunque… se ha le doti, la cattiveria e il coraggio per saltare addosso a chiunque.. ben venga!

    Non è che puoi chiedere a Rose di correre più piano perchè è “eccessivo”!

  4. …nel sistema in cui si trova deve assolutamente diventare costante nel tiro dalla media… in mezzo all’area cè già De Andre Jordan che salta e schiaccia, non cè spazio per tutte e due… e tra questi l’unico che può mettere un tiro dalla media è Blake non certo il buon De Andre…

  5. Sono pienamente d’accordo con mjrossit, è pazzesco come l’invidia porti a criticare un giocatore come Griffin.
    E’ giovane, gran lavoratore, ragazzo tranquillo che nn va mai sopra le righe, ha doti incredibili in una lega dove i valori medi si stanno un pochino livellando verso il basso, e non va bene perchè ha troppo atletismo?!?!?

    Davvero non ci siamo. Se Westbrook, Wade o Rose fanno una schiacciata come quella di Griffin contro Perkins, vanno di diritto alla numero 1 della Top 10 giornaliera e per mesi si parlerà di schiacciata dell’anno. L’unico problema è che Blake ne fa talmente tante che nn è più una novità ma una routine.
    Siamo seri, su. Gli si vogliono muovere delle critiche? Concordo su mancanza di difesa e sul tiro dalla media scadente.
    E vedrete che lavorerà e migliorerà.

    Ma diamine, è solo alla sua seconda stagione!!! Ci aspettiamo che giochi come Garnett e Duncan con tutti gli anni di esperienza di differenza che ci sono? In più quei due non hanno mica una tecnica comune, nn è facile per nessuno raggiungere i loro livelli!
    Howard aveva caratteristiche simili da giovane, tutt’ora non ha una gran tecnica eppure è una Superstar. E lo è a tutti gli effetti da 3-4 anni, non di più, quando quest’anno cade il suo ottavo anno nella lega.

    Diamo a Griffin del tempo. Riprendiamo il discorso tra due o tre anni.
    Questi americani sono incontentabili…

  6. peccato che mi abbiano cancellato il post, ma che cazzo succede in sto sito? ma pensino ai troll piuttosto che al mio Merda World Pirla

  7. Blake Griffin ad oggi è un giocatore enormemente sopravvalutato… vero è molto atletico e segna molti punti ma rischia di essere un Vince Carter nel ruolo di ala grande.. ovvero un giocatore che giocando solo sullo strapotere fisico non crescerà mai tecnicamente.
    L’ unica cosa che gioca a suo favore è la giovane età e la speranza che allenato da un allenatore vero (Vinny chi?) possa migliorare sugli aspetti più importanti del gioco.

  8. Le basi per diventare un campione sono ottime. Non sono molto sicuro sulla testa. Se avrà l’umiltà di lavorare sui suoi punti deboli, e quindi anche sul jumper dalla media, diventerà veramente un’arma letale. Se invece resterà fermo alle schiacciate da poster, sarà uno dei tantissimi giocatori da top 10 dunks per qualche stagione e poi scomparirà dai radar. Sarebbe un peccato perchè per quello che ha fatto vedere fin qui potrebbe veramente spaccare!
    non sono d’accordo che sia sopravvalutato. E’ ovviamente spettacolare, ma chiunque conosca un minimo il gioco è consapevole di quali sono i suoi limiti, per ora.

  9. un giocatore che adoro, che strapotere fisico!!!
    trovo ridicolo chi lo critica per il suo punto di forza: se fa del fisico la sua arma migliore ben venga, chiedereste voi a Ray Allen di non tirare più da 3 o a Bynum di fare meno stoppate???
    Che poi Griffin debba ancora lavorare moltissimo sono d’accordo, ha un marea di difetti che con l’allenamento può togliere.
    Ma per favore, le critiche perchè schiaccia in faccia a tutti e nel modo che vuole no!!!

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