Carl Edwards, trentasettenne pilota in forza al Joe Gibbs Racing dal 2015, ha annunciato il ritiro dalle corse in maniera inaspettata tanto da lasciare il mondo NASCAR sotto shock.

Nel volgere di due anni la massima serie di questa categoria ha visto ritirarsi prima Jeff Gordon nel 2015, Tony Stewart a fine 2016 ed ora anche Carl Edwards ad inizio 2017. Potrebbe seguire a ruota Greg Biffle appiedato da fine stagione all’ età di 45 anni, ma non ci sono ufficialità a riguardo.

Ma Edwards non ha espicitamente annunciato la parola “ritiro” definitivo dalle corse. “Non ho intezione di tornare a gareggiare e questo è il momento adatto per lasciare”.  L’idea di lasciare è nata dalla commozione cerebrale subita da Dale Earnhardt Jr durante la gara in Michigan lo scorso giugno mettendo il pilota di Kannapolis a riposo per il resto della stagione.

Infatti, il vero motivo dell’ addio di Edwards sta nella sua salute, una ragione monumentale per farlo: “E’ uno sport rischioso” ha detto Edwards “Sono consapevole di tutti i rischi. Non mi piace come ci si sente dopo aver subito i colpi che riceviamo. Sono un ragazzo intelligente e voglio continuare ad esserlo nei prossimi 30 anni. Questi rischi sono quelli che voglio ridurre perchè possono avere conseguenze a lungo termine”.

La decisione del tutto comprensibile di Edwards apre le porte al messicano Daniel Suarez che diventerà il primo pilota del suo paese a competere nella massima serie. Suarez è il campione della  Xfinity Series in carica in cui ha ottenuto tre vittorie e 44 top ten in carriera: avrà così modo di guidare la Toyota 19 lasciata vacante da Edwards del Joe Gibbs Racing.

Per quel che concerne Carl Edwards, il ritiro annulla l’ultimo anno di contratto che aveva con il team con cui aveva sfiorato il titolo nel 2016. Edwards o “Cousin Carl” come veniva soprannominato nel circus per la parentela con Ken Schrader, saluta la compagnia dopo 13 anni nella massima serie diventando il miglior pilota a  non vincere il titolo negli ultimi 10 anni, seguendo in parte le orme del suo ex compagno di squadra Mark Martin.

Iniziata la carriera nella Monster Energy Cup Series nel 2004 seppur abbia debuttato nella Truck già nel 2002, a bordo della monoposto 99 del Roush Fenway Racing ha ottenuto 23 successi. Se ne aggiungono altri cinque negli ultimi due anni con Joe Gibbs per un complessivo di 28 vittorie in 13 anni di carriera.

Due volte è giunto secondo in campionato: nel 2008, annata che rimane la migliore della sua carriera con ben nove vittorie in stagione perdendo il titolo a favore di Jimmie Johnson e nel 2011, con Tony Stewart dichiarato vincitore dal maggior numero di successi pari a cinque (tutte nella Chase), contro una vittoria (a Las Vegas) di Edwards nonostante la parità assoluta nel punteggio.

La caratteristica più importante di Edwards durante le gare era la sua tenacia ed incredibile costanza nei risultati che lo hanno mantenuto sempre ai vertici della categoria,  diventando un ostico cliente per ogni pilota in gara. Infatti, per questo motivo ha sfiorato due titoli nelle annate sopracitate, considerando che ha avuto l’opportunità sia nel 2015, quando la gara a Phoenix venne accorciata per pioggia tagliandolo fuori dalla finale e nel 2016, quando a dieci giri dal termine era in testa dopo essere stato vero dominatore della gara e venne spedito da Logano contro il muro, vedendo sfumare tutte le speranze più concrete per il tanto inseguito titolo.

Oltre alle 28 vittorie Edwards aggiunge la bellezza 223 top ten in 445 gare, ovvero il 50% delle gare disputate. A questi numeri Edwards aggrega 38 successi  e 174  top ten  in 245 gare nella Xfinity Series,  6 vittorie e 35 top ten in 60 gare disputate nella Truck. Tutti numeri che meriterebbero di gran lunga più titoli di quello conquistato nella Xfinity Series durante l’annata 2007, l’unico della sua carriera NASCAR.

Verranno ricordate la sua sportività, il rispetto nei confronti dei suoi rivali ed il “Backflip” che eseguiva dopo ogni vittoria ottenuta.

 

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