Premessa

Era decisamente il sottoscritto qualche mese fa a scrivere un articolo su Play.It Usa riguardo a Bosh, e al suo impatto nei playoffs.

Gravitavano intorno a lui dubbi e dicerie, e volendo essere onesti al 100% in pochi si sarebbero aspettati un Bosh trascinatore con l’inizio di questa post-season. Invece dopo una serie già convincente contro i Celtics, ecco il Chris Bosh che non ti aspetti, il Bosh che diviene fattore pure contro i Bulls, e che addirittura in gara 3, timbrando una performance da 34 punti con 5 rimbalzi e 13/18 al tiro, trascina offensivamente i propri compagni ad una vittoria fondamentale, che permette a Miami di prendere il controllo della serie (2-1).

Un successo però non solo targato Bosh, ma che rafforza le sue radici in particolar modo sul sistema difensivo messo in piedi da Spoelstra (un sistema che stritola sul nascere l’attacco dei Bulls) e da un Lebron onnipresente, capace di giocare un match imperioso su tutti gli angoli del parquet: in attacco, in difesa, a rimbalzo, sugli sfondamenti, sulle linee di passaggio o in transizione.

Un Lebron (da 22 punti, 10 assist, 6 rimbalzi, 2 palle rubate e 2 stoppate) che pare aver raggiunto una maturità tale, da non preoccuparsi più di tanto degli avvenimenti possibilmente negativi che si manifestano all’orizzonte, vedi per esempio gara 1 a Chicago.

Tornando proprio a Chicago, questa volta a Rose e compagni non è bastato il controllo del pitturato (41 a 32) nè tanto meno un Boozer efficente in attacco con 26 punti e 17 rimbalzi, ma buco nero nel lato opposto del campo. Thibodeau dovrà correre ai ripari, perchè il punto di forza della difesa Bulls, sembra essere lo stesso punto di forza di Miami, con la differenza che l’attacco di Miami, seppur non celestiale come circolazione, una soluzione la trova sempre seguendo l’algoritmo Bosh, Wade, James.

Diventa quindi indispensabile per i Tori avere un impatto offensivo assai più deciso di quello visto in gara 2 e 3 (con un sufficiente 40% al tiro da due) altrimenti si rischia grosso nelle prossime uscite. Inoltre Rose deve produrre di più di 20 punti, 5 assist e 5 rimbalzi, e deve azzannare l’avversario con penetrazioni ripetute e più tiri dalla media, altrimenti viene meno un intero sistema che impreziosisce di volta in volta i vari Deng (stanotte 14 punti), Gibson, Noah, Brewer, Korver o CJ Watson. Miami ora ha il controllo della serie, e gara 4 rischia di essere già decisiva per il destino di Chicago! Non resterà che vedere quali aggiustamenti proporrà Thibodeau nelle prossime ore, e soprattutto che chiave tattica potrà diventare Bosh, eh si torniamo a lui, dopo la prestazione  “monster” di stanotte.

Recap: Miami non ha intenzione di partire soft, e Wade + Lebron mettono subito le cose in chiaro con un 4-2 iniziale per i padroni di casa, con schiaccione di LBJ annesso. Rispondono i Bulls con un minibreak di 5-0, firmato Rose ed una tripla di Bogans, 7-4 per Chicago. Rose continua imperterrito, classica penetrazione delle sue e +4 (10-6). Lebron però non ha voglia di lasciare spazio ad eventuali fughe dei Tori, quindi corre come un pazzo da una parte all’altra, recupera palloni, difende forte… e con una tripla da fermo scrive il -1.

I liberi per qualche minuto si impossessano della contesa, ne approfitta nell’occasione Miami che mette la testa avanti 15-11. Lebron è ovunque, mette paura a Bogans in appoggio a tabellone, stoppa Deng. La folla è in delirio. Deng però non si fa intimorire, e firma il -2. Il primo quarto si chiude sul +3 Heat (18-15), con Chicago che dopo un discreto inizio fa fatica a stare dietro alla difesa e alla corsa di Wade, Lebron e soci.

Dopo 4 giri di lancette nel secondo quarto Miami è saldamente avanti, con l’inerzia dalla propria parte. Jump/shot + liberi per Bosh, e + 6 Miami. Boozer dalla parte opposta da segni di vita con la maglia rossa addosso e con il 4° punto della sua partita accorcia il distacco tra le due squadre, fino a – 2. Bosh però è in giornata e ribatte colpo su colpo, in una sfida tra “4” davvero interessante e avvincente. Korver si intromette con la prima tripla al servizio dei suoi compagni. Gli Heat sono avanti solo di 1, eppure la partita pare recitare un altro copione, con i padroni di casa sereni e fiduciosi nel modo di approcciare ai vari aspetti di questa gara 3.

Uscendo da un time-out Bulls, Bosh riprende il discorso da dove lo aveva interrotto, altri 2 punti nel caos del pitturato, e 35-30 per Miami. I Tori faticano e non poco contro la difesa costruita da Spoelstra, ed inoltre Rose non è lucido come al solito, arginato dai costanti raddoppi trappola messi in moto dagli Heat. Miami a ridosso della fine del primo tempo prova a ri-scappare sul +6, anche sul +8, ma proprio a fil di sirena una magia di Rose, con un 2+1 irreale, rende vano il tentativo, chiudendo di fatto il secondo quarto sul 43-40  per i padroni di casa. Bosh è super con 16 punti in appena 20 minuti di gioco. Rose è a quota 11, ma il suo ritmo non è adeguato per impensierire il muro Chalmers, Wade, Lebron, Bibby.

Nella terza frazione proprio Rose prova a scuotersi, salendo di colpi, e cominciando a pungere pure da fuori: tripla per lui, e Bulls che impattano sul 47-47. Dura poco però, prima Bibby da 3, poi Bosh, ricreano un solco. Solco che Rose ricuce almeno tre volte, fino a quando ancora una volta Bibby con un’altra tripla riporta a +3 gli Heat. Chicago subisce la botta, e Miami piazza un parzialone di 10-2. Lebron e Wade spingono sull’acceleratore… prima con il 60-53, poi anche con il +9, mentre Bosh scrive il 24° punto della sua magnifica partita.

I Bulls però non sono una squadra abituata ad arrendersi, quindi sospinti da un Deng infuocato, per l’occasione, rientrano fino al -3 (68-65) a chiusura della terza frazione. Deng in teoria avrebbe persino la palla del 67-68, ma la sciupa per troppa fretta con ancora 5 secondi sul cronometro. Errori che possono costare cari…

E infatti nell’ultimo quarto… Miami affonda il colpo decisivo. Da una parte sfruttando l’arma tattica/letale di Haslem, che punisce almeno 3 volte i raddoppi su Lebron, da un’altra parte servendosi della trance realizzativa di un Bosh implacabile. Lebron in jump/shot + appunto Bosh, dominatore dei tabelloni, allungano per l’ennesima volta sul 72-66 per i padroni di casa. Sarà l’allungo decisivo… un paio di volte Chicago toccherà il -4, ma è in definitiva sarà troppo tardi. Miami piazza un altro parziale che fa molto male, con Wade pronto a dare il suo apporto (17 punti) in termini di quantità, e il +13 di vantaggio si materializza senza troppa fatica. Thibodeau prova a scuotere la truppa con 2 time-out, ma i buoi sono oramai scappati… Miami si prende gara 2 per 96-85, e i Bulls nelle prossime ore avranno molto da lavorare se vorranno riportare il fattore campo dalla loro parte.

Gara 4: Thibodeau dovrà lavorare sull’attacco, per capire come mettere sotto scacco una difesa Heat che sta dominando a questo punto la serie. Inoltre sul piano offensivo della serie dovrà trovare un modo per aiutare Rose proprio contro la difesa Heat, perchè se Rose non gira (e non si parla solo di punti a tabellino)… non girano gli altri, e se non girano gli altri… vincere contro gli Heat diventa quasi impossibile.

Inoltre Thibodeau dovrà anche rimettere mano alla difesa, per capire come adeguarsi su Bosh dopo gara 3, e se scegliere ancora un piano partita che provi ad oscurare in parte Wade! Sul versante Heat Spoelstra non dovrà dare per scontato niente, dovrà calibrare passo dopo passo questa difesa schiaccia-sassi, magari continuando a lavorare sull’attacco, nella pia speranza che gli Heat migliorino ulteriormente una circolazione di palla felice ma non troppo. Resta poi da vedere per quanto tempo Lebron giocherà su questi standard, perchè se LBJ non ha intenzione di fermarsi o cambiare ritmo, beh, allora, non ci saranno adeguamenti che tengano per l’avversario di turno.

MVP: Ovviamente Bosh, con 34 punti e tanti highlights in canna (vedi la schiacciata con urlo compreso alla KG). Però anche Lebron mette paura, per intensità, voglia e tecnica mista a potenza. Una prova da 22+10+6+2+2 è roba da MVP, poche storie. Attendiamo risposte in merito da Derrick Rose.

Dichiarazioni post-partita:

“He came in with a very aggressive mindset. We tried to help him a little bit, to give us a little bit more variety with our offense. But, ultimately, it’s about reading the game.”
Heat coach Erik Spoelstra said of Bosh’s play.

“Bosh was terrific right from the start of the game, very aggressive. I thought we allowed him to get his confidence early. He’s hard to close down once he gets going like that.”
Bulls coach Tom Thibodeau.

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