Eric Gordon, astro nascente della NBA

Il giorno di Natale del 1988 vede nascere Eric Gordon jr., uno dei giovani emergenti in grande ascesa della NBA di quest’anno.

Col padre ex giocatore fino al college impara presto i trucchi del mestiere e al liceo lo troviamo al “North Central High School” dove nell’ultimo anno con 29 punti e oltre 6 rimbalzi di media col 47% al tiro viene nominato Mr.Basketball dello stato nel 2007 guadagnandosi anche la convocazione al McDonald All-American.

E’ protagonista di una burrascosa vicenda al momento del suo reclutamento per il college…

Nel 2005 prende un accordo verbale con Illinois, per poi rimangiarsi la parola l’anno dopo quando Indiana assunse Kelvin Sampson al posto di Mike Davis. Che per prima cosa assunse l’ex coach del college del padre di Eric (nonché grande amico di famiglia) Jeff Meyer come assistente…

La decisione fece molto discutere in America visto il valore di un giocatore come Gordon che si sapeva avrebbe spostato più di qualche equilibrio. Sampson fu duramente criticato per il modo a detta di molti poco etico con cui inseguì Gordon che aveva già un accordo, per quanto non scritto, con un altro coach.

Ma Indiana poté trattenere solo un anno il giovane fenomeno, che chiuse a 20.9 punti di media (primo della Big Ten, 19esimo NCAA) anche se con un deciso calo di prestazioni nella seconda parte della stagione (poi venne fuori che giocò sopra un infortunio al polso), culminata con l’eliminazione al primo turno del torneo NCAA con Arkansans dove chiuse con 3/15 al tiro e 0/6 da tre.

Freshmen dell’anno della Big Ten, terzo quintetto All-American: nulla lo tratteneva un’ulteriore stagione al college e viene quindi draftato nel 2008 con il settimo pick dai Los Angeles Clippers alle spalle del nostro Danilo Gallinari, ma anche di gente come Rose, Beasley, Westbrook, Love, Mayo.

Il primo anno chiude con 16.1 punti (e il record di 41 per un rookie, battuto in questi giorni dal compagno di squadra Blake Griffin con 47), il secondo in linea e i punti sono 16.9.

E’ infatti questo 2010-2011 l’anno in cui Eric ha fatto quello che pare il definitivo salto di qualità: 23.6 punti e 4.6 assist ad oggi, con high di 36p contro i Wolves e 11a contro gli Spurs.

E’ innegabile che le assenze prolungate del Barone e di Kaman abbiano liberato spazi e responsabilità per Gordon, che comunque non si è tirato indietro migliorando le percentuali al tiro e incrementando di molto punti e assist, sintomo di crescita anche nella lettura delle situazioni.

La presenza di Blake Griffin sotto le plance ha senz’altro aiutato Gordon ad avere più libertà di manovra sul perimetro negli ultimi due mesi, dove lo stesso Griffin sta facendo la voce grossa dopo un inizio buono si ma non a questi livelli (ribadendo il 47+14 di pochi giorni fa).

Il vero Eric Gordon è quello scintillante sia a livello di gioco che di cifre di questa stagione, ma che vede comunque i Clips con un record perdente?

Pare ci sia un miglioramento del record nell’ultimo mese, ma la discontinuità la fa ancora da padrone nella parte povera di LA. Lo stesso Lebron James ha dichiarato di seguire i Velieri vedendo una squadra con grande potenziale ma anche molto da imparare.

Quest’anno hanno sconfitto San Antonio, Boston, OKC, Miami, perfino i Lakers nel derby di qualche giorno fa. Il problema sono le molteplici sconfitte con squadre dal record simile, come quella coi Warriors poco prima di battere i Lakers.

L’arrivo di Vinny del Negro ha dato comunque un’identità alla squadra, che ora sta comunque giocando molto bene, trascinata dallo stesso Gordon, da Griffin e dal ritorno ad alti livelli del Barone in questo ennesimo ritorno post-infortunio.

Ci sono pochi egoismi, non troppe situazioni di isolation (la vera piaga del gioco NBA di questi ultimi anni a mio parere) continuato se non per sfruttare i mismatch, molti extra-pass che portano a buoni tiri piazzati spesso con metri di spazio.

Gordon ha dimostrato una gran capacità nel crearsi il tiro dal nulla, ma non è niente di nuovo per uno abituato a segnare fin da bambino contro il padre fuori dal garage della casa di Indianapolis. In difesa si dimostra comunque efficace anche se non troppo tecnico, puntando molto ad aggredire il portatore di palla o le linee di passaggio per andare facile in contropiede piuttosto che portare gli attaccanti verso l’aiuto.

L’anno prossimo sarà probabilmente quello decisivo per i Clips, anche se alcuni analisti danno addirittura per quest’anno possibilità di un clamoroso recupero in chiave PO.

Gordon deve dimostrare che non ha avuto un incremento di cifre e prestazioni casuali, ma che questo è il suo vero potenziale e che può essere uno dei migliori della Lega trascinando con sè anche la squadra. E’ piccolo il salto tra un Iverson e un Marbury, tra un grandissimo capace di portare i suoi ad anni di alto livello e fino alle Finals, e tra uno considerato da tutti un ottimo giocatore ma troppo egoista e non votato al sacrificio e al bene della squadra, sempre sugli scudi a livello di cifre quanto in basso a livello di risultati.

Dicono che quelli che fanno l’abbonamento ai Clippers sono coloro che hanno trovato i sold-out per quelli dei Lakers, e una volta di più ora la squadra deve dimostrare che non è così. Certo, se il proprietario Donald Sterling aprisse qualche volta la borsa per trattenere i grandi talenti che lo staff riesce a portare in squadra (Odom? Maggette? Brand?) un aiuto ci sarebbe…

Ma Gordon e Griffin devono dare continuitĂ  alle loro prestazioni e a quelle della squadra, dimostrando di meritarsi gli onori della cronaca che ora in molti gli concedono. Devono far vedere che le cifre messe su, lo spettacolo, gli highlight non sono lì solo perchè gli avversari coi Clippers giocano rilassati puntando ad una W facile, ma che d’ora in poi chi vorrĂ  dire la sua nella NBA dovrĂ  vedersela con loro.

CuriositĂ 

– Ai Mondiali dell’estate scorsa chiude con 8.6 punti e 19 triple (45% secondo di Team USA sia per percentuale che per triple segnate) guadagnandosi la medaglia d’oro. Si è distinto anche per essere stato il miglior difensore tra gli esterni, in una squadra che con molti giocatori con punti nelle mani ha potuto aiutare anche in altro modo, nonostante sia principalmente un realizzatore.

– In “Space Jam”, famosissimo film con protagonisti Michael Jordan e i Looney Tunes (con piccole parti anche per Larry Bird, Bill Murray, Charles Barkley, Pat Ewing, Muggsy Bogues, Larry Johnson e si, devo dirlo, pure Shawn Bradley) l’attore che interpreta Marcus Jordan, figlio di Michael, si chiama Eric Gordon. In America da tempo si disquisisce sul fatto che sia o meno la guardia dei Clips a 8 anni, le foto sembrano non mentire ma lui ha dichiarato al “Chicago Sun” che ha visto Jordan solo due volte, senza specificare quando (almeno una al “Jordan Brand All- American Classic”…). A voi la decisione!

10 thoughts on “La stella di Eric Gordon

  1. La convocazione ai mondiali e le prestazioni agli stessi gli hanno fatto fare quel salto di qualitĂ  in piĂą da essere considerato un All-Star!!! Grande atleta buon tiratore,giusto che debba trovare continuitĂ  con i suoi L.A.Clips anche se giĂ  meglio dell’anno scorso stanno messi!!

  2. sbaglio o il record per punti in una partita di un rookie è detenuto da jennings con i suoi 55 dell’anno scorso?

  3. io voglio credere che il bambino sia lui..
    e cmq io nei clippers ai PO ci spero, anzi facciamo che ci credo!

  4. anche qui mi fa commentare,solo nella nuova news non riesco…

  5. ragazzi quell’alfred è lo stesso coglione di ieri che si spaccia per me e per tutti gli altri…

    mi dispiace che non posso scrivere sulla nuova news,onestamente non capisco il perchè…

    giangiotheglide

    lascia stare,inutile che tenti di spiegare che l’immagine l’ho giĂ  messa ieri.
    evidentemente a qualcuno conviene far credere che il vero gallo non sono io.
    peccato che in tutti i miei vecchi commenti c’è la mia immagine…

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