A questo punto, perdere gara 4 non è un’opzione per i Mavs. Ritrovarsi sul 1-3 nella serie, infatti, rappresenterebbe, in pratica, abbandonare la cosa al titolo, con sole tre partite per tentare una complicata rimonta, due delle quali a Miami.
Anche Dirk Nowitzki, magnifico anche nell’ultima partita, la pensa così: “Martedì dobbiamo vincere, non possiamo andare sotto 3-1”; a fargli eco anche Jason Terry: “Sappiamo che è una gara importantissima, per noi gara 4 è come una gara 7”.
Certo è che, dopo aver visto gara 3, sarebbe utile che il resto dei Mavs si iniziasse a dare una svegliata. Nowitzki è fantastico e, ancora una volta in questa finale, è sembrato un comandante al quale manca l’esercito.
Perché se Dallas è arrivata fino a questo punto, lo deve anche a quel “supporting cast” che aveva fatto così bene contro Blazers, Lakers e Thunders. Una vola tanto le cifre aiutano a capire: i Mavs in questa finale stanno segnando 88.3 punti a gara, ben 11.7 in meno rispetto alle tre serie precedenti.
Se pensiamo che il tedesco contribuisce con i suoi soliti 28.3 per gara, è facile capire come i punti che mancano all’appello, e che farebbero la differenza, sono quelli degli altri.
Non ha particolarmente senso, per i Mavs, cercare risposte negli infortunati più o meno eccellenti. Haywood, in pratica, si tira fuori dalla questione: “Va meglio di ieri, ma non voglio prendere impegni. Mi muovo meglio, ho corso un po’, ma non ho fatto scatti e, sotto canestro, bisogna fare delle giocate di esplosività . Se posso giocare al 70/80% lo farò, sennò non c’è bisogno che io giochi”.
Chi, invece, spinge tantissimo per giocare (ma di sicuro non lo farà ) è Caron Butler, infortunatosi a Capodanno, in una partita a Milwaukee, al tendine. Carlisle gli fa i complimenti per la sua dedizione (“Non vorresti mai andare contro ad un ragazzo così, è speciale: è un mese e mezzo, o forse due mesi, in anticipo sulla riabilitazione. Questo dimostra il lavoro e la concentrazione che ci ha messo”) ma non può non essere realista.
Ma, al di lĂ del lavoro fatto e della voglia di giocare, per il tipo di infortunio subito da Butler servono di solito almeno sei mesi per recuperare, e ne sono passati solo cinque. Ha senso rischiare, considerando che il suo contributo difficilmente potrĂ essere decisivo?
Probabilmente anche lui, insieme ad Haywood e, non scordiamocelo, Beaubois, sarĂ seduto in panchina a fare il tifo per i suoi.
Saranno quindi gli altri, quelli che in campo ci possono andare, a dover salire di livello. I vari Terry, Barea e Stojakovic devono iniziare a contribuire ora, se non vogliono dare addio alla possibilità di portare a casa l’anello.
Come ha spiegato perfettamente Chandler a fine gara, il problema dei Mavs è facile da capire: “Siccome loro recuperano in fretta, i ragazzi si chiedono -E’ un buon tiro? Devo penetrare?- dobbiamo iniziare a far pagare le loro scelte, segnando qualche tiro. Da lì in poi, tutto verrà più facile.”.
Barea, in questa serie, ha dimezzato la sua produzione nei playoffs, passando dal 8.9 a 4.3 punti per gara (con 5/23 al tiro); ancora peggio è andato Stojakovic, crollando da una produzione di 8.8 punti a gara a 0.7.
Il serbo è stato annullato offensivamente (1/5 al tiro, con 0/4 da tre in finale) e, a questo punto, i suoi limiti difensivi diventano molto più visibili e decisamente meno accettabili.
I Mavs non possono prescindere da questi due giocatori per allargare la difesa degli Heat, che ha fatto delle scelte molto precise che fino a questo momento stanno pagando, concedendo ai Mavs dei tiri che di solito mettevano.
Lo stesso Nowitzki ha dichiarato: “Credo che la nostra capacità di allargare il campo e tirare sia una delle grandi ragione per le quali siamo arrivati fin qui. Guardando i video, abbiamo visto come le opportunità ci fossero e, quando ci sono, dobbiamo sfruttarle al massimo”.
Un discorso a parte lo merita Terry, che non ha decisamente ingranato in questa serie: non è un caso che l’unico quarto che ha giocato al suo livello, l’ultimo di gara 2, abbia coinciso con la rimonta e la vittoria dei Mavs. Il problema è, appunto, che in pratica ha giocato un quarto solo sui dodici a disposizione, segnando zero tiri (su quattro tentavi) nell’ultimo parziale di Gara 3.
E’ innegabile che il Jet stia soffrendo la difesa di Miami, che ha i difensori adatti per limitarlo: la scelta di mettere Lebron James su di lui è emblematica in questo senso. Lebron è più alto (ma non meno rapido) di Terry, riesce a stare con lui e gli oscura i tiri.
I Mavs devono cercare di trovare una soluzione, come ha detto, ancora una volta, Nowitzki: “Il Jet non è stato il solito giocatore da momenti decisivi, e noi ne abbiamo bisogno. Dobbiamo cercare di dargli maggiore libertà , ma lui poi deve mettere i tiri”.
Ma i problema dei Mavs non sono solo in attacco ma anche in difesa, in particolare contro Wade: come nel 2006, è ancora lui il rebus irrisolvibile per i Mavs, che non riescono a controllarlo, subendo tutte quelle iniziative che sono fuori dal playbook ma che stanno facendo al differenza.
A poco servono, a questo punto, le dichiarazioni di Stevenson, che accusa James e Wade di essere grandi attori, riuscendo a farsi fischiare falli che non ci sono. Per quanto possa avere ragione, i mavs devono iniziare a concentrarsi di più su sé stessi e meno sugli Heat.
Il momento della verità è stanotte.
“Ma, al di lĂ del lavoro fatto e della voglia di giocare, per il tipo di infortunio subito da Butler servono di solito almeno sei mesi per recuperare, e ne sono passati solo cinque. Ha senso rischiare, considerando che il suo contributo difficilmente potrĂ essere decisivo”?
Il suo mancato apporto pesa come un “macigno” ma a questo punto non c’è motivo di rischiarlo visto non ancora al massimo.
In questa serie il rebus per Dallas è Stojakovic che potrebbe divenire l’anello debole con maggiore riduzione delle rotazioni.
“Ma i problema dei Mavs non sono solo in attacco ma anche in difesa”….
Il problema per Dallas è Miami. In attacco è giusto che soffrano di più, anche se qui con un pò più di convinzione possono giocare, visto la difesa degli Heat e che soffrano in difesa in questa serie in primis Wade e vicinissimo Lbj. Per loro fortuna il terzo dorme.
Le assenze, uno Stojakovic a rischio non pervenuto, un Chandler limitato per il rischio falli dall’assenza di Haywood e Miami rendono questa finale per loro veramente dura.
Devono alzare il ritmo e trovare in Barea e Marion quella difficile chiave di lettura.
non credoche il problema sia la difesa su Wade. Dallas dietro stĂ tenendo, anche se flash e James segnano 30punti la possono comunque portare a casa visto l’apporto offensivo mediocre di Bosh e del resto del supporting cast di Miami.
Il probelma dei Mavs è l’attacco: Miami finora è risucita a bloccare la circolazione di palla, i ribaltamenti di lato, le penetrazioni che nelle precedenti serie contro Blazers, Lakers e Thunder avevano fatto la differenza a favore di Dallas. Marion stĂ anche producendo troppo (nel senso che è ampiamente al di lĂ delle piĂą rosee aspettative dal punto di vista offensivo, considerato poi che in difesa si stĂ disimpegnando piĂą che egregiamente), il punto è che Kidd è stato poco lucido e poco incisivo in regia e che se Barea, Terry e lo stesso Stojakovic(penoso nella serie, e infatti in gara 2 gli è stato preferito pure Cardinal) non salgono di colpi mettendo almeno un 12-13 punti di media in piĂą a referto per i Mavs è finita. Nowitzki può anche segnarne 35-40, senza collaborazione e iniziativa da parte degli altri non può nulla.
Ah, anche quest’anno era “l’anno dei Mavs”, come d’altronde 8 anni a questa parte … perchè sono 8 anni che Cuban costruisce dei super team intorno a Dirk, non sempre facendo le mosse giuste (la rinuncia a Nash?).
E adesso salta fuori che è il resto del team a non essere all’altezza di wunderkrukko?
Questa cosa non ha senso, lo stesso Dirk in attacco è pregevole (ma se incappa in una giornata no al tiro la sua efficacia viene ridotta di molto), ma in difesa soffre praticamente qualsiasi avversario con sufficiente talento e motivazione, e la serie contro Memphis lo ha dimostrato (Gasol ha dormito e i thunders non hanno lunghi degni di questo nome).
Bosh in questo senso dovrebbe darsi una svegliata e capire che può mangiarsi il tedesco sette volte su dieci se mette la palla a terra oltre i 5 metri.
Per il resto, il roster di Dallas è ottimo, la verità è che l’unica squadra attrezzata per limitare Wade e LeBron ha fallito nel compito (pro-tip erano i Bulls).