Neanche quest'anno Grant Hill farà mancare la sua classe al servizio della squadra

Quella che noi stessi qui a Play.It Usa avevamo definito come una squadra nel “limbo”, si è ritrovata in finale di Western Conference e a soltanto un taglia fuori di Richardson su Artest dal portarsi sul 3-2 contro i Lakers.

Nonostante la ovvia delusione per l’ennesima occasione mancata (siamo a già tre finali di conference senza Finals per Nash) i Suns potevano sentirsi soddisfatti alla fine della scorsa stagione. Come spesso accade, il giorno dopo la gran festa non è piacevole come quello che l’ha preceduto.

La controversa partenza del General Manager Steve Kerr prima e il previsto, ma comunque doloroso, addio di Stoudemire dopo, hanno segnato un’estate che riporta i Suns nel familiare ruolo di outsider al titolo.

Di nuovo si sentono i soliti lamenti: non hanno abbastanza centimetri, soffriranno a rimbalzo, Nash sta invecchiando. A quanto pare non bastano i nuovi arrivi per placare il mantra che sembra ripetersi ogni anno poco prima dell’inizio delle velleità: i Suns sono finiti.

Ma è davvero così? Non è stato detto già troppe volte?
Potrà Nash ripetere una stagione formidabile come quella dell’anno scorso?

A Phoenix sono tutti ottimisti. Del resto, sono abituati a mettere a tacere chi li dava per spacciati da molti anni ormai.

CONFERENCE Western Conference
DIVISION Pacific Division

ARRIVI: Hedo Turkoglu (Toronto Raptors), Hakim Warrick (Memphis Grizzlies), Josh Childress (Panathinaikos), Matt Janning (Undrafted Free Agent).
PARTENZE: Amar’e Stoudemire (New York Knicks), Leandro Barbosa (Toronto Raptors), Lou Amundson (Golden State Warriors), Jarron Collins (LA Clippers), Alando Tucker, Taylor Griffin.
DRAFT: Dwayne Collins, Gani Lawal.

PROBABILE QUINTETTO BASE
PG Steve Nash
SG Jason Richardson
SF Grant Hill
PF Hedo Turkoglu
C Robin Lopez

ROSTER
GUARDIE: Josh Childress, Goran Dragic, Matt Janning, Steve Nash, Jason Richardson.
ALI: Earl Clark, Dwayne Collins, Jared Dudley, Grant Hill, Gani Lawal, Hedo Turkoglu, Hakim Warrick.
CENTRI: Channing Frye, Dwayne Jones, Robin Lopez.

Head coach: Alvin Gentry

I Phoenix Suns della stagione 2010-2011 somiglieranno molto ai Phoenix Suns degli ultimi anni: segneranno molti punti, tireranno molto da tre, si affideranno al maestro dei playmaker, Steve Nash, e verranno messi in dubbio ripetute volte da tutti gli esperti che ogni anno, puntualmente, sbagliano quasi tutte le previsioni che si azzardano a fare.

Sembra proprio di essere ancora nel lontano 2005-2006, nella stagione senza Stoudemire, con un quintetto non convenzionale, tanta alchimia di squadra e tanta voglia di sorprendere. Eppure, in solo cinque anni, se non consideriamo il capitano e l’anima della squadra, Steve Nash, non c’è nemmeno un altro superstite di quella squadra che il grande Jack McCallum, giornalista di Sports Illustrated, aveva battezzato come i Suns del “Seven Seconds or Less”.

Anche l’ideologo, la mente dietro le quinte di quella tanto formidabile quanto vulnerabile squadra, Mike D’Antoni, ha abbandonato la barca da ormai due anni. Addirittura anche Leandro Barbosa, che era a Phoenix ancor prima che arrivasse Nash, se ne è andato.

A prima vista tutto è cambiato a Phoenix rispetto a un lustro fa. E’ difficile quindi credere a chi sostiene che i Suns riusciranno, come cinque anni fa, a sopravvivere, anzi, a vincere, senza Amar’e Stoudemire.

Che il “pick’n’roll” tra Stoudemire e Nash fosse lo schema principale dei Suns, non è un segreto per nessuno che abbia visto anche soltanto una manciata di partite dei Soli negli ultimi anni. Per tentare di sostituire l’apporto dell’ormai giocatore dei Knicks, sono arrivati in Arizona Hakim Warrick e Hedo Turkoglu.

Il primo è stato firmato ancor prima della partenza di Stoudemire, quando era ormai chiaro che il numero 1 stesse preparando le valigie, una sorta di assicurazione, di “piano B”, se vogliamo. Warrick ha cinque stagioni in NBA di esperienza alle spalle, è conosciuto per la sua buona capacità di concludere vicino a canestro (spesso con una schiacciata degna del Top 10 di NBA Action) e poco altro.

Non è un gran rimbalzista (solo 4,4 rimbalzi a partita in carriera), non è un grandissimo “scorer” (il suo record in carriera sono gli 11,6 punti di media che segnava nel ’08-’09) e non è un difensore eccelso. A prima vista non sembra l’uomo capace di rimpiazzare un giocatore che può vantare medie in carriera di 21 punti e quasi 9 rimbalzi. In realtà, nessuno si aspetta che lo faccia.

Prima di tutto bisogna guardare i suoi numeri con una dovuta cautela. Non ha mai giocato più di 26 minuti a partita, ha sempre giocato in squadre perdenti, ha avuto già più allenatori di quanti ne potete contare con le dita di una mano e non ha mai avuto il lusso di giocare con uno come Steve Nash.

Pochi sanno che Warrick è un eccellente giocatore da pick’n’roll e ha un buon tiro dalla media distanza. Visto che il suo ruolo sarà quello di partire dalla panchina non si può chiedere molto di più, soprattutto al prezzo a cui è stato firmato (soltanto 16 milioni in 4 anni).

L’intenzione di coach Gentry sembrerebbe quella di far partire Hedo Turkoglu al posto di Stoudemire, nel quintetto titolare.

Turkoglu è stato l’acquisto più importante dell’estate e non avrebbe senso che i Suns l’avessero preso, con il sacrificio economico che comporta (è ancora sotto contratto per altri 4 anni, per un totale di 44 milioni di dollari), per non farlo giocare titolare. Inoltre, Gentry non ha molta scelta.

L’unica altra alternativa come ala grande è Warrick e non è un giocatore da quintetto titolare, non in una squadra che punta in alto, perlomeno. Turkoglu è, quindi, la scelta obbligata nonostante non presenti le caratteristiche tipiche di un’ala grande tradizionale. Ha i centimetri, ma non ha il fisico, per difendere “4” grandi come Pau Gasol o Al Jefferson.

Ha un’ottimo gioco esteriore, ma ha anche un gioco interiore quasi nullo. In attacco darà molta versatilità, aiuterà ad allargare il campo col suo affidabile tiro da 3 e aiuterà Nash nel creare gioco ma, in difesa, soffrirà molto contro giocatori più fisici che lo costringeranno a difendere in post.

Il piano di Gentry è quello di alleggerire la carica di lavoro di Nash, lasciando che anche Turkoglu crei gioco per i compagni usando le sue eccellenti doti di passatore. Un piano che permetterebbe, almeno sulla carta, di sfruttare di più le qualità di tiratore di Nash.

Come detto, sulla carta sembra un buon piano ma togliere la palla dalle mani di Nash non è sicuro che dia buoni risultati, cosa di cui è cosciente lo stesso Alvin Gentry: “Il problema quando si parla di togliere la palla dalle mani di Nash è che Steve, per il nostro gioco, è il miglior playmaker della lega e farlo giocare senza palla per lunghi periodi di tempo non mi sembra una grande idea”.

Inoltre, Nash è si un gran tiratore, ma non da fermo. E’ un giocatore abituato a crearsi il tiro da solo quando vede che non c’è altra opzione, non ad aspettare nell’angolo che qualcuno gli passi la palla. Turkoglu, comunque, dà un’altra dimensione all’attacco dei Suns che, anche senza Stoudemire probabilmente troverà altri modi di segnare tanti punti e tornare ad essere la miglior squadra d’attacco della lega.

Per riuscirci, Robin Lopez dovrà fare un passo avanti e dimostrare che i progressi mostrati l’anno scorso non erano un fuoco di paglia. Il giovane centro ex-Stanford è sempre stato conosciuto per le sue doti difensive ma l’anno scorso ha mostrato di sapersi muovere bene nel pitturato, con una sorprendente capacità di concludere a canestro dopo un pick’n’roll, con entrambe le mani, e un discreto gioco di piedi.

Il successo dei Suns dipenderà in gran misura dal suo apporto. Lopez sarà il responsabile di difendere il miglior “big man” della squadra avversaria e, allo stesso tempo, segnare punti in area e catturare rimbalzi.

“Abbiamo grande fiducia in Robin ” dichiarava Steve Nash ” è diventato un ottimo centro. Se riesce ad essere in forma e ad evitare infortuni sarà un elemento fondamentale della nostra squadra”.

Un altro giocatore che dovrà giocoforza ricoprire un ruolo più importante nella squadra è l’eroe degli ultimi play-offs: Jason Richardson. L’ex Warrior ha zittito molte critiche la scorsa stagione con delle performance memorabili ai playoffs ed è riuscito a spazzare via le voci che lo volevano in partenza.

Con l’assenza di un vero e proprio “scorer” interiore J-Rich dovrebbe tornare al familiare ruolo di realizzatore che ha ricoperto fino al suo arrivo nella Valle del Sole.

“Sono pronto ” dichiarava Richardson ” sono sempre stato la prima o seconda opzione in attacco, non sarebbe nulla di nuovo per me”. Dalla panchina riceverà l’aiuto di Josh Childress, l’altro grande acquisto di questi nuovi Suns.

L’ex Atlanta che scelse di andare in Grecia in cerca di una nuova avventura e, soprattutto, di un contratto più corposo, è tornato in America firmando un contratto di 5 anni per 33 milioni di dollari.

Le sue straordinarie capacità difensive e il suo atletismo lo rendono un giocatore ideale per questi Suns. Childress è un giocatore capace di segnare punti senza bisogno di avere la palla tra le mani e segna con grande efficienza: in carriera vanta uno straordinario 52% dal campo.

Insieme agli altri panchinari (Dragic, Dudley, Warrick e Frye) costituirà un quintetto molto solido difensivamente, soprattutto sul perimetro. Un quintetto comunque capace di segnare tanti punti. Dal draft arriva Gani Lawal, compagno di Derrick Favors (la terza scelta al draft) all’università Georgia Tech. Si tratta di un “forward” leggermente basso per la sua posizione (soltanto 2,06m) ma molto fisico, grandi doti di rimbalzista e un buon gioco spalle a canestro.

Le sue statistiche al college non hanno nulla da invidiare a quelle del compagno Favors, anche se questo ha tre anni in meno. Inizialmente Lawal dovrebbe ricoprire un ruolo marginale per i Suns, con la possibilità di entrare in rotazione per sostituire Amundson nel ruolo di “energy guy” che parte dal pino.

Per concludere è azzardato pensare che i Suns siano destinati al declino definitivo. E’ vero, Nash e Hill sono un anno più vecchi ma ogni anno invecchiano e, nonostante ciò, continuano ad avere un gran rendimento.

Oltretutto, per il resto, la squadra è sempre più giovane grazie all’arrivo di Lawal e Childress e al ruolo più sempre più importante che dovranno ricoprire Dragic e Lopez. Stoudemire non c’è più ma la panchina, la grande arma dei Suns dell’anno scorso, è ancora più solida e talentuosa.

Gli arrivi di Turkoglu e Childress danno una versatilità alla squadra che l’anno scorso non c’era. Mancano centimetri per affrontare i Lakers ma nessuna squadra, a parte forse Boston, ce li ha. I Suns non sono favoriti al titolo, questo è sicuro.

Ma hanno ancora un certo Steve Nash al comando e nuove armi a sua disposizione, una panchina più profonda, una difesa più solida e un attacco più versatile. Se la squadra di Gentry torna a sorprendere, poi non dite che non vi avevamo avvertito.

9 thoughts on “Phoenix Suns: Preview

  1. Bella analisi, peraltro incoraggiante! Certo, i centimetri mancano. Si era parlato dell’aggiunta di Dampier, ma adesso questa ipotesi sembra tramontata. Il roster paradossalmente sembra abbastanza profondo già così con undici elementi considerando anche Lawal mentre non credo avranno molto spazio Clark, Siler e Janning. Vedremo…

  2. Abbastanza d’accordo con l’articolo.
    Secondo me non siamo da titolo, non siamo da finale di conference, ma se riusciamo a trovare una chimica di squadra potremmo dare fastidio, molto fastidio.
    La partenza di Stat è una perdita importante perchè molto del gioco dei Suns nasceva dal pick & roll Nash-Stat, però con l’arrivo di Turkoglu e di Childress sicuramente il livello tecnico della squadra non è sceso di molto.
    Se Lopez continuerà nella sua crescita difensiva-offensiva e con una giusta distribuzione tra J-Rich, Turkoglu, Lopez e Nash dei punti che portava Stoudemire, isuns potrebbero fare una buona stagione.
    Inoltre Warrick non è certo Stat però è uno troppo sottovalutato e spero, come successo per molti prima di lui, il sistema del run & gun implementi i suoi numeri, senza far crollare le sue percentuali di carriera, che non sono malvagie.
    E se Clark esplodesse?
    Fisico ne ha, braccia lunghe pure, maestri da cui apprendere pure…

  3. Da tifoso dei Suns mi auguro che il bell’articolo si riveli vero. Di certo siamo migliorati in difesa e abbiamo un buon roster con panchina più profonda. Ma la perdita di Stat non sarà facile da colmare. Anche Barbosa, a parte l’ultimo anno, dava un bel contributo.
    Turkoglu è un punto interrogativo. Tasso tecnico elevato, ma rendimento dubbio. L’anno scorso scialbo, due anni fa frizzante. Quest’anno? Molto dipenderà come sempre da Nash e dal bravissimo Alvin Gentry.

  4. Qualcuno mi sa spiegare perchè non stiamo prolungando i contratti di Dudley e Clark. Posso capire il secondo che non trova minuti ma il primo non è una potenziale arma da preservare? Se non sbaglio l’anno prossimo sono in scadenza anche Richardson, Hill e Dragic! Sinceramente sarebbe meglio non perdere nessuno o sbaglio?

  5. Come non detto! Estensione di cinque anni di contratto per Dudley, mentre non abbiamo sfruttato l’opzione fino al 2013 per Clark, che a questo punto difficilmente rientrerà tra i dieci impiegati sul parquet. Adesso restano appena tre i giocatori in scadenza l’anno prossimo: Hill, Richardson e Dragic. E’ ovvio che anche in questo caso si dovrà fare di tutto per trattenerli!

  6. Da tifoso Suns nn mi aspetto una stagione entusiasmante come quella passata (ma anche l’anno scorso nn pensavo ad una finale di conference quindi)
    La partenza di Stat toglia 20-22 punti di media che difficilmente saranno rimpiazzati dal turco.. quindi si dovrà alzare l’opporto degli alti a cominciare da Lopez che dovrà garantire grande presenza nel pitturato e portare punti pesanti..
    Penso che Nash diventerà + scorer che passatore col passare della stagione
    Cmq go Suns

  7. Contro San Antonio abbiamo confermato i nostri difetti. Quest’anno sarà dura replicare un torneo di vertice. La difesa resta il tallone d’Achille

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