Oakland Athletics

Bob Melvin ritrova per questo start i servigi di Matt Chapman, terza base e uomo franchigia la cui assenza era stata forse causa primaria del mancato assalto a Tampa per il Grande Ballo 2020, quando gli – inediti – antecedenti all in di mercato sotto forma di prospetti futuristici ceduti (Barreto per La Stella) sembravano avviare Oakland verso la serie conclusiva. Pinder, suo sostituto, conserva anche oggi il ruolo di jolly dalla panca. Il payroll attuale si attesta al di sotto degli 80 milioni, nonostante i numerosi e classici avvicendamenti di mercato e le pesche minori siano avvenuti regolarmente, il forte seconda base è emigrato a San Francisco, l’all star closer Hendricks a sud della Windy City e Khris Davis in Texas.

Qualche rinnovo e la trade a 5 uomini su quest’ultimo, inviato ai Rangers per Andrus, 13 milioni e il catching prospect Aramis Garcia, adesso backup dell’intoccabile Murphy, sensazionale ricevitore rookie da shortened season, sono mosse che ci convincono e mantengono nel front office quell’alone di impeccabilità scrutata ai tempi del Money Ball di Billy Beane. Salutare un bomber quale Davis fa male alla fanbase, ma il drammatico calo di prestazioni valgono eccome la cessione per un difensore di impatto sempre titolare in 12 onorevoli tornate da shortstop, ruolo adesso coperto dopo la malinconica partenza di Semien.

Ottima pure la pick su Moreland, trentacinquenne ora pronto a “riposarsi” da designato, benchè Gold Glove winner. Se Olson è l’inamovibile prima base difensiva e potente cleanup, la copertura della seconda preoccupa maggiormente il coaching staff, malgrado l’ottimo spring training di Kemp, dalla carriera però poco credibile, e di Jed Lowrie, fuori da più di un anno per l’operazione al ginocchio. Con Robbie Grossman passato ai Tigers, l’outfield è materia esclusiva di Canha, Laureano e Piscotty, tris intercambiabile iper affidabile e dinamico, quest’ultima caratteristica nelle corde anche di Ka’ai Tom, proveniente dal draft a rule five. Attenzione a Seth Brown e soprattutto Buddy Reed, fuori dai 40 ma 21° prospetto del club e nei radar del manager!

Se l’anca di Chapman sembra oggi a posto, altrettanto non si può dire di quella dello starter veterano Mike Fiers, underdog divenuto qui certezza al pari di Bassitt, evento che lo mette in dubbio per l’opening day, sebbene lo skipper confidi di schierarlo al quinto spot, altrimenti ad appannaggio del terribile mancino e top 2 prospect AJ Puk, reduce pure lui da un viaggio sotto i ferri (spalla). Il calo di Manaea non gli preclude uno slot in rotazione, ma la palma di partenti primari va a Montas e l’astro Luzardo. Occhio ai profili avveniristici, da sempre ben visti qui e precursori di un monte spesso elite MLB: parliamo di Cole Irvin e Daulton Jeffries.

Il nuovo closer ed investimento oneroso che impegna 11 milioni di base salariale, superiore persino ad Andrus (30M fino al 2023), viene dai Royals e prende le sembianze di Trevor Rosenthal, benchè gli aggiustamenti nel bullpen e cambi di strategia in questi lidi siano prassi. Persi in free agency Soria e McFarland, sostituiti egregiamente da Kolarek (trade) e Romo, mentre ottimo è il rinnovo a Petit. Completano un reparto straordinario le certezze Trivino, Diekman, Wendelken e Burch Smith!

La AL West è il girone con meno disparità e più equilibrio; attenzione dunque, raggiungere le 90 W sarebbe un exploit gigantesco.

Houston Astros

Dopo Cole saluta anche Springer, e con Verlander tuttora ai box e UFA 2022 il vecchio squadrone continua a perdere pezzi. Le capacità clutch di un lineup ancora al top permettono però di consolidare obiettivi d’alta quota, uniti alle peculiarità inedite che il monte della shortened season ha dato alla luce, permettendo ai ragazzi di Dusty Baker di sfiorare un altro viaggio alle WS! D’altronde il payroll al solito esplosivo non ammette scusanti, e i 90 milioni impegnati per le star Altuve (2B), Bregman (3B), Correa (SS) e Brantley (OF) rivelano l’eccezionalità sia al box che in difesa del quartetto, con gli errori al tiro dell’MVP venezuelano unici punti interrogativi.

Fra i pitcher, sperando che il gomito di JV – 33mln annuali – pronto a giugno non influisca sul suo prime, i problemi sono maggiori, dato che per l’opening day sono out Scrubb (spalla) e i nuovi arrivi Baez (Covid, 12.5 triennali) dai Dodgers e Odorizzi (23.5 fino al 2023) da Minnesota: gravi perdite sia fra i rilievi che partenti. Nella rotazione c’è comunque fiducia che l’ex Twins sia abile per la seconda settimana, altrimenti i formidabili Urquidi e Javier della stagione ridotta salirebbero al terzo e quarto spot, lasciando quello finale a Brandon Bielak, ieri deludente ma egregio nella slider da spring training. Greinke, sempre eccelso col guanto rispetto che al lancio, e Lance McCullers Jr, sono gli inamovibili 1 e 2, in attesa come detto di Verlander, immenso campione dall’incalcolabile impatto.

Il bullpen conferma gli eroi del 2020, sperando mantengano costanza anche per 162 gare; ci riferiamo ai veterani Pressly (closer), Raley e Joe Smith, e le rivelazioni Paredes, Blake Taylor e il glaciale prospetto Luis Garcia; a loro si aggiunge da Miami un calante Stanek.

Il rookie dell’anno 2019 Yordan Alvarez, malgrado pochi allenamenti in Grapeful League, è il designato, Gurriel first baseman, Maldonado catcher e il rientrante alla base Jason Castro prima alternativa, in un ruolo che vede tre uomini nel roster principale (Stubbs il terzo). Ad Aledmys Diaz, inarrivabile utility, si affiancano Toro e Robel Garcia sponda Cubs, mentre nell’outfield, orfano del free agent Josh Reddick e completato da Tucker e Straw, vince la battaglia da backup Chas McCormick, nei 40 a discapito di Siri e Steven Souza Jr.

Se gli infortuni daranno tregua ai texani la vittoria del girone a 89 W potrebbe avverarsi, ma gli intoppi e le mancate conferme sono dietro l’angolo.

Seattle Mariners

Prosegue la rebuilding di Jerry Dipoto a Seattle, e nell’ulteriore anno di transizione da massimo 75 W si nota un total payroll sceso a 67 milioni, quasi tre volte inferiore ai sogni di gloria del passato recente.

Nel giovane e talentuoso gruppo di Scott Servais, dove emerge l’outfielder Taylor Trammell, due piacevoli rientri alla base si uniscono all’asso Kyle Seager (3B), in team option 2022 a 15 milioni e con 18 sul libro paga 2021 (il più ricco): parliamo di James Paxton, starter deludente ma anche sfortunato nel Bronx, e soprattutto Mitch Haniger (RF), reduce da tre avventure sotto i ferri, ora plausibile leadoff e intoccabile esterno destro. Tale intrigante comparto è chiuso dagli astri nascenti Kyle Lewis – regnante ROY 2020 – , Jake Fraley (frontrunner di Trammell) e il top prospect Jarred Kelenic, 21enne da maturare in Minor League.

I frutti degli smembramenti continui per snellire cap e acquisire profili futuristici si sono visti l’anno scorso in JP Crawford, interbase e Gold Glove, e si potrebbero ammirare in questo con Ty France, pervenuto in deadline dai Padres e dichiarato DH, ma possibile terza se Seager venisse ceduto in trade ad una contendente. Perentorio difensore nella stagione da rookie si è palesato Evan White, prima base da affinare al box, mentre la regressione del comunque acciaccato Shed Long Jr convincerà lo skipper a cedere la seconda all’utility Dylan Moore. Competizione pure dietro il piatto, dove l’esplosività dell’ennesimo talento Luis Torrens lascerà tuttavia spazio all’esperienza difensiva di Tom Murphy.

La rotazione a 6 uomini verrà ratificata ancor di più per 162 gare, e l’aggiunta di Paxton porterà a 4 i mancini partenti: il numero 1 Marco Gonzales, Yusei Kikuchi, giapponese ancora lontano dalle previsioni dominanti del 2018, e la rivelazione Justus Sheffield. Chris Flexen – in Corea l’anno passato – e il prospetto Justin Dunn, inesperto per inning multipli e quindi forse opener da 2/3 frame, concludono il plotone.

Il bullpen appare tuttora un settore poco attrezzato, e causa di quasi tutte le seccature della shortened season! Arriva dai Rangers il closer da 8 salvezze (Montero), con Middleton setup; Graveman, una vita da starter, mantiene lo spot da rilievo come Margevicius, cercando di conservare la velocità della fastball, idem Gerber, però deludente in primavera. Sadler starà sotto la lente di ingrandimento di Servais ed Erik Swanson è il long man.

Los Angeles Angels

Ennesima stagione prime per Mike Trout, numero uno mondiale e vincitore costante di record individuali, ma finora lontano dall’avere una chanche per il titolo. Si navigherĂ  a nostro avviso attorno al 50% nonostante molteplici movimenti di mercato, sperando vengano confermati i playoff allargati; in caso contrario l’unica via d’uscita è quella di migliorare le disastrose performance sul monte, eclissate da un’ERA a 5.52 per gli starter e 4.63 dei rilievi.

Se Dylan Bundy è l’unica luce in fondo al tunnel e indiscusso asso della rotazione, i dubbi permangono su Andrew Heaney e sopratturro Shohei Ohtani (DH), il cui status two-way annunciato lo potrebbe far presenziare al secondo spot! Gli infortuni (è gia fermo), la shockante esperienza 2020 e una cattiva gestione di Joe Maddon, guru MLB ma anch’egli deludente eccome, lasciano tante perplessità e ci fanno ipotizzare 6 papabili starter. Se il calante ultimo Quintana versione Cubs non alza l’umore, differente appare la pesca di Cobb, così come la costante crescita di Canning.

Raisel Iglesias, Mayers, Buttrey e Claudio sono i rilievi accertati, per il resto dubbi su Guerra e gli acciaccati Pena e Slegers, l’ottimo Sandoval da Spring Training e Jesse Chavez. Faria potrebbe fare il lungo, mentre Barria inizierà in Minor e Rivera dovrebbe essere tagliato. Le numerose annessioni sono terminate lunedì con gli acquisti della garanzia di un tempo Steve Cishek e Tony Watson, ambedue a 1 milione annuale.

Tristezza per l’ultima (?) esperienza di Pujols, in competizione da designato con Ohtani ed estromesso in prima base dalla breakout season del rookie Walsh, Fletcher è la certezza difensiva in seconda e leadoff nonché Big Third del lineup dietro Trout (CF) ed Anthony Rendon (3B), un pregevole Josè Iglesias sponda Orioles rileverà i galloni da SS di Simmons e il sorprendente Stassi del 2020 mantiene lo spot da catcher titolare, sebbene l’operazione all’anca ha convinto il front office ad affiancargli il sempre utile Suzuki. Ad Upton e Fowler si aggiunge in esterno l’ex Gold Glove Lagares, utility al pari di Franklin Barreto, in ripresa dalla chirurgia alla spalla.

Texas Rangers

Il tanto atteso salto di qualità l’anno scorso non c’è stato, e anzi un calo drammatico ovunque ha spinto la dirigenza ad annettere molti volti nuovi e lo skipper Woodward a distribuire competizione su più ruoli. Si riparte d’altronde dal penultimo posto al box, 23° in fuori campo e 24° al lancio.

Leadership e sagacia difensiva valgono a Trevino la titolarità da catcher, mentre gli intoccabili di ieri nonché assi futuristici Odor e Guzman andranno altresì in lotta nell’infield con Nate Lowe (1B), Brock Holt e Charlie Culberson (3B), new entry da Tampa, Washington e Atlanta. Kiner-Falefa, AL Gold Glove, passa shortstop dopo l’addio ad Andrus, Leody Taveras viene promosso al centro fra l’asso Gallo e David Dahl, ennesima addizione annuale (2.7M dai Rockies); Khris “Khrush” Davis e il suo ultimo anno di contratto a 17M prima della free agency saranno DH in alternanza a Willie Calhoun, acciaccato all’inguine.

Sul monte debutterà il giapponese Arihara, all star NPB siglato a 6.3M biennali, dietro l’intoccabile Gibson, straordinario pitcher purtroppo senza mai molta costanza, e avanti a Mike Foltynewicz, accordo annuale (2 milioni) per un giocatore una volta top player ma in calo spaventoso. Non si esclude una batteria a 6 uomini, e a parte i tre citati ci sarà disputa fra Lyles e i solidi ma reduci dalla Tommy John Dunning dei White Sox e Kyle Cody, quest’ultimo da considerare anche come rilievo al pari del coreano Yang. Sotto lente di ingrandimento il talento Taylor Hearn.

Con Leclerc e Jordan Hernandez in IL Texas si trova senza closer preventivato, spot che perciò sarà ad appannaggio di Ian Kennedy, firma minor da Kansas City, Rodriguez e Matt Bush, se non addirittura il non-roster Hunter Wood. In dubbio per l’Opening Day Brett Martin e Demarcus Evans, perciò avranno più spazio King e Sborz, lui poco utilizzato ai Dodgers.

Eccessiva rivoluzione e troppi uomini da riabilitare: le 70 vittorie sono la luna per Texas.

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