D'Antoni e Anthony: il loro rapporto a New York non è mai decollato...

A meno di ventiquattro ore dalla chiusura del mercato NBA, LA notizia non riguarda (per ora) Dwight Howard o Pau Gasol… no, la vera “bomba” è arrivata nel pomeriggio, con le dimissioni di Mike D’Antoni da head coach dei New York Knickerbockers.

Quello che fu Coach of the Year nel 2005 lascia quindi la Grande Mela, che mai l’ha fino in fondo capito e, probabilmente, accettato.

Quanto sto per dire è ovviamente frutto di riflessioni personali e come tali, quindi, vanno prese. Vorrei spendere, infatti, qualche parola su questa forzata “epurazione“, avvenuta, si dice, per “contrasti di vedute sul futuro della squadra” tra coach e management.

In tanti, in Italia e soprattutto negli States, non hanno mai amato Mike.

Perché è semplice, nel basket come in ogni sport, trovare il capro espiatorio. La squadra non va, i risultati non arrivano? Caccia il coach (o obbligalo alle dimissioni…). Poco importa se non c’è chimica tra i giocatori, se la dirigenza compra pezzi come se fosse al Mercatone Uno, senza una logica che sia una.

Personalmente ho sempre trovato “divertente” il modo di creare basket di D’Antoni. Il fascino e la bellezza della pallacanestro dei primi Suns ha fatto storia. Vedere Nash creare basket nel “Mike’s way” era emozionante. Ed è questo che probabilmente Walsh, subentrato a Thomas, cercò di ricreare a NY, dopo anni piuttosto funerei nella città che non dorme mai.

Il progetto, almeno con Walsh, sembrava esserci.

Sei un coach che gioca a 1000 all’ora, con cinque giocatori piccoli e veloci, un playmaker degno di tale definizione e tanti, tantissimi pick&roll? Ottimo. Ti metto lì Raymond Felton, Danilo Gallinari, Wilson Chandler, Landry Fields, Timofey Mozgov…. tutti intorno ad una stella che già conosci (e che hai contribuito, insieme al canadese due volte MVP, a rendere tale…), che pagherò tanto, tantissimo, ma che sono sicuro che con te potrà rendere al massimo: Amar’e Stoudemire”.

I risultati c’erano. Dopo due stagioni di transizione (32-50 e 29-53) i nuovi Knicks erano finalmente pronti al grande salto. Pur peccando di giovinezza, di inesperienza, pur con qualche difetto in termini di chimica di squadra, all’inizio della scorsa stagione la truppa guidata dal Baffo stava facendo bene.

E qui casca l’asino. Troppo, troppo forte la tentazione di portare a NY uno che a NY ci è nato e cresciuto.

Troppo forti le sirene dei pubblicitari che risuonavano nelle orecchie di Dolan Jr. Troppo abbaglianti le luci dei dollari scintillanti che si prospettavano davanti al proprietario dei Knicks.

E così chi se ne importa del “progetto“, a chi importa se si smantella un bel gruppo, una buona squadra, un team futuribile. L’importante è “adesso“.

Arriva Carmelo Anthony. Giocatore egocentrico, talentuoso (mostruosamente talentuoso) ma accentratore. Non un James, non un Wade, né un Kobe. Se la palla arriva a ‘Melo, li si ferma. Per averlo, la dirigenza si fa beffe del Baffo e spedisce in Colorado il Gallo, Chandler, Mozgov e Felton…

Dolan ha coscientemente smontato una squadra costruita per e sullo stile di gioco di Coach D’Antoni pur di avere Carmelo Anthony.

Quali sono le conseguenze?

Economicamente, Dolan è un uomo felice: pubblicità e incassi vanno alla grande, l’immagine del figliol prodigo che dopo un lungo esilio torna a casa vende assai. Ma dal punto di vista cestistico, è la morte professionale di Mike e del suo progetto.

Avendo venduto anche l’anima per prendere il prodotto di Syracuse, manca un vero play. E mancando colui che crea gioco, Stat entra in crisi e da uomo da 100 milioni di dollari si trasforma in un carrozzone vagante.

Sia chiaro, ritengo Amar’e un’ottima ala forte. Ma non lo vedo ai livelli dei grandi della Lega. Non è l’uomo su cui costruire una squadra, non prende per mano i compagni e li trascina. No, per rendere, Stat deve essere messo nelle migliori condizioni, come ha fatto per tanto tempo proprio D’Antoni insieme a Nash.

Senza un play, con il tuo uomo forte nel pitturato che gioca come il Kwame Brown di turno, con Anthony a fermare la palla e a smantellare il poco gioco che c’è, i Knicks affondano. Pian piano. No, non galleggiano, vanno giù, nonostante qualche vittoria.

Non paga, la dirigenza prende in estate un signor giocatore qual è Tyson Chandler…. si, ma a che pro? E, ancora, arriva poco tempo fa JR Smith…. si, ma a che pro???

D’altra parte, se la dirigenza di colpe ne ha tante, Mike non ne è di certo esente: a lui si può rimproverare di non essersi saputo reinventare, di non aver saputo creare un gioco adatto al roster che aveva. Cosa che un coach in quanto tale dovrebbe poter e saper fare…

Però, quando quest’anno ha potuto esprimere il suo gioco (senza Melo e con un play come Lin), il Baffo ha fatto vedere di poter vincere, segno che forse il suo progetto, il cosiddetto Mike’s Way, proprio brutto brutto non era.

Ma ormai è andata, arrivederci Mike!

 

 

24 thoughts on “Bye bye Mike, ma perchè è andata così?

  1. ormai quando si parla di D’Antoni si ricorda che “quando era ai Suns e Nash era il suo playmaker…” appunto con uno come Nash tutto è più facile e i Suns dei quel periodo erano una squadra con ottimi giocatori come Stoudemire, Marion, Joe Johnson…

    caso Lin: scarso non è ma nemmeno salvatore della patria. Se si controlla la schedule dei Knicks durante l’esplosione dell Linsanity ci sono vittorie con Dallas e Lakers, ma soprattutto con NJ, Washington, Toronto, Sacramento, in casa con Utah che in trasferta non vince mai…

  2. Su stat non sono d’accordo per niente!! La scorsa stagione prime dell’arrivo di melo era un vero trascinatore, ricordo solo un dato che fa riflettere, era il giocatore che segnava piu punti di tutti nel 4 quarto tipo un po’ piu di 8,6! La squadra giocava bene e lui era il leader! Dopo l’acquisizione di Carmelo sappiamo tutti come è andata!

    • Quanto dici conferma il mio pensiero… Stat l’anno scorso, prima dell’arrivo di ‘Melo, era al centro della squadra, era la prima opzione offensiva in un team creato attorno a lui.

      Con l’arrivo di Anthony, Stoudemire è diventato un secondo violino di lusso, ha iniziato a pestarsi i piedi con il n. 7 ed è entrato in crisi.

      Per rendere al meglio Stat deve essere messo in condizioni di giocare.

  3. Bell’articolo! Ben scritto! È perchè non sono da pc fisso o non è firmato?

  4. Ricostruzione che condivido appieno! Le colpe,più che altro, sono da ricercare nella dirigenza. NY non ha mai avuto una grande dirigenza,parliamoci chiaro.
    Mike ha espresso gran basket quando ha avuto l’opportunità di poterlo fare.
    Storicamente nel basket,come in qualsiasi gioco di squadra, i risultati si ottengono credendo al 100% nel gioco e nelle idee del coach e prendendo le sue parole come oro colato.
    Possibili eccezioni ci possono solo essere qnd si hanno in squadra coach futuribili ma cn poca esperienza (vedi lakers) dove Bryant è l’allenatore e Brown il suo vice… Bryant appunto, talento mostruoso ed intelligente sopra la media.
    NY non ha questo QI per potersi permettere questo e gioco forza, ritorniamo al mio discorso di prima: SEGUIRE il coach nelle sue idee di gioco come fosse una religione.
    A volte mi viene da fare il parallelismo con i ragazzini del college; Ci rendiamo conto che nelle varie Duke,North Carolina ecc ecc quello che dice il coach è vangelo?? Vi immaginate qualcuno che osa mettere in dubbio l’autorità di coach K?? Ok, lo status è diverso, comprensibile, ma questo deve essere il giusto atteggiamento,altrimenti diventa un carrozzone ingovernabile qualsiasi franchigia (e ce ne sono). L’NBA anche da questo potrebbe arrivare a perdere credibilità..

    • il college è uno sport l’nba un’altro… se non difendi non vinci a sto giochino e mike non fa difendere i suoi… ergo ad un certo punto vai a sud… non del tutto fortunato ma non esente da colpe, credo sia durato parecchio cmq tre stagioni e mezzo senza lampi, ok la squadra non era sempre perfetta ma sei fai il coach devi anche fare con quanto hai…

  5. Nessuno si ricorda mai che lo scambio non comprendeva solo ‘Melo ma anche un signor play come Billups!! Che successivamente è stato tagliato per prendere Chandler. L’altro Chandler era in scadenza di contratto e difficilmente sarebbe stato rifirmato e Mozgon non giocava praticamente mai quindi di fatto lo scambio è stato Anthony+Chandler (Billups) per Gallinari e Felton… Dire che è stata una follia mi sembra esagerato!! Forse è il fatto che ultimamente si sono viste tante trade sbilanciate a favore di una squadra e appena ce n’è una equilibrata si urla allo scandalo. Se al posto dell’taliano Gallinari ci fosse stato lo slavo Gallinarovic ci sarebbe stato così tanto “accanimento” verso la trade? Ho i miei dubbi!

    • La presenza del Gallo ha un’importanza relativa, probabilmente più affettiva (verso Danilo) che altro.

      Billups non lo dimentica nessuno, tranne forse proprio i Knicks… hanno ceduto Mr Big Shot per prendere Chandler, ottimo giocatore, ripeto, ma completamente avulso dal sistema di gioco di D’Antoni.

      Come sempre gli errori sono da tutte le parti, ma la dirigenza ha sbagliato nel non essere chiara. Avrebbero potuto dire, l’anno scorso: ok Mike, dopo due anni non ci hai convinto, sai che c’è? Prendiamo Melo e ti diamo il benservito, perchè con lui non puoi far giocare la squadra come vuoi….

  6. Ricordo a chi ha scritto l’articolo che D’antoni ha avuto i Knicks per 3 anni prima di Melo e cosa si e’ visto??? IL NULLA COSMICO in fatto di schemi, aggiustamenti, rotazioni etc etc…
    Ah no! il pick and roll Duhon/Lee e il Gallo usato nell’angolo ahahahah Ma stiamo scherzando???
    Oppure questo ha sempre la giustificazione che …:”non ha la squadra adatta a lui…” ahah
    Per piacere…

  7. Non c’e nessun accanimento verso la trade di Melo e company, nessun patriottismo anzi..x me coach Carl è l’allenatore perfetto x il gallo..

    direi piuttosto che per un ottimo giocatore dal talento indiscusso (ma convinto di dover tirare minimo 25 volte a partita) hanno dato via non 4 giocatori ma 3 TITOLARI del quintetto base!!!

    Lo dico da tifoso Knicks il vero problema da decenni è solo la dirigenza! Si preoccupano di quante magliette vendono con i fenomeni del momento, non di come fare a metter su una squadra da minimo playoff!!

    • Chiaramente Billups e poi Tyson chandler, che arriva perchè hai tagliato billups, non si contano nella trade giusto?? Perchè se tenevi quei giocatori e dovevi allungargli il contratto visto che sono/erano tutti in scadenza non prendevi Tyson. Quindi 2 titolari per 3 titolari, di livello inferiore.

  8. Tutti i discorsi stanno a zero..>
    Chi ha visto TUTTE le partite dei Knicks con D’Antoni non puo’ che convenire che non c’era uno straccio di NULLA… Giochi, schemi, organizzazione. Per non parlare di cambi sconclusionati, match up, rotazioni. Bastava guardare una gara dei Knicks e ti accorgevi che, da quattro anni a questa parte escluso il pick and roll non c’e’ mai stato nulla di nulla..
    E, permettetemi, per un COACH nba e’ una cosa INDIFENDIBILE oltre che ridicola….
    Esisteva sempre e solo il suo “go go go go go” senza senso…
    Di cosa parliamo suvvia..
    Ah gia’… non aveva la squadra per lui ahah

  9. Effettivamente, pur con tutte le attenuanti del caso (si cercava di creare spazio salariale per prendere Lebron, etc…) non è che i Knicks giocassero chissà che meraviglia prima di Melo.
    E Gallinari è diventato un signor giocatore NBA con Karl, con D’Antoni non era molto dissimile dal Novak di turno.

  10. tralascaindo le evidenti e profonde colpe della dirigenza a me sembra che d’antoni, oltre a non adattarsi ai giocatori in suo possesso, come dici giustamente tu TJ, ha 2 grosse colpe:
    l’utilizzo come semplice tiratore da 3 di gallinari e l’aver tenuto in panchina Lin gino a quando si è trovato con i 2 play e melo rotti… ma dico io.. sto ragazzo, che non è un fenomeno ma neanche l’ultimo dei play di NY, cosa aspettavi a metterlo dentro quando la squadra era sana? cosa vedeva d’antoni nelgi allenamenti negli altri 2??? mistero…

  11. pur non amando d’antoni (e non parlo solo del suo tipo di gioco ma anche e soprattutto della gestione delle partite) concordo con l’articolo. Preso Melo a inizio anno bisognava cambiare tecnico. Probabilmente la irigenza non se la sentiva mike ci ha provato ma ieri si è capito che non si poteva andare avanti.
    ora compito della società è trovare un allenatore che sappia far girare un roster che proprio scarso non è.

  12. Beh, è la stessa analisi che ho fatto anche io e che penso avranno fatti in molti. solo a NY forse non l’hanno capito. Ai Knicks del dopo Pat Riley è mancata soprattutto una dirigenza ed un condottiero sia in panchina che alla scrivania. Per questo resteranno ancora molto senza vincere niente.

    Mike però ha fallito, questo è innegabile, ma soprattutto l’ha fatto senza mai alzare la voce e senza far vedere che almeno sul campo comandava lui. Forse non ha il carattere ed il carisma per guidare una squadra da titolo, ed ora sarà dura che gli ricapiti un’occasione del genere.

  13. D’Antoni sta al basket come Zeman sta al calcio…il modulo non è vincente ma divertente…

  14. Spiace veder MDA andare ma la situazione oramai era critica, i Knicks hanno 2 stelle mangiapalloni, ma i giochi di NY quest’anno sono stati spesso ridicoli, in alcune gare si è tirato più da tre che da due… inoltre gli schemi visti in questo scorcio di stagione, ben poca cosa.

    Detto questo io sono un amante del gioco offensive e MDA ai Suns ha fatto storia, mi piacerebbe vedere una sua squadra vincere giocando in quel modo (Clippers?)

    I Knicks e NY sono un rompicapo, è da sempre così, 2 titoli ad una delle franchigie (la franchigia) più ricche… Ci sarà un perchè se LA e Boston hanno vinto tanto e NY no… Io da tapino tifoso posso solo dire che Melo è un talento purissimo, ma non l’avrei preso a quel prezzo, ma sono anche sincero al punto da dire che con Gallo\Chandler\Felton\Mozgov sarebbe stato un successone un secondo turno di PO..

    Sulla dirigenza stendo un velo pietoso, Dolan è un buffone solo per la faccia che ha, e per ciò che ha fatto, basti vedere come ha trattato uno dei GM più rispettati della lega (Walsh).

    Ora si prospetta un primo turno di PO (forse) e le solite chiacchere su chi arriva, sui successi futuri, sul fare squadra, sul di chi è la squadra…. La manna di questa stagione è stata la Linsanity, o meglio vedere come una squadra operaia, che seguisse un minimo di dettami e si mettesse bene e spaziata in campo, abbia reso più di due stelle stra pagate.

    Sigh sigh sob sob

  15. i Knicks prima della trade non erano stupendi, ma sicuro migliori di quelli odierni. Poi ricordiamo che anche allora c’era playmaker titolare Felton che per me è scarso proprio. Senza trade e con un play forte, Deron per dirne uno, il progetto D’antoni poteva andare avanti.

  16. D’Antoni stava allenando una squadra nba, non la serie d italiana, se lui arriva ad allenare in nba sapendo solo giocare il suo run&gun, senza uno straccio di schema, senza uno straccio di sistema difensivo, con quei giocatori che ha..è giusto che se ne vada

  17. ma anche con Derron williams+Gallinari,Chandler,Mozgov etc. non si andava da nessuan parte dai.
    Non dico che per vincere bisogna fare come gli heat, ma è anche vero che per vincere ti servono le star. Guardate ai Lakers (prima con Shaq e Bryant, poi con Bryant e Gasol) ma anche ai Celtics (garnett,pierce, allen e rondo) e agli stessi Spurs (Duncan e Robinson, Duncan, Parker e Ginobili).
    Dove volevi andare a parare con W. Chandler, Gallinari, Mozgov e Fields? Anche avessi avuto Magic Johnson a dirigere l’orchestra.
    La trade andava fatta, magari potevi inserire Fields al posto del Gallo, magari non dovevi dare quei contratti a Stoudamire prima (ma là l’errore lo fece in primis il tanto rimpianto Walsh) e Tyson Chandler dopo o magari potevi non prendere T. Chandler e tenerti Billups un’altra stagione e tentare l’assalto a Williams questa estate. Magari potevi anche aspettare altri 2 anni, passare su Stoudamire e poi prendere Paul e Howard. Se ne può discutere all’infinito.
    Anthony non sarà un superstar come valore assoluto (per me ad esempio non lo è, le superstar sono altre), ma nella NBA di oggi è una superstar. La migliore ala piccola del gioco dietro James e Durant (Pierce ormai è a fine corsa), uno cmq da 25punti a sera col 47.5% dal campo e uno dei primi 3 clucth players della lega. Non è l’ultimo degli stronzi.
    D’Antoni non è risucito a vincere a Phoenix in un anno in cui oltre a Nash nel suo prime ha avuto 3 all-star a disposizione (Marion, Joe Johnson, Stoudamire)+ Q-Rich che veniva da un paio di stagioni ad alto livello ai Clippers. Se non vinci con quella squadra là, perfetta per la tua idea di gioco, non vinci più. E al di là di tutto, NY con il roster che ha dovrebbe essere minimo 4° ad Est dietro a Heat, Bulls e Magic, forse anche 3°. Non certo 9° virtualmente fuori dai playoff.

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