Bismack Biyombo, un grande potenziale sul quale sicuramente qualcuno scommetterĂ ...

Il draft NBA e’ alle porte, ed e’ ora di conoscere alcuni giocatori che, per aver giocato in college meno prestigiosi, aver reso meno del dovuto, o aver giocato fuori dal continente americano, sono meno conosciuti, in gergo “sleeper”, giocatori che potrebbero scalare le vette del draft all’ultimo momento.

BISMACK BIYOMBO – power forward

Il giovane congolese e’ un po’ l’incognita del prossimo draft, nel bene e nel male. Una vera e propria favola moderna quella del figlio di un diplomatico congolese, approdato dopo molte peripezie (campionato del Qatar!) in Spagna, dove nelle file del Fuenlabrada si e’ messo in evidenza a tal punto da diventare il leader per stoppate nel massimo campionato iberico; e soprattutto diventare appetibile per l’NBA, anche per la mancanza di una penale da pagare al club spagnolo (irregolarita’ nel suo tesseramento).

Del resto Bismarck e’ un incognita’ anche per l’eta’, 18 anni che forse sono 21 o 22… ma come detto all’Hoop Summit di Portland, dove e’ esploso con una tripla doppia (10 stoppate!!), da un dirigente della Eastern Conference, “non e’ importante l’eta’, al momento che avra’ un grosso contratto potra’ essere un interrogativo, ma Bismarck ha un atletismo sconfinato che lo avvicina piu’ a Travis Outlaw che a Ben Wallace, e una grande attitudine alla leadership”.

I suoi idoli sono Kevin Garnett e Kevin Love, e il suo obiettivo ben chiaro: giocare nella NBA. Il problema a questo punto e’, quando prenderlo?

“La difficolta’ con questi giocatori e’ la pressione che viene dall’essere presi molto in alto, un po’ come Darko Milicic nel 2003”: l’opinione di un dirigente della Western Conference sempre all’Hoop Summit, e l’idea che viene fuori e’ di una probabile chiamata a meta’, tredicesima o quattordicesima chiamata, magari Houston, affascinata dal rinforzarsi sotto canestro per sostituire Yao Ming, o Phoenix in cerca di giocatori difensivi e atletici. Misteri a parte, Biyombo sembra destinato a lasciare il segno, sperando che non deluda come Hasheem Thabeet o altri giocatori mai cresciuti a livello tecnico e rimasti solo prospetti.

TOBIAS HARRIS – small forward

Passato un po’ inosservato anche a causa della stagione anonima dei Tennessee Volunteers, Harris e’ un’ala piccola di 2,07 cm, indubbiamente sottodimensionato per giocare nell’NBA come ala grande pur con indiscutibili doti di atletismo e fisicita’.

Tobias si e’ comunque messo in evidenza nella SEC, rimanendo sotto i 10 punti solo 3 volte in tutta la stagione, ed e’ un giocatore in grado di segnare un po’ dappertutto, in particolare nel pitturato ha dimostrato di mettere delle percentuali molto interessanti: come detto, pur versatile e fisicamente interessante, Harris ha 18 anni, e soprattutto dal perimetro il suo tiro presenta lacune evidenziate dalle medie piuttosto basse nei tiri in jumper, solo il 28% questa stagione.

Difficile sfondare come ala piccola nei Pro con un gioco perimetrale debole, complicato giocare come 4 senza crescere ancora un po’ per affrontare aree affollate. Ideale sarebbe per lui una squadra che giochi un basket up-tempo, e che gli consenta mismatch interessanti contro un’altra ala grande, pur pagando poi a livello difensivo. Magari una squadra in ricostruzione come Charlotte, che potrebbe prenderlo con la diciannovesima scelta, di sicuro il giovane  Harris e’ un prospetto a lungo termine da non sottovalutare.

KENNETH FARIED – power forward

Il prodotto della piccola Morehead State e’ l’unico senior con Jimmer Fredette, a poter legittimamente sperare di essere scelto al primo turno, e se la cosa non sorprende per Jimmer, discorso diverso per il sottovalutato e emerso solo nel torneo NCAA centro senior.

Faried e’ un 2,09 che dovra’ prima di tutto operare un cambiamento di ruolo nell’NBA, dovendo diventare un’ala grande per  poter giocare minuti importanti. La caratteristica che e’ emersa nel suo gioco come imperante e’ la capacita’ a rimbalzo, che qualcuno ha paragonato a quella di Dennis Rodman, anche se enormi sembrano i limiti del suo gioco: mancanza di un tiro dalla media, movimenti limitati sotto canestro, in sostanza rapidita’, agilita’, ma poco altro.

Non e’ detto che sia così grave, molti ne hanno visto un ruolo alla Udonis Haslem, o mal che vada alla Louis Amundson, un backup che da’ energia, prende rimbalzi, e magari cresce come applicazione difensiva. Per il momento, visto il bisogno enorme di giocatori sotto canestro, e’ possibile che sia scelto al n.21 da Portland, e chissa’ che alla lunga Faried non si dimostri un giocatore piu’ completo di quanto non sembri adesso.

MARSHON BROOKS – shooting guard

Praticamente non pervenuto agli scout fino a qualche mese fa, fino a quando alla NBA draft combine Brooks e’ completamente esploso, facendo addirittura pensare a una sua chiamata al primo round, intorno alla quindicesima scelta.

Tiratore eccezionale, ha finito con la seconda miglior media di tutto il college basket, a 24 punti. Certo e’ che l’NBA non e’ Providence, e che il numero di palloni che passeranno nelle sue mani non saranno così tanti, ma Marshon ha gli skills. cioe’ le qualita’, giuste per essere una guardia tiratrice NBA, anche una buona altezza (1,97) e solidita’ fisica.

Gli manca un certo atletismo e la rapidita’ laterale per fermare guardie perimetrali a livello NBA, e una certa mancanza di disciplina tattica al tiro.  Puo essere visto come un giocatore adattabile anche a giocare ala piccola per la buona costruzione fisica, per molti versi simile a un giocatore come Nick Young dei Wizards, consigliabile a chi vuole un tiratore puro da trasformare in un giocatore completo. Per questo potrebbe essere scelto da una squadra come Minnesota, naturalmente alla 20sima pick, ma anche da Charlotte.

JOSH SELBY – point guard

Forse Josh Selby non e’ uno sleeper vero e proprio, vero e’ che il giocatore di Kansas, dato sicuro giocatore da lottery-pick, ovvero primissima scelta nel draft 2011, dopo un anno deludente e’ un enigma, come anche la squadra che potra’ sceglierlo e quando.

Andando per ordine, a causare l’annata disatrosa di Selby sono stati diversi fattori: 9 gare saltate per squalifica, e poi un infortunio a renderne deludente la prosecuzione della stagione. Solo 7.9 punti da gennaio in poi, e la decisione di rendersi eleggibile al draft dopo solo un anno, scelta prevedibile prima, non dopo un anno simile.

Chi lo sceglie dovrebbe farsi l’esame del cervello, e’ a malapena buono per l’NCAA” il tagliente tweet dell’analist CBS Seth Davis, e molti a New York avranno sentito ronzare le orecchie: perche’ e’ proprio New York, non la squadra piu’ brillante al draft negli ultimi dieci anni, a essere papabile nella scelta di Selby come play del futuro, a costo anche di bruciarsi una preziosa scelta da primo round.

Scommessa rischiosa? Diciamo subito che Robert “Bay” Frazier, manager di Carmelo Anthony, e’ anche il “padrino” di Selby, e che lo stesso Josh ha avuto occasione di conoscere Carmelo, facendo emergere le quotazioni del giovane play di essere scelto, pur con molti “se”, proprio dai Knicks.

Giusto dire che, pur tirando solo il 37,3% dal campo, Selby sembra un’ideale combo guard, ovvero un giocatore esplosivo al tiro, soprattutto in un tipo di schema offensivo ad alta velocita’ come  quello giocato dai Knicks con D’Antoni, un giocatore, esagerando, tra Monte Ellis e Allan Iverson. In piu’ con ottimi skills difensivi, soprattutto se uno contro uno al play avversario. Indubbiamente a livello di college lo ha penalizzato aver scelto Kansas e non una squadra, magari Tennessee, piu’ adatta al suo fast play: tra le squadre che lo seguono e potrebbero prenderlo, occhio a Phoenix alla 13sima scelta, in cerca dell’erede di Nash o comunque di una guardia tiratrice, ma anche Indiana. Comunque vada Selby e’ uno dei prospetti piu’ potenzialmente esplosivi, e nella squadra giusta potrebbe essere lo sleeper per eccellenza…

E PER FINIRE OCCHIO A…

Jeremy Tyler, gigante di 2,10, reduce da una esperienza in Giappone abbastanza disastrosa, che gli ha fatto scampare il college ma anche scendere paurosamente nei borsini pre-draft, fino a quando al pre-draft camp di Chicago ha impressionato con le sue doti atletiche: per adesso non c’e’ molto di piu’, ma Denver e San Antonio lo tengono d’occhio per rinforzarsi sotto canestro.

Consigliabile tenere d’occhio Tyler Honeycutt, ala tiratrice da UCLA, un ideale giocatore perimetrale per molte squadre NBA, ma un po’ debole fisicamente per essere un 2,07 e soggetto a infortuni: una scelta bassa al primo turno, tipo da New Jersey, e’ la piu’ probabile.

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