Si ferma in New Hampshire il digiuno della Toyota durato cinque gare grazie ad un Matt Kenseth in stato di grazia nelle ultime battute di gara. Il 44enne pilota del Winsconsin ha ottenuto la terza vittoria in carriera su questo ovale, la seconda del 2016, davanti ad uno strepitoso Tony Stewart.

La gara ha visto Jimmie Johnson partire dalla pole per poi precipitare in classifica, ha messo in risalto quindi il ritorno ai vertici delle Toyota del Gibbs Racing e del team satellite Furniture Row  con a bordo Martin Truex Jr quasi inconstrastati nell’ arco di tutta la gara salvo sporadici tentativi di Harvick e Kurt Busch che tenevano in linea di galleggiamento le Chevrolet.

Per farla breve, in 301 giri da completare Kyle Busch è rimasto in testa 133, tallonato costantemente da Truex, il quale si è rivelato il vero rivale di giornata con 123 fermate in testa, entrambi con monoposto spinte dal motore Toyota.  Se poi si considerano i 5 giri in testa di Hamlin e i 38 di Kenseth , quasi tutti negli ultimi giri, Ford e Chevrolet si sono dovute accontentare di soli due tornate complessive in testa, con Johnson e Keselowski.

Kyle Busch, che ha dominato la prima parte di gara, ha dovuto subire i continui sorpassi di Truex Jr nella seconda parte, quando sembrava destinato a cogliere il secondo successo stagionale dopo il Coca Cola 600 di Charlotte ottenuto a Maggio. Inoltre la statistica con oltre  700 giri al comando da inizio stagione, fa di lui il dominatore  del campionato 2016. Nessun altro pilota ha compiuto più giri in testa di lui da Daytona a Loudon.

Gli ultimi giri di gara rispecchiano le statistiche delle sei precedenti edizioni. Una caterva di bandiere gialle e i problemi di Truex Jr e Kyle nelle ripartenze sconvolgono la gara: prima Bowman, in sostituzione di Earnhadt Jr per problemi “fisici”, fora e va a muro con Chase Elliott, poi Kurt Busch perde il controllo della sua Chevrolet in pieno rettilineo terminando malamente la sua gara. Infine  Larson finisce in testacoda mentre Keselowski, Kahne e Edwards si agganciano in uno degli ultimi restart di giornata obbligando gli ufficiali a rimettere in fila il plotone.

Situazione che permette a coloro che facevano parte della pancia del plotone di chiudere in bellezza la gara. Kenseth però non si prende più e negli ultimi giri fa il vuoto tra sè e gli avversari andando a vincere una gara che non lo ha visto protagonista. Per lui si tratta della 38° vittoria in carriera superando il suo compagno Kyle Busch e Bobby Isaac, portandosi ad una lunghezza da Tim Flock e due dall’ “eterno secondo” Mark Martin, fermo a quota 40 successi.

Stewart dal canto suo giunge alle sue spalle staccato di oltre due secondi dopo aver superato negli ultimi giri Joey Logano, in affanno con una Ford poco competitiva ma che gli consente di battere sul filo del rasoio Kevin Harvick, il quale  per poco non gli soffiava la terza posizione.

Quinto Biffle, al terzo  consecutivo top ten in stagione, seguono i piloti di mezza fascia Jamie McMurray sesto e Ryan Newman settimo, grande interprete di questo vale. A completare il top ten ci pensano Kyle Busch in calo rispetto alle fasi iniziali, Denny Hamlin sempre su Toyota e Ricky Stenhouse Jr decimo con la seconda Ford del Roush Racing.

Infine ottengono risultati importanti Ryan Blaney, 11° che sfrutta il ritiro di Elliott in chiave Rookie of the Year,  Austin Dillon 13° e Danica Patrick 14° alla sua seconda miglior prestazione stagionale dopo quella di Dover dove ottenne un tredicesimo posto finale.

Lasciato alle spalle il miglio magico di Loudon la Nascar si sposterà nella culla dell’ automobilismo americano, ad Indianapolis dove nel caso Earnhardt Jr non avesse via libera dopo la commozione cerebrale che lo la tenuto fuori questa domenica, rientrerebbe in gara  sulla Chevrolet 88 una leggenda di questo sport: Jeff Gordon, 5 volte vincitore del Brickyard 400 e terzo maggior vincitore nella storia della categoria.

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