Minnesota Twins

Una volta superato il complesso Indians, i Twins vedono nella progressiva crescita dei White Sox la maggiore insidia di una division finalmente elite.

Se la difesa del diamante e la devastante potenza al box si mantengono seconde a nessuno, i principali dubbi sulla resistenza clutch di Minny permangono tuttora nella tenuta del monte, sebbene la rotazione disponga varietà da Maeda, classe in Berrios ed energia animalesca con Pineda, oltre ai quali ci si augura Dobnak possa ripetere i fasti del 2019 e la new entry Happ limare i costanti sbalzi d’umore in epoca Yankees: un bel gruppo forse però incapace di alzare l’asticella durante i playoff.

Nel bullben discorsi simili, e le ultime acquisizioni minor di Smeltzer e Shaun Anderson, assieme con quella pregressa di Robles, a picco in quel di Anaheim, non spostano gli equilibri. Per il resto si attendono progressi da Stashak e Rogers, setup troppo discontinuo, a differenza della garanzia Colome, indiscusso closer e unico pezzo pregiato del mercato. Le certezze prendono il nome di Duffey, Alcala e Thielbar, mentre gli eventi faranno capire come si risolverà l’eventuale disputa fra Lewis Thorpe e il già nominato Dobnak (se poco convincente) nello spot da swingman rilievo lungo, se non addirittura opener!

Arraez e Kirilloff sono il futuro del club, ma se il ruolo da utility del primo insieme all’esplosivo Astudillo (persino pitcher in carriera) lo sposterà sia all’interno che nel left outfield in base alle esigenze, lo spring training al ribasso dell’altro nonché top 2 prospect gli preclude la titolarità in prima base, conquistata da Sano – oramai apposto fisicamente – a suon di prestazioni spaziali.

L’investimento annuale di Andrelton Simmons per 10.5M completa un’eccezionale protezione delle basi con l’icona Donaldson (3B) e Polanco (2B), lui reduce da problematiche alla caviglia ma giocatore two way come pochi. Buxton, Kepler e Cave danno all’esterno – orfano di Rosario – un’eccellenza sotto forma di agilità, potenza e precisione. Chiudono lo stellare lineup Cruz, DH 40enne ancora decisivo, e un catcher Silver Slugger del calibro di Garver, che Rocco Baldelli alternerà a Ryan Jeffers, fra i migliori backup MLB.

Basteranno forse 88 W per salire in postseason, quota nei ranghi dei Twins; si attende tuttavia l’escalation negli step superiori, sinora ferma al palo!

Chicago White Sox

Dopo tempo interminabile la South Side di Chicago parte nei vertici delle prediction in American League, coi soli Yankees a precedere! Noi andiamo sì cauti, vista la differenza marginale già nella Central con Twins e Indians, ma effettivamente i White Sox possono terminare a 88/92 W e ottenere un seeding maggioritario ai playoff, nonché il gagliardetto divisionale. L’epoca Renteria è finita e spetta perciò alla rientrante icona Tony La Russa portare un core giovane e potenzialmente invincibile nell’olimpo del baseball.

Adam Eaton rimpiazza Mazara e sarà l’esperta aggiunta da esterno destro di un plotone pronto eccome a dominare la lega per il decennio, con le superstar Eloy Jimenez e Luis Robert battitori autoritari da limare soltanto nella pigrizia difensiva e da runner, comunque coperta dalla praticità di utility quali Leury Garcia e Billy Hamilton, girovago ruba basi giunto dai Cubs. Madrigal invece, dopo la breakout rookie season, non ha rivali in seconda; via Encaracion, forse unica nota dolente della stagione ridotta, il ruolo da designated hitter andrà a Andrew Vaughn, altro prospetto splendente sotto l’ala protettiva dell’hall of famer Jim Thome.

Dietro il piatto di casa base Grandal deve recuperare i recenti acciacchi al ginocchio, ma sia la matura annessione di Lucroy che la crescita del perfetto Zack Collins da Cactus League permetterebbero eventualmente all’ex Dodgers di riciclarsi DH. Il restante trio, l’MVP Abreu first baseman e gli assi Tim Anderson shortstop e Yoan Moncada terza, chiude ogni discussione: il lineup White Sox, pariteticamente a Dodgers, Yankees e Twins, è il migliore della Major League!

Qualità e talento sono presenti pure sul monte, dove l’investimento triennale (54M) per Liam Hendricks addiziona una stella fra le migliori a chiudere i match, con Crochet affidabile nelle setup situation e Kopech nei multiple-inning. Visto il ritardo nella ripresa di Fry e Cordero, ambedue sotto i ferri e non arruolabili fino a giugno, il declassamento dello starter Reynaldo Lopez a long reliever da Minor league e il richiamo dai waivers di Nik Turley, non dovrebbero essere più di 8 i rilievi del bullben, che sarà quindi completato dai formidabili Marshall, Heuer, Bummer e Foster degli ultimi due anni, un mix di giovani e maturi pitcher interscambiabili fra loro.

Quest’ultima caratteristica vige anche nella rotazione, comandata dall’ormai sicurezza Lucas Giolito, a cui negli ultimi tornei sono state affiancate star attempate a caccia di rivalsa come Dallas Keuchel e Lance Lynn, lui in trade per per Dunning ed Avery Weems. Dylan Cease, straordinario quando chiamato in causa, e Carlos Rodon, partono favoriti negli ultimi due posti su Jimmy Lambert, Jonathan Stiever e il già accennato Michael Kopech.

Cleveland Indians

Gli Indians, con cuore ed esperienza, ci hanno abituato negli anni a sopperire alle molteplici ricostruzioni, specialmente sul monte, fino a poco fa nettamente il più forte MLB (Kluber, Bauer, Carrasco e Clevinger, oltre ovviamente Bieber). Oggi ripartono fanalino di coda nel monte ingaggi e con la coppia dei sogni Ramirez/Lindor divisa da una blockbuster trade che ha portato l’ex icona ai Mets con lo stesso Carrasco e qui nell’Ohio Andres Gimenez, che ne rileverà i galloni da shortstop, l’esterno Amed Rosario e i due prospetti Josh Wolf (RHP) ed Isaiah Greene (OF).

La sensazione, triste e malinconica, è che un’era stia terminando, e il momentum fallito in quelle WS buttate al vento, significhi per Terry Francona e i suoi un ridimensionamento progressivo verso il basso, che a nostro avviso dovrebbe comportare già per questo torneo una stagione attorno al 50%, sostituendo le mire egemoniche del passato recente con una rebuilding ragionata tuttora in corso, vedendo l’età di molteplici attori protagonisti!

Partendo proprio dalla rotazione infatti, insieme alla superstar Shane Bieber, mantengono i primi due spot Zach Plesac ed Aaron Civale, dietro ai quali l’ottimo Quantrill della vecchia mid season trade lotterà contro Logan Allen, tonificato, dimagrito e perfezionato tecnicamente durante l’inverno, come si è visto dai magnifici 9 inning lanciati negli allenamenti primaverili. Il manager e Carl Willis poi, hanno dichiarato per l’opening day la conferma di Triston McKenzie, lucente diamante futuristico in voga nella stagione ridotta! Meno di 25 anni la media di un comparto specialità della casa e pronto a ereditare i successi di ieri!

Il bullpen andrà testato a campionato in corso, ma sulla carta non dà le stesse garanzie. Senza Brad Hand, i rilievi di fine match saranno Karinchak, Wittgren e Clase, lui però fermo da un anno, Blake Parker è l’ottimo fit maturo dai Phillies e prima opzione fra i medi, insieme al veterano e confermato Perez (18ma stagione). Falliti gli esperimenti da starter, il canterano Plutko è ormai un lungo accertato, mentre da Maton si chiede una ripresa dopo il 2020 sottotono. L’altro giovane prospetto, Kyle Nelson, otterrà fiducia dallo skipper; Trevor Stephan (regola 5 al draft) e Bryan Shaw (ora fuori dai 40) avranno spazio a lungo andare.

Dopo una vita ai Twins, Eddie Rosario sbarca a Cleveland per 8 milioni, completando l’outfield con Naylor (destro) e l’omonimo Amed (centro), in alternativa a Zimmer o Gamel, nella zona orfana di Mercado in Columbus Triplo A. Reyes è il designato, Bauers o Bradley la prima base e le certezze e Gold Glove Cesar Hernandez e Ramirez seconda e terza; Roberto Perez sta disputando un ottimo training camp dopo anni di seccature fisiche, e avrà come backup catcher Austin Hedges, che ha firmato un annuale da 3 milioni per evitare l’arbitrato.

Kansas City Royals

Talento e individualità ma anche poca compattezza fra i reparti sono caratteristiche che accompagneranno Kansas City in un’altra stagione mediocre, presumibilmente attorno alle 70 W, tentando comunque di continuare a costruire qualcosa di positivo, già presente eccome all’interno del roster di Mike Matheny, giovane manager al secondo anno! Il ritiro di Alex Gordon accentua la fine dell’epoca d’oro, ora rappresentata solo da Danny Duffy (SP), l’esteso a 4 anni Salvador Perez (C) e il closer Greg Holland.

E’ proprio l’outfield il settore più ritoccato, a parte la certezza Merrifield, desiderio da contender in ogni mid season ma tuttora qui alla destra del diamante, con l’ottima aggiunta difensiva dalla free agency Michael A. Taylor (CF) e da quella in trade a tre dell’ex calzino rosso Andrew Benintendi (LF); confermato inoltre Soler – che sarà il designato se in ripresa dall’infortunio – e riportato a casa ad un anno contrattuale l’esperto e sempre affidabile Dyson, sigla secondaria seppur importante, come l’accordo minor dell’utility Alberto dagli Orioles. In rampa di lancio tuttavia Bubba Starling, Edward Olivares e la rapidità di Nick Heath.

L’agilità offensiva fra le basi e le qualità da difensore di Mondesi lo attestano shortstop, ma lo spettacolare finale 2020 da attaccante (.356/.408/.667/6Hr/20Rbi) permette sogni di gloria verso la tanto attesa consacrazione definitiva! Il rinnovato quadriennale Dozier prende la terza base di Franco, il profilo Gold Glove Nicky Lopez la seconda e Gallager e O’Hearn si mantengono backup dietro il piatto e in prima, spot questo che verrà ricoperto da Carlos Santana, investimento primario da offseason a 17.5 milioni, calante nelle medie ma slugger temibile da 47 BB e plausibile cleanup del lineup.

Nella rotazione, forse ancora limitata a 4, alla maturità di Duffy e Minor, fa da contraltare la freschezza luminosa di Brady Singer e soprattutto Brad Keller, asso futuristico e primo spot. Junis potrebbe comunque essere il quinto, ma visto il rendimento 2020 del bullpen – ultimo per Fangraphs in WAR e avanti solo ai Rockies per ERA – non si esclude un suo impiego da rilievo per late-inning multipli. La star di un tempo Ervin Santana in Minor League e il Kris Bubic da Omaha Triplo A sono le ultime risorse.

A sorpresa fuori dai 40 Wade Davis, new entry e ipotetico 1-2 punch con Holland per risollevare i relief pitcher, validi soltanto in Hahn, Staumont e Zimmer.

Detroit Tigers

Unico obiettivo possibile per Detroit? Evitare con Baltimore l’ultima posizione in AL!

Si riparte dal disastroso monte, ritoccato con le firme di Julio Theran – però a picco agli Angels e comunque ora ai box insieme a Spencer Turnbull (Covid) – e Josè Urena, anch’egli in regressione, mentre la consacrazione di Matthew Boyd è ferma al palo! Se Skubal può attendere vista l’età e Fulmer si è rivelato un esperimento fallito, entrambi da utilizzare semmai come rilievi, le speranze dei Tigers prendono il nome di Casey Mize, 23enne no hitter al debutto in AA e dal fantastico Spring Training (9 K).

Nel bullpen e sempre durante gli allenamenti primaverili si è fatto notare Derek Holland fra gli invitati non-roster, Tyler Alexander farà inning multipli e Gregory Soto, Cisnero e Bryan Garcia si divideranno gli slot da closer e setup. L’insicuro reparto termina con Jimenez, Farmer e Norris.

Diverso il discorso al box e in difesa, coi numerosi dubbi per il rientrante AJ Hinch dovuti altresì alle molteplici skillset presenti. Competizione dunque quasi in tutti i ruoli: fra i catcher col veterano new entry dal Queens Wilson Ramos, Grayson Greiner e Jake Rogers (minors), in prima tra Renato Nunez, giunto da Baltimore, il mito Cabrera e Jeimer Candelario, anche se sarà più facile vedere questi ultimi DH e terza, nell’esterno destro con Victor Reyes e Nomar Mazara (dai White Sox) ed infine tra il favorito Schoop e l’utility Goodrum in seconda. Completano un comparto qualitativo JaCoby Jones al centro e Robbie Grossman nell’esterno sinistro, acquisto principale dell’offseaon a 10 milioni biennali. Ancora fiducia nello shortstop Willi Castro, prospetto da affinare al tiro.

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