“Evitare le 100 sconfitte”: questo era l’assioma ridondante che accompagnava le preseason di Baltimore fino al 2022. Poi, d’improvviso, le quasi 40 vittorie in più (83) hanno anticipato le previsioni di successo che molti analisti a stelle e strisce danno per certe nel Maryland. Il perché è facile a dirsi: un nugolo di super talenti pescati al draft, oppure ottenuti in trade nei recenti tempi di magra, pronti a sbocciare o a consacrarsi definitivamente!

In prossimitĂ  del primo quinto di stagione gli Orioles dello skipper al sesto anno Brandon Hyde navigano infatti nella feroce AL East dietro solamente ai sempre mirabolanti Rays e davanti alle ricche corazzate Blue Jays, Red Sox e Yankees; per di piĂą, e rispetto alla passata tornata, non devono rincorrere un inizio zoppicante, vista la perentoria striscia di 6 serie consecutive vinte, primato atteso dal 2014.

Il primo nome che giustifica tali migliorie è certamente quello di Adley Rutschman, venticinquenne predestinato che ha sin da subito cambiato volto agli O’s: con lui in ricezione Baltimore è andata 67/55. Il catcher e DH, prima scelta assoluta da Oregon State, su 470 apparizioni al piatto al debutto è stato difatti in grado di performare il 33% in più della media offensiva di lega su BB% (13.8) e wRC+ (133), arrivando a battere .254/.362/.445 per 5.3 fWAR: numeri spaziali da leader consumato!

Sebbene tuttora a rilento, si attendono le stesse soddisfazioni dall’altra stellina Gunnar Henderson, 3B comprensibilmente emigrato esterno sinistro nell’opening day e prospetto principe di questa tornata, lui che in 132 visite al box si presentava al via comunque con 126 wRC+ a soli 21 anni.

Mullins, Mountcastle e Santander sono le certezze da affiancare alle due futuristiche superstar, veterani per modo di dire vista l’ancor giovane età, che hanno sposato il progetto rifiutando le sirene delle vecchie deadline e macchine da homers dal 2021, ruolo che finora spetta però a Jorge Mateo, alla stagione della consacrazione.

L’arrivo di Frazier, 2B come poche, aggiunge poi esperienza, precisione e difesa ad un lineup ancora non nel pieno del suo prime ma in prospettiva secondo a nessuno, specialmente se Hays venisse a patti con la costanza e Kyle Stowers si rivelasse quella potente minaccia che tutti prevedono.

Baltimore incute timore come si nota dai 4.03 lanci di media per apparizione al piatto e il quinto posto per walk rate e OBP.

La rotazione era invece – e forse lo è ancora – il punto dolente e dubbioso della pre-season, data l’assenza di una punta di diamante, un mercato un poco al ribasso e la presenza fissa in infermeria di Seth Johnson, 15° prospetto della casata pervenuto nella trade per Trey Mancini, e soprattutto John Means, asso in predicato di essere il condottiero sul monte nonché uomo franchigia, ma troppo spesso sconfitto dagli infortuni, sebbene ad aprile abbia cominciato a lanciare le prime breaking ball nelle bullpen session.

A parte l’egregio inizio stagionale di Tyler Wells, i partenti faticano non poco a mantenere in cassaforte il risultato, costringendo Hyde a ripetuti cambi in collina: la 24° piazza per inning lanciati ed ERA e il 22° in WAR parlano chiaro!

Inoltre la crescita di Grayson Rodriguez, leader di gruppo con 34 strikeout in 5 start, nono nel rookie ranking, secondo Top prospect MLB fra i pitcher e 11° scelta 2018, va comunque attesa con pazienza nonostante le ottime “vibe” di Spring Training e Minor.

Se Cole Irvin è andato a picco, non riuscendo nel grande salto dopo le due discrete esperienze ad Oakland, fallendo clamorosamente 3 partenze e retrocedendo perciò in Triple-A, chi sta invece dignitosamente difendendo il ruolo di primo partente è l’altra acquisizione estiva Kyle Gibson, che è 4/0 in più di 34 inning.

Ciò che quindi mantiene Baltimore ai vertici nella difesa del diamante è un bullpen eccellente, primo MLB secondo Fangraphs in ERA, WAR e W e vicino al podio per periodi sul colle e K/9.

Se Baumann e Bryan Baker sono finora gli uomini in missione, la palma di sensazione in questo primissimo scorcio va comunque a Yennier Cano! Il ventonovenne right-hander cubano fece il suo debutto Major meno di un anno fa in casacca Twins, prima della trade estiva per Jorge Lopez, ed oggi è semplicemente l’arma in più del pacchetto rilievi da fine corsa assieme alla new entry veterana Danny Coulombe, appaiato alla mastodontica certezza dominicana Felix Bautista, col quale divide 9 salvezze e 5 holds in poco più di 10 presenze sul monte combinate.

Cano vanta 12 K in 11 frame su 9 gare, da quando cioè è stato promosso dal Triple-A Norfolk, ed inoltre dopo l’eliminazione degli ultimi 4 battitori nella recente trasferta a Detroit è entrato nella storia di franchigia, non avendo subìto valide in 32 AB, record datato 1954!

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.