Momento psicologico difficile per Lebron e tutti gli Heat

Si fa più impervia la strada verso l’anello da parte dei Miami Heat dopo la sconfitta patita giovedi notte in Gara 5. Ora infatti la squadra di Spoelstra dovrà annullare 2 match point ai Dallas Mavericks per poter vincere il campionato, con il vantaggio però di poterlo fare tra le mura amiche.

Gara 6 sarà la vera sfida da “Do it or Die“, sportivamente parlando si intende, anche se dopo tutte le critiche piovute sul capo di LeBron James, in caso di sconfitta sarà una morte sportiva parecchio dolorosa per questa stagione per il prescelto.

La terza sconfitta

Gara 5 ha avuto uno svolgimento anomalo rispetto alle precedenti gare della serie, soprattutto a causa della percentuale inumana dei Mavs dai 7,25. Dopo 4 gare ai 90 infatti la scorsa partita è stata quella che per gli Heat ha fatto saltare il banco, con 112 punti subiti e la sensazione che in caso di gioco più veloce i favoriti siano diventati gli avversari.

Per la verità il numero di possessi è assolutamente in linea con le gare precedenti e la differenza, come detto, è stata l’incredibile efficacia al tiro da parte dei Mavs, che se tirano da tre con il 68.4% non possono mai perdere.

Il problema però per Miami è che seppure impotenti di fronte a tanta potenza di fuoco, non hanno comunque dato risposte positive ai vari dubbi che gli addetti ai lavori e i semplici tifosi hanno sollevato dopo le prime sconfitte in questa serie.

Il più grosso ovviamente rimane la capacità di Miami di chiudere le partite e di vincere gare tirate fino all’ultimo. Il principale protagonista di queste critiche ovviamente è LeBron James, colui che a luglio ha sposato il progetto Heat ed è andato a South Beach per raggiungere l’agognato titolo e che dovrebbe essere, per pedigree, il giocatore che insieme a Wade prende per mano la squadra e la porta alla vittoria.

I numeri purtroppo per LBJ in queste finali sono contro di lui. Nonostante una tripla doppia in gara 5 infatti, i tabellini dell’ex Cavs nei quarti finali recitano:

  • Gara1: 2 su 4 al tiro, 1 su 1 ai liberi – 5 punti
  • Gara2: 0 su 4 al tiro, 2 su 2 ai liberi – 2 punti, 1 palla persa
  • Gara3: 1 su 3 al tiro – 2 punti, 2 palle perse
  • Gara4: 0 su 1 al tiro – 0 punti, 2 palle perse
  • Gara5: 1 su 4 al tiro –  2 punti, 1 palla persa (4 assist)

In totale negli ultimi 12 minuti siamo a 4 su 16 al tiro per 11 punti totali e 6 palle perse. E i numeri sono ancora peggio in quello che l’NBA definisce Clutch time, ovvero gli ultimi 5 minuti di partita quando la gara è entro i 5 punti di differenza. In queste Finals LeBron è a 0 punti, contro i 26 di Dirk Nowitzki, che però possiamo tenere fuori concorso.

Per James non proprio i numeri che ci si aspetta da un doppio MVP stagionale quindi.

Il contraltare lo fanno ovviamente i 4 assist smazzati nell’ultimo incontro, ma il risultato, la sconfitta, dice da sola quanto sia fondamentale che James torni a fare il Re e a mettere canestri importanti.

Gara 6 da vincere

Ora Miami ha assoluto bisogno di una vittoria in Gara 6, per annullare il match point di Dallas e giocarsi tutto in quella che sarebbe una drammatica Gara 7.

Lo farà alla American Airlines Arena, di fronte al pubblico amico, purtroppo per gli Heat non un pubblico così caldo come si converrebbe per una sfida così decisiva. Sarebbe importante avere dai tifosi una spinta emotiva simile a quella che nel 2007 ebbero i Golden State Warriors alla Oracle Arena, quando trasformatasi in marea gialla diede un serio colpo alla fiducia dei Dallas Mavericks e spinse i giocatori di Don Nelson al famoso upset.

Non potendo però contare su questo aspetto, sarà importante per Miami riavere il James delle prime due gare, quando giocando in casa fece due partite da All Star. Possibile che quindi James si senta più tranquillo quando gioca nel campo amico e anche solo per la legge dei grandi numeri è probabile che LeBron si sblocchi e dia il suo apporto fino in fondo ai suoi.

Se lo aspetta principalmente Dwyane Wade, il principale artefice dell’arrivo del Choosen one alla corte di Spoelstra, che nonostante i problemi fisici prima alla spalla e poi all’anca dopo uno scontro con Cardinal in Gara 5, non sta deludendo le attese e i propri tifosi, dimostrandosi affidabile per tutta la durata della partita.

Affidabilità che manca ancora a Chris Bosh, che segna sì 18.4 punti a partita, ma continua a tirare male e a perdere più di 2 palloni ad allacciata di scarpe. La sensazione è che il suo apporto non cambierà di molto nelle prossime sfide, ma è un apporto che se James tornasse a fare il James potrebbe essere più che sufficiente.

Qualcosa va fatto anche a livello di aggiustamenti. Il trasferimento a Miami e il giorno in più di riposo potrebbe essere un vantaggio per coach Spoelstra ed il suo staff, in modo da poter studiare il modo migliore per attaccare la difesa di Dallas, specialmente negli ultimi 5 minuti dell’ultimo quarto, quelli in cui Carlisle costringe i giocatori di Miami a prendere l’80% dei tiri da oltre i 5 metri.

Le reazioni dei protagonisti

Dopo la sconfitta in Gara 5, per gli Heat la strada sembra più in salita, ma come ha detto anche Spoelstra, ogni passo di crescita della squadra è passato attraverso alle difficoltà e non è certamente stato facile. Non si aspettava quindi coach Spoelstra che potesse iniziare ad essere semplice ora, in Finale, e come lui stesso dichiara, gli Heat sapranno passare sopra anche a queste difficoltà.

L’infortunio di Wade è da valutare. Sicuramente sarà in campo in Gara 6, perchè il suo ruolo di leader lo impone e il suo carattere da guerriero lo farà giocare sopra al dolore. C’è una statistica però che fa pensare: dei quintetti più usati da Miami, l’unico con il plus/minus positivo è quello senza Wade, con Chalmers, Miller, James, Bosh e Haslem.

Insomma, una serie di rebus che Spoelstra deve risolvere e deve farlo in fretta perchè domenica notte ci sarà una gara da “now or never“, proprio come twittato da LeBron James prima di Gara5.

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