Un Duncan pensieroso: riuscirà ancora una volta a fare la differenza nei Playoffs?

13.3 punti, 9 rimbalzi, 2.7 assist, 49% dal campo

Vedendo queste cifre potrebbe venirvi in mente un onesto mestierante che si porta a casa i suoi milioncini di dollari facendo ciò che il proprio coach gli chiede senza aprir bocca e accontentandosi di ciò che passa in convento…

Un Tyson Chandler, un Brandon Bass, un Marcus Camby ai tempi in cui guadava ancora verso il canestro. Per carità, sono tutti giocatori importanti nell’economia delle proprie squadre di appartenenza, ma difficile identificare loro come la stella del team o come l’ago della bilancia tra un’ambizione moderata e una da contender vera.

E invece quelle sono le cifre per questa stagione di Tim Duncan, uno dei giocatori più vincenti della storia di questo gioco, uno che è potenzialmente considerato la miglior power forward di tutti i tempi, uno le cui cifre della carriera parlano di 20.6 punti, 11.4 rimbalzi, 3.1 assist, quasi il 51% dal campo in oltre 1000 apparizioni sul parquet (festeggiate contro i  Blazers a dicembre), e tutto questo nonostante la parabola discendente sia già iniziata da un po’ di tempo.

Cifre che inoltre migliorano quando la palla comincia a scottare, per salire a 23 punti, 12.4 rimbalzi e 3.5 assist di medie carriere nei playoff, conditi da 4 titoli NBA, 3 di MVP delle Finali, 2 da MVP della regular season, 12 partecipazioni all’All Star Game, nove volte primo quintetto (e altre quattro tra secondo e terzo) NBA, otto volte miglior quintetto difensivo (e cinque secondo).

Un palmarès che si perde un’ora solo a leggerlo, il 90% dei giocatori della Lega darebbe tutto ciò che ha per fare la metà di ciò che ha fatto Tim per questo gioco.

E nonostante questo calo a livello puramente statistico ci troviamo con gli Spurs che vantano (e certo non da oggi) il miglior record dell’intera NBA, con un vantaggio talmente ampio che nemmeno qualche sconfitta di troppo nell’ultimo periodo, insieme alla distorsione alla caviglia che ha tolto dai giochi lo stesso Duncan per un paio di settimane, riescono a scalfire la tranquillità di coach Popovich.

Addirittura qualcuno, una volta accertata la relativa gravità dell’infortunio (“The Spurs said X-rays showed no bone damage”), vede in questo riposo forzato del caraibico quasi una ulteriore arma in più per gli Speroni a livello di postseason, considerando comunque che già i 28’ di media di quest’anno sono ampiamente il carrer-low, Pop spesso gli ha risparmiato minuti francamente inutili negli ultimi quarti a babbo morto (cosa che fa solo a volte Phil Jackson a causa dei suoi mind games per “svegliare” chi non rende come lui si aspetta, in particolare la second unit), quando molte presunte star stanno comunque in campo a rimpinguare le loro cifre. Nei back-to-back inoltre le cifre scendono addirittura a 12p+6r…

L’ultima dichiarazione sul suo infortunio reperibile nella rete dice così: “Spurs’ coach Gregg Popovich expects Duncan (ankle) to miss “four or five games” and be healthy in time for the playoffs, according to the San Antonio Express-News”.

L’idea (speranza?) sarebbe di lasciarlo libero di riprendersi facendolo tornare magari ad un paio di partite dal termine della regular season così da avere un minimo di rodaggio per l’inizio dei playoff, riprendendo il ritmo partita che si fa presto a prendere nell’NBA di oggi dal calendario serratissimo. Ma magari è di nuovo una magata del Pop e in realtà Duncan sta già bene e vuole solo tirarsi a lucido prima delle partite che veramente contano.

Questo poi è solo l’anno da rookie del brasiliano Tiago Splitter, che sta subendo il trattamento che storicamente Popovich riserva ai giocatori al primo anno, faticando a vedere il campo se non nel garbage time, quando comunque stiamo parlando di uno che vanta una pluriennale esperienza in Europa e che si è dimostrato come uno dei migliori giocatori ai Mondiali turchi di settembre (dando vita anche a un’epica sfida con Scola e gli argentini).

Questo per dire che le rotazioni dei lunghi contando Blair, Bonner, McDyess (anche lui tenuto parecchio nel congelatore) avrebbero potuto risparmiare qualche ulteriore minuto a Tim se il brasiliano avesse potuto vedere il parquet con continuità.

E le prime due uscite con un po’ di minuti hanno fatto vedere il potenziale: 10+14 in 27’ coi Warriors e 4+7 in 17’ con Denver, dove comunque ha trovato le vecchie volpi di Nenè e Martin dall’altra parte.

Fa solo un po’ strano vedere che un altro giocatore rookie arrivato dal Vecchio Continente come Gary Neal abbia subito fatto breccia nel cuore di Pop trovando molti più minuti di Splitter seppur in ruoli diversi. Comunque siamo sui 20’ per Neal, che poi è quello che concesse anche al signor Ginobili (che arrivava in NBA dopo aver dominato in Europa).

Pare quindi evidente sia dalle cifre che dal linguaggio del corpo (ormai provato da anni di battaglie sotto le plance ma ancora discretamente integro considerando che Tim è classe ’76) che il ruolo del nativo delle Isole Vergini sia ulteriormente ridimensionato, è chiaro a tutti che questa è la squadra di Parker (che già rubo la scena nell’ultima finale con i Cavs prendendosi il titolo di MVP delle Finals con quasi 25p e un irreale 57% dal campo) e soprattutto di Ginobili.

L’argentino quest’anno sembra aver trovato una ulteriore marcia in più, giustificando il contrattone che qualche furbone stava già cominciando a rinfacciare alla dirigenza Spurs… Vero che chiamerà 14 milioni di Presidenti deceduti nel 2012/2013, ma la storia recente dell’NBA dice che devi provare a vincere nell’immediato se ne hai la possibilità (Pistons con Sheed, Miami con Shaq, Boston coi Big Three… Miami di nuovo?).

Duncan è sempre stato prima ancora che un giocatore una persona intelligente, e il cedere il palco ai suoi due scudieri del passato può solo giovargli, allungandogli la carriera e magari anche il palmares.

Il contratto è in scadenza a giugno 2012 per oltre 20 milioni, impossibile vederlo con un’altra maglia, vediamo se in questo periodo vorrà prolungare la sua permanenza in NBA e se reputerà che 15 anni e 4 titoli siano abbastanza quando avrà spento 36 candeline.

Inoltre l’averlo un po’ più riposato e soprattutto senza gli occhi di tutti addosso con continui raddoppi potrebbe rivelarsi come la chiave per gli Spurs di far strada nella postseason. Parker in 1vs1 ha forse solo Rose di pari velocità nella Lega e chiamerà aiuti frequenti nei suoi attacchi a canestro, mentre Ginobili certo non da oggi ha dimostrato di avere nel bagaglio anche un tiro da fuori in grado di aprire sovente la scatola. Senza scordare giocatori come Jefferson o Neal che hanno fatto degli Spurs una delle squadre più temibili dall’arco quest’anno.

Ecco, avere un Duncan in queste vesti e con queste libertà farebbe la felicità di ogni allenatore. Bisogna vedere se quello vero sarà questo o sarà quel giocatore che per alcuni tratti di regular season ha dimostrato tutti i suoi acciacchi e tutte le difficoltà di star dietro ai top player del ruolo più giovani di lui.

9 thoughts on “Il Duncan 2.0

  1. bell’articolo! obbiettivo, lucido e spietato insomma tutti i pregi e i difetti degli spurs.
    quale ruolo avranno nella post season? difficile dirlo dal titolo al primo turno, tutt’altro che facile, con menphis le insidie sono tante.
    su duncan voglio dire che condivide la stessa sorte di pop: manu e tony hanno guidato il golpe contro pop e tim diventando leader tecnici e metronomi della squadra.
    questo golpe, però, nelle segrete stanze indovinate da chi è stato ordito?
    da tim e pop che hanno capito che il primo non ha + 40 min e la forza di 3/4 anni fa ed anno dopo anno sta consumandosi e il secondo ha capito di non avere un roster adatto al suo sistema
    ed allora il primo, dall’alto della sua leadership ( neanche kobe ha tanto rispetto dai suoi compagni), si accontenta di 20/30 min ed non essendo innamorato delle statistiche non cerca tiri o rimbalzi o stoppate che gli costino uno sforzo eccessivo conservandosi, si spera, per giugno.
    pop, dal canto suo, interpreta il suo sistema in una maniera a dir poco eretica accettando i ritmi di manu e tony prova a giocare al ritmo di d’antoni con le spaziature degli spurs e il risultato è particolare ed eccentrico con partite vinte che arrivano sopra i 120 pt segnati o altre, sempre vinte, che non arrivano ai 90 ( le versioni vintage degli spurs di quest’anno sono chicche per i loro affezionatissimi tifosi).
    morale della favola le possibilità degli spurs si reggono, oltre all’incognita infortuni, alla capacità di pop e tim di mettere le briglie ai puledri manu e tony senza farglielo capire, facendoli correre ma senza snaturare la ultradecennale struttura di squadra che duncan con il suo allenatore hanno crerato.
    P.S. : neal, blair, spitter & co. sono variabili importanti o addirittura decisive se i big e il loro coach non gli daranno troppe responsabilità.

  2. Se non ci fossero stati Kobe&Shaq probabilmente Duncan sarebbe stato il mio giocatore preferito (soprattutto quello con il #8\24). Un Campione dentro e fuori dal campo, etica del lavoro, qualità tecnica e fisica e chi più ne ha più ne metta. Anche se…io ci credo poco a questo calo. Per me, ai playoff, Duncan tornerà a mettere su le sue solite cifre, posto che a lui non interessa fare 20+10 ma vincere anche semplicemente con una rotazione difensiva ben fatta.
    E intanto prego, da tifoso Lakers, per una finale di Conference contro gli Spurs e in una finale NBA contro i Celtics, entrambe chiuse a gara 7, magari dopo uno o due overtime e canestri decisivi di Bryant e Fisher…
    Riflettevo anche su questo: perché nel basket NBA ci sono rivalità straordinarie, ma attraverso le quali non si sfocia mai nell’insulto o cose del genere, mentre nel calcio nostrano i tafferugli sono all’ordine del giorno? Può essere solo una cultura differente, o c’è qualcos’altro?

  3. Grande Tim,
    lui come MJ è uno di quei giocatori unici, irripetibili che non nascono sulla scia di nessuno, ma anzi lasciano una scia sulla quale molti giocatori in futuro potrebbero nascere.
    James, Wade, Bryant sono grandi campioni inarrestabili, però, a mio avviso, sono tutti passati per la ‘scia’ Jordan, mentre Duncan, Bill Russell a parte e qualcosina di Olajuwon, è un giocatore che ha creato un gioco a parte, solido specialista della difesa e letale in attacco, un dominatore su tutti e due i lati del campo appunto come non si vedeva dai tempi di The Dream, ma con un suo stile unico il quale, secondo me, gli garantirà il fatto di essere la miglior power forward di tutti i tempi, tenica e potenza mescolati assieme.

    • Premessa: per un tifoso spurs parlare di Timmy non è parlare in maniera obbiettiva ( l’80% dei tifosi spurs sono prima tifosi di Duncan e poi di san antonio) anche se io sono tra i pochi oppositori dell’era MJ già allora tifavo per l’ammiraglio, elliot, rodman ecc…. ancora mi arrabbio quando penso che per colpa di Madonna e della sua relazione con il “verme” gli spurs non divennero la squadra che avrebbe potuto dare qualche grattacapo in più a MJ & c.

      tim, nonostante il declino, è un profilo unico di giocatore. innanzitutto perchè ha fatto 4 anni di università ( togliete, per gli amanti delle statistiche, i primi anni di carriera a garnett, kobe e lebrom e riparagonateli a tim) dove ha mille altri record. la sua peculiarità è simile a quella di un solo altro gigante del gioco: russel.
      con Bill ha in comune il fatto che, pur non essendo il più forte, rendeva la sua squadra + forte. nei rispettivi periodi d’oro bill e tim avevano a che fare con o’neal e chamberlain che erano + dotati da madre natura ma non il carisma dei primi.

  4. premesso che un lungo può condizionare più la difesa rispetto ad un piccolo,quindi anche per questo i migliori difensori della storia molto spesso vengono considerati i lunghi invece che gli esterni…

    detto questo,duncan merita il rispetto di un giocatore che ha vinto ben 4 titoli da uomo guida degli spurs,l’uomo più importante della propria squadra,a prescindere che nel 2007 l’mvp delle finals fu parker e nel 2005 per molti l’avrebbe meritato ginobili.
    resta il fatto che gli spurs per oltre un decennio sono stati la squadra di duncan,questo nel bene e nel male.
    raramente ho visto un giocatore così continuo,raramente ho visto un giocatore capace di elevare così tanto il suo gioco tra la r.s. e i playoff.
    anche lui tra i grandissimi di questo gioco rispetto ad altri pagherà il fatto di non essere stato personaggio,ma certamente è tra i primi 10 di sempre,il suo palmares parla chiaro…

    secondo me della sua generazione,shaq è stato al top il più devastante e dominante di tutti,kobe quello che certamente avrà la carriera migliore,ma duncan è stato certamente il più continuo.
    fin dal suo anno da rookie era già un primo quintetto nba,mentre nel secondo anno già vinceva il titolo trascinando i suoi.
    nel decennio successivo solo kg ha avuto una simile continuità di rendimento,se parliamo appunto della capacità di essere decisivi nelle due metà campo.
    giocatore poco spettacolare ma assolutamente efficace come pochi altri nella storia di questa lega.
    leader silenzioso,ma uno di quei giocatori che chiunque vorrebbe avere come punto di riferimento della propria franchigia.
    penso che come impatto ricordi molto la carriera di jabbar…

    robduncan21

    diciamo che il miglior olajuwon è stato ancora più devastante del miglior duncan,ma questo in entrambe le fasi.
    the dream al top è stato un giocatore di una completezza quasi irripetibile.
    era un attaccante super,grazie ad un infinito repertorio,ma forse difensivamente ha anche superato il suo attacco.
    l’olajuwon difensore è stato una delle cose più incredibili che ho mai visto in nba…

    • Io, pur ammettendo di essere di parte, prendo Duncan tutta la vita. entrare nella lega e vincerla.
      Vincere col cap + basso della storia è una di quelle imprese che mai si ricorda. mentre i tifosi di shaq dicevano che senza di lui kobe non avrebbe vinto e quelli di kobe lo stesso a quelli di shaq le due schiere dimenticano horry, fisher ( dannato 0.4 ) ecc……
      Duncan, invece, tranne il primo titolo con Robinson, ha avuto sembre un grande supporting cast ma mai un altra stella ( uno dei primi 10 della lega ) ed anche nel 2007 con Parker, mattatore delle finali, e nel 2005 con manu meritevole dell’ex aequo almeno sia il franco-belga che l’argentino, pur fondamentali e vincenti nello scacchieri di pop, non avevano nella lega il rispetto e la considerazione da top ten della lega o del migliore in quel ruolo ( nash, deron, paul, kobe, lebrom, roy, ecc…..).
      ed infine quanto le carriere di ginobili e parker debbano a quella di Duncan? quale superstar di ieri, a parte Russel, lascia il proscenio ad un compagno pur di vincere? quale superstar, pur caricandosi la franchigia sulle spalle, ha dato tanta fiducia e forza ai suoi compagni permettendoli di crescere?
      quale stella al tramonto ha avuto un rispetto così alto da compagni ed avversari? gli ultimi anni di hakeem e quelli che sta vivendo shaq sono paragonabili al modo come li sta vivendo Duncan? il fatto stesso che molti credano che nei P.O. possa resuscitare è più dovuto al fatto che è Duncan e non a quello che ci ha fatto vedere nella regular season. “essere Duncan” da solo ci fa sperare che non sia il fisico a fare il giocatore ma lo spirito e l’intelligenza e solo lui può tentare di vincere i limiti che il tempo ci impone. sulla completezza tecnica non credo che da 4 ci sia un giocatore più completo di Duncan. certo hakeem e sheed (un vero pazzo ma col tiro da tre) per completezza sono i più vicini rispetto a garnett e webber ma a tutti questi manca qualcosa rispetto a tim.
      bellissimo l’accostamento a jabbar che, pur nelle loro enormi diversità, ha tante analogie psicologiche con timmy.

    • Assolutamente d’accordo con te, per me l’Olajuowon dei tempi d’oro è stato il pivot più completo di sempre, per intenderci ti dico subito che ho iniziato a giocare a pallacanestro vedendo the Dream in azione, lui è il mio idolo di sempre. Le sue giocate difensive erano efficaci quanto quelle offensive, basta ricordare come ha ‘ridicolizzato’ l’ammiraglio, ex compagno di tim e simbolo degli speroni, nella serie del ’95 contro i san antonio.

  5. blocksteal

    preferire duncan a kobe e shaq ci può stare alla grande,il livello è quello.
    tutti e tre al termine della loro carriera meritano di entrare nella classifica dei primi 10 di sempre.
    cetamente io se dovessi avere l’opportunità di poter scegliere un giocatore per iniziare un progetto di squadra solo mj prenderei prima di duncan…

  6. Non sono tifoso Spurs ma parlare di Duncan mi resta difficile. Così come per il suo coach.
    L’unica cosa che attendo sono i p.o.
    Non succede, ma se succede…

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