Truist Park, Atlanta – La volata battuta dal prima base messicano dei Tampa Bay Rays Jonathan Aranda è destinata a cadere in campo esterno e i giocatori della National League festeggiano la vittoria della 95° edizione dell’All-Star Game della Major League Baseball.

Non ci sono outfielders a prendere al volo la palla, il lanciatore e il catcher non festeggiano. Nessun All-Star Game si è mai concluso così, nessuna partita nella storia della MLB si è mai conclusa così: un evento senza precedenti e forse destinato a rimanere un unicum nella storia della palla a 108 cuciture. Ma facciamo un passo indietro.

L’All-Star Game è sempre una splendida celebrazione del Baseball: il Truist Park è gremito di tifosi, in gran parte sostenitori degli Atlanta Braves, pronti a godersi una partita che, almeno sulla carta, riunisce i migliori giocatori al mondo.

GiĂ  la sfida sul monte di lancio vede due dei migliori starting pitcher dell’intera MLB: Paul Skenes dei Pittsburgh Pirates per la National League e Tarik Skubal dei Detroit Tigers per l’American League. Il sophomore dei Pirates, alla sua seconda partecipazione su due alla partita delle stelle, è perfetto con due strike-out e zero valide concesse nel suo primo e unico inning della serata.  Invece, Skubal sente forse l’emozione e concede tre valide e due punti: due singoli di Ronald Acuna Jr e Shohei Ohtani, mandati entrambi a casa dal doppio di Ketel Marte: 2-0 NL.

Gli inning successivi scorrono veloci, complice anche la poca pazienza dei battitori nel valutare i lanci e la girandola di cambi sia sul monte di lancio che nel box di battuta.

A calcare il mound arriva anche il leggendario Clayton Kershaw, che registra due out nella sua dodicesima partecipazione all’All-Star Game – forse l’ultima della sua straordinaria carriera. Il suo passaggio è suggellato da uno strikeout ottenuto con la sua iconica curva, la stessa che lo ha reso celebre e gli ha permesso di vincere tre premi Cy Young e un MVP nel corso di una carriera da Hall of Fame.

La partita torna a battere un colpo nel sesto inning: per l’American lancia Kris Bubic dei Kansas City Royals che concede una walk a Fernando Tatis Jr, un singolo a Brendan Donovan e un fuoricampo da tre punti a Pete Alonso. Cambio sul monte, entra Casey Mize, ma la sostanza sembra non cambiare e il pitcher dei Tigers viene subito battezzato da Corbin Carroll con un fuoricampo che sancisce il 6-0 per la National dopo sei inning completi.

Sembra oramai in saccoccia, ma il baseball è imprevedibile e l’American League decide di svegliarsi prima che sia troppo tardi. Brent Rooker – presente anche nell’Home Run Derby del giorno prima, dove è stato eliminato al primo turno da Cal Raleigh per un solo pollice di differenza sul fuoricampo piĂą lungo – replica ad Alonso con la stessa moneta e riapre la gara: un fuoricampo da tre punti, con Aranda e Alejandro Kirk giĂ  in base, che dimezza lo svantaggio sul 6-3. Svantaggio che continua a restringersi grazie a una palla battuta in campo interno da Bobby Witt Jr. che permette a Maikel Garcia di segnare il quarto punto per l’American League.

Al termine della ripresa, l’oscuritĂ  scende su Truist Park e sul campo viene proiettato il ricordo di Henry “Hank” Aaron, leggenda dei Braves e della MLB, che ha battuto il suo 715° fuoricampo, superando Babe Ruth al primo posto nella classifica all-time, con il commento in sottofondo del grande Vin Scully: un calderone enorme di emozioni concentrate in pochi minuti di storia. Aaron avrebbe poi concluso la sua carriera con 755 fuoricampo e avrebbe mantenuto il record per 33 anni prima di essere superato da Barry Bonds.

Dopo questo momento molto emozionante e “God Bless America” cantata dal tenore Timothy Miller, la partita entra nel nono inning con la National League ancora in vantaggio 6-4. Witt Jr è ancora protagonista in positivo e batte un doppio che manda a casa Byron Buxton per il 6-5. Dopo l’out ai danni di Jazz Chisholm Jr, grazie a una difesa mostruosa di Matt Olson, l’American League pareggia la partita grazie al singolo di Steven Kwan che porta a segnare Witt Jr: 6-6. La National League non segna nella parte bassa del nono e in ogni partita normale si andrebbe agli extra-inning. Invece no, ed ecco che è era iniziato così il pezzo. Una cosa mai vista su un campo da Baseball, almeno a questo livello.

Invece di procedere al decimo inning, in caso di parità al termine dei nove inning è stata introdotta la regola degli swing‑off. Come funziona? Ogni squadra seleziona tre giocatori, ciascuno dei quali dispone di tre swing per battere fuoricampo, con lanciatore e catcher scelti direttamente dai giocatori stessi (come nell’Home Run Derby). Così, in totale, sei giocatori si alternano – simili ai tiri di rigore nel calcio. L’American League opta per Brent Rooker, Randy Arozarena e Jonathan Aranda, mentre la National League sceglie Kyle Stowers, Kyle Schwarber e Pete Alonso.

Inizia l’AL con Rooker che batte 2 fuoricampo su tre tentativi, con Stowers che risponde con un home run. Nella seconda manche, Arozarena ne batte uno e il vantaggio dell’American si porta sul 3-1. Per la National è il turno di Kyle Schwarber: primo swing, fuoricampo; secondo swing, fuoricampo; terzo swing, fuoricampo. Tre su tre per il power hitter dei Phillies che porta la NL in vantaggio.

Tocca ad Aranda, i primi due swing sono due rimbalzanti e il terzo è una volata alta, ma non profonda, con la palla che cade in un campo esterno vuoto. La National League vince il primo All-Star Game agli swing-off grazie alla “tripletta” di Schwarber, che viene nominato MVP della gara.

Un finale insolito, quasi inaspettato e sicuramente originale, che però ci fa sperare che gli extra-inning non vengano mai abbandonati, visti l’emozione e l’imprevedibilità che questa partita è riuscita a trasmettere. A conti fatti, l’evento organizzato dalla Major League Baseball – che dopo sei anni è tornata alle origini facendo indossare a ciascun giocatore la divisa della propria franchigia – si conferma come l’unico vero All-Star Game ancora serio e competitivo negli Stati Uniti.

One thought on “La National League vince l’ All Star Game 2025 con un finale insolito

  1. Ah, ecco, ho visto gli highlights su Sportsnet (quelli ufficiali della Mlb duravano 20 minuti e mi sembrava una durata eccessiva per un’amichevole) e non avevo ben capito cosa fosse successo nel finale!

    Comunque comprendo che i giocatori Nfl abbiano paura di farsi male, ma non capisco perchĂ© gli all star Nba e Nhl non giochino un po’ piĂą seriamente, magari senza esagerare…

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