Nel classico sport americano c’è una cosa che a tutti piace fare, indipendentemente da chi si tifa: guardare giovani prodigi fare prodezze. Insomma, far strabuzzare gli occhi, mozzando il fiato, lasciandoci lì a dire: “Ma che cosa abbiamo davanti?”

Il Diamante è però spesso crudele con i più verdi, che devono, a meno di talento straordinario, maturare a dovere nelle Minors prima di poter ambire a solcare il palcoscenico. “The Show”. Lo chiameranno così per un motivo, o no?

Eppure, ci sono quei giocatori che trascendono questo limite, questa difficoltà: questa Regular ci ha fatto vedere la crescita titanica di due leoni che in comune hanno solo due cose.

Una è la battuta magica.
La seconda è il biondo che colora la punta dei loro dread.

Anzi, ce n’è una terza che salta subito all’occhio: entrambi hanno un bel “Jr.” stampato sul retro della camicetta. Perchè entrambi portano avanti la tradizione di famiglia: c’è chi gestisce il negozio di alimentari, o la falegnameria, del papà. C’è chi calca gli stessi campi, sulla terra e sul green della Major League Baseball.

Tatís e Guerrero, Fernando e Vladimir. Ovviamente, anche i “first name” sono gli stessi dei loro già celebri genitori. A quanto pare, non dovranno invidiare granché a chi li ha preceduti.

Fernando Tatis Jr. y Vladimir Guerrero Jr., dignos herederos de sus padres en MLB - AS USA

Tatís fa parte della tremenda lineup dei San Diego Padres, ed è un piacere vederlo giocare: “reckless”, così lo definiscono gli americani, perché gioca come giocherebbe un bambino pieno di passione ed entusiasmo per uno sport, con la massima grinta, la massima audacia, tentando quei gesti, che sia alla battuta, nel baserunning o nel suo ruolo di shortstop, che, appunto, ti fanno smettere di respirare.

Non che Fernando non ci abbia fatto capire sin da subito quanto sarebbe stato grande: nella sua rookie season, il 2019, fu fermato da un infortunio che lo costrinse a “solo” 84 partite, ma fece più che abbastanza per arrivare ad essere terzo in classifica come National League Rookie of the Year.

Poi, nel 2020, fa capire a tutti cosa vuol dire Tatís senza infortuni: quarto nella race MVP, miglior power-speed number della lega, decimo slash, secondo in run ed home run, quarto in basi rubate e ribbies. Insomma, una stella assoluta, alla sua seconda stagione. Sophomore slump? E che cosa dovrebbe essere, risponde Fernando.

Guerrero non dimentichiamolo però: parte di quei “Blue Genes” di Toronto in cui il management dei Jays fa tanto affidamento, per la costruzione di una squadra che possa realmente competere fino in fondo, Vladi debutta sempre nel 2019, proprio come il collega dei Padres.

E come esordisce? Diventa il più giovane Blue Jay di sempre a battere una Home Run in Major League, rompe tutti i record all’Home Run Derby con 91 HR totali e ben 40 nella semifinale contro Joc Pederson. 15 homers in stagione e la seconda più alta velocità di palla in uscita alla battuta, seconda nell’intera MLB e non solo nella sua American League.

Volete saperla la velocità raggiunta da Vladi? 191 chilometri orari. Ve lo immaginate vedere una palla viaggiare così veloce? Io no, perché probabilmente non la vedrei neppure.

Ecco, Guerrero non raccoglie altrettanti “accolades” come Tatís, anche per un minor impatto difensivo in terza base ed una concorrenza più spietata, ma iniziavamo a vedere l’impatto in battuta di questo gigante.

Nel 2020 però un piccolo sophomore slump c’è stato, e l’hype si è ridotto, complice anche l’attenzione richiamata da altre giovani stelle, come Juan Soto e Ronald Acuña Jr., di cui parleremo in fondo all’articolo.

Ma ora è meglio parlare delle stagioni di quest’annoi: per Tatís, starter all’All-Star game nella posizione di shortstop, il primo starter Padres dal lontano e leggendario Tony Gwynn. 30 home run e 20 basi rubate in 82 partite, il più giovane ed il più veloce a farlo, e solo il quarto Padre di tutti i tempi. Sta facendo la storia, ed anche in difesa non se ne fa dire troppe. Anzi.

Guerrero arriva alla cinquantesima home run della carriera nello stesso tempo del padre, qualcosa di romantico. Perde peso, è più scattante, fluido, potente. Starter all-star game in prima base per la American, ed MVP della partita, il primo Jay, il primo Canadese, ed il più giovane a farlo.

Ogni volta che li vedi arrivare in battuta, sei lì in trepidazione: “Che succede ora?“. Perché lo sai che sta arrivando un colpo da maestro, che sia una home run, una doppia sfruttando il gap, un lungolinea a velocità assordante che spiazza la difesa. Lo sai, sei pronto a vederlo. Ma comunque, ti sconvolge ogni volta che succede.

Loro due sono quelli che hanno impressionato di più. Questo non significa che sono gli unici: Juan Soto dei Nationals e Ronald Acuña dei Braves li abbiamo già citati. Outfielder entrambi, simili per come siano letali in battuta e sicuri, freddissimi, in difesa. Proprio come Tatís e Guerrero, hanno un gusto particolare per la grande giocata, per lo show. Soto gli avversari li prende pure in giro.

Ma non sono gli unici: Bo Bichette fa compagnia al buon Vladi, Gleyber Torres ogni tanto ce lo dimentichiamo, Yordan Álvarez ed Eloy Jiménez continuano ad essere stelle della American, e non dimentichiamo Ozzie Albies e Luis Robert. Tutti under 25, tutti veramente tanta, tanta roba.

Ronald Acuna Jr Kid

E chi si sta facendo strada quest’anno: Nick Madrigal, passato dai White Sox ai Cubs, a 24 anni sta facendo benissimo in difesa e molto bene offensivamente. Ke’Bryan Hayes viene celebrato come il prossimo Matt Chapman. Dylan Carlson dei Cardinals evoca memorie del classico outfielder che te la spara fuori dal campo.

La giovane MLB sta bene, il talento è tanto, tantissimo.
Questo vuol dire solo una cosa: divertimento, per anni, per noi. Una buona, buonissima, notizia.

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