Al primo turno, subito una grande classica: Boston - New York !

EASTERN CONFERENCE

CHICAGO BULLS / INDIANA PACERS

I numeri possono spiegare meglio di qualsiasi analisi quanto sia proibitivo il compito dei Pacers: da quando i playoffs NBA hanno adottato il formato a 16 squadre (1984), solo 38 squadre su 432 li hanno affrontati con un record perdente, e di queste soltanto una (i Sonics del 1987) è riuscita a passare il primo turno; i Pacers, peraltro, arrivano al momento clou della stagione con un allenatore esordiente “a tempo determinato”, che ha solo una manciata di partite alle spalle.

I Bulls, d’altra parte, sono in uno stato di forma cui il termine “smagliante” non rende giustizia: la difesa di Thibodeau è già arrivata, dopo un inizio timido, al livello di quella dei Celtics, mentre in attacco l’onnipotente Rose, che di recente ha fatto il bello e il cattivo tempo contro difese eccellenti come Heat e Celtics, non dovrebbe avere difficoltà a vivisezionare quella dei Pacers.

Non ci sono appigli tecnici o tattici a cui fare affidamento per cercare un vantaggio, ancorché minimo, per i Pacers: i punti di forza dei Bulls (primo tra tutti l’ormai leggendaria rapidità di Rose nel mettere palla per terra) coincidono proprio con i punti deboli dei Pacers (e quindi, per restare a Rose, il fatto che il suo avversario Collison sia proprio il peggior difensore di 1vs1 della squadra di Indianapolis), mentre i Pacers sono male attrezzati per sfruttare i pochi punti deboli di Chicago, come la vulnerabile transizione difensiva o la scarsa esplosività sotto canestro (con Vogel i Pacers vanno poco in contropiede, e non hanno grandi atleti tra i lunghi).

In tutto questo non c’è da stupirsi che i tifosi di Indianapolis si pongano come obiettivo massimo quello di strappare una vittoria ai dominatori della conference, l’unico elemento che può favorire i  loro beniamini è quello emotivo: il concetto di squadra che “non ha niente da perdere” è un cliché di cui si abusa sin troppo spesso in ambito sportivo, ma in effetti è difficile pensare ad una situazione emotivamente più favorevole di quella dei Pacers, con particolare riferimento al loro allenatore.

Vogel ha lavorato complessivamente molto bene tatticamente (ribaltando tutti i principi della deficitaria gesionte O’Brien) e nella gestione del gruppo, ottenendo dignitosi risultati: ciononostante la dirigenza dei Pacers e Larry Bird hanno più o meno chiaramente segnalato che, a prescindere dall’esito di questa serie di playoffs, l’incarico di head coach per l’anno prossimo verrà affidato a qualcuno con più esperienza. Vogel si trova quindi nella invidiabile situazione di poter affrontare quattro partite sostanzialmente “regalate”, in cui potrà adottare gli atteggiamenti tattici più spregiudicati e azzardati che gli dovessero venire in mente, senza timore di ripercussioni negative.

Pronostico: 95% Bulls 5% Pacers, 4-0.

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MIAMI HEAT / PHILADELPHIA 76ERS

Un’altra serie dal pronostico chiuso: gli Heat hanno spesso faticato, in stagione regolare, contro le altre contender, ma hanno regolarmente triturato gli avversari di medio e basso livello, e in questo momento appaiono in gran forma: Wade, in particolare, dopo aver temporaneamente spaventato i suoi compagni e tifosi con qualche acciacco di troppo che lo ha tenuto ai box per un paio di partite, è tornato più brillante che mai.

I Sixers, invece, hanno seri problemi di tenuta fisica: nelle ultime gare sono stati costretti a tenere a riposo forzato il loro miglior giocatore (Iguodala) e il loro “asso nella manica” tattico (Lou Williams), e non ci sono certezze sulle loro condizioni fisiche in vista delle prime gare di playoffs.

Situazione più che mai grama, considerando che anche gli aspetti tattici non lasciano molte speranze: i Sixers basano gran parte delle loro fortune sull’atletismo dei loro esterni e la loro capacità di attaccare il pitturato, sia frontalmente che spalle a canestro, sfruttando i mis-match che di volta in volta si presentano in favore dell’uno o dell’altro.

Contro gente come Wade e James, però, non ci sarà trippa per gatti in questo senso, e anzi saranno i giocatori di Philadelphia ad essere, per una volta e come chiunque altro, in situazione di inferiorità fisica e atletica contro il dynamic-duo; nessuna buona notizia nemmeno dal duello Bosh/Brand, visto che quest’ultimo non è abbastanza fisico per sfruttare i pochi chili dell’airone da Georgia Tech e gli rende troppi centimetri; senza dimenticare, infine, che il principale punto di forza degli Heat è la loro devastante efficacia in contropiede, e con un portatore di palla sospetto come Jrue Holiday, e una squadra che non fa del tiro da fuori e dei rimbalzi offensivi il suo punto di forza, c’è il rischio di vedere troppo spesso i centometristi di Miami in campo aperto.

Da dove si possono estrapolare elementi di speranza per la città dell’amore fraterno? Essenzialmente dal fatto che i Sixers sono comunque una squadra il cui nucleo centrale gioca insieme ormai da alcuni anni, con una ottima chimica di squadra, allenata egregiamente: Doug “sembro il gemello di Bagatta ma non odiatemi per questo” Collins, per la quarta volta nella sua carriera (dopo Chicago 1987, Detroit 1996, Washington 2002) ha portato la sua nuova squadra ad un miglioramento di vittorie in doppia cifra rispetto alla stagione precedente; è stato spesso criticato per il rendimento delle sue squadre ai playoffs, ma ha 25 anni di vantaggio su Spoelstra e tanti trucchi del mestiere da insegnargli, soprattutto nella metà campo difensiva dei Sixers.

Se durante una delle due prime sfide gli Heat si trovassero invischiati in una partita a basso ritmo e basso punteggio, senza trovare canestri facili e costretti a vivere del loro non sempre affidabile tiro da fuori, la loro situazione emotiva potrebbe diventare complessa, a fronte dell’evidente pressione di un nucleo di tifosi (loro) che sostanzialmente pretende il titolo già da quest’anno e di un universo di tifosi (altrui), esperti e semplici appassionati che non vede l’ora di vederli fallire.

Pronostico: 90% Heat 10% Sixers, 4-1.

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BOSTON CELTICS / NY KNICKS

La serie più affascinante, con due franchigie storiche, due città rivali senza eguali nelle altre rivalità del mondo sportivo americano, tante stelle in campo, da una parte e dall’altra. I Knicks sfoggeranno un Madison Square Garden infuocato e appaiono estremamente fiduciosi di strappare il famoso “upset” al primo turno, o quantomeno di vendere cara la pelle: sono in forma, hanno finito la stagione in crescendo, e affrontano una squadra che appare molto stanca (Allen e Pierce), con tanti problemi di infortuni (Shaq su tutti), sfiduciata (Rondo).

La realtà potrebbe però rivelarsi molto differente per i bluarancio: è vero che i Celtics del dopo-ASG sono stati deludenti, e che i loro veterani non stanno ringiovanendo, ma è vero anche che molti dei loro problemi si possono imputare a pura e semplice stanchezza fisica; il record di 1-7 nelle secondi notti del back to back, o il 30% da tre di Allen nelle ultime settimane, sembrano segnali abbastanza chiari in tal senso.

Al primo turno però, la stanchezza non sarà più un fattore, i back to back non ci saranno, e da un punto di vista prettamente tattico non sembra esserci alcuna buona notizia per i nuiorchesi: la difesa dei Celtics rende al meglio contro gli attacchi che si affidano molto agli isolamenti e alle partenze da fermo, vale a dire proprio la situazione tattica che Amare e ‘Melo prediligono, mentre l’attacco biancoverde, paziente e ben rodato, non dovrebbe avere problemi contro una difesa mediocre sia individualmente che nel suo complesso, che mette poca pressione sulla palla e tende a farsi irretire dalla circolazione di palla insistita.

New York dovrebbe riuscire a strappare quantomeno una partita, grazie ad una esplosione di Amare e/o Melo o a una di quelle classiche serate di grazia in cui le squadre di D’Antoni iniziano a segnare triple in serie da ogni angolo del campo, ma è difficile che queste circostanze si ripetano per quattro volte, a meno che i biancoverdi non siano effettivamente in condizioni fisiche peggiori di quelle che si pensi.

Pronostico: 90% Celtics 10% Knicks, 4-1.

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ORLANDO MAGIC / ATLANTA HAWKS

Nelle ultime stagioni gli Hawks sono stati la classica vittima sacrificale per i Magic, che ne hanno sempre disposto a loro piacimento (come esemplificato dall’infamante 4-0 degli scorsi playoffs).
Non è tanto un problema di talento (si può tranquillamente sostenere che i georgiani siano complessivamente ben più dotati della controparte), quanto di atteggiamento e di “accoppiamenti”.

Le debolezze di Atlanta, infatti, calzano a pennello sui punti di forza di Orlando:
-gli Hawks sono la peggior squadra della lega a rimbalzo offensivo; i Magic la migliore a rimbalzo difensivo;
-gli Hawks attaccano poco il ferro e troppo spesso si accontentano di jumper dalla lunga distanza; i Magic sono eccellenti nel difendere il mid-range game, vista la loro filosofia difensiva volta a “spingere” gli avversari verso Howard;
-tutti i principali giocatori degli Hawks (Johnson, Smith, Horford) sono difensori eccellenti o addirittura straordinari nell’uno contro uno, ma molto sospetti nei fondamentali difensivi di squadra; i Magic non attaccano quasi mai in isolamento, e la loro filosofia offensiva è volta essenzialmente a muovere la difesa avversaria costringendola a ripetute rotazioni, finché un anello della catena difensiva cede e si crea un tiro facile;
-i migliori quintetti degli Hawks prevedono l’accoppiata Horford-Smith sotto canestro: un duo atletico e agile, ma improponibile contro la potenza fisica di Howard;
-gli Hawks sono una squadra volubile e umorale, sempre pronta a “darla su” se la partita si mette male; i Magic fanno della costanza e della regolarità il loro principale punto di forza.

I Magic sanno benissimo cosa devono fare per battere gli Hawks, e lo faranno. Gli Hawks, invece, possono battere i Magic solo dimostrando di essere in grado di cambiare radicalmente abitudini ed attitudine, su entrambi i lati del campo: in attacco devono smetterla con i jumpshot sparacchiati nei primi secondi dell’azione senza aver mosso la difesa, e sfruttare il loro superiore talento ed atletismo per attaccare il ferro, guadagnare tiri liberi (aspetto in cui sono tradizionalmente deficitari, tra i peggiori della lega) e magari riuscire a caricare rapidamente Howard con qualche fallo, un lusso che i Magic non si possono permettere.

Nell’altra metà campo, come al solito, tutto ruota intorno a DH12: ormai tutta la lega sa perfettamente che il miglior modo per fermare l’attacco di Orlando è lasciare Howard in uno contro uno a tutti i costi, sfidarlo a prendersi 30 tiri a partita (atteggiamento lontano dallo stile di Superman) e a segnare tutti i punti che vuole, ma disinnescando il resto della squadra ed in particolare i tiratori dalla distanza.

Più facile a dirsi che a farsi, trattandosi di una strategia che richiede freddezza, lucidità e disciplina (tutte doti che negli Hawks non abbondano), tanto più se si considera che i matchup Howard-Horford e Howard-Pachulia sono troppo squilibrati; più interessante ed equilibrato potrebbe essere il duello tra Superman e Collins, che generalmente se la cava bene contro di lui, riuscendo a costringendo a ricezioni del pallone di qualche metro al di fuori delle sue zone preferite, quanto basta per rendere le partenze di DH12 via via meno efficaci.

Pronostico: 70% Magic 30% Hawks, 4-1.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA DELLA CONFERENCE:
Quattro serie dal pronostico apparentemente chiuso in modo ermetico, per il semplice fatto che gli accoppiamenti che si sono verificati, oltre al normale divario tecnico di ogni primo turno dei playoffs, hanno anche fatto sì che ciascuna delle tre miglior squadre si trovi di fronte all’avversario tatticamente ideale per come sono strutturate: delle ipotetiche sfide Bulls-Sixers, Celtics-Pacers e Heat-Knicks avrebbero potuto rivelarsi ben più equilibrate.

Anche quella teoricamente più in bilico, tra la quarta e la quinta del seeding, sembra in realtà improponibile per la squadra sfavorita: se gli Hawks giocano come hanno sempre giocato negli ultimi anni e in questa stagione, sarà la serie meno equilibrata di tutte; se giocano come da anni si spera che possano giocare, possono tranquillamente battere i Magic… ma con una squadra così umorale, non c’è molto da sperare, e se nel complesso le squadre sfavorite dovessero racimolare soltanto 2-3 vittorie in tutto non ci sarebbe da stupirsi.

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WESTERN CONFERENCE

SAN ANTONIO SPURS / MEMPHIS GRIZZLIES

Raramente una squadra del livello degli Spurs ha ricevuto così poco credito ed attenzione per i risultati raggiunti durante la regular season: pur avendo tenuto, per due terzi di stagione, un ritmo di vittorie raggiunto nella storia della lega soltanto dai migliori Bulls di Jordan, per tutto l’anno si è parlato quasi esclusivamente di Heat e Bulls, Celtics e Lakers.

Una sottovalutazione che ovviamente fa il gioco del diabolico Popovich, che non ha mai perso occasione per minimizzare i successi della sua squadra, nonostante l’evidente certezza di avere di nuovo per le mani, dopo un notevole lavoro di makeup tattico e tecnico durante l’estate, una corazzata in grado di andare fino in fondo.

Il calendario ha però posizionato una bella trappola proprio all’inizio del loro sentiero: i Grizzlies sono probabilmente la squadra più pericolosa tra quelle che lottavano per gli ultimi tre posti utili per i playoffs, e sono riusciti a “guadagnare” l’ottava testa di serie soltanto regalando agli avversari, più o meno esplicitamente, diverse partite sul finire dell’anno.

Memphis è una squadra che gioca bene su entrambi i lati del campo, ha più talento di quanto non le si riconosca normalmente (se i premi NBA avessero un reale significato tecnico, anziché essere un semplice test di popolarità, Tony Allen vincerebbe a mani basse il titolo di miglior difensore e giocatore più migliorato, e Randolph sarebbe nel secondo quintetto assoluto), e per di più sembra fatta apposta per dare noia agli Spurs.

Nella sfida tra le due frontline, quella degli Spurs parte sfavorita: quantomai inusuale per una squadra abituata a dominare il pitturato quasi contro chiunque per dieci anni, ma la coppia Gasol-Randolph è talentuosa, energica, ben assortita ed affiatata; Duncan è sempre Duncan, anche se con qualche anno in più sulle spalle, ma il suo compagno di reparto, sia esso di volta in volta Blair, McDyess o chiunque altro, dovrà alzare il livello del proprio gioco per tenere botta contro l’avversario diretto.

Più in generale sarà decisivo, per gli Spurs, che i giocatori di secondo piano, da Hill a Neal, da Bonner a Blair, riescano a riprodurre lo straordinario rendimento della regular season anche nel contesto totalmente differente dei playoffs; gli ultimi due, in particolare, sono tatticamente irrinunciabili per Popovich: Blair per la già esposta necessità di contenere una frontline temibile, Bonner perché è l’unico, vero tiratore puro in grado di allargare il campo per gli speroni, ma deve essere estremamente efficace perché Popovich possa permettersi di tenerlo in campo a lungo e sopportare le sue lacune difensive.

A tutto questo va aggiunta una tegola dell’ultim’ora: Ginobili ha subito un’iperestensione al gomito destro nei primi minuti della gara conclusiva, e le sue condizioni fisiche resteranno un’incognita fino al momento di scendere in campo per la prima palla a due; l’argentino è un lottatore, e quindi difficilmente non sarà in campo, ma se dovesse rivelarsi fisicamente limitato la situazione potrebbe iniziare a farsi preoccupante.

Paradossalmente, infatti, la squadra con il miglior record della lega in regular season è anche quella che si trova ad affrontare l’avversario più impegnativo di tutte le contender, ed è quindi l’unica a non potersi permettere una partenza lenta, a scartamento ridotto.

Pronostico: 70% Spurs, 30% Grizzlies, 4-2.

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LOS ANGELES LAKERS / NEW ORLEANS HORNETS

Come detto in precedenza, le sfide di regular season non sono, di regola, un valido indicatore di quello che può succedere nei playoffs; questa sfida però rappresenta un’eccezione, perché i precedenti tra le due squadre non hanno fatto altro che confermare visivamente quello che già era evidente sulla carta, vale a dire che i Lakers sono il peggior avversario possibile per una squadra strutturata come gli Hornets (anche al gran completo, figuriamoci senza West).

Va detto che i Lakers arrivano a questo primo turno nelle peggiori condizioni possibili: hanno perso cinque delle ultime sette partite, battendo solo sul filo di lana le riserve degli Spurs, e strappando una vittoria miracolosa nella partita che ha visto per l’ultima volta le luci dell’NBA accendersi nell’Arco Arena e a Sacramento.

Nelle ultime settimane, dopo un ruolino di marcia post-ASG impeccabile, si sono dimostrati imprecisi al tiro, poco fluidi nei movimenti senza palla, restii all’extra pass; sono inoltre letteralmente terrorizzati dagli infortuni di Bynum (il cui ginocchio sembrava aver fatto crack per l’ennesima volta, che dovrebbe essere abile ed arruolato ma le cui condizioni effettive potranno essere verificate solo con la prova del campo) e Blake (non tanto per la sua rinuncia, quanto per il fatto che ha la varicella e che alcuni giocatori-chiave dei gialloviola, tra cui lo stesso Bynum e nientemeno che Bryant, non l’hanno mai contratta), oltre che ulteriormente debilitati dai problemi al ginocchio di Barnes.

I gialloviola possono ringraziare le stranezze del tabellone, che alla posizione 7 hanno regalato il miglior avversario possibile: in una sfida di primo turno con i Grizzlies o i Blazers (che, a 6 secondi dalla fine della gara di Sacramento, con i Lakers sotto di tre, sembrava ormai inevitabile), si sarebbero trovati in seria difficoltà, mentre solo un cataclisma, o una prestazione leggendaria di Chris Paul, potrebbe creare qualche grattacapo in questo contesto.

Pronostico: 90% Lakers, 10% Hornets, 4-1.

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DALLAS MAVERICKS / PORTLAND TRAILBLAZERS

Normalmente, in una sfida tra la terza e la sesta squadra del seeding, i favori del pronostico andrebbero inevitabilmente, con più o meno intensità, alla prima delle due.

La communis opinio in giro per l’NBA, invece, è che i Mavs siano destinati a fare l’ennesima brutta figura ai playoffs, e che i giovani e vigorosi Blazers possano farli fuori senza problemi: si dice che i Mavs siano troppo vecchi, troppo fragili emotivamente, con un Nowitzki in fase calante e senza una vera e propria “seconda punta” di valore assoluto al suo fianco.

In realtà, scavando negli aspetti tattici della sfida, i temibili Blazers, che rappresentavano un vero e proprio incubo per i Lakers, sono la migliore avversaria che i Mavs potessero desiderare.

I due principali punti di forza di Portland sono l’utilizzo estensivo della difesa a zona, che mette in crisi i meccanismi d’attacco di molte squadre NBA, e i quintetti tattici che McMillan utilizza con grande maestria, spostando Aldridge a centro e schierando Wallace o Batum da ala grande atipica; sarà però tutt’altro che facile riuscire a schierare questi quintetti atipici contro una frontline zeppa di settepiedi come quella dei texani, e per quanto riguarda la zona… beh, gli unici ad utilizzare la difesa a zona più massicciamente dei Blazers sono proprio i Mavericks: come tutte le squadre che utlizzano tanto la zona, i Mavericks sono anche eccellenti ad attaccarla, e il loro attacco a metà campo pieno di giocatori di esperienza e con le mani educate non dovrebbe avere nessun problema a trovare i “soft spot” nel la difesa di Portland.

Dall’altra parte del campo le cose non vanno molto meglio: i Blazers sono la squadra che gioca al ritmo più basso dell’intera lega (il che impedisce di sfruttare l’età avanzata e la scarsa transizione difensiva dei Mavs), e quella che va a rimbalzo offensivo con più decisione (ma i Mavs sono più che solidi a rimbalzo difensivo).

Le indicazioni tattiche sembrano tutte a favore dei Mavs, che per di più appaiono parecchio motivati dal fatto che tutta la Western Conference, dai Lakers in giù, nelle ultime settimane non ha fatto altro che dichiarare apertamente di preferire Dallas a qualsiasi altra avversaria; per sovvertire il pronostico, i Blazers avranno bisogno di una prestazione super da parte di LaMarcus Aldridge, ormai stabilmente e meritatamente entrato nel gotha dei giocatori NBA, mentre ci sono poche probabilità che un Roy ancora fiaccato dai suoi infiniti problemi fisici possa fare la differenza, anche se i suoi tifosi continuano a sperarlo.

Pronostico: 70% Mavs, 30% Blazers, 4-2.

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OKLAHOMA CITY THUNDER / DENVER NUGGETS

Due squadre giovani, atletiche, ben allenate, in ottima forma fisica ed emotiva;  hanno anche un altro elemento in comune, vale a dire un significativo miglioramento dopo le rispettive trade a ridosso della deadline di Febbraio.

Che i Thunder avessero fatto un colpaccio lo si era capito da subito, e in effetti l’arrivo di Perkins ha portato loro una solidità difensiva e un peso sotto canestro che non avevano mai conosciuto; più inatteso, però, è stato un analogo miglioramento della squadra anche in attacco, derivato dal fatto che i minuti lasciati sul piatto da Krstic e Green sono andati a due giocatori complessivamente ben più forti dei due partenti come Ibaka e Harden; (quest’ultimo, in particolare, è letteralmente esploso, diventando a volte una vera e propria terza punta dell’attacco dei Thunder).

Dall’altra parte il miglioramento dei Nuggets era certamente meno prevedibile, ma l’esito finale del “Melo-drama”, che ha lacerato per mesi i cuori dei tifosi del Colorado, ha permesso a Karl di poter finalmente schierare la sua squadra ideale: nessuna prima donna, nessun go-to-guy, tanta difesa e versatilità in ogni ruolo.

Si confrontano, quindi, due filosofie offensive opposte: da un lato i Thunder con il loro attacco basato sul ritmo basso e sui giochi disegnati per il duo Thunder-Westbrook, studiati per creare situazioni di isolamento nelle loro posizioni di campo preferite (per non parlare del semplice gioco a due tra loro, che è ormai la scelta automatica di Brooks nei momenti decisivi); dall’altro la squadra che gioca al ritmo più alto tra tutte quelle arrivate ai playoffs, con un costante movimento dei giocatori senza palla, che impedisce alla difesa di focalizzarsi su un solo giocatore o una sola situazione tattica.

Nell’ultima settimana stagionale queste due squadre si sono incontrate due volte in pochi giorni, e sono stati due massacri a favore dei Thunder, ma i confronti di regular season non sono necessariamente un valido indicatore di quello che accade quando si cambia sport e si passa dal basket di stagione regolare a quello dei playoffs;  in particolare, queste due sfide sono state “falsate” dal fatto che i Nuggets, sicuri del quinto posto, erano disposti  a tutto pur di aiutare i Thunder a superare i Mavs e far scendere questi ultimi al quarto posto del seeding.

Quali saranno i temi fondamentali di una serie che si preannuncia interessantissima? Innanzitutto la sfida Nené-Perkins, perché un buon rendimento del  brasiliano è importante per il gioco di Karl, ma di norma Perkins ha sempre la meglio nel confronto diretto; poi bisognerà vedere se la ottima difesa dei Thunder, costruita però più sugli istinti e sull’esuberanza fisica che sulla disciplina, riuscirà ad essere realmente efficace contro un attacco, come detto, che è costruito apposta per sbilanciare e punire le difese troppo aggressive; dall’altra parte, però, Karl dovrà utilizzare tutta la sua maestria per riuscire a contenere, di squadra, due giocatori come Westbrook e Durant che singolarmente nessun Nugget può limitare.

In definitiva una classica serie da tripla in schedina.

Pronostico: 50% Thunder, 50% Nuggets, 4-3 o 2-4.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA DELLA CONFERENCE:
La regular season della Western Conference si è chiusa in modo letteralmente grottesco, con parecchie squadre che hanno giocato palesemente a perdere pur di “aggiustare” il bracket in modo a loro favorevole: Grizzlies e Hornets non volevano finire settimi per non incrociare i Lakers, i Nuggets hanno tentato in tutti i modi di fare in modo che Oklahoma superasse Dallas, i Mavs a loro volta avrebbero chiaramente preferito finire quarti piuttosto che terzi, e persino gli Spurs hanno più o meno palesemente regalato una partita ai gialloviola purché questi ultimi non finissero quarti, rischiando di trovarseli di fronte già al secondo turno.

Tutti volevano evitare i Lakers (che però hanno chiuso la stagione in modo disastroso, e sono fiaccati dagli infortuni più disparati), tutti volevano affrontare i Mavs (che però hanno abbastanza talento ed esperienza anche per arrivare fino in fondo), vedremo chi avrà ragione.

Il tutto in un contesto in cui solo gli Hornets sembrano tecnicamente fuori luogo, mentre tutte le altre squadre dal ranking inferiore appaiono pienamente in grado di sorprendere le favorite.

 

39 thoughts on “NBA Playoffs: First Round Preview

  1. Nel pezzo di preview Oklahoma – Denver c’è un errore: penso volessi dire il duo Durant – Westbrook non il duo Thunder – Westbrook.
    A meno che il Thunder non sia Thunderlips di Rocky 3…allora ci sta tutto!

    • Una citazione di Rocky 3 ci stava, ma non sono così brillante… è un banale lapsus. ;D

  2. gran bell’articolo!! mi dispiace solo x il pronostico dei miei sixers…ma effettivamente già è tanto se nella serie ne strappiamo una!

  3. sono sostanzialmente d’accordo con quasi tutti i pronostici, a parte Portland (che fa fuori Dallas) e i Thunder (che vedo nettamente favoriti rispetto ai Nuggets).

  4. Concordo sostanzialmente con tutto quello che è stato detto tranne per una valutazione. Mettere Thunder e Nuggets sullo stesso piano mi sembra quasi un’eresia. 50a50? Sinceramente non capisco dove e perchè dovrebbero essere al 50. Una squadra di stelle (Durant e Westbrook) che probabilmente troverà la squadratura del cerchio in questi playoff messa al 50 e 50 con Denver… beh… fantasioso. E’ proprio vero, i Thunder sono davvero troppo sottovalutati (penso sinceramente che entro 2 anni al massimo diventeranno il team dominante della Lega. Durant, Westbrook ed Harden affiancati ad un centro di peso possono spazzare via i “big three” costruiti a tavolino…. Vedremo subito se tutti gli scettici saranno smentiti….

    • La mia valutazione non è frutto di scetticismo o sottovalutazione dei Thunder, anche perché sono convinto che già da quest’anno possano tranquillamente aspirare alla finale di conference.

      Più che altro, considerando che i corsi e ricorsi storici ci suggeriscono che probabilmente una delle otto serie si rivelerà un upset, sono andato per eslucsione: nelle quattro serie dell’est non vedo alcuna possibilità di upset (a meno che gli Hawks non si mettano finalmente a giocare come da anni si spera che possano giocare), in quelle dei Lakers e degli Spurs nemmeno, anche se questi ultimi faticheranno più delle altre contender.

      Rimangono solo Mavs-Blazers e Thunder-Nuggets, e tra le due mi sembra che gli accoppiamenti tattici siano più favorevoli a Denver che a Portland: è vero che OKC è molto talentuosa su due lati del campo, ma è vero anche che giocano un basket abbastanza prevedibile e conosciuto. I nuovi Nuggets invece sono un’incognita per tutti, le avversarie non hanno ancora avuto modo di studiare a fondo la loro nuova strutturazione, e Karl è un volpone: se i Thunder perdessero una delle prime due, poi andare a riprendersi il vantaggio del campo in altitudine diventerebbe un casino.

      • Concordo.

        Per questo che dico che se Okc passa è probabile che si ritrovi in finale. Denver non saprei.

  5. fabiostoppani

    che dire… FINALMENTE UNO CHE IN QUESTO FORUM LA PENSA COME ME!!!

  6. mmmh… Concordo su diverse partite, tranne due:

    Portland Dallas: vero che Nowitzki spacca, che terry arriva dalla panchina e blablabla, ma guardando gli avversari diretti, nowitzki aldridge non lo pronosticherei così a favore del tedesco, e terry e beaubois da guardie se la vedranno con due rogne mica da ridere (fernandez e i 10 minuti di “the natural”, che ai playoff sale di livello). inoltre wallace non ha nessuno “al suo ritmo”… cioè, darlo a marion sembra un utopia… quindi io la vedo a favore di portland… tiratissima, ma a favore di portland. anche se c’è kidd…

    Hornets – Lakers: si, i new orleans sono fottuti, lo sappiamo tutti… però così a catastrofe no, imho. Dai, Monty ha costruito una buona difesa, e per quanto manchi un terminale offensivo come west, landry lo sta sostituendo bene, ariza e okafor difendono benino anzichenò e paul se lo mangia, fisher… poi però il 24 chi se lo prende? belinelli? XD

    • il punto chiave del tuo commento secondo me è “RITMO”, perché sta proprio qui il problema.

      I Blazers giocano a ritmo basso, più basso di chiunque altro, e questo spesso crea dei problemi agli avversari… ma i Mavs si trovano perfettamente a loro agio con i ritmi bassi, quindi sarebbero stati molto più in difficoltà con qualcun altro (ad esempio i Nuggets).
      Idem per quanto riguarda “Crash” Wallace: saranno i Mavs a doversi adattare a lui, o sarà McMillan a doversi adattare al fatto che con una frontline altissima come quella dei Mavs Wallace da 4 non se lo può permettere?

      Secondo me più la seconda che la prima, perché se pensiamo alle coppie Nowitzki-Chandler vs Aldridge-Wallace, nella metà campo dei Blazers uno dei due lunghi avversari lo deve prendere Wallace, e diventa un mismatch clamoroso, mentre nell’altra metà campo Nowitzki e Aldridge restano a sfidarsi uno con l’altro ma Chandler può tranquillamente stare con Wallace, ha i piedi e le abilità difensive per non soffrirlo.

      Insomma, ci sono così tanti problemi tattici per i Blazers, così tante situazioni in cui un potenziale vantaggio di Portland finisce proprio per combaciare con un punto di forza dei Mavs, che il duello Aldridge-Nowitzki rischia quasi di risultare ininfluente…

  7. clap clap per l’articolo.

    Al primo turno vado ad Ovest:

    Okc-Denver:
    interessante la disamina e concordo sull’interesse della serie dove può capitare di tutto ma concordo con fabiostoppani in un 60% Okc (poi può passare Denver). Okc che se “passa bene” la serie si proietta per la finale. Cmq da vedere.

    Spurs-Memphis:
    “Il calendario ha però posizionato una bella trappola proprio all’inizio del loro sentiero: i Grizzlies…”

    Dallas-Portland: ?

    “i migliori quintetti degli Hawks prevedono l’accoppiata Horford-Smith”:
    è proprio lì il problema. Sono due 4 e nessuno dei due è un 5 (Horford, per quanto bravo e volenteroso non può molto con veri 5). Possono anche passare il turno (difficile) ma questo è un problema che rimane. O rinunciano a uno dei due o passano Smith a 3.

    Un solo appunto o curiosità:
    “Nelle ultime stagioni gli Hawks sono stati la classica vittima sacrificale per i Magic, che ne hanno sempre disposto a loro piacimento (come esemplificato dall’infamante 4-0 degli scorsi playoffs)”.
    non capisco l’utilizzo di “infamante”.

    • “infamante” nel senso che non è stata una semplice sconfitta, ma ha lasciato una vera macchia, un marchio d’infamia su questi Hawks: una serie si può perdere, si può perdere anche 4-0, ma NON si può perdere come Atlanta ha perso l’anno scorso, senza lottare, senza dare nemmeno l’impressione di voler sputare sangue sul parquet anche solo per una vittoria di Pirro.

  8. Che palle! Quanto mi fanno incazzare i playoff quando qualche squadra ha degli infortunati.
    Mi riferisco, per esempio, a David West degli Hornets.
    Ok: anche con West non sarebbero andati lontano. Pero’ a me piace vedere le sfide alla pari, al completo.

    I Lakers per esempio non hanno (quasi) mai subìto degli infortuni gravi negli ultimi 15 anni di Playoff.
    E questo li ha sempre aiutati (poi va be’..spesso erano anche i piu’ forti).

  9. Scusate il ritardo…
    Ma volevo sottolineare come il talento fenomenale di Bryant abbia deciso forse gli interi Play Off con un incredibile tiro da 3…
    Certo su 82 partite sembra assurdo dirlo, ma se quel tiro non fosse entrato…
    Spero che il buon Bryant abbia fatto un regalo anche a noi Blazers….
    E speriamo che l’allenatore del mese di Aprile superi i suoi limiti…

  10. giangio, più del tiro da tre di kobe è stato decisivo popovich che ha tenuto i big in panca allo staples. contento lui che si becca grizzlies e poi thunder e ha ginobili fuori per gara 1, contenti tutti eh.

    matteo.

    bynum era fuori nel 2008, ma era un giocatore molto acerbo allora e poi anche grazie a quell’infortunio ci fu la carità della trade gasol. di ben altro peso sono stale le defezioni degli avversari nei due anni successivi.

  11. Quest’anno io vedo almeno 7 serie su 8 quasi decise. L’unica veramente aperta è tra okc e denver. Concordo pienamente con l’articolo. Quindi primo giro non eccezionale ma che belle saranno le semifinali di conference.. miami-boston e orlando-chicago. E ad ovest spurs-okc o denver e dallas lakers.. Spettacolo puro..

  12. Non è tanto un problema di talento (si può tranquillamente sostenere che i georgiani siano complessivamente ben più dotati della controparte)

    Prego???

    • Sarà che siamo di parte, però insomma, solo Howard vale Smith e Horford messi insieme!

    • A Orlando c’è UN grande talento, cioè Howard: gli altri sono validissimi professionisti, ma complessivamente non è che siano dei fenomeni.

      Dall’altra parte invece c’è parecchia gente che gronda letteralmente talento come Horford, Johnson, Smith, Marvin, Crawford… però nel basket il talento non è tutto, e quindi non c’è da stupirsi se una squadra meglio allenata, più costante e più disciplinata come i Magic finisse per rifilare un altro 4-0 agli Hawks.

  13. BELL’ARTICOLO Flet!
    io aspetto che inizii la giostra per giudicare. questa analisi è giusta ma non esclude tante altre considerazioni come………………………………………………………

  14. Complimenti davvero per l’articolo…

    Mi unisco comunque a coloro che considerano la serie Thunders-Nuggets nn così equilibrata, vedo OKC in questo momento come la seconda squadra più solida ad Ovest, soprattutto per aver messo su una front line dal talento magari nn eccezionale, ma di grande durezza e fisicità

    Sulla serie Spurs-Grizzlies, i texani possono anche piangere la possibile mancanza di Manu, ma nn dimentichiamo che agli altri manca Gay, quindi c’è poco da lamentarsi.
    Credo che tutti temano Memphis per via del grande atletismo, e per la solidità sotto canestro, però nn dimentichiamo anche che 3/5 dello starting 5 nn hanno mai giocato una partita di PO, Zack li ha giocati l’ultima volta nel 2003, ed il resto della squadra, Allen escluso, nn è messa meglio

    Queste sono cose si in post season dovrebbero contare

    Daccordo con chi dice che il tiro di Kobe è stato il momento singolo più importante della stagione L.A. : gli ha tolto dalle palle i Trailblazers (che storicamente soffrono), gli ha dato il fattore campo contro i Mavs, e gli ha dato il tie break contro Boston in una eventuale finale

    Paghi 1, porti via 3

  15. Ottimo articolo, i temi tattici sono stati analizzati tutti alla grande…vedo che come unica, possibile sorpresa hai messo la vittoria dei Nuggets sui Thunder, che ci potrebbe anche stare per carità ma che vedo altamente improbabile. Per il resto mi trovo d’accordo un po’ su tutto, tra l’altro ci sono molte cose affascinanti in questo turno: D’Antoni contro la difesa per eccellenza dei Celtics, due squadre giovani come Thunder e Nuggets una contro l’altra, gli Hawks che possono redimersi dopo l’anno scorso, in cui uscirono 4-0 per mano proprio dei Magic e con 25 punti di scarto medi…insomma, come ogni anno, che lo spettacolo abbia inizio…

  16. qualcuno sa quali sono le condizioni di Ginobili? solo gara 1 fuori? bynum? butler?
    grazie

  17. praticamente perfetto. i miei complimenti.
    non avrei saputo fare di meglio in cosi poche righe.
    se per quanto riguarda l’analisi tattica (a mio modo di vedere ottima) è possibile obiettare, i pronostici sono ovviamente soggettivi, quindi non c’è margine di valutazione.

  18. iyw, attenzione a leon powe: lui i playoff 2008 li ha fatti per intero ( gasol se lo ricorda bene), se sta bene fisicamente può dare molto fastidio.

  19. non posso che unirmi al coro di lodi per l’analisi di Fletcher Lynd (a proposito: interessante anche la derivazione letteraria del suo nickname), competente e ben strutturata.
    Concordo sulle premesse, mentre in quanto ai risultati sono estremamente scettico sulla possibilità che i pur validissimi Nuggets possano davvero far fuori i Thunder. La maggiore indiziata di upset resta per me Dallas, nel bene e nel male capace di tutto, mentre ad est terrei d’occhio Bos-Nyk.

  20. in Thunders vs Nuggets l’unico missmatch a favore di quet’ ultimi è il coach.
    Perchè Denver vinca la serie… Karl deve tirar fuori assi dalla manica e cilindro con annesso coniglio.

  21. i lakers non hanno avuto infortuni negli ultimi 15 anni di playoff..? qualcuno ricorda in che condizioni hanno giocato bryant e bynum l’anno scorso..? kobe ha avuto il ginocchio drenato 2 volte, bynum aveva il menisco rotto e ha giocato al 10%, si e no.

    poi, sul resto… i lakers saranno pure fiacchi e fiaccati, ma se tutti hanno giocato per evitarli, non credo si sia trattato di follia collettiva… a me pare (piuttosto) che la cosa grottesca sia pensare che i gialloviola sarebbero stati “in seria difficoltà” contro memphis, ad esempio.

  22. pronostici di dan peterson

    lakers campioni NBA

    Boston esce al primo turno perdendo gara 7

    johngrady cole. hai dimenticato i problemi di prostata di brian shaw!

  23. La firma di Fletcher è sempre una lieta garanzia…

    Forse, uno spunto interessante della serie LAL vs NOH potrebbe essere l’accoppiamento Bryant vs l’ex-compagno Ariza (con Artest che, per vittimizzare Belinelli, rischia di far “grippare” l’intero triangolo…); se poi Kobe si occuperà anche di Paul, la sua serie potrebbe risultare breve ma molto “affaticante”, soprattutto in vista dei turni successivi…

    Jason Smith giocatore-sorpresa della serie? O toccherà all’altro ex-Mbenga?

  24. ATDHE è stato fatto fuori, dove posso vedere in streeming le partite di PO se è possibile?

    I mie pronostici combaciano anche se penso che qualche serie tipo Thunder-Nuggets o a sorpresa Celtics Kniks potrebbe andare a gara 7, insieme a Mavs-Blazers con vincenti le squadre vhe giocano in casa.
    Che colpo per LA essere davanti ai Celtics come record… potrebbe pesare molto io continuo a credere che la finale sarà quella dello scorso anno, speriamo almeno in serie combattute
    cerco che nel caso i verdi potrebbero pagare caro il fatto di essersi sparati su un piede nel finale di stagione perdendo gare imperdibili, si vedrà

  25. Dico la mia sulla cessione di Perkins: a Boston credono che Shaq possa essere ancora determinante e decisivo, anche se non dominante come un tempo, e lo penso anch’io, cercto dall’inizio del campionato ho la sensazione che per loro sia l’ultimo vero tentativo, mi aspettavo una stagione in stile Pistons post sconfitta in G7 in finale, invece ha contato e molto la carta d’identità, Pearce e Garnett sono in forma e si sono risparmiati nel finale, ma senza Shaq possono farcela
    dico Shaq rendiamoci conto

  26. MIO DIO CHE POLLI!!!!
    Gli Indiana Pacers hanno buttato via una partita già vinta, mai vista una cosa del genere….
    Adesso il 4-0 non glielo toglie nessuno, crolleranno psicologicamente, perdere dopo una partita dominata!!!

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