Ultimo anno assieme per i Big3 di Boston?

Quella partita domenica sara’ una stagione particolare per Boston, oltre che per iniziare a natale, anche perche’ difficilmente ce ne sara’ un altra con i Big Three “originali”.

Ray Allen e Kevin Garnett saranno free agents a luglio, e magari si giocheranno le ultime opportunita’ di rivincere il titolo in un’altra squadra, quello che e’ sicuro e’ che difficilmente le cose saranno come prima a BeanTown. Vediamo alcuni temi caldi dei Celtici edizione 2012…

PANCHINA LUNGA

L’anno scorso il sovradosaggio di minuti giocati ai titolari causa infortuni a valanga delle riserve, da Delonte West a Marquis Daniels, passando per i problemi infiniti di Shaq ma anche quelli non meno gravi di Jermaine O’Neal, hanno prosciugato le risorse di Boston facendola arrivare alla sfida con Miami senza forze sufficienti per reggere una serie lunga e impegnativa.

Requisito base in una stagione corta ma intensa come questa e’ la qualita’ della panchina: pur con gli entusiasmi di Rivers e Ainge, un po’ di scetticismo ci sembra giusto metterlo. Ricordando che Jeff Green e’ fuori tutta la stagione causa problema all’aorta, si dovra’ fare affidamento su giocatori-scommessa come Sasha Pavlovic, che dai tempi di Cleveland non gioca con continuita’ una intera stagione, il redivivo Marquis Daniels, figliol prodigo dopo essere stato scaricato a Sacramento in seguito al gravissimo infortunio al collo del febbraio scorso, e Chris Wilcox, big-man ex Detroit in cerca di rilancio della sua carriera NBA.

In piu’ due rookie come E’twan Moore e JaJuan Johnson, e il secondo anno Avery Bradley, ancora in cerca di una collocazione nel mondo pro e non molto piu’ di una guardia difensiva al momento.

L’idea base della dirigenza e’ quella di creare una squadra compatta, senza teste calde (ogni riferimento a Delonte West e’ voluto!) in grado di creare malumori nel gruppo. Anche in questo e’ rientrato lo scambio che ha portato Brandon Bass ai celtici e spedito Glen Davis in Florida: anche qua, qualche mugugno di troppo da parte di Baby Davis puo’ essere tra i motivi della scelta di inserirlo in una trade.

BASS E DOOLING

Di sicuro i due giocatori nuovi piu’ attesi sono Brandon Bass e Keyon Dooling. In particolare quest’ultimo ha ricevuto un entusiastico benvenuto da parte di coach Rivers, non in genere il piu’ largo di complimenti all’ultimo arrivato: “mi ricorda un giocatore che avevo a Orlando, Darrell Armstrong. E’ un tipo tosto, non e’ un play puro, puo’ giocare almeno due ruoli, e fare tiri importanti”.

In effetti il ruolo di backup di Rondo era scoperto dall’addio di Robinson, che a sua volta non era un play puro, visto che West nel corso della scorsa stagione si e’ visto poco.

Riguardo Brandon Bass, si puo’ dire che (forse) e’ arrivata l’ora di avere un ruolo importante, quello che per diversi motivi (presenza ingombrante di Howard sotto canestro inclusa) a Orlando gli e’ stato impedito avere. Bass e’ un giocatore meno difensivo di Davis, ma ha piu’ soluzioni, e peso, per arrivare a canestro e farsi valere nel frontcourt: viste le difficolta’ a rimbalzo nelle ultime due stagioni di Boston, urgono muscoli nel pitturato e non e’ da escludere neanche un assetto Bass-Garnett.

Del resto Rivers ha dichiarato riguardo al far giocare Garnett da centro che “poteva essere un problema per lui da giovane, non certamente adesso.” Concetto magari un po’ arrischiato contro certe squadre, e ricordiamoci che adesso i Knicks non hanno Turiaf come centro, ma Tyson Chandler: un peso massimo (di nome e di fatto), di certo un avversario poco “morbido” da sgranocchiare facilmente.

ULTIMA CHIAMATA?

Anche se Rajon Rondo e’ stato “chiaccherato” di un inserimento in una trade volta a portare Chris Paul a Boston, e poi per l’approdo in casa Celtics di Dwight Howard, realisticamente fino a giugno non sembrano esserci grandi cambiamenti possibili per questo roster. Vero che sembrava così anche lo scorso anno, poi Perkins finì a Oklahoma insieme alle speranze di bissare le Finals dell’anno prima.

A posteriori l’azzardo del GM Danny Ainge di privarsi di “Perk” (e Robinson) per far approdare Green e Krstic a Boston si puo’ considerare sostanzialmente fallito, e per due motivi: non tanto la trade in sè, ma le sue modalità.

Aver privato nel momento cruciale della stagione la squadra di una presenza forte sotto canestro, ha sconvolto l’alchimia del gruppo di Rivers, e la scommessa di affidarsi al ritorno di Shaq non ha prodotto i frutti sperati. In aggiunta Krstic ha reso poco e non e’ nemmeno tornato, e come beffa finale Jeff Green non ci sara’ fino a giugno, saltando così l’intera stagione.

Riuscira’ Ainge a trovare un colpo di genio, come quello che nel 2007 porto’ a costituire i Big Three e a vincere il titolo?

Di sicuro le basi per rinnovare la squadra mantenendola competitiva ci sono. Ma nell’immediato  saranno ancora Pierce e compagni a reggere il gioco, e chissa’ che il canto del cigno della squadra che inizio’ il suo ciclo nel 2007 non sia eroico: se le forze e le energie reggeranno fino, almeno, a maggio inoltrato…

7 thoughts on “Ultima chiamata per i Boston Celtics

  1. Mah, non vedo nessun innesto di qualità nel roster, purtroppo…
    Pierce, Rondo e Ray Allen sono ancora una garanzia, ma KG purtroppo è in discesa da un annetto e non credo che Bass riuscirà a sostituirlo decorosamente…
    Playoffs sì, ma non molto di più per quest’anno (a meno di ulteriori clamorosi colpi di mercato).

  2. Sarà canto del cigno al 100%, speriamo solo che dopo non ritorni il periodo buio che ha preceduto il 2007. Certo con gli ultimi colpi di genio di Ainge non c’è un orizzonte sereno……….. Vedremo.

  3. Celtics in parabola discendente..io sfrutterei i contratti in scadenza di Kg e Ra per scambiarli con pedine giovani per ripartire nei prossimi anni..

  4. è vero che i celtics hanno perso le prime due partite ma per me non sono assolutamente all’ultima chiamata.abbiamo perso ma giocando due grandi partite senza il capitano e sinceramente visto il mercato e l’età del roster mi aspettavo maggiore sofferenza, soprattutto contro miami quindi propendo più per una grande stagione che un dignitoso cammino nei playoff…

    • La nostra forza era la difesa, difesa che era condotta dal Big Three ma anche da chi usciva dalla panca. Per difendere come si è fatto sino all’anno scorso ci vuole un bel dispendio di energie, sia fisiche che mentali, ma gli anni passano e se vogliamo avere “punteggio”, Ray PP e KG devono avere le forze per tirare, quindi si difenderà sempre meno. Visto il rooster non credo che si riesca ad avere una difesa come una volta. Inoltre non abbiamo un centro degno di questo nome e se andiamo a vedere contro una squadra molto fisica come Miami il miglior rimbalzista è stato Rondo!!! Non andremo da nessuna parte così. Forse una RS dignitosa ma poi? Fuori al secondo turno di PO ben che vada. Siamo da rifondare e le premesse non sono proprio rosee…….
      Miami parte sempre in sordina, se abbiamo perso ieri, certo più avanti non faremo meglio, poi vedere KG sbagliare il tiro del pareggio, quasi senza avversari davanti, vuol dire che non ne aveva più.

      • E aggiungo….. l’anno scorso Ray Allen dopo un partitone risultava “non pervenuto” per un paio di gare, quest’anno vediamo quante gare ci vorranno per vederlo come irei sera, e abbiamo perso……….
        Ainge, a parer mio, non sta guardando lontano, non sta programmando il passaggio dai Big Three a una nuova squadra con potenzialità per crescere, quindi ci aspettano tempi bui (di nuovo).

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.