Gara1: Astros – Athletics 10 / 5

Sfida esplosiva la prima di questa serie, caratterizzata da ben 6 fuori campo: Correa nel quarto inning su Bassitt e settimo su Trivino, “Mister October” Bregman sempre contro lo starter, e per gli Athletics il caldissimo Davis, Murphy e il solito slugger Olson, tutti con McCullers sul monte. Otto saranno le run incassate dai due partenti, ma la differenza la farà a sorpresa il bullpen texano, meno rinomato del rivale però alla fine immacolato in Taylor (volata di sacrificio di Canha ma poi vincitore di giornata), Paredes, Javier e Pressly, mentre Oakland vedrà disintegrarsi il primordiale allungo di 3-0 prima e 5-3 poi dalle debacle di Wendelken, Diekman, McFarland, Weems e appunto Trivino, responsabili pure della doppia di Springer (4-5) e le singole di Altuve (6-5), Brantley (7-5) e l’incontrastabile Correa (9-5)!

Gara 2: Astros – Atheltics 5 / 2

George Springer è l’eroe di turno, grazie al two-run homer su Manaea al terzo inning e nel solo del quinto contro Yusmeiro Petit, che oltre a raggiungere i rivali prima e spezzare l’equilibrio del match dopo, lo hanno elevato nella top 10 MLB (settimo) per fuori campo in postseason, superando Ruth, Werth e Carlos Beltran. Ne basta uno ora per pareggiare la quinta posizione di Reggie Jackson e Mickey Mantle. Come per gara 1 anche qui le valide a testa (6) saranno caratterizzate per lo più da hr, per Oakland sempre con Davis – ormai “guarito” dalla crisi – e Pinder, entrambi verso Valdez, vincitore di giornata e fra i tanti esperimenti annuali riusciti sul monte di Baker, dignitoso e resistente per 7 parziali e 103 lanci, e per Houston di Maldonado, ancora nel quinto sull’oggi deludente starter avversario. Dal quarto frame in poi, il punteggio di 5-2 rimarrà invariato, con gli Athletics apatici al box e controllati a dovere, oltre che dal partente, pure da Paredes e Pressly, che concederanno soltanto una singola a Semien nell’ultimo periodo di gioco.

Gara 3: Astros – Athletics 7 / 9

Oakland si aggrappa con le unghie a una serie complicata e quasi conclusa, riuscendo clamorosamente a sopravvivere, quando sotto di tre (7-4) ad inizio settimo inning e mentre sembra tutto finito, ribalterà la gara contro il rilevo James, prima grazie alle singole di Semien e La Stella e poi col fuori campo di Pinder (7-7); con Railey sul monte texano nell’alto ottavo, saranno le volate di sacrificio dell’ormai garanzia Murphy e lo stesso Pinder a mandare a casa Grossman e Laureano per il 7-9 finale, col closer Hendriks a prendersi la W! Male ancora la rotazione californiana (Luzardo 5 hit e 4 R) e poco aiuto dal bullpen (3 run fra Petit e Diekman); stecca pazzesca stavolta per Urquidi nell’altra sponda, visto che subirà gli home run di Canha, Olson, Semien e La Stella, lui dopo colpito e infortunato al gomito. Per Houston hr di Altuve e Diaz e 4 punti per le valide di Correa, Brantley, Bregman e Tucker.

Gara 4: Astros – Athletics 11 / 6

Houston completa l’opera e chiude la serie abbastanza facilmente, lo stesso fatto nel Wild Card contro i Twins, agguantando contro pronostico il Championship per la quarta volta consecutiva: chapeau! L’addio a Cole, il crack Verlander e il declino di Greinke, al solito formidabile golde glove ma più morbido al lancio, hanno rallentato la shortened season e i primati divisionali, alla fine però conquistati per una concorrenza inesistente. Oltre all’ex D-Backs, la rotazione e gli opener saltuari hanno però salvato la baracca, e il rinomato clutchness dello stratosferico lineup si è svegliato in postseason. Gli A’s escono ridimensionati in modo netto, visto che l’all in per La Stella in deadline dimostrava mire egemoniche da World Series; purtroppo la solida rotazione annuale non presenta stelle che possano contrastare ai playoff fuoriclasse del calibro di Altuve, Bregman, Brantley, Springer o Correa, ma nemmeno Abreu, Robert o Jimenez. Se l’esperienza li ha salvati coi White Sox stavolta non c’è stato nulla da fare. Gara 4 verterà sui consueti strappi che hanno caratterizzato le precedenti. Si inizia con Laureano su Greinke nel top second, quando gli manderà fuori campo la slider, portando a punto pure Olson e Canha (0-3), proseguiranno poi nel basso quarto gli home run di Brantley e Correa su Montas, ennesimo starter a picco per Oakland (5-3), ancora Laureano l’inning successivo (5-4) ed infine l’allungo determinante fra il quinto e settimo frame sempre di Brantley (hr) e Correa (2 singole), Tucker (valida) e la bomba di Altuve con Diekman pitcher (11-4). L’orgoglio di Semien e La Stella servirà solo per rendere il risultato meno netto.

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