Monta Ellis alla fine verrà ceduto dai Warriors? E dove?

Monta Ellis, eterno dilemma dell’NBA da qualche stagione.

Stella ignorata ingiustamente dai media principali, solo perche’ i Golden State Warriors sono decenni che passano sottotraccia, o leader viziato della squadra della Bay Area, di cui ne condiziona le sorti con una coesistenza problematica con gli altri giocatori, a partire da Steph Curry, di cui a suo tempo Ellis disse: “non potremmo giocare insieme, non so dirvi perche’, ma e’ così!”?

E’ interessante capire le problematiche di questo giocatore sinceramente irresistibile, ma allo stesso tempo fortemente detestabile. Vediamo di capire perche’…

Un po’ di storia

Monta arriva dal Mississipi, in particolare da Jackson, dove ha frequentato la Lanier High School, da cui nel 2005 fece il grande balzo all’NBA, rifiutando una borsa di studio della Mississipi State University: a posteri una decisione non del tutto azzeccata per il suo sviluppo come uomo e giocatore, anche se indubbiamente motivata da ragioni personali.

E’ vero che gia’ nella sua seconda stagione, nel 2006-2007, arrivo’ a vincere il premio di Most Improved Player, dedicato al giocatore piu’ migliorato in stagione, oltre a raggiungere con la squadra il clamoroso upset nei playoffs ai danni di Dallas; anche vero pero’ che il ragazzo nel frattempo ha avuto qualche incidente di percorso, frutto della difficolta’ di maturare pienamente trovandosi improvvisamente milionario dall’oggi al domani.

Nel 2008 Ellis firmo’ un rinnovo da 66 milioni di dollari in sei anni, salvo fracassarsi la caviglia sinistra correndo in moto; fatto piu’ grave, mentì al GM Chris Mullin dicendo di essersi fatto male cadendo a casa sua.

Risultato, sospensione senza stipendio per 30 partite, praticamente il numero di incontri saltati per infortunio, ma almeno il recupero fu ottimale: e da allora, complice il recente matrimonio, Ellis ha rinunciato ad hobby particolarmente spericolati.

Diverso il rapporto con i compagni, ed e’ qui che la stella dei Warriors difetta maggiormente, proprio partendo dal fatto che dovrebbe essere il giocatore che trascina gli altri. A sentire voci ben addentro lo spogliatoio dei Warriors, la scorsa stagione avrebbe detto all’allora coach Keith Smart di non voler aver nulla a che fare con David Lee, eccetto che sul parquet. Non esattamente il modo migliore di costruire un’alchimia di squadra il fatto che la tua star principale non faccia gruppo coi compagni, da qui le voci ricorrenti di trade che riguardano Ellis dallo scorso giugno.

Gioco offensivo

Criticato, e a ragione, a inizio carriera NBA sia per la selezione dei tiri sia per l’efficacia del suo tiro in sospensione, e’ migliorato almeno nel primo aspetto: sono piu’ rari i tiri scriteriati quando mancano ancora parecchi secondi per concludere l’azione, invece dalla lunga distanza Ellis non sembra essere ancora molto efficace, tenendo conto di questi dati seguenti.

Dentro l’area  pitturata ha una percentuale del 69,6%, spettacolare per un giocatore delle sue dimensioni, fuori invece e’ sotto il 38%. Come si capisce, e’ un giocatore spettacolare in transizione, con una velocita’ eccezionale, irresistibile quando riesce ad uscire dai blocchi ed entrare in area, tirando in equilibrio precario ma spesso mortifero.

Ancora da risolvere l’ambiguita’ sul suo ruolo, play o guardia. Forse la verita’ sta in mezzo: Ellis puo’ essere un nuovo Jason Terry o Jamal Crawford, giocatore che esce dalla panchina con pochi assegnamenti difensivi ma di grande rendimento nel sovvertire le sorti di una partita quando la propria squadra e’ in difficolta’. E forse per fare questo la squadra giusta non e’ esattamente Golden State…

In difesa

In verita’ non c’e’ molto da difendere Ellis in questo aspetto, e incominciamo da un dato clamoroso. Con lui in campo, i Warriors concedono ben 6.88 punti agli avversari in piu’, dato che certifica l’incompiutezza del giocatore di Jackson, e che lo equipara ad altre guardie NBA tutto sommato ignorate pur essendo macchine da punti, vedi Marcus Thornton e Kevin Martin.

Non che Ellis non abbia skills difensivi, vedi la sua capacita’ di intercettare palloni lungo le linee di passaggio: pur con qualche miglioramento manca la capacita’ di aggredire l’avversario, di farsi sentire  nelle situazioni di ovvio mismatch.

Chiaramente una shooting guard sotto i due metri ha enormi difficolta’ a marcare una guardia tipo Kobe Bryant,  Tyreke Evans, Jason Richardson, ma non aiuta certamente stare a distanza dall’avversario e mostrare  pigrizia e mancanza di applicazione, fattori che lo rendono un giocatore monodimensionale.

Prospettive

Rimane il fatto che Ellis  e’ un giocatore sicuramente dotato, ma come detto prima dovrebbe trovarsi un ruolo definito, che lo renda qualcosa in piu’ di una macchina da punti che non fara’ mai vincere la propria squadra.

L’ipotetica trade con Orlando sarebbe un possibile passo avanti: da un lato un sistema irregimentato su un altro giocatore, vedi Howard, gli toglierebbe pressione e gli permetterebbe di concentrarsi sugli aspetti migliori del proprio gioco, senza appunto dover trascinare la squadra a tutti i costi.

Ellis non sara’ mai un giocatore completo, ma potrebbe diventare un vincente: per il momento godiamoci i suoi highlights, che ogni sera sono un bello spettacolo…

One thought on “Monta Ellis: il re dei sottovalutati?

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