E’ ufficiale ormai da un mesetto. Ettore Messina entra a far parte del nuovo staff tecnico dei Los Angeles Lakers, capeggiato da Mike Brown.

Un approdo che, in un certo senso, chiude il cerchio per quello che riguarda il basket di casa nostra. Dopo un dirigente (Gherardini) e tre giocatori (Bargnani, Belinelli e Gallinari) è il turno di un allenatore di casa nostra sbarcare nel mondo del basket a stelle e strisce.

Messina porterà le sue conoscenze alla corte di Kobe

E di farlo entrando in quella che è una delle squadre cardine della Lega, con stelle di primissima grandezza e l’attenzione dei media perennemente concentrata. Certo, Ettore arriva con la massima esperienza in campo europeo: 4 Euroleghe, 1 Coppa Saporta, 2 Coppe di Russia, 4 Scudetti e 7 Coppe Italia divise tra Virtus Bologna e Benetton Treviso, 1 Supercoppa Italiana, 4 Campionati Russi, argento ai Campionati Europei del 1997 con l’Italia e due volte eletto miglior allenatore dell’Eurolega. Senza dubbio il miglior coach tra gli italiani, e probabilmente nella top 2 europea assieme a Obradovic.

E questo è già un aspetto importante, perchè servirà a Messina un po’ come carta di identità per ottenere un primo briciolo di rispetto da parte dei giocatori, che, storicamente, sono abbastanza allergici a tutto quello che viene da fuori dei confini statunitensi.

Rispetto che l’ex coach della Virtus Bologna non dovrà ottenere da Mike Brown, con il quale i rapporti sono splendidi e che è il primo responsabile del suo inserimento nello staff dei Lacustri. Da anni, infatti, Brown era solito prendere un aereo in direzione Italia durante il precampionato per assistere alle sedute di allenamento del CSKA Mosca di Messina e cercare di apprendere i fondamenti del gioco dell’allenatore Italiano.

I due, così, si conoscono da tempo e formeranno una coppia che interagirà dentro, ma soprattutto fuori dal campo. Messina, infatti, non ricoprirà il classico ruolo dell’assistente seduto a fianco del Capo Allenatore con il blocco di appunti in mano, ma fungerà più da consulente esterno. Un ruolo che, sostengono alcuni rumors proprio da Los Angeles, potrebbe avvicinarsi a quello ricoperto negli anni da Tex Winter. E che dovrebbe favorire l’inserimento di Messina nel mondo NBA.

I principali dubbi sul suo arrivo in NBA, infatti, erano legati al doversi rapportare a un mondo completamente nuovo, dove la sua scintillante carriera europea sarebbe stata da mettere in soffitta, per ricominciare non da capo ma quasi. E lo stesso diretto interessato aveva espresso questo concetto in passato quando erano cominciate a circolare voci di un suo possibile ingaggio:

Il rapporto privilegiato con Mike Brown ha giocato un ruolo fondamentale

“Prima di tutto devo capire se posso ancora essere un buon assistant coach, dopo tanti anni da capo allenatore –le parole di Messina – E, secondariamente, deve essere chiaro che non vengo per rubare il posto a nessuno”.

Parole di una persona saggia che si rende conto di quanto l’avventura sia al contempo affascinante e pericolosa.

Ettore si occuperà, molto probabilmente, dell’aspetto offensivo del gioco di Kobe & Co, vista la spiccata inclinazione per la metà campo difensiva di Mike Brown, che non lo ha risparmiato da critiche in quel di Cleveland per l’assenza di un sistema offensivo che potesse aiutare LeBron James.

Scavando nei credo storici di Messina, ci si trova di fronte a un allenatore che ha un’idea molto precisa e che di sicuro può essere congeniale alla strutturazione attuale di Lakers: giocare passando obbligatoriamente del post basso e da lì sviluppare l’attacco (a riguardo, ecco un interessantissimo articolo: http://nbaplaybook.com/2011/06/22/ettore-messina-and-more-post-offense-that-los-angeles-could-run/). A ben pensarci, è qualcosa di molto diverso da quello che Los Angeles ha fatto in questi anni con Phil Jackson?

Certo, Messina non gioca la Triangolo e nemmeno lo farà (anche per ordini di scuderia, leggi Jerry Buss), ma applica al suo basket offensivo molti dei rudimenti che sono alla base della Triangle Post Offense:

  • Palla in post basso almeno una ventina di volta a partita;
  • Dalla situazione di palla in post basso essere capaci di leggere gli adeguamenti della difesa;
  • Dati gli adeguamenti della difesa sviluppare l’attacco di conseguenza;

Messina non ha mai giocato la Triangolo in vita sua, ma questi sono forse i tre punti più importanti per svilupparla. E di sicuro in questi anni i membri dei Lakers hanno imparato a fare loro questi concetti, che dunque verranno più naturali quando sarà il momento di mettere in pratica qualche schema uscito direttamente dalla lavagna del coach ex Real Madrid.

Questa attenzione per i lunghi può avere un ruolo molto importante perchè riguarda da vicino due giocatori come Pau Gasol e Andrew Bynum, che al momento sono al centro di molti discorsi a Los Angeles.

Pau Gasol e Andrew Bynum potrebbero avere grandi benefici dalla cura Messina

Lo spagnolo è reduce da una post season disastrosa, in cui è andato in totale confusione e ha perso piano piano fiducia. Il lungo spagnolo sembra ritagliato dal sarto per ottenere tutti i massimi benefici da una strutturazione simile e il rapporto che avrà con l’allenatore italiano può essere un punto rilevante della stagione dei Lakers.

Bynum, invece, è stato al centro di moltissime voci di mercato, perchè, in sostanza, è lui la pedina di mercato per arrivare o a Dwight Howard o a Kevin Love. La dirigenza dei Lakers, però, non ci ha sentito, ancora una volta, da quest’orecchio e, almeno per il momento, sembra voler insistere sul giovane centro.

Chiaro che l’acquisizione di un assitant coach/consulente che centra la maggior parte delle sue attenzione sul coinvolgimento dei lunghi lavora a suo favore.

Ancora, un altro punto che potrebbe semplificare l’inserimento tattico di Messina all’interno dei Lakers è il fatto che Los Angeles sia una squadra non più giovanissima e che continuerà a giocare prevalentemente un attacco a metà campo, altra caratteristica storica delle squadre del coach di Catania.

Il potenziale offensivo rimarrà alto, e non potrebbe essere diversamente con le armi a disposizione di coach Brown, ma l’idea base sarà sempre quella di schierare l’attacco e muovere la difesa per trovare il pertugio giusto dove colpire.

Ultimo, ma assolutamente non meno importante, il rapporto che Ettore avrà con Kobe Bryant.

E’ cosa risaputa che, spesso, quello che decreta vita o morte di un coach su una panchina NBA è il rapporto che si instaura con il giocatore di riferimento.

Superare l'esame Mamba sarà fondamentale...

Messina, dalla sua parte, ha il vantaggio di ricoprire comunque un ruolo non primario nello staff, ma avrà parecchia rilevanza in quelle che saranno le scelte offensive dell’head coach, e, pertanto, Bryant lo vorrà certamente testare.

Per Messina sarà un passaggio importante nel suo adattamento alla nuova vita. “Sopravvivere” alla convivenza con Bryant lo proietterebbe certamente in una luce molto diversa, ai suoi colleghi e agli altri giocatori.

Come potrà svilupparsi il rapporto è quasi impossibile da pronosticare, ma di certo c’è che, almeno a livello europeo, Ettore ha saputo gestire campioni dall’ego pari al proprio talento come Sasha Danilovic e Theo Papaloukas e pertanto un minimo di esperienza a riguardo dovrebbe averla maturata.

Tirando le somme, si può dire che la prima impressione è che Messina abbia fatto la mossa giusta, entrando in NBA in un top team, ma inizialmente con un ruolo secondario ma neanche così tanto, perchè il suo pensiero offensivo sarà molto ascoltato da Mike Brown.

Questo lo potrà tenere al riparo da eventuali tempeste che imparerà a gestire col tempo e contestualmente gli consentirà di “reimparare” il mestiere da una posizione di privilegio assoluto. Preparandosi al giorno in cui l’head coach sarà lui.

11 thoughts on “Ettore goes to Hollywood

  1. I lakers hanno fatto i passi giusti, ma devono migliorare la panchina…non a caso hanno vinto i Mavericks, la squadra con la panchina più lunga….

  2. E’ sicuramente un avventura molto affascinante, e credo che tu l’abbia espressa bene in questo articolo nei suoi punti fondamentali. Ci sono molte domande a cui bisognerà rispondere nel corso dei prossimi mesi, ovvero: Messina vuole diventare un allenatore NBA? Quanto spazio gli verrà dato? La squadra lo accetterà?

    Sicuramente il progetto tattico di Los Angeles è molto affascinante, ancora di più per noi italiani…sono molto curioso di vedere come Brown organizzerà il tutto.

  3. Da non sottovalutare l’inserimento di Kuester nel coaching staff: quando Mike Brown fu “coach of the year” (2009), Kuester era pur sempre il suo assistente per l’attacco dei Cavs (di cui c’è poco da ricordare…).

    Sarà interessante vedere cosa John e Messina inventeranno per l’offensiva dei Lakers: senza un play vero, con una “point forward” bizzarra come Odom, un’ala dal Q.I. cestistico offensivo molto limitato come Artest, un avido “competitor” come Kobe e due “twin tower” dal potenziale notevole…

  4. A parere mio i LAL hanno un’idea: prendere un pessimo Brown giusto per far abituare Messima allo stile NBA. In caso quest’ultimo si dovesse far trovare pronto nei prossimi anni cederanno la panchina direttamente a lui.

  5. I Lakers devono sbrigarsi a dare via i loro pensionati in cambio di qualche giovane e qualche buona scelta … c’è bisogno di rifondare ora che i giocatori a roster hanno ancora mercato, un’altra annata così e in cambio di Artest ci daranno un pacchetto di salatini.

  6. il rapporto con bryant sarà importante per brown, visto che brown farà l’allenatore… il compito di messina per adesso è solo di sviluppare un attacco adatto a questi giocatori. e come scritto qui non dovrebbe essere molto difficile

    • Beh, io penso che comunue, vista l’influenza che Messina avrà nelle scelte offensive di Brown, un minimo Kobe andrà a tastargli il polso.
      Certo, il lavoro grosso è quello di Brown, è infatti, a mio avviso, la scelta di Messina è saggia perchè si mette in una posizione nella quale le sue scelte sono ascoltate, ma è comunque riparato da critiche, non essendo lui il capo allenatore.

  7. io non farei molta dietrologia su Messina..intendiamoci sono molto contento che lui sia stato chiamato da una squadra così importante..ma per me la situazione è molto semplice,Brown e Messina si conoscono bene,l ex coach di LBJ pensa che possa essere un aiuto importante per lo staff tecnico e chi prende le decisioni ai Lakers visto il suo curriculum impressionante in Europa non ha potuto che avvallare la scelta…non credo siano così dilettantistici ai Lakers da prenderlo come coach mascherato da sfoderare non appena le cose non vanno come si spera con Brown..

    • Sono d’accordo e tal proposito volevo precisare un punto del mio pezzo “Preparandosi al giorno in cui l’head coach sarà lui” che è poi l’ultima frase.
      In quella non intendevo dire che diventerà il coach dei Lakers, ma era una frase più in generale, nel senso che credo che questo per Messina sia solo uno step intermedio prima di finire su una panchina NBA da head coach.

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