Tampa Bay Rays

Kevin Cash, miglior skipper al mondo, proverà a replicare il quasi miracolo della shortened season, sfidando nuovamente i rivali più ricchi e attrezzati con le magie a cui ci ha abituato, senza attingere a tutti i fondi societari, impegnati ancora una volta ben al di sotto dei 60 milioni nel monte ingaggi! Choi, Phillips e il non roster catcher Smith sono out per lo start e numerosi top prospect verranno tenuti d’occhio dall’allenatore durante il torneo, Franco e McClanahan su tutti.

Poche modifiche fra i battitori, un eccellente gruppo di difensori arrivato a un passo dall’upset più importante. Perciò Mike Zunino avrà la titolarità dietro il piatto di casa base, anche se la crescita di Mejia potrebbe riscrivere la storia, Brosseau e Tsutsugo più di Yandy Diaz divideranno i compiti di Choi in prima, col cubano in turnazione nella terza assieme a Wendle, Lowe seconda e la stella Adames SS. La sensazione 2020 Arozarena e Austin Meadows si intercambieranno DH ed esterno sinistro mentre Kiermaier e Margot completano l’outfield. Contatto, potenza, versatilità e stretching difensivi: musica per le orecchie del coach, pronto a sbizzarrirsi di nuovo in playbook plurimi!

La politica al lancio, eccellenza della casata, resta la stessa: caccia a elementi da rivalutare, molteplici bullpen game oppure pesca dalla cantera. Wacha sponda Queens, dai Twins l’esperto Hill e il rientrante da Pittsburgh Chris Archer rispecchiano tali caratteristiche, ma occhio al già citato McClanahan e altri giovani prodigi da Minor (Honeywell, Patino e Joe Ryan), tenuti in stretta considerazione da Cash, al pari di Brendan McKay, sempre in procinto di esplodere una stagione breakout. Yarbrough sarà ancora starter da 3-4 inning o rilievo medio/lungo, idem la new entry da Houston Collin McHugh, mentre con l’addio a Snell versante Padres, lo scettro di asso principale va a Tyler Glasnow, indiscutibile primo spot della rotazione!

Il formidabile bullpen si mantiene vertice assoluto MLB, con Fleming e Richards rilievi resistenti e plausibili opener da doubleheader, Castillo, Roe, Anderson, Fairbanks e finanche Sherriff a dividersi i frame finali, Reed luce primaverile e Thompson specialista coi lefty e reduce da molti out in postseason. Da seguire infine il mancino Enns e la potenza di Allie, ambedue dallo Spring Training intrigante.

Playoff nelle corde dei Rays, abili eccome ad avvicinarsi alle 90 W e poi vendere cara la pelle nel tabellone finale, as usual!

New York Yankees

Payroll gonfio (200 milioni) ma obiettivi insoddisfacenti: per l’ennesima volta dal 2009 gli Yankees partono da aspettative deludenti a fronte di investimenti spaziali! Inoltre gli acciacchi continui e i troppi esperimenti al lancio hanno fatto il resto nel passato recente.

Si ricomincia coi favori dei pronostici, visto l’indebolimento dei rivali recenti (Astros e Red Sox), la solita imperscrutabilità di Tampa, le criticità clutch dei Twins e l’inesperienza di Chicago e Toronto! A parte l’annessione da Minor League di Derek Dietrick, eventuale utility man insieme a Tyler Wade e Mike Tauchman, l’unica mossa – obbligata – di valore in un’offseason tranquilla è stata il prolungamento per 6 anni a 90 milioni di DJ LeMahieu, MVP in entrambi i suoi anni nel Bronx ed insostituibile jolly dell’infield, inamovibile titolare dello spot in seconda base.

Movimenti per lo più di snellimento salariale soprattutto sul monte, con gli addii di Tanaka – tornato in Giappone dopo 7 anni – e degli scostanti e mai decisivi Happ (Twins) e Ottavino (Red Sox). Si è giocata la carta nostalgia firmando per un anno a 11M Corey Kluber, inarrivabile campione ma praticamente fermo da due stagioni, e la scommessa Jameson Taillon, anch’egli fuori dai radar da parecchio ma se apposto fisicamente ottimo fit. Se Gerrit Cole è l’intoccabile star del pacchetto, fiducia verrà di nuovo data a Jordan Montgomery, altro profilo devastato da infortuni anni addietro, mentre l’impressionante Grapefruit League di Domingo German ha convinto Boone e Blake a cedergli l’ultimo spot, con la rivelazione 2020 Devi Garcia e il canterano Michael King pronti a subentrare.

Nel bullpen O’Day è l’addizione di spessore nel breve tempo, mentre i problemi di Zach Britton aprono porte a Nick Nelson e Lucas Luetge quali rilievi lunghi; per il resto, oltre Chapman e le sue noie fuori dal campo, il reparto soddisfa ancora in Green, Wilson, Cessa e Loaisiga.

Stanton (DH) e Judge (RF) sono tuttora gli assi del bomber lineup, nel quale non sfigurano la potente certezza Voit in prima, l’ormai garanzia da interbase a tempo pieno Torres e il profilo Gold Glove Urshela, la cui titolarità in terza è assodata da annate difensivamente straordinarie. Pure il convincente Frazier (LF) parte in pole alla destra di Hicks, col sempreverde Gardner e l’ennesimo slugger d’esperienza Jay Bruce – sebbene adesso non-roster – armi da tenere in considerazione! Gary Sanchez dichiarato starting catcher dovrà recuperare un torneo sottotono, che gli ha fatto perdere la titolarità in postseason a favore di Higashioka e ne aveva accresciuto le perplessità sul proseguire o meno l’avventura a New York.

Equilibrio e qualità divisionale nonché eventuali infortuni di soggetti recidivi impediscono di pronosticare le 100 W per gli Yankees, altrimenti alla portata!

Toronto Blue Jays

Un sensazionale core futuristico, già elite nella trascorsa shortened season, è pronto al breakout totale, anche se la AL East è una division corazzata in Rays e Yankees, più esperte e mature e probabilmente tuttora un gradino dinanzi il team di Charlie Montoyo.

A proposito di giovani, nel comparto pitcher di Pete Walker si attende l’esplosione del prospetto primario Nate Pearson, attardato ora da problemi all’inguine e inizialmente out al pari di Thomas Hatch (gomito), ragion per cui lo spot da quinto partente verrà preso da Ross Stripling, a meno che, e in caso di assenza prolungata del righty, la profondità e il talento presente nel bullpen non convinca lo staff a presenziare rilievi da inning multipli. La rotazione, sulla carta prodigiosa, vede intoccabili Ryu, Ray, Roark e la new entry dal Queens Steven Matz, un mix destro e mancino di potenza, qualità e varietà di lanci!

Fra i relief pitchers come detto c’è ancora più scelta, perciò un settore da nove uomini non andrebbe scartato. Premettendo che i già citati Strippling ed Hatch potrebbero competere fra i lunghi e la progressione nella 2-seam di Mayza ne eleva hype, agli intangibili Romano, Dolis, Borucki, Phelps, Chatwood e il closer Yates, ambedue a caccia di rivincite dopo le ultime sfortune nella North Side di Chicago e a San Diego, verrebbero aggiunti Merryweather per il ruolo da 1-2 inning e Kay in multi frame, mentre il veterano mancino Liriano ed AJ Cole lotteranno per entrare nel plotone.

L’ottimo finale 2020 di Danny Jansen e la piacevole sorpresa Alejandro Kirk valgono loro la posizione di catcher, Guerrero tenterà di nuovo il miglioramento in prima a dispetto dell’interbase, attribuibile a Bo Bichette, con Rowdy Tellez suo backup e DH, mentre Marcus Semien, pezzo pregiato del nuovo lineup assieme all’asso esterno Springer, emigrerà da shortstop in seconda, compito assente nel suo pedigree da diversi anni e dove invece Joe Panik vinse il Gold Glove nel 2016. Biggio è la terza base prescelta, malgrado sia il profilo più versatile dell’intera rosa, abile a spostarsi in ogni dove all’interno e persino nell’outfield, luogo oggi ad appannaggio di Lourdes Gurriel Jr (LF), Teoscar Hernandez (RF) e appunto l’ex superstar di Houston al centro, benchè le mostruose qualità in battuta di Randal Grichuk e difensive del diamante Jonathan Davis siano pronte a subentrare!

Freschezza e genio si scontreranno con un’inesperienza forse ancora eccessiva per puntare alle vette estreme; arrivare a 90 W sarà l’asticella massima, che se non significherà gagliardetto divisionale dovrebbe comunque garantire con certezza l’accesso agli expanded playoff!

Baltimore Orioles

Stagione interessante quella di Baltimore, senza mire egemoniche anzi impegnata ad evitare le 100 L, attenta però a valutare al meglio le numerose manovre che hanno ringiovanito il roster: la rebuilding in atto si spera possa dare per il confermato Brandon Hyde i frutti entro 3-4 anni.

Se Severino è il catcher annunciato, non si esclude tuttavia possa rientrare in discussioni da trade, liberando magari spazio all’esordio di Adley Rutschman, big prospect della casata, lasciando la titolarità a Sisco, unico ricevitore assieme a lui fra i 40-men e alternativa pure fra i designati, subito dopo Ryan Mountcastle. Quest’ultimo, 24 enne da tenere d’occhio per la corsa a ROY, fa parte di una schiera di talenti da lanciare in questo 2021, assieme ad Austin Hays, lui esterno centro specialista ante mancini ma all’occorrenza DH, in una zona – l’outfield – completata da Mullins, immacolato difensore nella campagna 2020 e dalla certezza Anthony Santander, attaccante breakout e possibile richiesta da mid season per contender inferocite.

La versatilità di Urias e Valaika sarà utile negli spot interni del diamante, dove Mancini ritroverà la prima base dopo l’anno sabbatico a combattere il cancro, con Chris Davis (e il suo contrattone) a fare da backup, mentre il sostituto via waivers dai White Sox di Alberto in seconda e Gold Glove 2019 Yolmer Sanchez, lotta nello spring training per lo spot con l’ennesimo prospetto Jahmai Jones. Franco e Galvis, siglati a 800.000$ e 1.5 M annuali da Royals e Reds, sono il third baseman e lo shortstop, veterani e chioccia per i profili futuristici.

Al lancio la sigla iconica di King Felix Hernandez, per ora solo fumo negli occhi visti i problemi al gomito, non oscura l’intrigante pacchetto giovanile composto da John Means, Dean Kremer e Keegan Akin, rookie sorprendenti l’ultimo torneo, a cui addizionare i progressi in quel di Kansas City del destro Jorge Lopez ed eventualmente Bruce Zimmermann, miglior lanciatore negli allenamenti da offseason.

L’ottimo bullpen da shortened season attende la conferma dell’esperto Valdez, la potenza da closer di Tanner Scott, del setup Fry e di Dillon Tate, top prospect 2019, mentre l’altro astro Harvey non supera i continui acciacchi ed è out fino a Maggio.

Boston Red Sox

Red Sox con Alex Cora di nuovo al timone e a caccia di rivincite dopo l’impeachment a Houston, con però ancora molti punti oscuri da eliminare, in particolare sul monte.

L’assenza di Brasier, in IL per riabilitarsi dalla frattura al mignolo, e quella più grave del mito Sale, in campo non prima di Giugno per la Tommy John, lasciano le perplessità maggiori; tale comparto è difatti causa di quasi tutte le sventure post 2018. L’ex rivale Ottavino e Barnes, FA a stagione terminata, competono per il ruolo da closer, spot abitudinario del giapponese Sawamura, però incognita primaria di questo spring per lui al ribasso, a differenza dell’ottimo Whitlock, giunto con la regola 5, e comunque plausibile setup o medio secondo le dichiarazioni dello skipper.

Ritornano dall’opt out due mancini sulla carta importanti per il bullpen (Darwinzon Hernandez e Josh Taylor), che completeranno il gruppo assieme ad Austin Brice e Matt Andriese, rilievo lungo o middle-man da sfruttare pure come opener, in una rotazione oggi ad appannaggio del rientrante Eduardo Rodriguez, assente per tutto il 2020 (Covid), Nathan Eovaldi, psicologicamente incastrato dal contrattone dopo le WS da protagonista, Martin Perez e i due investimenti Garret Richards (10M annuali) dai Padres e Nick Pivetta, tornato a casa in trade dopo la catastrofica esperienza di Philadelphia!

Il lineup è tuttora elite: alle indiscusse superstar Bogaerts (SS), Devers (3B) e JD Martinez (DH), si aggiunge la qualità di uno slugger catcher quale Vazquez, la solidità difensiva di Plawecki e la costanza ed intercambiabilità di Verdugo, una delle poche luci della stagione ridotta. Oltre all’ex Dodgers, l’esterno viene completato dagli ulteriori nuovi arrivi Renfroe (Rays) e Cordero (Royals), sebbene i pochi allenamenti causa Covid di quest’ultimo allertino gli utility Marwin Gonzalez e Christian Arroyo.

Colpo delle free agency Kikè Hernandez, seconda base e fresco campione a Los Angeles, plausibile leadoff e definitivo erede di Dustin Pedroia. Infine, la mancata crescita di Chavis spalanca le porte della prima base a Bobby Dalbec, splendente negli allenamenti primaverili ed ipotetico candidato rookie dell’anno in AL.

Insufficienza al lancio, lacune difensive ed eccellenza al box: la media pone Boston attorno al 50% (81 W).

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