johns6567Il 24 febbraio è stato il giorno della “The Great American Race”, il giorno di Daytona in cui si disputa la prima gara dell’anno.

Si parte subito con un nuovo record per Danica Patrick che parte in pole (prima donna di sempre nella storia della Nascar) affiancata al 4 volte iridato Jeff Gordon, il quale sin dalla prima curva si porta in testa seguito dalla “ragazzina” dell’ Illinois.

Nel mezzo del gruppo Harvick e Johnson perdono alcune posizioni battagliando fianco a fianco con i vari Logano, Keselowski, Reutimann e Bowyer; la situazione però rimane pressochè immutata se non per il fatto che le prime dieci auto si staccano dal gruppo lasciando un vuoto tra Menard e Montoya.

Alla ripartenza dopo una bandiera gialla è Johnson a scattare in testa ma qualche giro dopo ecco il primo incidente: Busch sfiora il retrotreno di Kahne che taglia il circuito colpendo Montoya; al giro 33 escono di scena: il sopracitato Kahne, Harvick, Stewart e Montoya.

Si riparte dopo tre giri con nuovamente il 48 in testa, Kenseth però, il neo arrivato in casa Gibbs, compie una mossa azzardata per sorpassare Johnson: il movimento ha successo e permette al Toyota numero 20 di comandare in piena “tranquillità” per oltre 30 giri.

Giunta l’ora del secondo pit stop, gli uomini di Hamlin fanno un lavoro eccezionale consentendo al pilota di prendere il comando della gara tallonato da un sorprendente Martin Truex Jr: il numero 11 tiene la testa della gara saldamente ma dopo quindici giri dopo con i detriti di gomma che si depositano sul fondo d’asfalto del circuito, gli organizzatori chiamano il “caution” e rimandano i piloti ai box per il cambio gomme e rifornimento.

Alla ripartenza è Danica Patrick a toccare per la 90° volta la linea del traguardo per prima e sull’ esperienza di inizio gara, non lascia al veterano Martin la lidership alla prima curva, di conseguenza riesce a rimanere in testa per un paio di giri che le valgono un record storico: la prima donna a comandare una gara sotto bandiera verde nella Sprint Cup Series, un record che si aggiunge a quelli già conquistati in passato e che sul momento non le permette di gioire più di tanto dato che Kenseth ed Hamlin giungono più forti di lei ritornando a comandare la gara.

Sulla spinta delle due Toyota, la gara sembra correre a doppia velocità, il gruppo si spacca in due lasciando dieci auto in fila indiana, il fanalino di coda del gruppo “Superman” Johnson sembra controllare la situazione come uno spettatore sugli spalti.

Infatti la situazione per il gruppo inseguitore comincia a degenerare, e non riuscendo a recuperare lo scarto che gli separa dal primo gruppo obbliga il “31” di Burton a mettersi in proprio nel tentativo di riaggancio; tra i due gruppi galleggia Logano che pende come un orologio oscillante, facendo da molla.

La gara rimane in queste condizioni per una decina di giri, quando a 62 giri dal termine subentra un nuovo spettacolare incidente nelle retrovie che rimescola le carte in tavola: bandiera gialla e conseguente pit stop del gruppo. Il maxi incidente coinvolge 9 auto: tra i nomi spiccano di Keselowski,Stenhouse jr e Carl Edwards; quest’ ultimo sarà costretto al ritiro immediato.

Kenseth accellera per la ripartenza a 54 giri dal termine confermando il dominio della Toyota, (6 auto nelle prime 8): le sole eccezioni sono il Ford di Biffle e il Chevy di Johnson che tengono a bada il rombante Martin all’ ottavo posto.

Le sportellate avvincenti con i Toyota nei giri succesivi di Biffle e Johnson, non permettono alla casa giapponese un dominio totale, anche se per il momento accaparra le prime quattro piazze.

Proprio in quel fatidico giro numero 148, il leader Kenseth ha problemi con l’anteriore sinistra ed è costretto a tornare nei garage; il comando passa ad Hamlin seguito dal compagno Busch, il quale tre giri dopo ha problemi al motore vedendosi obbligato a lasciare la compagnia del gruppo.

Questo però è colpo forte in casa Gibbs: in 4 giri ha fuori uso due auto su tre e il superstite Hamlin è chiamato a “salvare” il risultato di squadra. Queste problematiche preoccupano Joe Gibbs a dimostrazione dell’ inaffidabilità delle sue auto.

La situazione della gara rimane la stessa fino a 28 giri dal termine quando il “gruppone” si ferma a rifornire; Keselowski ne approfitta conquistandosi la prima posizione, e quattro giri dopo il Chevrolet di Burton perde la sospensione, sbatte fortemente il muro e si ritira dalla corsa.

Le bandiere gialle sono inevitabili e l’ordine delle posizioni gara cambiano nuovamente, prima di congelarsi dietro la Safety Car.

In quest’ ultima fermata, si rivede qualcosa che l’anno scorso era già accaduto: Keselowski in testa e Johnson dietro di lui: proprio i due piloti che hanno infiammato la stagione precedente.

Restano 20 giri al cardiopalma, i due si sfiorano e lottano per la testa alla prima, seconda curva e nel rettilineo opposto, Johnson perde metri alla curva tre e correndo sulla linea bassa alza leggermente il pedale, permettendo a Keselowski il comando sulla corsia esterna.

Johnson, con la sua esperienza decennale non demorde e ritarda le frenate all’ entrata delle curve uno e tre riguadagnando metro su metro, appaiando nuovamente la Ford del rivale per la testa della corsa.

I vari Hamlin, Biffle, Earnhardt, Bowyer e Patrick non restano che accodarsi alle due auto di testa e stare a guardare chi prevale. Johnson passa in testa a 10 giri dalla fine e l”emozione si ferma per un attimo a nove giri dal termine: bandiera gialla per detriti.

La situazione però è inversa, il 48 decide di prendere la corsia esterna e maggiore velocità, a sei giri è di nuovo battaglia tra i due, però il pilota in testa sfrutta tutta la sua abilità ed esperienza staccando Keselowski che si arrende e si accoda in fila indiana al Chevy di Junior; ora il pericolo per il cinque volte campione si chama Greg Biffle e in terzo “vagone” Danica Patrick.

Si entra così all’ ultimo giro e nella retta opposta al traguardo, succede l’immaginabile: Martin “spinge” Earnhardt che a ridosso della curva tre supera Patrick e Biffle e va a caccia di Johnson sulla retta finale ma ormai è troppo tardi per puntare alla vittoria.

Johnson conquista la gara e la sua seconda Daytona 500 (la prima nel 2006), Earhnardt si “accontenta” del quarto secondo posto nelle ultime cinque gare e il “veteranissimo” Martin completa il podio.

Danica dal suo canto, chiude in ottava posizione, il più alto risultato per una donna nella NASCAR, il compagno Newman in quinta, per cui Hendrick e Stewart Haas sono le squadre che gioiscono alla prima gara stagionale nella speranza di fare bene nel prossimo appuntamento a Phoenix.

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