La posizione dei proprietari è ben espressa da Stern in questa intervista, e non sembra neanche così irragionevole...

Citando uno dei siti USA specializzati, celebre soprattutto per la fantasia con la quale si propone su Twitter, potremmo aprire con “NBA lockout update: there’s still a damn lockout.
E non andremmo troppo lontani dalla realtà.

Se non altro la calma non è piatta e tra i vari spunti offerti dalle parti in causa quello senza dubbio più interessante arriva direttamente da David Stern, che ospite del celebre podcast di ESPN The B.S Report di Bill Simmons è intervenuto sui principali nodi all’oggetto del contendere; si tratta di un’intervista della durata di circa un’ora, nella quale il Commissioner utilizza tutta la propria abilità dialettica per mostrare il punto di vista dei proprietari, ma che anche se evidentemente parziale è estremamente utile per arrivare a capire più a fondo cifre, motivazioni, proposte e punti di vista delle parti in causa.

Un breve disclaimer: l’intervista è piuttosto tecnica e per comprendere a fondo non si può prescindere da tutti i nostri antefatti: la guida per neofiti, la chiacchierata preliminare, il processo, le istruzioni per l’uso vere e proprie in tre parti e la più recente analisi.

Detto ciò, QUI trovate il podcast condotto da Simmons, ecco in maniera il più possibile schematica e concisa i concetti espressi da Stern:

– La proposta dei giocatori prevede il passaggio della loro fetta dal 57% del BRI al 54% e che lo stipendio medio cresca nel giro di 6 anni dagli attuali 5 milioni circa a 7 circa.

– I proprietari sono stati accusati di non avere presentato controproposta e il meeting previsto per il 10 agosto è saltato (inconveniente che Stern definisce irrilevante) perché i giocatori non vogliono parlare della loro proposta, ma finchè non arriverà una offerta degli owners non si siedono a parlare.

– L’idea dei proprietari resta la riduzione dell’8% circa dei salari (da 2.2 miliardi a 2 miliardi), ovvero un 52%-48% nella suddivisione del BRI attuale (4.1 miliardi), con poi cifra (e non percentuale) costante per la durata del CBA, quindi circa 5 milioni di ingaggio medio per 10 anni. Il che porterebbe alla fine dei conti alla suddivisione 50/50 di un BRI leggermente modificato, ovvero non più “lordo” ma con non ben specificate spese da togliere prima della spartizione, il tutto appoggiandosi a un diverso sistema salariale, non più un soft cap con tutte le eccezioni che abbiamo imparato a conoscere in questi anni (Bird Rights, MLE, Bi-annual, minimi, TPE, etc.), ma un flex cap di derivazione NHL.

– La fase del “non ci fate vedere i libri contabili” è ormai superata, le squadre hanno presentato anche le dichiarazioni dei redditi. Resta però un diverso punto di vista su interessi e ammortamenti, che i giocatori non vogliono includere.A tal proposito Stern dice che le perdite dell’ultimo anno (300 milioni) sono inferiori a quelle delle stagioni precedenti: a scalare 340, 370 e 400 milioni nel 2007/2008

– La Lega deve produrre profitti. Dai giocatori è arrivato un messaggio del tipo (testuale) “we don’t think that you should do better than break even”, ovvero dovreste accontentarvi di andare in pareggio, che dal punto di vista dei proprietari è evidentemente inaccettabile. Stern parla apertamente di logica e buon senso. Oltre ai 400 giocatori ci sono altre 5000 persone che lavorano per la NBA e aiutano a far soldi, non è ammissibile che questi debbano essere sempre in bilico perché i datori di lavoro a malapena galleggiano.

– Una volta arrivati ad una Lega in attivo si introdurrà un sistema avanzato di revenue sharing, sulla falsariga di quello NFL, che è la Lega più “ricca”. Le trattative tra i proprietari sono già a livello avanzato e tutti i proprietari, compresi Bulls, Lakers e Knicks, sono sulla stessa linea di pensiero (con Simmons che commenta “I’ll believe it when I see it”). Perché non si può dire ad un proprietario che cerca di comprare una franchigia che le possibilità di successo, indipendentemente da quanto bene lui e la sua organizzazione possano lavorare, non saranno mai le stesse di altri. Non a caso viene portato l’esempio di San Antonio, che è un modello per tutti… ma è in perdita e al momento attuale in un sistema di sharing sarebbe tra chi prende e non tra chi deve dare.

– C’è una bozza di idea sui contratti, che oltre ad essere più corti e comunque garantiti, potranno essere ristrutturati in base alle performances del giocatore. Questo significa che un giocatore che non rende secondo il proprio stipendio prenderà comunque tutto ciò che è stato pattuito, ma il compenso potrà essere spalmato su più anni così da creare flessibilità salariale nell’immediato e consentire alle squadre di poter ovviare allo scarso rendimento, senza avere le mani legate dal cap. Così come il revenue sharing, anche quest’idea ha come base la ricerca della possibilità per tutti di competere, anche se vengono commessi errori di una certa entità senza che questi pesino per più anni.

– Lo stipendio di Stern è inferiore ai 10M l’anno… e non è vero sia un segreto, oltre a essere il più basso tra i 4 Commissioners. Nel 2008 data la situazione (vedi sopra, 400M di buco) ha deciso di “congelarlo”, ovvero di non farlo crescere ulteriormente proprio per dare un segnale.

– Contraction: ci sono state accese discussioni, sia negli incontri tra proprietari sia in quelli con i giocatori. E la Lega non è contraria a prescindere. In un sistema di revenue sharing una squadra che si trova permanentemente e pesantemente tra chi prende è difficilmente sostenibile e su questo concordano tutti. Il fatto è che, evidentemente, non ci sono volontari, nessuno alza la mano per candidare la propria franchigia all’eliminazione e i proprietari sono “committed to their cities”. Sicuramente ci sono mercati interessanti (Anaheim, Seattle con il nuovo palazzetto, Vancouver), ma Stern non ha il potere di obbligare qualcuno a sparire o a vendere o a spostarsi. In teoria ce l’hanno i proprietari (Simmons ovviamente porta l’esempio di Sterling), ma evitano di infilarsi in certi discorsi.

– Gli abbonamenti sono probabilmente troppo costosi. Però anche qui Stern evita di metterci becco, sono calcoli che ogni singola squadra fa in base al mercato in cui è inserita.

– Non è detto che inserire più squadre nei “big markets” sia un vantaggio, dato che il mercato BIG se sovraccaricato potrebbe facilmente diventare SPLIT e senza contare che la Lega ha un suo perché in quanto NATIONAL Basketball Association. L’NFL porta al Superbowl Pittsburgh, Green Bay e New Orleans e non ha una squadra a LA.

– Chi oggi sta acquisendo le squadre sta facendo una sorta di speculazione: compra oggi a basso costo nella concreta speranza che la situazione economica della franchigia migliori e che quindi il valore di mercato aumenti. Ecco perché nonostante tutto Warriors, 76ers, Pistons e Hawks hanno trovato acquirenti: perché chi ha venduto era in sofferenza e ha dovuto abbassare il prezzo.

– La Lega manterrà il controllo degli Hornets finchè non avrà da proporre agli acquirenti un prodotto in attivo. Si cerca di passare dagli attuali 9000 a oltre 10000 abbonati, c’è un grosso supporto da parte dello Stato della Louisiana, è in arrivo un nuovo accordo televisivo locale e sono nella top 15 dei ricavi, quindi in ogni caso non sono candidati alla contraction. Ma mentre per le squadre che passano di proprietà la Lega si limita ad approvare il nuovo acquirente, quella non la mollano finchè non è più che appetibile.

– I giocatori accusano i proprietari di non essere abbastanza creativi nella ricerca di ulteriori fonti di guadagno. Stern qui elabora quella che probabilmente è la parte più interessante del discorso e inizia dalla critica alla possibilità, suggerita da Simmons, di mettere gli sponsors sulle maglie. Il Commissioner crede che questo comunque modificherebbe in minima parte gli incassi, perché gli sponsorizzatori sono già vicini al limite del budget e si limiterebbero a spostare i soldi dalla pubblicità televisiva o nei palazzetti. (Lasciando chiaramente intendere che questo significherebbe aumentare i costi per i consumatori finali di certi prodotti, perché la pubblicità si paga così… il tutto mentre i giocatori non vogliono rinunciare alla loro parte, nda). Il primo salary cap, datato 1983, era di 3.2 milioni per squadra, con un salario medio di 250k… I valori attuali sono 20 volte tanto, segno che quanto a creatività e ricerca di fonti di guadagno hanno senza dubbio fatto il loro da tantissimi punti di vista. Tv, internet, biglietti (inventando i pacchetti da 10 partite, 4 dei quali rendono più di un abbonamento sulle equivalenti 41 casalinghe e sono più facilmente vendibili), etc. E se adesso hanno bisogno di risistemare le percentuali non è perché non hanno più voglia di farlo, ma perché farlo costa di più. Ed è un concetto che dovrebbe entrare nella testa dei giocatori, dimostrano di essere poco lungimiranti, perché se non si può investire non si cresce e il 57% di un BRI da 4 miliardi è meno del 50% di uno da 5 miliardi.

– Fino a fine settembre difficilmente si terranno altri incontri, mentre probabilmente Hunter e soci agiranno a livello locale, con piccoli meetings con pochi giocatori per volta. Verrà decisa una deadline per trovare un accordo in tempo per far partire la stagione, con tanto di exibition games… e in caso l’accordo non ci fosse inizieranno i problemi, perché la Lega inizierà a perderci e sarà costretta a peggiorare la propria offerta. Stern sta continuando a ripetere a Hunter, Fisher e soci che non ha senso perdere 2 miliardi adesso per averne altrettanti in più nell’arco dei prossimi anni e che appunto l’offerta che adesso hanno sul tavolo è difficilmente migliorabile e sta sperando capiscano il suo punto di vista e la sua logica.

Qui si chiude l’intervista. Come detto in apertura tecnica, ma anche estremamente dettagliata.
Reazioni? Fin troppo prevedibili…

Il 16 agosto c’è stata una delle riunioni regionali di cui sopra, al campus di UCLA, con i giocatori che a loro volta suonano come un disco rotto e il prodotto locale Kevin Love a fare da portavoce: “We all know we’ll have to sacrifice but something has to be done, it has to be sooner than later. We have to get the ball rolling. We can’t wait around until October or November and then nothing gets done. The owners will keep stalling and obviously they have more means than us to lock us out.
I want us to make a compromise with the owners but not sign what they’re proposing. We’ll play hardball if we have to. I want there to be an NBA season but it’s also apparent that we’re going to miss games. There is a sense of urgency on the players’ side. But we need to have a plan and go balls to the wall for us to get a great deal.”

Disponibilità a trovare un accordo e voglia di farlo, ma evidentemente fermezza nel difendere la propria posizione.

E ancora, criticando il sistema salariale proposto: “It would be a crazy system and at the end of the day we’re the product and the moneymaker and I don’t see (the owners) going out there and playing, we’ve got to stick together as one.“, precisando che la durata dei contratti non si tocca, che gli stessi devono essere garantiti, che di legarli alle performances non se ne parla e soprattutto evidentemente che la suddivisione 50/50 del BRI non è accettabile.

Insomma, il barometro continua a rimanere fisso sul brutto con oscillazioni su pessimo, terribile e tremendo, anche se entrambe le parti dimostrano di sentire quantomeno un certo sense of urgency.

E a noi non resta che aspettare e sperare…

9 thoughts on “NBA Lockout: parla David Stern

  1. anche Kobe Bryant ha richiamato le truppe alla resistenza negli scorsi giorni, ma sentendo le parole di Stern si nota un certo buon senso. Penso sempre che alla fine, schermaglie dialettiche a parte, interesse a trovare una soluzione c’e’ e ci deve essere da tutte le parti, come e’ stato per il football. Indubbio che qualcosa i players dovranno concedere, e a sua volta gli owners dovranno creare una lega piu’ solidale… complimenti a fazzettino per il lavoro fatto, penso che stiamo coprendo bene questo odioso lockout!!

  2. innanzitutto grazie dei complimenti… E altrettanto, stiamo coprendo l’argomento meglio anche di alcuni media USA!

    Personalmente ho poca fiducia e credo che i giocatori prenderanno una legnata colossale, è l’ultima negoziazione di Stern, le precedenti non le ha certo vinte e stavolta o si fa a modo suo o non si fa, anche a costo di star fermi parecchio… Anche perché parecchi proprietari gli hanno dato carta bianca.
    In sostanza dipende tutto da quanta resistenza vorranno fare i giocatori, perché prima la capiscono meglio è per tutti, loro compresi

    • si, ma è anche vero che stern ha ammesso che se non si parte in tempo la lega ci smena (o ho capito male io?), quindi rimanere arroccati sulle proprie posizioni, per i giocatori, potrebbe diventare vantaggioso, anche perchè love praticamente ha risposto “nisba” su tutta la linea, mortacci sua, ma poteva pure stare zitto che tanto non cambiava nulla…

      alla fine il mio ancestrale dubbio, se sia nato prima l’uovo o la gallina, me l’ha risolto direttamente il buon david stern, dicendo che se non si parte per la lega e le società è più un danno che un bene… occhio che i giocatori, se l’han capito, saranno duri da smuovere… anche se la cina, negando l’nba escape, ha dato una buona mano ai proprietari… avranno qualche accordo commerciale segreto con stern…

    • comunque alla fine vale sempre il discorso “i giocatori sono i buoni, la lega sono i cattivi”…

      danno d’immagine, ci sei???

  3. leggo da twitter una dichiarazione riportata a Elton Brand: “non posso dire per quanto riguarda i proprietari, ma per i giocatori c’e’ l’urgenza di incontrarsi e iniziare a negoziare”…

  4. molto interessante, speriamo che capiscano il giochetto i players… tirare la corda e’ rischioso, rispetto all’NFL la offseason e’ piu’ breve, giocare a chi cede prima e’ rischioso!

  5. Con una offseason breve (siamo praticamente a 70 giorni dal tip off) e con i giocatori fermi sulle loro posizioni, credo che le possibilità di una regurar season da 82 partite siano molto scarse.
    I giocatori più che da professionisti si stanno comportando da bambini viziati che non tengono conto della realtà.
    Se sarà serrata dei proprietari mi auguro, a malincuore, che lo sia per l’intera stagione.
    Incrociamo le dita.

  6. a me sembra che il punto di incontro sia evidente… i giocatori devono abbassare la % sul BRI di almeno 4 punti. tuttavia il contratto deve scadere quando scadranno i contratti televisivi in modo da poterlo rinegoziare con i nuovi introiti. I propietari, dal canto loro, dovrebbero ridividere gli utili sul modello nfl.

    qualisiasi accordo che si discosti da questi parametri, secondo me, evidenzierebbe chiaramente, un vincente ed un perdente.

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