A vent’anni di distanza dalla prima vittoria su questo tracciato Gordon ripete l’impresa per la quinta volta nella sua eccellente carriera riscrivendo il suo nome nell’albo dei record della NASCAR.

Una vittoria che lo pone come maggior vincitore ad Indianapolis aggiornando a due, le vittorie stagionali e a novanta, le vittorie in carriera ancora una volta come terzo maggior vincitore della categoria. Ora Pearson, è a sole 15 lunghezze. Lunghezze raggiungibili salvo che la schiena di Gordon regga ancora un pò.

Il Brickyard 400 ha messo in luce l’auto 24 del veterano sin dalle prime battute che, con una messa a punto perfetta ha sbaragliato la concorrenza sin dai primi metri mettendo in chiaro di essere l’auto da battere per la giornata odierna.

A provarci in tutte le maniere è stato il fastidioso Harvick spesso davanti o negli scarichi di Gordon, ma quando quest’ultimo ha avuto l’abilità di superarlo più volte nell’ arco della prova, anche “The Closer” si è arreso.

Lo strapotere di Gordon ha messo la gara in condizioni tali da avere varie finestre per rifornire e sostituire gomme, ritmo che ha sconvolto la classifica temporaneamente mano a mano che i piloti completavano il giro dei pit stop. Come al solito però è l’abilità del pilota e soprattutto la messa a punto a fare la differenza, e grazie a ciò Jeff ha avuto la possibilità di governare le ultime fermate di gara in completa solitudine per andare a sancire la terza vittoria ad Indianapolis a distanza di 10 anni: 1994, 2004 e 2014; oltre a a quelle 1998 e 2001.

Gordon diventa così il terzo pilota con Keselowski ed Earnhardt Jr ad avere ufficialmente il pass per il Chase for the Cup 2014.

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.