Dopo un periodo di crisi, i Lakers di Kobe e Gasol hanno ricominciato a macinare vittorie...

Finalmente la crisi che aveva attanagliato i Lakers a cavallo di dicembre e gennaio pare superata ed i gialloviola hanno ripreso a marciare con un buonissimo passo.

Ci sono ancora alcune cose da mettere a posto e, soprattutto, c’è una avversaria credibilissima anche all’ovest, i soliti maledetti San Antonio Spurs, che spesso sembrano finiti ma alla fine tornano sempre competitivi, cui sarà molto difficile togliere il primo posto nella Western Conference, ma la maggior parte dei timori sono stati fugati, al punto che Kobe si è potuto permettere anche una piccola polemica con il mito (e suo mentore) Jerry West riguardo all’efficacia della difesa gialloviola, negativa per Mr. Clutch, sufficiente per il momento secondo il Mamba.

In questo momento in realtà stiamo vedendo la solita, classica, versione di regoular season dei Lakers, una squadra che si compiace del suo talento, gioca discretamente ma pecca sotto i punti di vista della grinta e della concentrazione e convince poco in fase difensiva, ma abbiamo visto già nei tre anni passati come questi difetti tendano a ridursi drasticamente ai play off; un pericoloso calo dell’atletismo di alcuni giocatori, Kobe per primo, potrebbe far venire dei dubbi sul fatto che la stretta difensiva possa avvenire anche quest’anno, ma il dubbio, ormai è chiaro, ce lo toglieremo solamente durante i play off.

Assolutamente nuovo il modo di giocare di Kobe Bryant, quasi irriconoscibile in campo. Avevamo già visto come dopo gli infortuni e la riabilitazione estiva il suo atletismo non fosse ai livelli degli anni passati, e forse anche lui cerca di non spremersi troppo per arrivare in buona condizione ai play off.

Ma stiamo vedendo un giocatore diverso dal passato, un giocatore che per la prima volta da anni non è fra i primi 5 realizzatori della lega, ma nemmeno fra i 5 giocatori che si prendono più tiri in partita e, dopo il periodo di crisi in cui a volte forzava con percentuali non eccelse, sta tirando stabilmente meno di 20 volte a partita e nelle ultime apparizioni ha effettuato solamente 12 tiri contro i giovani Thunder, 18 nella sconfitta a Dallas, 15 contro i Nuggets, 11 contro i Jazz.

Non sappiamo se Kobe si stia preservando o stia portando a compimento quella trasformazione lentissima ma costante che ha avuto negli ultimi 4 anni, ma per ora far circolare di più la palla, giocare più per i lunghi e coinvolgere anche altri esterni, soprattutto Brown, sta dando buoni risultati e la classifica lo dimostra, infatti dopo la sconfitta nella prima partita dell’anno contro i Memphis Grizzlies, forse il punto più basso della crisi dei Lakers, sono arrivate due sole sconfitte, a Dallas e nel derby con i Clippers, a fronte di 10 vittorie, il secondo posto nella western conference comincia ad essere consolidato, anche se gli Spurs ed il primo posto sono ancora lontani, ed addirittura si sta avvicinando il secondo posto complessivo, per ora appannaggio dei Celtics con 3 partite di vantaggio sui gialloviola e, finalmente, sono arrivate anche vittorie contro squadre forti ed in forma, come gli Hornets o i Thunder, squadre molto pericolose in questo periodo.

Le partite

Mercoledì 5 gennaio, @ Phoenix Suns: 99 – 95 W
Venerdì 7 gennaio, vs New Orleans Hornets: 101 – 97 W
Domenica 9 gennaio, vs New York Knicks: 109 – 87 W
Martedì, 11 gennaio, vs Cleveland Cavaliers: 112 – 57 W
Mercoledì, 12 gennaio, @Golden State Warriors: 115 – 110 W
Venerdì, 14 gennaio, vs New Jersey Nets: 100 – 88 W
Sabato, 16 gennaio, @ Los Angeles Clippers: 99 – 92 L
Lunedì, 17 gennaio, vs Oklahoma City Thunder: 101 – 94 W
Mercoledì, 19 gennaio, @ Dallas Mavericks: 109 – 100 W
Venerdì, 21 gennaio, @ Denver Nuggets: 107 – 97 L
Martedì, 25 gennaio, vs Utah Jazz: 120 – 91 W

I singoli

Detto di un Kobe Bryant inconsueto, ma per il momento funzionale al gioco della squadra, le luci della ribalta sono state dei lunghi ed a giovarsene è stato soprattutto un ottimo Lamar Odom, molto incisivo in questo periodo, davvero il Lamarvelous che Phil Jackson ed i tifosi gialloviola vorrebbero sempre vedere.

Pau Gasol si è confermato sul suo ottimo standard di rendimento, dopo un mese di dicembre a tratti molto difficile, Andrew Bynum non sta forzando e non sta convincendo come i due compagni di reparto, ma sta comunque fornendo un contributo più che accettabile e sta soprattutto tornando a fornire una buona presenza fisica nell’area pitturata.

Meno scintillanti gli esterni, ma comunque decorosissimi Fisher ed Artest, leggermente in penombra dopo un ottimo primo terzo di regoular season Blake e Brown, ma comunque sopra la sufficienza, come anche un Luke Walton tornato nelle rotazioni quando sembrava che ormai il suo destino fosse quello di entrare nello staff di Phil Jackson.

Fra gli infortunati è tornato Joe Smith, sono ancora fuori Theo Ratliff e Matt Barnes, cosa che sarebbe stata molto pericolosa negli anni passati, ma ormai la panchina dei Lakers ha raggiunto una profondità tale da poter assorbire certi contrattempi.

13 thoughts on “Lakers in ripresa

  1. I Lakers versione 2011 sono stati decisamente convincenti a mio modo di vedere. Mi farebbe piacere spendere due parole su Bryant: viaggia con un decorosissimo 25-5-5, giocando 33 minuti a parita: primo nella NBA per punti segnati sulla proiezione dei 48 minuti, dato che non sottovaluterei.
    Considerando che i tiri facili ne prende anche abbastanza pochi.

  2. Quoto American Dream e vorrei anche io dire la mia su Kobe: che l’atletismo sia andato era (secondo me) evidente già dalla scorsa stagione, ma a livello di forma Bryant mi sembra decisamente a posto. Per quel che ho potuto vedere penetra molto meno, ma quando lo fa va molto più deciso, spesso anche per l’affondata a due mani. Su Fisher, direi non troppo decoroso, più che altro per la fase difensiva, dove non terrebbe neanche un tostapane spento… non che sia una sorpresa, ma mi pare che gli avversari se ne siano accorti (difficile eh :P) e agiscano di conseguenza. Non mi sorprenderei a PO di vedere, soprattutto nei primi 3 quarti, Brown da finto play in missione sulle pg avversarie, tanto un play vero non è mai servito nella TPO.

  3. Kobe nelle ultime 10 gare:
    33.7 minuti giocati, 23.9 punti con il 52% dal campo, 5.1 rimbalzi e 6.0 assist.
    Secondo me ha deciso di giocare in modo più “maturo” seguendo il ritmo partita e le percentuali lo dimostrano. Così è più funzionale all’attacco. Il giocattolo funziona meglio e LA vince. Semplicemente.. Poi se nei finali la palla pesa resta sempre il numero 1 di questo gioco (sempre parere personale).

  4. Sono assolutamente d’accordo con entrambi. Kobe sta giocando un basket eccellente, riuscendo per altro a risparmiarsi.
    Un’etica del lavoro encomiabile, un professionista serissimo, un uomo in missione. E nonostante 33 anni è, a mio paprere ancora il miglior giocatore della NBA in senso lato, se potenza ed esplosività a lungo andare si perdono e si perderanno, la sua attitude, la sua convinzione e la sua intelligenza cestistica compensano queste leggere flessioni fisiche.
    Ogni volta che ha la palla in mano da ancora la sensazione di essere di un’altra categoria rispetto a tutti gli altri. Sempre 2 passi avanti.
    Grande, grandissimo giocatore!

  5. Io credo che Kobe, per avere 32 anni e mezzo ma soprattutto per avere 14 anni di NBA alle spalle, sia in grande forma. Poi è ovvio che la stagione dura ancora 4 mesi se tutto va bene, ma in questa prima parte mi è sembrato in ottime condizioni.

    I Lakers stanno disputando una regular season abbastanza simile a quella dell’anno scorso. Alla fine l’impatto di Blake e di Barnes si vedrà nei play-off, così come l’eventuale maturazione di Bynum. Una cosa, a mio parere, è certa: gli avversari sono aumentati, sia nella Western Conference che nella Eastern, e vincere il titolo quest’anno sarà più complicato.

    Voglio dire, a Est abbiamo due super-potenze come Boston e Miami, più Orlando che se arriva in Finale vuol dire che ha trovato la quadratura giusta con tutto il talento a disposizione. Nella Western, invece, gli Spurs sono tornati ad essere molto temibili, e bisogna guardarsi anche da Oklahoma City e da Dallas.

  6. I Lakers si accendono e spengono. Quest’anno come mai prima d’ora.
    Jackson, che di threepeat se ne intende, avrà impostato la stagione su un “profilo basso”. Almeno fino a marzo-aprile.
    Nessuno si aspettava questi spurs, nemmeno i più ottimisti, e i mavs pre-infortuni.
    Tutto ciò ha messo in luce una prima parte di stagione in cui i gialloviola non andavano più in la della seconda marcia.
    Nonostante tutto, secondi a est (terzi in assoluto), avendo giocato le prime 30 gare con 2 lunghi di ruolo.
    Detto questo ovest sarà Spurs-LA ancora una volta. A meno di clamorosi infortuni o trade dell’ultimo minuto, sono le uniche 2 squadre capaci di arrivare fino in fondo.
    Okcity è ufficialmente la squadra del futuro. Dallas, Utah e Denver non hanno la minima chance di lottare per qualcosa..

  7. 12 sono le partite di quest’anno in cui Kobe si è preso più di 22 tiri, sono 27 le partite in cui Kobe si è preso meno di 20 tiri, sulle 46 finora giocate, direi che questi dati confermano che il Kobe mangiapalloni non esiste più, si tende spesso a sottolineare le partite in cui si prende troppi tiri quando a conti fatti in questa stagione sta giocando molto per la squadra.

    A livello di atletismo per me siamo ai minimi storici, non riesce a tenere minimamente le guardie avversarie basta vedere quello che hanno fatto Wade e Ellis quando l’hanno affrontato però mi sembra stia sempre meglio fisicamente, forza poco, cerca di fare i parziali quando è necessario, è un Kobe che si sta risparmiando molto, 33 minuti a partita circa quando l’anno scorso andava sui 38 abbondanti e di questi tempi l’anno scorso giocava con un dito rotto e un ginocchio in disordine, in prospettiva playoff si può essere fiduciosi.

    Blake per adesso è una mezza delusione, Artest primi 2 mesi orribili, da quando s’è fatto male Barnes ha alzato molto il suo rendimento, soprattutto in attacco, l’MVP di questa metà di stagione è certamente Odom alla miglior stagione in carriera.Adesso vediamo come ne escono tra Celtics e Spurs in casa, è ora di mettere a posto il record contro le contender, comunque i Lakers da regular season sono questi, forse nemmeno loro si aspettavano questi Spurs versione 65-70 W in proiezione, il primo posto se lo sono giocati, la corsa per me la devono fare sui Celtics, arrivassero alle finals senza fattore campo non avrebbero molte speranze, la formula 2-3-2 è a chiaro vantaggio di chi ha il campo a favore.

  8. Nonostante il fatto che chi ha sempre avuto il fattore campo nella formula 2 – 3 – 2 alle finals abbia sempre vinto, io credo che invece la sfida dell’anno scorso tra lakers e celtics abbia un po’ ridimensionato questo tipo di pensiero. è innegabile che chi gioca in casa abbia un grosso vantaggio, ma ripensandoci i celtics l’anno scorso se la sono giocata egregiamente, con perkins fuori in gara 7, arrivando anche a +13 nell’ultimo quarto.
    ad ogni modo, lo dice un tifoso lakers, penso che i gialloviola siano nella loro fase calante. quest’anno saranno ancora competitivi, forse non vincenti, ma cmq in grado di dire la loro anche ad alta voce. per i prossimi anni mi spiace, ma la fisicità di OKC, MIAMI, CLIPPERS (se prendono qualcuno di esperto che possa aiutarli ai PO) e i MAGIC è destinata a farla da padrone. magari verrò smentito, ma io penso che il trend sia questo: spostarsi sempre più su un gioco veloce e allo stesso tempo fisico, e i lakers in questo sono inferiori, almeno in prospettiva futura, alle squadre sopra citate.

    • Senza offesa, ma io mi ricordo due Finali in cui la vittoria è andata alla squadra senza fattore campo, entrambe le volte tutte e tre le sfide casalinghe centrali sono state vinte anche. Miami 2006,Detroit 2004.

  9. Vero franco! quindi a maggior ragione..secondo me sono molto rilevanti le prime 3 partite in una serie con questo formato!

  10. io non capisco… sempre a parlare che i lakers sono vecchi, ma le altre contender a ,parte gli heat, non mi sembrano formate da dei pivellini

  11. beh mediamente l’età di orlando heat e okc è minore..per lo meno quella dei loro leaders, anche se, secondo me, come leader howard ha ancora da imparare qualcosa!

  12. Posto che, come è successo nel 2008, i Lakers se arrivano in Finale senza fattore campo contro qualsiasi squadra è impossibile che riescano a vincere il Titolo. Nel senso che vincerne 3 consecutive in casa non fa parte del DNA di questa squadra. Guardate anche nel 2010 come abbiamo perso gara2 e praticamente anche gara7 fino all’ultimo quarto.
    Sarebbe fondamentale superare Boston,Miami,Orlando. Posto che arrivare in finale battendo questi Spurs sarà comq un impresa.

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