DeRozan e Calderon formano un buon back court, ma la stagione dei Raptors non sta procedendo come sperato dai tifosi...

Per certi versi perdere è sempre stato il destino dell’unica squadra non statunitense della Lega, proveniente da una città, Toronto, e da un Paese, il Canada, che non ha mai avuto (e non ha tuttora) un grande feeling col mondo della palla a spicchi, e che preferisce alle luci dello “spettacolo NBA” tipicamente americane una partita a hockey piuttosto che a lacrosse.

I Raptors di quest’anno si sono presentati ai blocchi di partenza mantenendo sostanzialmente inalterato il roster che era arrivato a vincere appena 22 partite nel 2010/11, il cosiddetto “Anno 1 dopo la partenza di Bosh”, e il copione pare sia rimasto lo stesso: sono troppi i punti interrogativi che dirigenza e allenatore si portano dietro da anni senza dare l’impressione di poter risolvere. O per lo meno interpretare, anche al di là dei numeri che spesso non raccontano quello che poi si vede sul campo.

Andrea Bargnani è probabilmente il più grosso quesito irrisolto della NBA, sia perché, non dimentichiamocelo, il ragazzo è stato prima scelta assoluta al draft nel 2006, ma anche e soprattutto perché non si era letteralmente mai visto un giocatore del genere, nel senso che nemmeno Dirk Nowitzki ha o aveva un modo di giocare così radicalmente lontano da quello che sarebbe sulla carta il suo ruolo in campo.

Bargnani è una guardia finita nel corpo di un centro,  ed è il suo punto di forza e il suo limite. Il Mago, pur essendo a volte assolutamente poetico nella metà campo offensiva, rimane quantomeno rivedibile in difesa sia in situazioni di uno contro uno sia in aiuto dal lato debole, e soprattutto è nullo a rimbalzo (specialmente in attacco anche perché staziona stabilmente a 4-5-6 metri dal ferro), piuttosto restio ai contatti in area (che gli potrebbero dare punti facili dalla lunetta) e nemmeno lontanamente vicino al poter impersonare un ruolo da leader anche in una squadra non esattamente sotto pressione come i Raptors, causa una personalità piuttosto timida che viene spesso presa di mira dai critici. E’ di uno come lui che ha bisogno questa squadra? L’impressione sinceramente non è questa.

Un altro enigma rimane Ed Davis, tredicesima scelta al draft nel 2010, che dopo un anno da rookie molto positivo (in particolare nell’ultimo mese e mezzo di RS) era atteso alla stagione della definitiva consacrazione, anche perché sulla carta decisamente ben compatibile, come gioco e attitudini, proprio ad Andrea: mancino con un range di tiro molto ridotto, rimbalzista, lottatore nonostante un fisico non scultoreo, uomo d’area.

Invece è sparito letteralmente dalla ribalta prendendosi meno minuti in campo di Amir Johnson, giocatore a cui voglio un gran bene ma che rimane decisamente limitato tecnicamente su entrambi i lati del campo nonostante resti un esempio per la grinta che mette sul parquet e il costante lavoro sporco a servizio della squadra.

Senza il Mago, tormentato dagli infortuni al polpaccio sinistro (i tempi di recupero sono ancora incerti e questa non è naturalmente una notizia molto incoraggiante), nei panni del trascinatore (specialmente in attacco) si è calato Josè Calderon, che si sta confermando come una delle point guard più complete della Lega per visione di gioco (quasi 9 assist a partita in questa squadra sono da premio Oscar) e capacità di andare personalmente a depositare la palla nel cesto (i 30 contro i Lakers sono un caso piuttosto isolato ma il tiro da fuori è sempre affidabile e spesso sottovalutato).

In questo momento uno dei pochi che stanno salvando la faccia, insieme a un DeMar DeRozan che sta lentamente crescendo sia come personalità (anche se soffre ancora troppo i contatti in area) sia come arsenale di opzioni offensive grazie a un jumper credibile e a un migliorato rilascio del pallone.

E’ innegabile che gli infortuni di Bargnani abbiano segnato anzitempo le speranze di playoff (illusorie ma fino a un certo punto in una Eastern Conference sempre molto incerta e sorprendente quando si parla dalla quinta posizione in giù), ma se in molte squadre con record perdenti pare essere in atto un progetto futuribile e basato su buoni presupposti questo non si può assolutamente dire per la franchigia canadese.

La predilezione di Colangelo per i giocatori europei (Bargnani, Calderon, Kleiza, addirittura negli anni passati anche Garbajosa, Turkoglu e innumerevoli altri) si è confermata con la scelta al draft 2011 di Valanciunas, ragazzo con un potenziale immenso ma, come per tutti quelli che arrivano dal sistema Eurolega, grande incognita. L’ennesima grande incognita, insomma.

Lo spazio salariale per firmare giocatori importanti ci sarebbe ma davvero in pochi oggi come oggi accetterebbero di finire in quella che probabilmente è la squadra con il più basso “sex appeal” del mondo professionistico americano in assoluto.

Il fatto è che una ricostruzione credibile, se non ti chiami Lakers o Celtics (o Heat, a quanto pare) la devi basare sul draft più che sul mercato (in questo sono stati magistrali i Thunder) e poi sviluppare con un coach in grado di guidare un processo di maturazione di squadra ma anche individuale: Dwane Casey potrebbe in quest’ottica essere una scelta intelligente.

L’ex assistant coach di Dallas potrebbe garantire quella stabilità necessaria allo sviluppo di un progetto che per quanto difficile da scorgere dovrà essere portato avanti con decisione e continuità: Casey quest’anno oltre a pagare gli infortuni di Bargnani e di Jerryd Bayless (SG sottodimensionata ma mina vagante dalla panchina) sta trovando difficoltà a trovare un quintetto che non parta con il freno a mano tirato come successo in molte delle ultime uscite dei Raptors, condizionati a volte anche pesantemente dai parziali del primo quarto.

Per concludere, l’impressione è che ai Raptors serva disperatamente almeno un altro realizzatore affidabile, preferibilmente un’ala piccola, ruolo davvero poco coperto dalle rotazioni, oltre che un lungo atletico in grado di prendere i rimbalzi che non prende Bargnani e un sistema difensivo collettivo migliorato. Ma se, alla fine, Colangelo fosse un po’ stufo del Mago?

9 thoughts on “I tanti punti di domanda dei Raptors

  1. Per citare Sergio Tavcar: Andrea Bargnani, probabilmente il talento sportivo più incredibile mai nato sul suolo italiano. Uno se lo immagina subito potenzialmente come il più forte giocatore di tutti i tempi al mondo di pallavolo

  2. Mi sembra ci si dimentichi dell’impatto di Bargnani quest’anno sui Raptors, del rapporto vinte-perse con lui in campo e senza di lui.
    Inoltre, vorrei far notare che in quanto a rimbalzi difensivi a partita si piazza al 28° posto in tutta l’NBA, che non è un dato eclatante ma neanche così schifoso. Per capirsi, è alla pari con Nowitzki e Jordan, è davanti a gente come Aldridge, Okafor, West, Brand.
    Poi non ne prende uno in attacco, ma direi che questo ci sta, visto che gioca a un miglio dal canestro.

    Onestamente, forse potrebbe essere Andrea stufo di Colangelo, oggi come oggi.

  3. Concordo con Procionide…
    Andrea sta(va) facendo una grande stagione quest’anno… intorno a lui…poco o nulla.

    Secondo me Bargnani non ha ancora espresso il suo potenziale vero… paga l’essere stato prima scelta assoluta… e il suo carattere non esattamente grintoso.
    Il talento però c’è…e, se maturerà ancora un po’ dal punto di vista caratteriale, non mi stupirei di vederlo lottare per il titolo nel prossimo futuro (ovviamente non a Toronto)…

  4. Assolutamente in disaccordo con questa (non) analisi. Bargnani quest’anno ha avuto un impatto grandioso aumentando i numeri dei rimbalzi e dimostrandosi non poi tanto molle.
    Piuttosto uno dei punti deboli quest’anno è DeRozan che dopo la crescita dell’anno scorso, è un gambero che cammina all’indietro.

  5. Sull’articolo avrei molto da ridire su alcuni punti.

    Bargnani non ama i contatti in area. Lo sappiamo tutti. Una debolezza innata che si può limitare con l’approccio giusto. Approccio dato dal buon Casey, primo allenatore VERO, arrivato alla corte del mozzarellone. Dopo anni di pantomima assoluta con una squadra imbarazzante per approccio difensivo, possiamo finalmente apprezzare cosa sta facendo il coach con questi ragazzi. Che sono tutt’altro che talentuosi.

    Bargnani era da prendere a calci nel sedere fino allo scorso anno, nella quale neanche pensava a difendere. Se ne fregava con l’avallo di Triano. Quest’anno le statistiche sono tutte a suo favore, in punti, assist, rimbalzi e voglia di sbattersi in difesa. Non sarà mai Garnett, ma ora non è un telepass. Inoltre offensivamente sale di livello nel quarto finale dove più di una volta ha deciso la gara. Questo in un gruppo che sparisce nei momenti topici affidando a lui e a Calderon l’incombenza di fare punti. Senza dimenticare come la sola presenza del romano dia benefici ai vari Johnson (entrambi) e compagnia che hanno più spazi da sfruttare. Per quanto riguarda l’approccio emotivo verso i compagni, Casey ha chiesto a lui leadership tecnica ed emotiva. Per la prima volta l’ho visto parlare nei timeout, cazziare i compagni e dimostrare di essere con l’esempio il numero uno nel gruppo. Si vede come la considerazione dei compagni c’è e sia diversa. Non sarà il generale dei sogni ma ora fa quello che avrebbe dovuto fare con la partenza di Bosh. Il suo impatto sul gruppo è stato tale che il record in sua presenza parla chiaro 6-7, mentre con lui ai box 2-15.

    Quindi la domanda sorge spontanea: Colangelo dovrebbe fare a meno di lui e se si per chi? Per una scelta o un mezzo giocatore? Non scherziamo.

    DeRozan fa pena. Se guardassimo i numeri noteremmo ups and downs pazzeschi salvo capire che questo ragazzo è scarso tecnicamente, non in grado di palleggiare come si deve, senza un tiro affidabile, l’arresto tiro è quasi sconosciuto, per di più propenso a perdere palloni nei finali di gara con scelte scellerate. Giocatore di panca come ce ne sono tanti di cui i Raptors devono essere consapevoli per evitare errori di valutazione, e investire su un atleta con notevoli limiti.

    Calderon e Bayless stanno giocando bene. Sono, insieme a Bargnani i più affidabili. Kleiza è un buon giocatore che al pari di Barbosa è ondivago. Niente di speciale, sa fare un pò di tutto senza eccellere. Giocatore da avere perchè utile.

    Gli altri sono giocatori di contorno come lo stesso Ed Davis, che non mi capacito, come non riesca ad appoggiare un layup da un metro. Ogni volta che è contrastato non la mette mai. Non ha tiro e un pò come DeRozan rischia di diventare il classico investimento ad alto rischio. Lo vedo come un panchinaro niente più.

    Per me Colangelo deve fare alcune cose: in primis prendere dal draft o un’ala piccola o una guardia con punti nelle mani, un centro di esperienza da affiancare a Valanciunas e un play per il dopo Calderon.

    Questa squadra oggi come oggi è scarsa, si sbatte, anche stanotte hanno retto l’urto degli Spurs, che necessità di innesti come si deve. Il denaro ce l’hanno e se la smettessero di puntare sulle mezze seghe (Butler, Carter, Magloire, Forbes, Gray) avrebbero modo di risalire nel ranking.

    Invece di mandare via Bargnani dovrebbero aggiungere talento attorno a lui senza puntare ai big che non verrebbero mai ma su atleti di valore. Penso a Batum, a Diaw, Chandler….

  6. Ma che articolo è? Pregno di preconcetti, Bargnani molle, scarso in difesa, nullo a rimbalzo blablabla…Andrea quest’anno stava facendo la miglior stagione in carriera. La squadra, scarsissima, con lui in campo è vicina a 50% di vittorie, senza è al completo sbando.
    Viene elogiato da più parti per la grinta che ci sta mettendo, in difesa non sarà un drago, ma secondo me, è tutt’altro che malaccio, soprattutto 1vs1.

    Poi DeRozan sta salvando la faccia? What? Sta dimostrando grandissimi limiti, abulico come non mai, incapace di prendersi la squadra sulle spalle in mancanza del mago, non sa crearsi un tiro da solo, il jumper credibile lo fa tirare con un sontuoso 38%…si si, proprio una gran stagione!

  7. Bargnani si è visto poco per giudicare i passi avanti, ma DeRozan? Sul serio? Gioca peggio dello scorso anno, dove sarebbero i passi avanti? Nel fatto che mette qualche tripla ogni tanto? A me sembra limitato, stop, discreto titolare da squadra da lottery o panchinaro fisso in squadra con ambizioni.

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