Jordan Farmar, uno delle facce nuove dei Nets

Dove si possono trovare le ultime notizie sulla franchigia dei New Jersey Nets? A Newark? A Brooklyn, nel nuovo ed effettivamente bellissimo Barcklay Center? A Mosca, a casa del mega ultra miliardario Mikhail Prokhorov, magnate del Nickel, classe 1965, serio candidato al titolo di più ricco proprietario NBA?

La risposta a queste domande è no…

Perchè, scherzi del destino e del mercato, la sede dell’ufficio stampa dei Nets per lunghe giornate si è trovata a qualche migliaio di miglia più ad ovest e un solo miglio più in alto, nello stato del Colorado ed esattamente a Denver.

Per referenze citofonare “Carmelo”!

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic

Arrivi: Quinton Ross (Washington);; Jordan Farmar (L.A. Lakers); Travis Outlaw (Portland); Johan Petro; Stephen Graham; Eddie Gill; Andre Brown; Troy Murphy (Indiana); Anthony Morrow (Golden State); Joe Smith;

Partenze: Keyon Dooling (rilasciato); Yi Jianlian (Washington); Courtney Lee (Houston)

Scelte al draft: Derrick Favors (Georgia Tech); Ben Uzoh (Tulsa); Brian Zoubek (Duke)

Probabile quintetto base
Playmaker: Devin Harris
Shooting Guard: Terrence Williams
Small Forward: Travis Outlaw
Power Forward: Troy Murphy
Center: Brook Lopez

ROSTER
Guardie: Jordan Farmar; Devin Harris; Terrence Williams; Eddie Gill; Anthony Morrow; Ben Uzoh
Ali: Stephen Graham; Damion James; Travis Outlaw; Quinton Ross; Andre Brown; Derrick Favors; Kris Humphries; Troy Murphy; Joe Smith.
Centri: Brook Lopez; Joan Petro; Brian Zoubek.

HEAD COACH: Avery Johnson

I New Jersey Nets di quest’anno sono un rebus davvero poco estricabile.  Sono una squadra piena di contraddizioni e allo stesso tempo un cantiere aperto dal quale potrebbe nascere una delle franchigie dominanti del prossimo decennio (questo ovviamente con un certo grado di ottimismo).

Da una parte a pesare come un macigno c’è il record di vinte e perse dello scorso anno, quell 12 – 70 che ha rischiato seriamente di far ricordare la squadra guidata in panchina inizialmente da Lawrence Franck e poi dal GM (non riconfermato) Kiki Vandeweghe, come la peggiore della storia NBA.

Dall’altra però ci sono i rubli del già citato Prokhorov, che dalle fredde vette degli urali è arrivato in pompa magna alla conquista del pianeta basket made in USA e che entro cinque (in prima battuta erano tre) anni ha promesso il ritorno alle Finals.

Da una parte c’è stata la ricerca di un posto al sole nella doppia lotteria estiva 2010: prima quella passante per il draft e poi quella nel più ricco mercato free agent a memoria di giornalista o addetto ai lavori.

In entrambi I casi la delusione è stata cocente: i Nets infatti si sono ritrovati con il più classico pugno di mosche in mano: niente John Wall, niente Lebron James ne tanto meno Chris Bosh, niente Stoudemire e nemmeno Chris Paul ma il solo Derrick Favors, quale giovane speranza da esibire al non poco deluso pubblico della costa newyorkese.

D’altro canto però, la squadra ha cercato di costruire una base giovane e futuribile, con un allenatore  nuovo di zecca che è passato dalla scuola di Popovich, come Avery Johnson e poggiata sulla doppia colonna rappresentata da Devin Harris e soprattutto da Brook Lopez, fresco oro mondiale alla corte di Kevin Durant.

In questi ultimi giorni in più, ecco le coup de teatre : un’offerta per un super scambio  a quattro con Denver, Utah e Charlotte, per portare il rivale storico sin dai tempi dell’anno da rookie di King James, Carmelo Anthony, in quel della grande mela (seppur il lato borghese), in cambio di scelte e di un tourbillon di giocatori che avrebbero visto alla fine accasati Devin Harris a Charlotte, Kirilenko a Denver con Favors e Boris Diaw ai Jazz.

Problema: l’attuale stella dei Nuggets non si è mai dichiarato disposto ad accettare quel prolungamento di contratto necessario per far partire l’ingranaggio della trade ed il 28 settembre in una conferenza stampa Carmelo ha fatto intendere non proprio di essere felice di restare nella sua attuale postazione di lavoro, ma di non aver trovato una collocazione migliore, confortato dalle dichiarazioni di stima e supporto dei compagni, Billups, Smith e Martin.

Fuori quindi dalle ipotesi più o meno fattibili, alle quali continuerà a lavorare il solo nuovo GM, Billy King,  la squadra è quella che si può leggere più sopra ed è con questo nucleo di giocatori che i Nets cercheranno di ricominciare la scalata alle posizioni di vertice della Atlantic Division.

In effetti il mercato di quest’anno è stato sensibilmente drogato dall’attesa dello spostamento di Lebron James.

In realtà se si guarda al lato tecnico, i Nets hanno lavorato bene in questa post season. Allo spot numero 1 c’è un All-Star definito dai giornalisti americani un “tremendous penetretor” come il già citato Devin Harris.

L’ex promessa di Dallas, ritroverà coach Johnson e con lui tenterà la scalata verso le posizioni di stabile leader della lega nel ruolo di point guard.

Come sappiamo la concorrenza proprio non manca.

Alle sue spalle, i back up saranno Jordan Farmar, in uscita dai Lakers che potrà dare atletismo e capacità di giocare in contesti vincenti e Ben Uzoh rookie da Tulsa.

Anche nel ruolo di shooting guard i Nets possono sfruttare giocatori diversi per caratteristiche e attitudine.  In pole position c’è Terrence Williams, che dopo un anno di apprendistato, come la stagione 09/10, quest’anno avrà lo spazio e la possibilità per un netto salto di qualità. Alternativa al numero 8 sarà Anthony Morrow, mortifero tiratore proveniente dalla baia di San Francisco, che potrebbe essere uno straordinario sesto uomo così come un risolutore di partite se continuerà a lavorare soprattutto sull’attitudine da mettere in campo.

A proposito di giocatori che potrebbero esplodere, l’indiziato numero uno per quest’anno, sembra possa essere Travis Outlaw, che dopo aver vissuto la concorrenza della rotazione di Portland e l’esilio ai Clippers, dovrebbe trovare in New Jersey lo spazio e i minuti per diventare un vero giocatore di primo piano e migliorare le statistiche che lo vedono titolare di numeri non all’altezza delle potenzialità da sempre espresse. Alle sue spalle Damion James e Stephen Graham sembrano poter essere solo dei comprimari.

Lo spot numero 4 è senza dubbio il più ricco che la franchigia possa esprimere.  L’acquisto meno pubblicizzato alla fine potrebbe rivelarsi come il più importante: si tratta di Troy Murphy, che da Indiana porterà ai Nets la sua grinta, le sue cifre a rimbalzo (10.2 a sera nel 09/10) e la sua capacità nel tiro da fuori con una dote di oltre il 39% dall’arco del tiro da 3. Al momento un problema alla schiena lo tiene al palo, ma se come sembra la sua assenza dovesse prolungarsi solo fino all’inizio della regular season, ecco che la fisionomia della squadra avrebbe trovato un titolare fisso e un padrone per il ruolo di ala grande.

Ovviamente alle sue spalle dovrà trovare spazio la terza scelta assoluta del draft, Derrick Favors, non eccezionale nella sua apparizione in Summer League ma che i commenti dei primi giorni di camp, dipingono come atleta dalle doti “non allenabili”. Una atleta naturale, potente e dagli istinti mortiferi.

Se si parla di istinto però, il leader della squadra non può non essere indicato in Brook Lopez. Il centro che doveva essere della nazionale statunitense nella spedizione turca ha dimostrato per tutto il camp pre-mondiale (prima dell’infortunio che lo ha tolto della lizza) che la sua capacità di essere dove va la palla è fra le migliori nella lega e quindi nel mondo.

Il suo ruolo dopo due anni nella lega, dovrà essere per forza quello della stella, magari portandosi alla media fatidica dei 20 punti più 10 rimbalzi, condizione necessaria per incidere davvero e far valere anche verso gli arbitri uno status e una considerazione di primo piano.

A dare minuti e consistenza saranno chiamati dalla panchina Joe Smith, che dopo tante stagioni in giro per lega potrebbe ancora fornire 10 / 15 minuti di pallacanestro d’alto bordo, Kris Humphries, molto utilizzato in pre-season, Joan Petro, classico defensive stopper e soprattutto Brian Zoubek, l’ultimo prodotto della scuola di Duke, che porterà in dote 216 centimetri, quasi 120 kilogrammi e un attitudine al lavoro che pare abbia già conquistato compagni e tecnici.

OBIETTIVO DELLA STAGIONE

Come si diceva qui di sopra, il rebus Nets è pieno di contraddizioni. La prima e più importante, soprattutto per chi guarda la NBA dal lato europeo dell’Atlantico è rappresentata dalla fatidica domanda: come fa una squadra posseduta da uno dei più ricchi proprietari del lotto a non sbancare il mercato?

Chiaro che per noi, abituati alle follie degli Abramovich, dei Laporta o dei Perez, sia un controsenso vedere il magnate russo bloccato dai lacci del contratto collettivo.

Eppure le regole del gioco NBA sono queste e perciò anche i Nets dovranno far ancora della gavetta per tornare e magari restare per più di una stagione al vertice.

Le buone intenzioni si scontrano ad oggi con avversarie più forti: Boston, Miami, Orlando, Atlanta e probabilmente Chicago.

Le mosse di mercato proprio degli Heat però hanno aperto scenari nuovi. New York è una incognita, Cleveland non ha più la guida del suo re, Milwaukee non sembra aver fatto passi da gigante, Toronto si aggrappa a Bargnani per lottare per i play-off e allora perché non sognare?

Certo, gli stessi sogni potranno essere condivisi da altre squadre, come Indiana, Detroit, Philadelphia, Charlotte o Washington, ma mai come quest’anno i valori con i quali partirà la lega ad est potrebbero essere ribaltati sul campo e chissà che non ci sia spazio per una sorpresa in quel di Brooklyn, sempre che nel frattempo l’affaire ‘Melo non regali una inaspettata sorpresa di inizio autunno.

6 thoughts on “New Jersey Nets: Preview

  1. Manco quest’anno si va da nessuna parte a East Rutherford.. Finche’ non si sbaracca per Brooklyn anche i soldi del magnate russo avranno poca attrattiva.

    Il settore lunghi e’ ben coperto e talentuoso (Brook Lopez che a me piace tanto e Favours di cui si dice un gran bene, piu’ i veterani Murphy e Joe Smith), se Harris ha buone motivazioni e’ un crack a questi livelli (nel senso che non avendo grandi realizzatori a fianco nel back court puo’ andare facile oltre i 25) ma mamma mia che desolazione negli spot 2/3

    30 W (solo perche’ stanno in division con Raptors e Knicks..)

  2. Squadra davvero molto interessante. Dai titolari alla panchina. I playoff non sono ancora alla loro portata, ma una finale tra qualche anno non gliela toglie nessuno. Per quest’anno 30 vittorie e lottery, ma il futuro è molto radioso

  3. troy murphy ha tutto da dare a una squadra, tranne che due cose: grinta e difesa.

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