Blake Griffin, uno dei migliori lunghi giovani entrati in NBA in questi ultimi anni

Nato 21 anni fa nella città dove ora spopola il mito di Kevin Durant, Blake Griffin ha da poco mosso i suoi primi passi in NBA dopo un infortunio che l’ha costretto ai box per tutta quella che sarebbe dovuta essere la sua annata da rookie.

Iniziamo con un paio di notizie biografiche: nato a Oklahoma City, Blake Austin Griffin al liceo gioca per il padre, head coach della “Oklahoma Christian School” che con lui vince quattro titoli statali di fila.

Negli ultimi due anni vince il premio di miglior giocatore dello stato, elevando le sue cifre nell’ultima stagione fino ai 26.8 punti , il 15.1 rimbalzi e 4.9 assist che gli valgono la chiamata al “Mc Donald’s All American” dove vince anche la gara delle schiacciate.

Per il college decide di restare a casa, e il primo anno guida Oklahoma ad un 23-12 con cifre di tutto rispetto (14.7 Punti e 9.1 Rimbalzi) guadagnandosi un posto nel quintetto dei rookie, primo a riuscirci dopo Wayman Tisdale nell’83, oltre ad essere selezionato nel primo quintetto della Big12.

L’anno successivo diventerà anche il terzo giocatore del suo ateneo (dopo lo stesso Tisdale, che però fece un clamoroso 61+22, e Alvan Adams, 43+25) capace di più di 40 punti e 20 rimbalzi nella stessa gara con il 40+23 alla Texas Tech University.

Conclude l’anno col record di rimbalzi in una sola stagione (504), vince praticamente ogni premio disponibile come miglior giocatore dell’anno (John Wooden Award, premio Naismith nonché lo scontato Player of the Year dei college statunitensi) e rischia di togliere a David Robinson il primato di doppie-doppie in una stagione, fermandosi a 30 contro le 31 dell’Ammiraglio.

Chiude la stagione da sophomore a 22.7 e 14.4, cifre che ingolosiscono logicamente molti GM NBA…

Nel biennio universitario soffre di un paio di infortuni leggeri a entrambe le ginocchia e si rompe il naso in uno scontro contro Dexter Pittman (draftato da Miami quest’anno) di Texas ma torna dopo una sola partita di stop.

Al termine dei due anni si dichiara per il Draft NBA 2009 nel quale i Los Angeles Clippers lo scelgono al numero 1, scelta che parve scontata come poche volte nella storia.

Inizia subito col piede giusto venendo nominato MVP della Summer League, ma il giorno prima dell’inizio della stagione i Clippers confermano che Griffin ha subito una frattura da stress alla rotula (pare ricadendo a terra dopo una schiacciata) e che quindi il suo debutto in NBA è rinviato.

A gennaio però i medici, che avevano deciso di non operarlo, si accorgono che il ginocchio non migliora come dovrebbe e decidono di metterlo sotto i ferri costringendolo ai box per il resto della stagione, confermando la maledizione della prima scelta assoluta: Greg Oden come lui ha saltato l’anno da rookie (non che dopo non abbia avuto altri problemi…), Yao ha saltato l’intera scorsa stagione, Kenyon Martin saltò praticamente tutta l’annata 2006-2007. Kwame Brown non ebbe enormi infortuni ma in compenso fu denunciato per aver tirato una torta di 60cm di diamentro (!) ad un uomo che stava facendo una foto con Ronny Turiaf… Ah, pure per stupro ma meglio soprassedere…

Si arriva dunque a questa stagione: finalmente Griffin può scendere in campo, e sono molte le cose che ‘The Snake’ (soprannome coniato negli anni di liceo) deve dimostrare…

Prima cosa fra tutte deve essere il pieno recupero dall’infortunio, soprattutto a livello di esplosività (punto forte del suo gioco, non a caso i suoi primi punti NBA sono arrivati con una schiacciata), inoltre essendo di fatto un rookie bisogna valutare la sua resistenza fisica, 82 partite sono molte e si vedrà la risposta del ginocchio, quella atletica e quella psicologica, visto che in passato il “rookie wall” ha fatto parecchie vittime.

Nulla di questo sembra possa scalfire la determinazione e la tremenda carica agonistica che Griffin ha dimostrato nelle sue prime uscite nella Lega, dove dopo 8 partite viaggia con un sontuoso 17+10 col 49% al tiro (in linea con le ottime cose mostrate in preseason dove ha chiuso con 17 punti e 12 rimbalzi di media), cifre che se mantenute ne farebbero uno dei migliori lunghi esordienti degli ultimi anni.

Il nuovo corso della società ha fatto sedere Vinny Del Negro sulla panchina dopo il buon lavoro fatto ai Bulls, che l’hanno mandato via dopo vicende poco chiare (e che ora si affidano all’ex mente difensiva dei Celtics, Thibodeau).

La preseason aveva evidenziato un’ottima intesa Griffin-Kaman, coi due che sembrano giocare a memoria; il tedesco, vista la grande presenza fisica del nuovo arrivato, può ora variare il suo gioco con degli in&out che potrebbero diventare rebus difficili da risolvere per gli avversari in fase di marcatura.

Quello che i tifosi dei Clips ed anche molti addetti ai lavori sperano è che sia finalmente arrivato nella sponda “sbagliata” di LA una futura star, un campione, uno che possa essere il faro per il futuro della squadra. Uno che un po’ per scelte sbagliate della dirigenza, un po’ per l’arcinota taccagneria del proprietario Donald Sterling, un po’ forse anche per sfortuna, manca da troppo tempo ai Velieri.

Certi paragoni vogliono addirittura il nome di Karl Malone (irriverente nei confronti di uno dei più grandi giocatori della storia, certo), altri osano meno ma quasi tutti sono unanimi nel ritenere che il prossimo decennio chi vorrà dominare sotto i tabelloni dovrà fare i conti con il torello dei Clippers.

Ma il suo primo verò rivale è John Wall: sono già due le fazioni su chi possa essere ad aprile il ‘Rookie of the Year’ per quella che è una rivalità destinata a durare negli anni, e per noi appassionati non potrà che essere spettacolare poter assistere alla lotta per determinare chi sarà il giocatore migliore!

L’inizio di stagione a livello di risultati non sembra però confortare troppo a livello di risultati di squadra: pronti, via e siamo già 1-7 con tante sconfitte molto ampie e una sola sorprendente vittoria con i Thunder.

Griffin come detto a livello di cifre il suo lo sta facendo, mostrando anche numeri che non si pensavano nel suo repertorio (come contro i Blazers quando dopo un rimbalzo difensivo si è fatto tutto il campo in palleggio servendo poi Eric Gordon con un no-look che ha strappato applausi al “Rose Garden”), ma i Clips stanno pagando altre cose prima fra tutte l’abulia e gli infortuni del Barone.

Curiosità: i Phoenix Suns sempre nel 2009 hanno draftato alla 48 suo fratello maggiore Taylor, che però è altro materiale rispetto a Blake e per ora sverna in Europa a Liegi dopo qualche fugace apparizione con la maglia dei Soli e una stagione in NBDL a Iowa. Difficile sperare di rivedere al piano di sopra qualcosa come le sfide fraterne di casa Gasol che hanno sempre il loro fascino.

One thought on “Blake Griffin: the Next Big Thing?

  1. l’ho visto giocare e mi sembra ancora un diamante grezzo…fisicamente è veramente notevole, ha buona attitudine ma in attacco siamo solo a schiacciate e appoggi al tabellone piuttosto avventurosi (anche se spesso vanno dentro), personalmente non mi sembra neanche tanto bello da vedere nel gioco, però ha solo 21 anni e con un giusto staff tecnico che ci lavori sopra (Clippers mmmh) può venire fuori qualcosa di molto buono

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